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AL VIA A BARI MASTER SU TERRORISMO E RADICALIZZAZIONE

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Un master di secondo livello in terrorismo, prevenzione della radicalizzazione e integrazione interreligiosa e interculturale. Ad organizzarlo il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
Nel corso verranno illustrati metodi di monitoraggio, indagine e contrasto, con riferimento ai profili della sicurezza, dello stato costituzionale di diritto, della democrazia e della laicità con particolare attenzione alla prospettiva metodologica delle azioni coordinate e multi agency, oggi obiettivo condiviso dall’intelligence, dalle forze di polizia e dal mondo accademico.
“Il master si rivolge – ha spiegato Laura Sabrina Martucci, professore del Dipartimento di Giurisprudenza di Uniba – ad una rosa di operatori che lavorano già nei comparti a rischio radicalizzazione, quindi scuole, forze dell’ordine, istituti penitenziari. Tutti quei settori nei quali ogni giorno abbiamo il rischio radicalizzazione. Il master è strutturato in 6 moduli nei quali verranno affrontate delle tematiche di impianto per quanto riguarda i primi due, nei successivi invece avremo una serie di materie specifiche che verranno analizzate da specialisti di settore, quindi avremo un modulo interamente dedicato all’Islam nel quale verranno a tenere lezione i responsabili delle comunità islamiche e gli imam che ogni giorno affrontano questo problema. Gli ultimi due invece sono dedicati al sistema giudiziario di prevenzione e quindi avremo magistrati e avvocati difensori dei jihadisti”.

“Avremo anche i responsabili delle forze dell’ordine che si occupano a livello centrale e locale di fronteggiare ogni giorno la radicalizzazione, giornalisti, psicologi ed esperti per esempio di finanza islamica. Un corpo docenti che supererà le 40 unità. L’obiettivo? Consapevolezza della radicalizzazione e integrazione interculturale e interreligiosa: ne abbiamo davvero molto bisogno” ha concluso.
Le iscrizioni sono state aperte ad ottobre e lo rimarranno fino a fine novembre. Per accedere, al costo di 2.300 euro, è necessaria una laurea magistrale e sono disponibili 50 posti (più 20 da uditore). Il via a dicembre con due lectio magistralis da definire, mentre da gennaio si parte con il corso vero e proprio da 1.500 ore.
“Questo è un master – ha commentato il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini – che caratterizza l’idea di università che noi abbiamo. Si parlerà di terrorismo e prevenzione della radicalizzazione, concetto quest’ultimo sul quale mi soffermerei in particolare. E’ un merito affrontare tematiche con uno specialismo così ben orientato. Mi piacciono anche le parole interreligiosa e interculturale, oltre ad integrazione che fa parte del nostro vocabolario culturale. Questo è un master che ha anche la volontà di spingere il piede sull’acceleratore sul post laurea, che è uno degli elementi cardine, secondo me, della funzione civile dell’università, ovvero di quella formazione permanente che caratterizzerà sempre di più le istituzioni come la nostra”.
(ITALPRESS).

AL VIA RESTO AL SUD HACKATHON TOUR

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Invitalia, in partnership con il Centro di Eccellenza per l’Innovazione e la Creatività dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, lancia da oggi la prima call per la partecipazione alla prima tappa dell’hackaton, che si chiuderà il 22 novembre. I progetti selezionati si sfideranno il 29 e il 30 novembre nell’aula BaLab ‘Guglielmo Minervini’, il contamination lab del Centro di Eccellenza per l’Innovazione e la Creatività dell’Università di Bari.
Stimolare ed accelerare idee e proposte imprenditoriali per il rilancio del Mezzogiorno da finanziare con gli incentivi Resto al Sud. Questo è l’obiettivo del “Resto al Sud Hackaton Tour” promosso da Invitalia, (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia), in partnership con 4 università italiane, alla ricerca di giovani aspiranti imprenditori che vogliano avviare un’attività nelle regioni del Sud, in settori strategici e innovativi.
Oggi parte la call per la tappa barese dell’hackaton che si terrà il 29 e il 30 novembre nell’aula BaLab ‘Guglielmo Minervini’ dell’Università di Bari (presso il Centro polifunzionale degli Studenti). Rivolta ai giovani dai 18 ai 35 anni, che hanno idee imprenditoriali e che siano: studenti presso uno dei corsi di laurea dell’Università degli Studi Bari, e/o laureati presso l’Università degli Studi di Bari, e/o dottorandi presso l’Università degli Studi di Bari, e/o dottori di ricerca dell’Università degli Studi di Bari, e/o frequentanti o abbiano frequentato percorsi formativi dell’Università degli Studi (BaLab, short master, master, corsi di alta formazione o corsi di specializzazione).

Ci sarà tempo fino al 22 novembre per iscriversi sulla sul sito di Invitalia, e partecipare al contest, presentando idee progettuali centrate su uno dei 4 ambiti ritenuti prioritari per il rilancio del Sud: Salute e Welfare; Ambiente; Turismo Sostenibile; Agritech e Foodtech.
Le migliori proposte progettuali, che supereranno la selezione online, anche in base ai criteri di fattibilità, sostenibilità e impatto sociale, parteciperanno alla full immersion del 29-30 novembre, dove un team di mentor lavorerà insieme agli startupper con un approccio “open innovation” per accelerare lo sviluppo dei progetti e accompagnare i team davanti alla giuria di esperti che sceglierà il vincitore.
In palio ci sono servizi per l’accrescimento delle competenze e l’internazionalizzazione del business presso partner (incubatori all’estero) di comprovata esperienza.
Prima di iscriversi e caricare la presentazione dell’idea progettuale sulla piattaforma, si consiglia di leggere il “Regolamento del contest”.
(ITALPRESS).

INAUGURATO L’ANNO ACCADEMICO UNIBA 2019-2020

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Ha partecipato anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, nell’Aula Magna “Giuseppe De Benedictis” del Policlinico di Bari, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 dell’Università degli Studi “Aldo Moro”, il primo sotto la guida del nuovo rettore Stefano Bronzini che il primo ottobre scorso ha preso il posto del prof. Antonio Uricchio.
Un’occasione per fare il punto sullo stato di salute dell’ateneo del capoluogo pugliese, una università che per volumi di attività gestite e per dimensioni, rappresenta la seconda “istituzione-azienda” della Puglia: 43.500 studenti, oltre 3.000 dipendenti (docenti, ricercatori, pta, cel), 465 dottorandi, 1500 specializzandi, un bilancio che vede un totale dello stato patrimoniale pari a 360 milioni di euro, un totale del patrimonio netto pari a 212 milioni di euro e un risultato di esercizio finale di 27.790.400 di euro (consuntivo 2018).
Nel suo discorso, il rettore Bronzini ha toccato molti temi e acceso riflettori sulle criticità, come quella del “vastissimo numero di precari, quelli che si formano con noi e poi vediamo partire per altre zone del Paese, dell’Europa e del mondo”.

Poi una stoccata al sistema: “Abbiamo abbassato le tasse – ha detto Bronzini nel suo discorso – per favorire l’ampliamento degli accessi all’istruzione universitaria ben sapendo quanto in Italia il numero dei laureati sia ancora troppo esiguo rispetto gli altri Paesi europei. Il nostro bilancio è stato conseguentemente penalizzato di circa due milioni. Al danno si è aggiunta la beffa: per gli indicatori ministeriali il decremento delle entrate fiscali è un segno di criticità. Siamo certi che l’indicatore non l’abbia pensato Robin Hood. Diciamolo con chiarezza: è irragionevole penalizzare coloro che cercano di estendere ad un numero maggiore di cittadini l’accesso alla formazione universitaria”.
Approfittando della presenza del ministro Boccia, il rettore ha espresso preoccupazione sulla riforma, in fase di studio, che riguarda l’autonomia regionale: “Signor ministro – ha detto ancora Bronzini nel suo intervento – certi della sua sensibilità, esperienza e scienza, non ho bisogno di ricordarLe, quanto i finanziamenti per la ricerca e l’istruzione pubblica abbiano intrapreso un viaggio verso alcune zone del paese che ci escludono dal giocare la partita alla pari. La questione, ancora sospesa, della autonomia differenziata la stiamo monitorando con attenzione e molta preoccupazione. Anche per tale ragione abbiamo pensato e progettato un osservatorio che possa approfondire un tema delicatissimo”.

“L’università di Bari – continua – vuole essere artefice di proposte perché siamo preoccupati, molto preoccupati. Lo siamo noi e lo sono le aziende che lavorano nel territorio. Non siamo soli. Questo non consola, ma aiuta a individuare soluzioni. Non si vive bene l’oggi nell’incertezza del domani. Lo smarrimento è evidente e gli esiti sono quanto mai visibili: c’è ancora un numero troppo alto di abbandoni e di studenti che migrano. È necessaria una seria riflessione che deve coinvolgere tutte le istituzioni e tutte le forze produttive. Anche in questo caso non siamo soli nell’affermare che nel meridione si fatica mentre nelle altre parti del paese si lavora”.
Boccia ha rassicurato sul fatto che “nella Manovra per l’Università e la ricerca ci sono risorse importanti. Quanto arriverà alle università del Mezzogiorno dipenderà dalle regole che ci stiamo dando e ovviamente per avere più risorse bisogna fare più investimenti soprattutto in un certo tipo di ricerca e bisogna investire sui giovani ricercatori. Bisogna fare quello che è stato fatto in questi anni. Bari è cambiata tanto, è cambiata tanto l’Università Aldo Moro, il Politecnico, tutte le università pugliesi e dobbiamo intercettare tanti investitori anche internazionali. Servono molte più risorse – ha concluso Boccia in merito alla fuga di cervelli -, più soldi per i centri di eccellenza e qui ce ne sono tanti. Bisogna tenere qui i ricercatori. Non è facile ma lo Stato sta scoprendo che investire nel Mezzogiorno è conveniente per tutti e continueremo a farlo”.

“Il ministro ha risposto alle preoccupazioni che ho manifestato – ha commentato a margine il rettore parlando con i giornalisti -. Le preoccupazioni non riguardano soltanto la formazione, universitaria o meno che sia, ma anche la sanità. Le parole d’ordine che giravano prima dell’estate avevano assai preoccupato su una separazione dell’Italia, tra Nord e Sud. Credo che il ministro ci abbia rassicurato. Mi è sembrato anche altrettanto utile che il ministro abbia colto come una buona iniziativa, l’idea di costruire un osservatorio dell’università su questi temi. Sono molto orgoglioso”.
Non si tratta dell’unica iniziativa annunciata: “Organizzeremo a Bari – ha aggiunto Bronzini in riferimento alla riforma Gelmini sull’università – un incontro di valutazioni nel decimo anno della legge 240. Siamo abituati ad essere valutati ed è giunta il momento di essere noi i valutatori. Le leggi si applicano ma si possono valutare gli effetti: quella legge è molto discutibile avendo occupato l’università senza preoccuparsi dell’università. Una legge che ha legalizzato e favorito l’incremento del precariato non può essere considerata una buona legge. Inutile dirlo in altro modo”.
(ITALPRESS).

FACOLTÀ MEDICINA A TARANTO, INCONTRO AL MINISTERO

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Si è tenuto presso la sede del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca il tavolo convocato dal Miur per l’apertura nella città di Taranto di un canale formativo del corso di laurea in Medicina dell’Università di Bari.

All’incontro, si legge in una nota dell’Ateneo, hanno partecipato rappresentanti del Miur, dell’Università di Bari, della Regione Puglia e del Comune di Taranto. Presente anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Mario Turco.

La volontà comune, emersa nel corso della riunione a cui hanno preso parte, tra gli altri, gli assessori della Regione Puglia al Lavoro e Diritto allo Studio, Sebastiano Leo, e allo Sviluppo Economico, Cosimo Borraccino, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, è quella di “consolidare sul territorio tarantino la presenza dell’istituzione universitaria e favorire lo sviluppo di nuove professionalità”.

L’incontro, sottolinea la nota, “si è positivamente concluso con l’unanime constatazione che non vi sono ostacoli all’avvio delle attività didattiche del corso di Medicina dell’Università di Bari nelle aule della sede di Taranto”.

“Il Rettore esprime soddisfazione per l’incontro, ringrazia tutti i partecipanti alla riunione e adotterrà le conseguenti deliberazioni, appena sarà pervenuta la nota ufficiale del Miur”, conclude la nota dell’Ateneo.
(ITALPRESS).

UN ALGORITMO DIRÀ SE CI SONO CORRELAZIONI TRA INQUINAMENTO E PROBLEMI RESPIRATORI

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I ricercatori dell’Università degli Studi di Bari e dell’Università del Salento hanno messo a punto un algoritmo che usa dati su qualità dell’aria, condizioni climatiche e emergenze sanitarie. Il fine è migliorare le condizioni di vita delle comunità pugliesi. Lo comunica l’Ateneo barese. Lo studio si chiama APOLLON (http://apollon-project.it/ ) e ha ottenuto i finanziamenti della regione Puglia (bando Innonetwork). I ricercatori coinvolti sono Corrado Loglisci del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari e Marco Zappatore, Antonella Longo, e Lucia Varia del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento. A guidarli, nelle due rispettive sedi, ci sono i professori. Donato Malerba e Mario Bochicchio, uniti nel Laboratorio nazionale di Big Data del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (CINI).
L’algoritmo prende in considerazione tre dati diversi: livelli di inquinamento, fattori metereologici e dati sanitari e consente risposte a breve termine su quali sono i livelli di inquinamento dell’aria e i fattori meteorologici in corrispondenza dei quali si verifica un incremento dei problemi respiratori.
I ricercatori sono pronti ad utilizzare questo strumento su scala locale nei paesi e nelle città pugliesi, per provare ad avere correlazioni oggettive tra condizioni ambientali e riflessi immediati sulla salute della popolazione. Sono stati usati i primi dati raccolti con modalità partecipative di crowsourcing (raccolta collettiva) da dispositivi mobili, quali smartphone e tablet. Importante è infatti la collaborazione di cittadini e amministrazioni pugliesi che forniscano i dati necessari a poter sviluppare le ricerche.

SOSPENSIONE ATTIVITÀ DIDATTICA MEDICINA A TARANTO

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Il Rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini a seguito dell’incontro con gli studenti tenutosi nella sede didattica di Taranto ha assunto la deciso che i candidati che hanno espresso preferenza per la sede didattica di Taranto e/o a detta sede assegnati in base alle graduatorie pubblicate sul sito di Ateneo, sono ammessi alla frequenza dei corsi di Laurea magistrale in ‘Medicina e Chirurgia’ presso la sede didattica di Bari. Il provvedimento decorre da lunedì 28 ottobre 2019. “Le modalità di ammissione agli insegnamenti svolti nella sede didattica di Bari – si legge nella nota – saranno pubblicate sul sito Uniba a cura della Presidenza della Scuola di Medicina, entro venerdì 25 ottobre, ore 13.00. Il Rettore ringrazia tutti gli artefici istituzionali del progetto ‘Medicina Taranto’ che hanno partecipato al comune desiderio di costituzione di una realtà formativa anche in ambito sanitario, certo che il cammino intrapreso potrà trovare piena realizzazione in un prossimo futuro”.

AL VIA I CORSI DI STUDIO DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE

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Sono stati inaugurati oggi a Bari i corsi di studio del dipartimento di Scienze politiche dell’Università “Aldo Moro”. Nell’aula intitolata allo statista ucciso dalle BR nel 1978, il direttore del Dipartimento, Giuseppe Moro, ha incontrato le tante matricole. “Numericamente sono le stesse dell’anno scorso, circa 250 al Servizio sociale, più di cento per ciascuno dei corsi. Sono numeri molto impegnativi per noi – ha detto -. Proviamo a proporre dei percorsi formativi adeguati ai tempi. Qualche problema lo abbiamo sulle magistrali perché i ragazzi, dopo la triennale con noi, spesso preferiscono fare le magistrali nelle università del Nord con la speranza di trovare più facilmente lavoro. Il consiglio che mi sento di dare loro? E’ quello di provare ad ibridare i percorsi, cioè pensare che queste sono facoltà in cui si può partire da una base teorica ma poi è necessario mischiare le proprie competenze con altre competenze specifiche di altri campi”.
In occasione dell’avvio dei nuovi corsi, il direttore del Quotidiano “Avvenire”, Marco Tarquinio è stato invitato a dialogare con gli studenti e i docenti sul tema “La comunicazione politica al tempo dei populismi e del ritrovato parlamentarismo”.
“Quanto è cambiata? Ce ne stiamo rendendo conto tutti – ha detto Tarquinio – siamo nell’epoca della disintermediazione, i politici tendono a parlare sempre più direttamente con i loro interlocutori e a proporre le loro verità in maniera apodittica, senza dare ragioni delle posizioni che assumono, in maniera molto assertiva, a volte capovolgendo la realtà. Sta saltando la mediazione essenziale che i giornalisti sono chiamati a fare e questo è un grande problema ed è uno dei motivi per cui il rapporto tra chi ha il potere e chi esercita la delega nei confronti dei nostri rappresentanti si è per un verso apparentemente fatto più semplice per un altro irrigidito”.

Al termine dell’incontro è stato dato il via al progetto “no plastica” del Dipartimento con la distribuzione agli studenti di borracce in alluminio. “Siamo partiti dalle tesi di laurea, non più stampate ma in formato digitale, – ha spiegato Moro – e poi abbiamo pensato a questa iniziativa: abbiamo fatto produrre, a nostre spese, 500 borracce in alluminio da distribuire alle nostre matricole e poi abbiamo installato due fontanine dove poter attingere l’acqua. Speriamo così di poter contribuire a deplastificare e a ridurre lo spreco di carta”.

LAUREA HONORIS CAUSA AL “PADRE” DEL PC GASTONE GARZIERA

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È stato pioniere dell’informatica italiana, componente del ristretto gruppo che progettò la Olivetti Programma 101, antesignana del moderno Personal Computer. Per questo l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro” ha conferito a Gastone Garziera la laurea honoris causa in Computer Science.
Il nuovo rettore Stefano Bronzini ha consegnato il simbolico riconoscimento al 77enne progettista della provincia di Vicenza. “Prima di iniziare questa giornata di festa – ha esordito il rettore – vi chiedo un minuto di raccoglimento per le vittime della guerra contro i curdi”.
La cerimonia è poi proseguita fino ad arrivare alla lectio magistralis di Garzieri. “La Nasa fu tra i primi grandi acquirenti – ha ricordato tra le altre cose – della macchina Olivetti Programma 101, entrando nel programma Apollo per il calcolo dell’orbita terrestre. Secondo me ha dato una buona mano per andare sulla luna”.

E margine, ai giornalisti che gli hanno chiesto se all’epoca immaginava quanta strada si sarebbe fatta nel campo dei computer ha risposto: “All’inizio sicuramente no, per noi l’importante era fare una macchina che avesse senso e lì ci siamo dedicati, non abbiamo pensato al futuro. Quello che temevo era che potessero dirmi ‘stai rubando il lavoro a qualcuno’, a quelli che con le macchine da calcolo dovevano lavorare giorni e giorni per fare calcoli. Loro potevano perdere il lavoro. Però ho pensato ‘troveranno un lavoro più bello’ che è quello di fare nuove macchine e nuovi programmi”.
Nel corso della sua carriera, Gastone Garziera ha partecipato, con ruoli sempre più rilevanti, alle attività informatiche della Olivetti, da cui sono scaturite macchine d’avanguardia per l’epoca e oggi di estremo interesse storico.
“Il futuro della ricerca in questo campo – ha aggiunto Garzieri – è quello di mettere insieme tutto quello che è stato inventato fino ad ora, mettere insieme più tecnologie. Quando la macchina saprà volare vorrà dire che l’uomo è stato in grado di avere il controllo dello spazio, della posizione, ecc, oltre naturalmente alla robotica, all’intelligenza artificiale. Bisogna mettere insieme le cose nuove e facendolo verranno fuori altre cose nuove che prima non si potevano pensare. Adesso bisogna pensarle e realizzarle”.

“E’ un onore e un motivo di orgoglio – ha commentato alla fine della cerimonia il rettore Bronzini – aver dato la laurea honoris causa ad un pezzo della storia dell’informatica nazionale e mondiale. Questo vuol dire che Bari ancora una volta è presente in un dibattito vivo e quanto mai fruttifero per il futuro della nostra nazione”.
“Questa laurea – ha concluso Donato Malerba, direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari – è anche l’occasione per ricordare il cinquantenario dall’istituzione del corso di laurea in Scienze dell’informazione a Bari. E’ stato il secondo in tutta Italia. E’ partito nell’anno accademico ‘70-‘71, ma in realtà il decreto è del 1969. Così ricordiamo la storia, perché per tanti anni l’informatica italiana è stata alimentata da laureati di questo ateneo e questo è importante ricordarlo”.

(ITALPRESS).

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