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MEETING UNIBA SU MODELLI BUSINESS E CONSUMO SOSTENIBILE

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L’associazione per l’innovazione e la qualità nel business sostenibile con il dipartimento di Economia Management e Diritto dell’impresa di Uniba e la Bucharest University of Economic Studies a confronto in una conferenza internazionale che ha come obiettivo l’individuazione del trend dei modelli di business e consumo sostenibile. 
Numerosi gli studiosi a confronto, ma anche rappresentanti del mondo dell’impresa per condividere posizioni e risultati espressi dalle più recenti ricerche e per una riflessione sulla sostenibilità reale degli attuali modelli di sviluppo.
“La discussione della conferenza odierna – afferma il professor Giovanni Lagioia del dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Bari – ha l’ottica di capire i modelli da adottare. Oggi c’è una grande discussione sull’economia circolare e il nostro obiettivo è quello di comprendere cosa realmente significhi ed eventualmente anche i suoi limiti. La questione principale – annuncia Lagioia – sta proprio nel trasferire i modelli teorici verso il consumo sostenibile, ovvero il passaggio tra ciò che si dice essere l’economia circolare e la realizzazione concreta dei modelli di consumo sostenibili, è un passaggio che ha ancora delle criticità”.

Gli studiosi ospiti nel capoluogo pugliese fino a domani in diverse sessioni si confronteranno su temi come la responsabilità sociale del business nell’era della globalizzazione, ma proveranno anche a spiegare quali siano le criticità nascoste dietro il concetto di economia circolare.  “Oggi l’economia circolare – continua Lagioia –  è associata alle buone prassi del riciclaggio che sicuramente è una azione da adottare, praticare e potenziare, ma non può essere considerata l’unica. Non è certamente la soluzione complessiva. Occorre convincersi di questo, ovvero che tutto deve il sistema essere orientato ad un pensiero di ‘life cycle thinking'”. Un approccio questo in cui anche il cittadino, inteso come singolo, può fare molto.
“Occorre convincersi – conclude Lagioia – che le motivazioni che ci portano a fare scelte di consumo, pur con un costo economico maggiore, possono essere importanti nello sviluppo della consapevolezza che si può scegliere un prodotto ad un prezzo più alto ma di minore impatto ambientale”.

AL VIA I CENACOLI DEL LIBRO

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“I cenacoli del libro sono un evento fortemente voluto dai nostri studenti che negli anni scorsi e anche quest’anno hanno avviato questi incontri con gli autori anche sulla base di una forte volontà: promuovere la lettura e la cultura del libro”. Così il Rettore dell’Università degli Studi di Bari, nel pomeriggio dando avvio al primo appuntamento de “I Cenacoli del Libro” che torna anche quest’anno tutti i lunedì in Ateneo. “Si tratta – ha detto Uricchio – di occasioni di incontro con gli autori. Quest’anno – ha continuato – abbiamo 40 autori che si susseguiranno tutti i lunedì a cominciare da oggi e consentiranno ai nostri giovani di confrontarsi anche su temi abbastanza differenti: attualità, politica, cultura e scienza. Si tratta di un percorso – ha sottolineato – che abbiamo voluto in qualche modo rendere omogeneo attraverso incontri tematici che nascono nella nostra accademia ma che guardano anche al mondo esterno. Un percorso particolarmente stimolante che mettiamo a disposizione della nostra comunità, perché hanno una proiezione esterna e forte di aggregazione e di apertura”.

“L’Università – ha ribadito Uricchio – è il luogo in cui il confronto trova la sua naturale sede e mi fa piacere – ha concluso – che siano soprattutto gli studenti ad animarlo”. Il primo appuntamento in collaborazione con Green Books e Festival dello Sviluppo Sostenibile ha visto sul palco dell’aula magna ‘A.Cossu’ la discussione sui volumi ‘Au fil de l’huile-Histoires’ di Clodoveo, Colonna e Ferrandes e ‘L’intestino in testa’ di Antonio Moschetta.

ASSUNTI SEDICI LAVORATORI PRECARI

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Il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Bari, nella seduta odierna, ha deliberato l’assunzione di 16 unità di personale tecnico amministrativo mediante stabilizzazione.
E’ quanto è stato possibile realizzare grazie alla riforma Madia (art. 20, comma 1, d. lgs. 75/2017), che ha previsto la possibilità di stabilizzare personale in possesso di determinati  requisiti di anzianità e la facoltà di poter fruire di un contingente di punti organico ulteriore rispetto alle ordinarie facoltà assunzionali, che il competente Ministero ha riconosciuto all’Ateneo barese in misura di 2,66 punti organico.
L’Ateneo dovrà tuttavia impegnarsi a ridurre il precariato.
Secondo quanto è stabilito nella riforma, a fronte del maggior contingente assunzionale per le stabilizzazioni, l’Università di Bari dovrà ridurre in via permanente la spesa annuale per contratti di lavoro flessibile per circa 300 mila euro.
“Questa soluzione – dichiara con soddisfazione il Magnifico Rettore Antonio Uricchio – rappresenta il naturale proseguimento delle politiche di risanamento  portate avanti negli ultimi anni da questa governance di Ateneo e del netto miglioramento degli indicatori economico finanziari, certificati dal MIUR, e fa seguito al procedimento di stabilizzazione portato a termine nel 2014.  Grazie a tale risanamento abbiamo potuto offrire oggi un futuro lavorativo certo a numerosi precari”

CONTENZIOSO POLICLINICO, CDA DI UNIBA “AVVIAMO AZIONI LEGALI”

A seguito dei numerosi e vani tentativi di condividere, con Regione Puglia e Policlinico di Bari, soluzioni conciliative per definire il contenzioso del Personale tecnico amministrativo universitario in convenzione con il S.S.N., per il recupero delle somme dovute per l’attività assistenziale, l’Università di Bari si vede costretta ad avviare azioni legali a tutela delle ragioni dei propri lavoratori.

E’ quanto ha deliberato oggi il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Bari, in una accesa seduta, nel corso della quale è intervenuta una nutrita rappresentanza di lavoratori, affidando agli uffici  dell’Avvocatura  di ateneo, l’invio  al Policlinico di Bari di una diffida finalizzata  all’ottenimento delle somme dovute.

Il tutto nonostante la sottoscrizione tra le parti di apposito atto di intesa avvenuta nel mese di aprile 2018, che ha sancito le tempistiche e le spettanze dovute ai lavoratori, da parte dell’ente regionale e rimasto tuttavia inattuato.

Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, ha stabilito di rinviare la definizione dei profili economici a favore del personale avente titolo nella sua prossima adunanza, prevista per il 6 luglio e, dopo aver acquisito apposito parere dal Collegio 

LE DIFFERENZE UOMO-SCIMMIA AL CENTRO DI UNO STUDIO DELL’ATENEO

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È racchiusa nel DNA la ragione che rende l’uomo diverso dalla scimmia. A spiegare le differenze genetiche tra uomo e scimpanzé è uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, coordinati dal professor Mario Ventura e da diversi centri di ricerca americani, che ha individuato le sequenze genomiche che possono dare indicazioni di ciò che ci ha resi umani. La ricerca, pubblicata dalla prestigiosa rivista Science, ha individuato molte nuove ed entusiasmanti differenze tra il DNA dell’uomo e quello dei primati, molte di più di quelle finora conosciute. 

Sono stati rinvenuti, infatti, circa 18000 frammenti di DNA che rendono l’uomo diverso dallo scimpanzé, molti dei quali contengono geni o ne alterano le regioni regolatorie. Molti dei geni scoperti, sono espressi specificatamente durante lo sviluppo del cervello umano e per tale motivo rappresentano gli elementi candidati a spiegarne l’enorme complessità: un importante passo avanti nello studio della straordinaria tipicità e complessità dell’essere umano. 

“Quello che abbiamo fatto – ha spiegato il professor Ventura – è stato sequenziare de novo, in modo assolutamente indipendente dall’uomo, il genoma di scimpanzé, di orango e abbiamo confrontato questi genomi con il genoma umano per vedere quali fossero le differenze, perché – ha continuato – quello che noi vorremmo fare è capire come si è evoluto il genoma umano”. Parecchi, per il professore sono stati i risultati interessanti.

“Molti geni che sono espressi nello sviluppo del cervello – ha detto – sono uomo-specifici. Abbiamo iniziato ad avere un’idea di cosa ci rende davvero umani. Un messaggio importante – ha aggiunto – che viene ulteriormente ribadito dal lavoro che è stato fatto. Sia lo scimpanzé che l’uomo rappresentano la linea finale delle loro storie evolutive. Ovvio che tutti deriviamo da una grossa popolazione comune da cui poi noi ci siamo differenziati. Ovviamente – ha spiegato il professor Ventura – è estremamente importante e interessante capire quali sono queste differenze e questa è stata una prima evidenza di notevole interesse”. 

Ventura ha spiegato qual è stato il punto di partenza della ricerca: “Sicuramente l’interesse ormai estremamente diffuso nel cercare e per cercare di capire come ci siamo evoluti, cosa ci rende così particolarmente intelligenti, capaci di parlare, così distinti dal resto dei primati così vicini a noi, come lo scimpanzé, il gorilla e l’orango. E poi – ha continuato – riuscire a cercare di capire quali sono gli elementi che portano l’evoluzione, perché ciò che porta evoluzione è anche quello che porta malattia genetica. Quindi – ha ribadito Ventura – riuscire a capire ciò che ci ha fatti evolvere è un tassello in più per capire cosa può provocare una malattia genetica.

Adesso – ha chiarito – noi  abbiamo 50 elementi, quelli che sono venuti fuori e sono quelli più importanti, sappiamo che l’uomo ne ha di più di scimpanzé e orango e vogliamo capire cosa fanno, perché – ha aggiunto – il punto è che sì il genoma umano è stato sequenziato, ma non di tutti i geni si sa la funzione, quello che fanno. Quindi- ha continuato – adesso focalizzeremo il nostro interesse su tutti questi geni e non sarei sorpreso se alcuni di questi possano essere correlati anche a patologie genetiche che danno una riduzione del quoziente intellettivo, o disordini più complessi – ha concluso – dal punto di vista del quoziente intellettivo”.

“I nostri ricercatori di genetica e di biologia – ha detto il rettore dell’Università, Antonio Uricchio – sono sempre stati particolarmente apprezzati e anche attraverso i lavori scientifici sono già apparsi più volte sulle riviste scientifiche di valenza internazionale. La ricerca di oggi – ha continuato – ha subito meritato l’attenzione da parte delle istituzioni scientifiche e del mondo accademico internazionale, perché evidenzia – ha spiegato Uricchio – le prospettive nella valorizzazione dei risultati di questa attività di ricerca.

“Quindi, poter attraverso la ricerca genetica, stabilire legami nella linea dell’evoluzione o più in generale anche nel rapporto fra mondo animale e mondo umano è particolarmente significativo con riferimento in particolar modo, a una specie animale che presenta numerosi elementi anche di contiguità rispetto alla specie umana – ha concluso Uricchio -. E’ una ricerca quindi particolarmente meritoria, di cui siamo orgogliosi e fieri. E anche particolarmente interessati – ha concluso – per gli sviluppi che questa attività di ricerca può avere nel prossimo futuro”.

 

TURISMO, COLLABORAZIONE FRA UNIBA E CONFINDUSTRIA

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L’Università degli Studi di Bari e Confindustria Bari e Barletta-Andria-Trani collaboreranno per promuovere lo sviluppo del settore turistico del territorio.

L’impegno è stato assunto nei giorni, scorsi dal magnifico rettore dell’Università di Bari  Antonio Felice Uricchio e dal presidente della Sezione Turismo di Confindustria Bari e Barletta-Andria-Trani Massimo Salomone che, a tal fine,  hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa di durata triennale.

In base a tale accordo, l’Università e Confindustria lavoreranno per condurre un’analisi del settore turistico locale al fine di elaborare progetti che possano supportare le politiche di sviluppo e la destagionalizzazione dell’offerta turistica.

Programmeranno, inoltre, percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione per potenziare la professionalità degli operatori del settore e valuteranno la possibilità di progettare nuovi  corsi di laurea che rispondano alle trasformazioni economiche in atto.
Le relazioni internazionali dell’Università e i presidi territoriali esteri di Confindustria saranno, infine, utilizzati con l’obiettivo di orientare flussi di turismo estero in entrata in Puglia.

“Il rapporto delle università con le imprese – osserva il rettore Antonio Uricchio – è determinante per la realizzazione di una delle finalità istituzionali del mondo accademico: creare competenze e conoscenze per la crescita del paese. Intese come questa, quindi, non solo favoriscono l’inserimento nel mondo del lavoro dei nostri laureati ma creano sinergie utilissime sul versante della progettazione  dell’offerta formativa e su quello della ricerca”.
“Siamo nell’era del turismo 4.0. Occorre pertanto implementare strumenti che favoriscano forme di integrazione fra le imprese e l’Università per sviluppare modelli reticolari di offerta ricettiva, cha vadano incontro al rafforzamento organizzativo e culturale del sistema imprenditoriale. –  ha dichiarato Massimo Salomone  –  E’ per noi  motivo di soddisfazione e di orgoglio stringere con l’Università di Bari un accordo che potrà portare benefici a tutta la filiera, che è ampiamente rappresentata nella Sezione turismo di Confindustria Bari Bat.  Valorizzare il nostro patrimonio culturale deve essere una priorità per il nostro Paese e per il nostro territorio. Il fatto di poter unire le nostre forze imprenditoriali con le competenze scientifiche del mondo accademico darà certamente un impulso decisivo al raggiungimento di tale obiettivo poiché è nostro dovere morale prima come genitori e quindi da imprenditori, pensare al futuro dei nostri giovani e fare tutto il possibile affinché abbiano una formazione manageriale completa”.

MEZZOGIORNO, URICCHIO “ESALTARE VOCAZIONE TERRITORI”

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“Il tema del Mezzogiorno riguarda tutto il paese e se non viene preso in maniera abbastanza forte il mezzogiorno a fossa tutti a fossa il Paese”. Ne è convinto il professor Pietro Massimo Busetta che nel pomeriggio a Bari, nell’ambito dei ‘Cenacoli del Libro’ ha presentato, nell’aula magna dell’Ateneo, il suo volume ‘Il coccodrillo si è affogato. Mezzogiorno: cronache di un fallimento annunciato e di una possibile rinascita’. “Il governo centrale e le regioni – ha detto Busetta indicando quello che andrebbe fatto per migliorare – dovrebbero pensare a cambiare passo, perché le realtà stanno morendo e il Paese affoga. Il coccodrillo affoga”. Spiegando il suo volume, Busetta ha precisato: “Una delle cose che io contesto è il disimpegno automatico. Supponiamo che la Puglia non riesca a spendere i suoi soldi. L’Europa – ha sottolineato – non deve togliere le risorse, perché penalizza i territori. Piuttosto – ha spiegato l’autore – deve sostituire chi non è capace di spendere risorse”.

Fra le ricette per migliorare il Mezzogiorno, ci sono le Zes.

“È necessario che ci siano Zes infrastrutturate, dove la criminalità venga messa al bando e dove ci possa essere fiscalità di vantaggio o compensativo e anche un cuneo fiscale dimezzato o nullo. È necessario quindi – ha concluso – che si mettano insieme una serie di interventi che facciano sì che queste aree vengano valorizzate”.

“Tra le ricette che vengono individuate – ha detto il rettore, Antonio Uricchio – la valorizzazione della fiscalità di vantaggio, il ruolo del capitale umano, la riduzione dei divari anche occupazionali tra le varie aree del paese, un forte rilancio anche delle imprese innovative. Quindi – ha continuato – modelli di sviluppo che devono esaltare le vocazioni di nostri territori, fra i quali anche l’industria di qualità di cui il nostro territorio è capace come dimostra anche un solido sistema universitario – ha concluso – a cui l’autore fa ampiamente riferimento”.

URICCHIO “MANUALE SCIENZA FINANZE DESCRIVE UNITARIETA’ FENOMENO FINANZIARIO”

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Presentati nel pomeriggio a Bari nell’aula Magna dell’Ateneo, nell’ambito dei ‘Cenacoli del Libro’ due volumi: “Manuale di Scienza delle finanze, diritto finanziario e contabilità pubblica” curato dal rettore Antonio Uricchio, e dai professori Vito Peragine e Mario Aulenta e “Lezioni di contabilità pubblica. La responsabilità amministrativa e contabile” curato dal consigliere della Corte dei Conti, Vittorio Raeli “Due volumi – ha detto il magnifico rettore dell’Università, Antonio Uricchio – che evidenziano l’unitarietà del fenomeno finanziario che molto spesso viene scomposto anche in segmenti disciplinari che non comunicano tra loro: l’economia, l’economia pubblica, la politica economica, la statistica economica, la ragioneria pubblica, il diritto tributario. Sembrano settori parcellizzati – ha spiegato – che non fanno comprendere l’unitarietà del fenomeno. Quando si discute di investimenti pubblici, di spesa, di risorse che devono essere reperite per finanziare la spesa – ha continuato Uricchio –  occorre necessariamente avere una prospettiva integralista e unitaria. Il tentativo di questo studio è proprio di affermare l’unitarietà del fenomeno finanziario. Se non si ha una visione completa e compiuta del fenomeno finanziario – ha aggiunto – anche le scelte e molto spesso anche i rimedi saranno inevitabilmente limitati e non saranno in grado di generare i rendimenti attesi, effetti sullo sviluppo a cui la finanza pubblica deve guardare. Non solo assicurare un equilibrio economico finanziario pur di per sé necessario – ha sottolineato il rettore – ma soprattutto promuovere le condizioni dello sviluppo e rimuovere anche quell’ostacolo essenziale allo sviluppo – ha concluso – che è la diseguaglianza”.

“Con questo volume torniamo all’antico – ha detto Mario Aulenta – a prima degli anni ’90, quando questo unicum ha reso l’Italia fino a quel momento assoluta protagonista del dibattito mondiale. Oggi – ha spiegato – questo testo è particolarmente utile sia per gli studenti, sia per coloro che fanno concorsi da dirigente in ambito finanziario negli enti pubblici”. “Questo volume – ha detto Peragine – va in controtendenza, perché invece di specializzare, unisce. E’ anche una scommessa – ha concluso – perché nello stesso testo si affronta lo stesso oggetto di studio con linguaggi diversi”.

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