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AL VIA “L’UNIVERSITA’ INCONTRA LA CITTA'”

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Il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio, nella sede dell’ateneo ha presentato “L’Università incontra la città. Dialoghi sul presente e sul futuro”. Un ciclo di incontri su temi di attualità tenuti dai docenti di UniBa rivolti ai cittadini.
“Il ciclo di incontri – ha detto Uricchio – si colloca appieno nel modello di Università aperta e soprattutto valorizza un rapporto virtuoso con i territori. Siamo convinti che questa prospettiva – ha sottolineato – debba essere sostenuta e proseguita e sarei felice che anche l’amministrazione comunale e i territori possano sostenere questo processo. Devo dire che l’attenzione rivolta anche nei confronti del modello di Università aperta è sempre stata crescente in questi anni – ha spiegato il rettore – e l’apertura non è circoscritta al territorio locale, ma aderisce alla vocazione universalistica del nostro Ateneo e questo sarà anche confortato dal programma di eventi che saranno di portata nazionale e internazionale”.
Il calendario degli incontri sarà pubblicato sul sito di Uniba.

“L’Università – ha detto la docente Letizia Carrera – esce dalle aule e incontra la città, attraverso il dialogo, il confronto. Gli incontri – ha spiegato – avranno una durata di un’ora e 30 minuti, saranno coinvolti docenti Uniba su temi che abbiamo pensato un po’ a tavolino sulla base delle riflessioni del laboratorio di studi Urbani che il Dipartimento Disum ha attivato all’interno di questa Università ma che poi – ha continuato – verranno suggeriti sia dagli incontri sia da tutti coloro che faranno parte della mailing list che stiamo costruendo ed ampliando: associazioni, scuole e singoli cittadini. Abbiamo scelto temi di assoluta attualità – ha ribadito – perché riteniamo che in questo momento di tweet, slogan, tanta retorica e di una cultura gridata nei talk show, l’Università possa giocare la sua scommessa e possa prendersi e dare ai cittadini il tempo per dei percorsi di conoscenza e di cultura partecipata. Gli incontri prevedono che nei primi 20-25 minuti – ha spiegato ancora – il docente esperto del tema lo presenti anche attraverso immagini e che poi tutta la fase successiva, quindi nell’ora successiva i cittadini che vorranno partecipare potranno raccontare le loro esperienze – ha concluso – porre i propri dubbi e domande”.
Il primo appuntamento è fissato per il 3 maggio prossimo alle 17.30 nella sala Stifano con il professor Giovanni De Pergola che parlerà di stili di vita e salute.

SCOPERTO PARASSITA RESPONSABILE MORTE NACCHERE GOLFO TARANTO

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Uno studio dei ricercatori di Medicina Veterinaria e di Biologia dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha svelato il segreto della mortalità di Pinna nobilis nel mar Mediterraneo. Un parassita, Haplosporidium pinnae, la causa di estinzione di questa specie protetta di mollusco bivalve.
La ricerca di due team dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro guidati da Domenico Otranto, professore di Parassitologia e Malattie Parassitarie e Direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria, e Angelo Tursi, professore di Ecologia del Dipartimento di Biologia, in collaborazione  con la Professoressa Marialetizia Fioravanti e la Dottoressa Perla Tedesco (Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, dell’Università di Bologna) ha svelato il segreto della mortalità di migliaia di Pinna nobilis presenti nel Golfo di Taranto (Mar Ionio).
Anche nota come nacchera, pinna comune, cozza penna o stura, Pinna nobilis è il più grande mollusco bivalve del Mar Mediterraneo. Gli esemplari di P. nobilis vivono ad una profondità che si aggira tra 0,5 e 60 m e possono raggiungere l’età di 27 anni e le dimensioni di 120 cm.

“Questa è una specie endemica delle nostre acque che svolge un importante ruolo per l’ecosistema marino: filtra grandi volumi di acqua e fornisce un substrato idoneo alla crescita di altri organismi. Si tratta di una specie bentonica, il cui corpo, di forma triangolare, presenta l’apice infisso nella sabbia o, in genere, nei sedimenti ed è ancorato al substrato, spesso rappresentato dalle praterie di Posidonia oceanica, mediante l’ausilio del bisso marino prodotto in grande quantità dalla stessa nacchera”, ha spiegato il Professore Tursi, da anni impegnato nello studio di questo interessantissimo bivalve.
“Pinna nobilis è una specie sensibile ai cambiamenti ambientali e alle minacce antropiche come, ad esempio, gli alti livelli di urbanizzazione, gli scarichi urbani e industriali. Per tutti questi motivi, P. nobilis è una specie protetta e la sua raccolta è illegale a partire dagli anni ‘90” ha aggiunto il Dottor Giovanni Chimienti (assegnista di ricerca presso il  Dipartimento di Biologia di UniBa e cautore del lavoro scientifico).

Recentemente sono stati registrati, in Spagna, episodi di alta mortalità in diverse popolazioni di P. nobilis. Successivamente, dopo un breve silenzio invernale, la moria è ricominciata nell’estate 2018, interessando, questa volta, esemplari presenti in Italia, in Francia e, ancor più di recente, in Grecia. In seguito a questi episodi di alta mortalità, che hanno impoverito le popolazioni selvatiche di questa specie, P. nobilis è da considerarsi, ad oggi, specie fortemente vulnerabile e a rischio di estinzione di numerose aree del bacino mediterraneo.
Nell’ultimo anno sono improvvisamente morti più di 7000 esemplari nel solo Mar Piccolo di Taranto ma questa moria dovuta alla parassitosi, ha interessato ampie aree del Golfo di Taranto nonché numerose aree italiane, comprese Aree Marine Protette come Porto Cesareo e Tavolara. La causa di morte di questo bivalve è stata quindi studiata presso i laboratori di parassitologia del Dipartimento di Medicina Veterinaria dove gli esemplari di P. nobilis sono stati analizzati con metodiche di diagnosi molecolare all’avanguardia.

“In seguito ad analisi parassitologiche, batteriologiche ed istopatologiche effettuate su esemplari moribondi di P. nobilis campionati dal Mar Piccolo di Taranto, è stata osservata la presenza di un protozoo flagellato del genere Haplosporidium”  spiega Rossella Panarese (dottoranda di ricerca in Parassitologia) e primo Autore di un lavoro internazionale in stampa su Journal of Invertebrate Pathology.
Si tratta di un parassita presente nella ghiandola digestiva del bivalve che non consente allo stesso di alimentarsi portando a morte l’animale. Haplosporidium pinnae (questo il nome scientifico del mortale protozoo) è stato segnalato nel golfo di Taranto per la prima volta in Italia e sembra possa essere arrivato dalle coste Spagnole. “Non è ben chiaro come questo parassita sia giunto nelle nostre acque. Si suppone che le correnti marine, i movimenti delle imbarcazioni, che favoriscono l’insorgenza della mortalità di P. nobilis soprattutto nelle aree portuali, e l’aumento delle temperature dovuto al riscaldamento globale siano tra i fattori determinanti per la diffusione di questo parassita così come di molti altri che stanno colonizzando i nostri ecosistemi.” conclude il professore Otranto.

Attualmente sono in corso rilevamenti tesi ad accertare la presenza, sia pure sporadica, di individui sopravvissuti a questo grave evento di mortalità causata dal protozoo Haplosporidium e, notizia in anteprima, alcuni ancora vitali sono oggetto di attento monitoraggio da parte dei ricercatori universitari del dipartimento di Biologia. A questo punto si auspica che un probabile e futuro ripopolamento dei nostri mari possa avvenire nel prossimo decennio, proprio grazie a questi pochi individui sopravvissuti all’epidemia.
Questa ricerca è la tangibile dimostrazione di come le nuove generazioni di ricercatori dell’Università di Bari contribuiscano, ai massimi livelli scientifici, allo studio della conservazione di specie protette e, più in generale, della biodiversità dei nostri mari e, in genere, del nostro territorio.

CAMPIONE CANOTTAGGIO VICINO SI LAUREA IN ECONOMIA E COMMERCIO

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“Creazione e diffusione di valore nella disciplina olimpica del canottaggio”, il titolo della tesi che questa mattina il candidato Antonio Vicino, campione di canottaggio e atleta del gruppo sportivo della Marina Militare ha discusso nella sala degli affresci dell’Università degli studi di Bari conseguendo la laurea in Economia e Commercio. Una soddisfazione non da poco se si considera i numerosi impegni sportivi di Antonio Vicino che è stato campione mondiale Under 23 nel 2017 nella specialità doppio pesi leggeri, medagli d’argento nel campionato mondiale del 2016.
Tra i più medagliati atleti dell’ateneo barese, Antonio Vicino è la testimonianza vivente che sport e studio si possono conciliare, basta avere tanta volontà e determinazione ed essere nell’ateneo che ti permette di coniugare la passione per lo sport e gli impegni agonistici con la passione dello studio.
“Il nostro – ha detto Antonio Felice Uricchio, rettore di Uniba, – è stato uno dei primi atenei in Italia a dotarsi di un regolamento che disciplina la figura dello studente atleta, che concede agevolazioni e anche opportunità di sviluppo del percorso di studi. Quindi il riconoscimento giuridico della figura di studente atleta passa attraverso una volontà forte dell’Ateneo, consacrata in un proprio atto di autonomia normativa che prevede lo sviluppo della pratica universitaria e la sua conciliazione con la pratica sportiva. Ricordo che per essere studenti atleti occorre aver vinto, quindi il risultato sportivo è il viatico per poter ottenere questo status”.

“Aggiungo anche  – continua Uricchio – che il numero degli studenti atleti è in crescita, ne abbiamo quasi un centinaio che hanno ottenuto risultati sportivi significativi e che provengono anche da fuori regione. Questo vuol dire che la scelta di questo Ateneo di dotarsi di uno strumento normativo, anche prevedendo l’agevolazione in materia di tasse universitarie, ha dato risultati particolarmente positivi”.
Il mio percorso di studi – ha detto Antonio Vicino dopo al termine della seduta di laurea – è stato davvero emozionante, perché mi ha permesso di allenarmi ad alto livello e ad essere tranquillo a studiare rispettando le sessioni d’esame”. A chi inoltre gli chiede cosa consiglierebbe ad un suo collega atleta-studente, Antonio senza esitazioni risponde: “Consiglierei di iscriversi n questa università perché consente di allenarsi serenamente, studiare e pensare agli obiettivi e ai traguardi che ogni atleta di fissa”.
Alla seduta di laurea ha partecipato anche l’ammiraglio del Comando Marina Militare Sud Salvatore e Vitiello nonché i rappresentanti della Federazione Italiana Canottaggio.

ATTIVATE 124 BORSE DI DOTTORATO SU 19 CORSI

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Il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Bari, nella seduta odierna, ha deliberato l’attivazione di 124 borse di dottorato di cui 102 con fondi di ateneo distribuite su 19 corsi dottorali (12 nuovo accreditamento; 3 di rinnovo e 4 di nuova istituzione). Rispetto al 2015, l’Ateneo di Bari ha quindi raddoppiato le borse di dottorato passate da 50 a 102, cui si aggiungono 22 borse di enti e soggetti esterni, continuando a investire nella formazione di eccellenza.
Inoltre, sottolinea Uniba, “nell’approssimarsi della ricorrenza della data della scomparsa del grande statista cui è intitolata la nostra Università, il Consiglio, con l’intento di promuovere e sostenere il diritto allo studio sancito dalla Carta costituzionale, ha approvato il bando di concorso per 1000 ‘borse di studio Aldo Moro’, da euro 500 riservate a studenti meritevoli e in condizioni di disagio economico”.
Il Consiglio, inoltre, ha deliberato l’attribuzione di 387 contratti per attività di collaborazione degli studenti connesse ai servizi resi dall’Università, della durata di 150 ore ciascuno.

DRONITALY, PREMIATI 3 PROGETTI DOTTORATO IN GEOSCIENZE

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Nell’ultima edizione di Dronitaly, la fiera dei sistemi a pilotaggio remoto, tenutasi a Milano il 4 e 5 aprile 2019, sono stati premiati sei progetti di ricerca sui droni.
Tre di questi premi sono stati attribuiti a progetti del Dottorato in Geoscienze dell’Università di Bari. Si tratta di progetti di ricerca innovativi mirati al monitoraggio geo-ambientale di fenomeni franosi o di aree costiere protette con l’ausilio di droni.
I premi sono stati attribuiti ai Dottorandi  Cosimo Cagnazzo, Marco La Salandra e Ettore Potente, ed ai Tutor accademici Professore Giuseppe Mastronuzzi e Professore Luigi Pennetta.
Due borse sono state finanziate dai progetti PON Dottorati Industriali 2014/2020 ed una attraverso i finanziamenti ordinari dell’Ateneo barese.
I riconoscimenti ottenuti premiano l’impegno dei dottorati scientifici a coniugare ricerca di base ed applicazioni industriali. La Scuola di Scienze ha organizzato un “Industrial PhD day @uniba” (26 giugno 2019) per illustrare i promettenti risultati delle esperienze Università/Impresa nate all’interno dei Dottorati Innovativi a Caratterizzazione Industriale.

NOVITÀ PER STUDENTI, APP MYUNIBA E STUDENT CARD

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Negli store Apple e Android è disponibile gratuitamente la App MyUniba, l’applicazione ufficiale dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ideata in collaborazione con gli studenti Uniba, per la gestione della carriera universitaria in maniera semplice e veloce attraverso dispositivi mobile.
Con MyUniba lo studente può: Consultare in tempo reale l’offerta dei corsi di studio; verificare gli appelli e iscriversi agli esami; controllare l’andamento della propria carriera e consultare il libretto universitario; compilare i questionari di valutazione della didattica; verificare lo stato dei pagamenti;
ricevere messaggi e notifiche, collegarsi a link di uso comune.
In concomitanza alla nuova App MyUniba, a partire dall’anno accademico 2019/2020, sarà attivata la Student Card.
“L’iniziativa – si legge nella nota – nasce per consentire agli studenti di munirsi di uno strumento di identificazione dello status di studente e di accedere in modo agevolato ad una serie di servizi (abbonamento trasporti, biblioteca, rete museale, mense universitarie, scontistica). La carta sarà personale, riporterà alcuni dati identificativi e sarà munita di QRCode. La sua validità sarà legata alla durata legale del percorso di studi e potrà essere richiesta al momento dell’immatricolazione”.

PRESENTATO BILANCIO SOCIALE, AMBIENTALE E RICERCA

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“Esprimo la soddisfazione per questo momento e ringrazio tutta la comunità accademica, che ha contribuito alla realizzazione di tutti questi strumenti di rendicontazione dell’attività del nostro Ateneo. Mi auguro che questi risultati, possano essere da stimolo per portare avanti questo impegno e continuare nell’attività svolta e nel miglioramento qualitativo raggiunto”. Così stamattina a Bari nell’Aula Magna ‘A.Cossu’ dell’Ateneo, il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio, presentando il bilancio sociale, il bilancio ambientale e il volume ‘Future in Research’. “Questi tre volumi – ha detto Uricchio – consentono all’Università di Bari di raccontare se stessa, di illustrare i risultati raggiunti, sia in materia di Terza missione, sia di impegno ambientale, sia di valorizzazione dei giovani ricercatori. Dalla lettura dei tre volumi che presentiamo oggi – ha continuato – si evincono i risultati dell’attività che evidenziano un forte trend di crescita e soprattutto – ha aggiunto – consentono pienamente di valorizzare le energie dei nostri giovani ricercatori”.

Presentando il bilancio ambientale, il rettore, ha sottolineato che “si tratta del primo bilancio ambientale (per l’Università di Bari, ndr), un unicum nel nostro panorama universitario, il primo in Italia, perché – ha spiegato – questa metodologia di rilevazione e rendicontazione di natura sociale, costituisce uno strumento relativamente nuovo. Proprio in questi giorni – ha ricordato il rettore – il vice ministro all’Istruzione, università e Ricerca, Lorenzo Fioramonti, attraverso una lettera trasmessa a tutta la comunità accademica, ha voluto evidenziare l’importanza delle tematiche ambientali all’interno del contesto accademico e l’Università di Bari – ha sottolineato Uricchio – è stata pronta nel raccogliere questa sfida, ma lo ha fatto già da qualche anno attraverso una serie di politiche ambientali che hanno visto anche il nostro Ateneo collocarsi all’interno del ‘green metric’, cioè nell’indice di misurazione del raggiungimento degli obiettivi ambientali, al terzo posto in Italia”. Se il bilancio ambientale è stato presentato per la prima volta a Bari e in Italia, il bilancio sociale, invece è alla sua terza edizione: il primo è stato presentato nel 2004, il secondo invece nel 2010.

“Oggi – ha detto Uricchio – presentiamo la terza edizione, in cui diamo conto delle attività svolte nel campo della Terza Missione, della valorizzazione dei risultati della ricerca, dei rapporti con i territori, attraverso un modello di Università fortemente proiettato nella comunità territoriale. Un bilancio sociale (2010-2017) – ha sottolineato – che raccoglie dati, offre importanti elementi di riflessione per le attività svolte e costituisce anche un importante strumento per poter promuovere ulteriormente politiche di forte aggregazione e inclusione”. E sul bilancio sociale, anche il presidente dell’Anvur, il professor Paolo Miccoli, ha voluto attraverso una nota dare una valutazione delle attività svolte ed esprimere pieno apprezzamento e sostegno. “L’Agenzia – si legge nella nota – condivide la ratio generale dell’intervento, ispirato ad affiancare ai doveri e alle attività istituzionali dell’Università, il concetto di responsabilità sociale dell’Università, a cui ogni Ateneo risponde in maniera differenziata. Tramite il documento – continua la nota – l’Università di Bari offre uno strumento utile per tutti gli interlocutori di riferimento, che favorisce e motiva una riflessione sulla valutazione degli impatti economici e sociali del sistema accademico”.

Accanto al bilancio ambientale e sociale, l’Università, nel corso dell’incontro di oggi, ha presentato anche il volume ‘Future in Research’ in cui “vengono raccolti i risultati dell’attività di ricerca condotti dai ricercatori di tipo A, i ricercatori triennali. Ne sono stati assunti – ha spiegato il rettore – sulla base di un importante finanziamento della Regione, oltre 13 milioni di euro e che grazie anche ad impegno ulteriore del nostro Ateneo, oltre tre milioni di euro hanno potuto continuare l’attività di ricerca e molti di essi oggi – ha sottolineato – sono anche ricercatori a tempo indeterminato, oltre 20 degli 89 assunti e abbiamo anche un piccolo numero di associati, cioè 5. Un risultato importante – ha aggiunto – che abbiamo voluto presentare attraverso un volume che dà conto delle attività di ricerca e crediamo – ha proseguito – possa essere anche particolarmente prezioso, perché i risultati di queste attività di ricerca possono generare ulteriori risultati”. E rispondendo alla domanda se qualcosa va ancora migliorata leggendo i bilanci, Uricchio ha risposto: “Indubbiamente ci sono ambiti che meritano ancora di essere promossi e sostenuti. Le politiche ambientali sono oggi declinate secondo i gol europei che sono molteplici e meritano ancora di essere sostenuti e implementati nella prospettiva dell’efficientamento ambientale”.

“I temi dell’internazionalizzazione, della valorizzazione anche della Terza Missione, del trasferimento tecnologico – ha continuato – meritano di essere sostenuti e implementati. L’impegno continua – ha concluso – e mi auguro che l’intera comunità accademica guardi a questi strumenti che oggi presentiamo come un’occasione di riflessione e di stimolo per un ulteriore miglioramento”.

UNIBA “MANIFESTI AFFISSI IN MODO ABUSIVO SU EDIFICI UNIVERSITARI”

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“Nei giorni scorsi, manifesti e locandine elettorali sono stati affissi in modo abusivo su edifici universitari. L’episodio, purtroppo non isolato, induce a una seria riflessione sull’esigenza di rispettare beni di interesse generale e offerte alla pubblica fruizione”. Lo denuncia in una nota l’Università di Bari. Ricordando che “imbrattare o deturpare beni immobili e cose altrui costituisce reato” ed esprimendo “la condanna più ferma nei confronti di tali manifestazioni di vandalismo, facendo appello al senso civico”, il rettore Antonio Uricchio e la Comunità Accademica ringraziano “i volontari dell’associazione Retake per aver ripulito ancora una volta la facciata del palazzo di Giurisprudenza da manifesti e locandine restituendo all’edificio il suo aspetto originario e per il loro impegno nella lotta contro il degrado, nella valorizzazione dei beni pubblici e nella diffusione del senso civico sul territorio”.

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