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PROGETTO ECCO, URICCHIO “OPPORTUNITÀ PER MIGLIORARE”

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“Un’opportunità anche per migliorare la qualità della nostra attività amministrativa”. Così il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio ha definito il progetto ‘Ecco’ durante la conferenza di avvio che si è tenuta in mattinata nell’aula Magna ‘Aldo Cossu’ dell’Ateneo.

“Non soltanto un percorso formativo – ha detto Uricchio – ma soprattutto azioni di policy che stiamo portando avanti e che vogliamo migliorare”.

Il progetto Ecco, come è stato spiegato nel corso della mattinata, è un progetto finanziato dal Ministero della Funzione Pubblica che ha selezionato tre Università in Italia (Bari, Milano con la Bocconi e Roma con Tor Vergata), affidando dei progetti sperimentali per migliorare la qualità, efficacia ed effettività del ciclo della performance nelle amministrazioni pubbliche, quindi per migliorare la capacità delle amministrazioni pubbliche di misurare e valutare la performance organizzativa dei dirigenti e del personale delle amministrazioni pubbliche.

“Nella procedura competitiva che c’è stata – ha spiegato Bruno Carapella, consigliere di Amministrazione dell’Università e direttore del progetto – l’Università di Bari con il progetto Ecco è risultata prima in graduatoria. E questo – ha sottolineato – si affianca alla realizzazione del primo Master di II livello che abbiamo completato a giugno in ‘Performance management’ e quindi si consolida nell’Università di Bari un polo di competenze sulla gestione manageriale della performance delle pubbliche amministrazioni”.

“Obiettivo del progetto – ha sottolineato – formare e sviluppare competenze per gli organismi di valutazione delle amministrazioni pubbliche centrali di tutto il Paese”. “Con orgoglio – ha dichiarato Uricchio – possiamo dire che l’Università di Bari si è aggiudicata il primo posto. Quindi – ha sottolineato – è riuscita a costruire un percorso formativo, ma soprattutto a illustrare processi di cui anche il nostro Ateneo è impegnato, in materia di processi valutativi e performance. Quindi una soddisfazione importante – ha ribadito – ma anche un’opportunità offerta sia ai nostri colleghi, alla nostra struttura amministrativa, ma anche al territorio, perché – ha concluso – il progetto Ecco non è limitato all’Università di Bari, ma si rivolge a tutte le amministrazioni sia territoriali che statali impegnate nell’ambito della valutazione”.

 

BERGOGLIO FILOSOFO NEL VOLUME DI MASSIMO BORGHESI

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Papa Francesco, la sua formazione, i suoi studi. Tutto racchiuso nel volume “Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale” di Massimo Borghesi, presentato nell’aula magna dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’. L’evento è il primo del ciclo “Cenacoli del libro che l’Uniba offre ai suoi studenti come letture guidate. 

“Abbiamo accolto questo evento con grande gioia – ha detto il rettore Antonio Felice Uricchio – perché spesso Bergoglio viene raccontato attraverso biografie ma raramente ne viene approfondito il background culturale, la profondità del pensiero che è alimentata anche dalla cultura dalla lettura e dall’impegno anche scientifico di papa Bergoglio. La capacità di dialogare con gli ultimi forse fa perdere di vista lo spessore, ma Papa Bergoglio sa parlare a tutti proprio perché sorretto da una cultura solida e profonda”.

Con l’autore Massimo Borghesi, docente di Filosofia morale all’Università di Perugia, sono intervenuti monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione Episcopale per il lavoro e i problemi sociali e Domenico Dammacco, docente di Diritto Canonico dell’Università di Bari. “Il profilo che ne viene fuori – ha detto Dammacco in apertura riferendosi a Mario Bergoglio – è quello di un grande umanista. Bergoglio è un papa umanista, per il quale la missione è un racconto”.

Un libro, quello di Borghesi, che prova a comprendere Papa Francesco che parla a tutti ma che rivela anche l’importanza della sua formazione “E’ importante – ha spiegato l’autore – anche come risposta a coloro che dicevano che il Papa non era assolutamente adeguato culturalmente e intellettualmente per essere nel seggio di Pietro ed è importante soprattutto per capire le linee e le prospettive dell’attuale pontificato. In realtà Bergoglio ha dietro di sè una formazione teologica e filosofica di altissimo livello, nutrita di maestri argentini e di maestri gesuiti europei, francesi in particolare come Fessard, de Lubac, von Balthasar e Romano Guardini, cioè il meglio del pensiero cattolico del ‘900. E’ il pensiero del Concilio Vaticano II e da lì lui trae – ha aggiunto Borghesi – una visione molto originale della vita, polarità come la chiama lui che presiede alla concezione del Pontificato come si vede dall’evangelii gaudium”.

Alla domanda poi se un Papa per diffondere la sua parola e la sua missione debba necessariamente avere una formazione alta è stato monsignor Filippo Santoro, noto anche per il suo impegno nel sociale, a rispondere. “Deve essere – ha detto – innanzitutto un pastore, capace di  valorizzare tutte le realtà presenti nella società e nella Chiesa. Io faccio riferimento, in particolare, essendo io stato 27 anni in Brasile, alla sua formazione latino-americana. Papa Francesco introduce nella Chiesa universale una visione non più eurocentrica, come se l’Europa fosse il centro di tutto anche dal punto di vista culturale”.

“Questa indagine che Massimo Borghesi ha fatto – ha aggiunto monsignor Filippo Santoro – mette in evidenza che lui (Bergoglio) conosce l’Europa, conosce il meglio della formazione europea, tutte le dinamiche che si sono sviluppate tra Hegel, Marx Comte e Blondel, però lo spirito latino-americano, legato proprio a qualcosa che è avvenuto con la scoperta dell’America, è come se ha aperto un nuovo orizzonte in cui cominciano a contare le periferie. Lui deve molto anche ad Amelia Podetti che gli dà la visione del valore delle periferie e certe cose si vedono meglio dalla periferia che non dal centro. Questa esperienza latino-americana è una esperienza di estensione del mondo di  non chiusura, con l’esperienza di fede che ha vissuto di di teologia del popolo. Papa Bergoglio – ha concluso monsignor Santoro – ha la capacità di allargare l’orizzonte della vecchia Europa, integrarlo e soprattutto con la visione del popolo come soggetto”.

 

 

 

 

URICCHIO “IMPORTANTE PROMUOVERE CULTURA DEL MARE”

“Vivere il mare attraverso la narrazione”. Questo è per il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio, l’obiettivo del festival “Mare d’inchiostro”, presentato nella sede dell’Ateneo barese. “L’Università di Bari – ha detto Uricchio – ha un sigillo che guarda verso il mare e quindi – ha spiegato – l’attenzione che la nostra istituzione deve riporre alla cultura del mare, alla blue economy, alla biodiversità marina deve essere massima. In questi anni – ha continuato – abbiamo lavorato in questa direzione attraverso accordi, collaborazioni con istituzioni scientifiche, con la Marina militare, con le associazioni che si preoccupano di curare il mare e oggi – ha aggiunto – attraverso questo evento che lanciamo, vogliamo sempre di più promuovere lo sviluppo di una cultura del mare che sappia porre il rispetto, l’attenzione nei confronti di una risorsa straordinaria, nei confronti della biodiversità marina al centro, delle proprie politiche, ma che sappia anche valorizzare il mare come risorsa”.

“La cultura del mare – ha sottolineato Uricchio – appartiene alla nostra radice, alla nostra storia. Oggi occorre sempre di più promuoverla, soprattutto sensibilizzare i nostri giovani e avviare anche i territori a un recupero della cultura del mare che è elemento essenziale per lo sviluppo”.

“Mare d’inchiostro” nasce da un’idea di due giornalisti e scrittori accomunati dalla passione per il mare, Nicolò Carnimeo e Fabio Pozzo. Il festival di Letteratura del Mare è realizzato dall’associazione “Vedetta del Mediterraneo” con il Dipartimento Jonico in “Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo, Società, Ambiente e Culture” dell’Università degli Studi di Bari, l’Istituto Tecnico Nautico Statale “Carnaro” di Brindisi e numerosi partner del cluster marittimo.

“Vogliamo raccontarvi storie di mare – ha detto Fabio Pozzo, giornalista, scrittore e cofondatore del Festival con Nicolò Carnimeo – e ve li faremo raccontare dai protagonisti. Penso per esempio – ha continuato – a Giovanni Soldini a cui ho chiesto che cosa rappresentasse l’avventura. E mia ha risposto: continuare la scoperta”. Fino al 2020 una grande rete blu in Puglia, metterà insieme istituzioni, scuole, associazioni, testimonial, scrittori e giornalisti: si sposterà da Gallipoli a Bari, da Taranto a Brindisi, da Lecce a Giovinazzo per decine di eventi. Un progetto nuovo in Puglia. Un format inedito selezionato e finanziato dalla Regione fra i 150 progetti culturali triennali.

“La Regione – ha spiegato Aldo Patruno, Capo Dipartimento Turismo, Economia della Cultura della Regione Puglia – lo finanzia perché lo ritiene strategico. Mi piace sottolineare – ha continuato – che questo è un festival che non c’era e noi abbiamo selezionato anche molte iniziative che introducono elementi specifici ed originali. ‘Mare d’inchiostro’ – ha aggiunto – mette assieme ricerca scientifica, letteratura e si intreccia con il fattore lettura, per noi cardine della nostra politica”.

Inoltre – ha sottolineato – attraverso il racconto contribuisce all’identità della Puglia. La regione non è solo finanziatore, ma ha fatto una precisa scelta di partenariato, di condivisione di progetto selezionando questo Festival tra i 150 progetti scelti faticosamente”.

 

URICCHIO “SU TRAPIANTO ORGANI PUGLIA SIA ALL’AVANGUARDIA”

Un accordo quadro per la nuova campagna nazionale sulle donazioni di organi “Diamo il meglio di noi” alla quale ha aderito anche l’Università di Bari e tre nuovi docenti, che entrano a far parte del mondo accademico barese, rafforzandolo sia nel campo della ricerca che in quello dell’assistenza. Di questo si è parlato durante la conferenza stampa organizzata nel rettorato dell’Università di Bari e alla quale hanno partecipato, tra gli altri il rettore, Antonio Uricchio e il professor Loreto Gesualdo, coordinatore CRT (Centro regionale Trapianti) Puglia.

“Un’occasione importante – l’ha definita in conferenza stampa il rettore Uricchio – perché i trapianti di organo sono una delle esigenze più sentite per la nostra sanità e i numeri della nostra adesione al programma di trapianti di organi – ha sottolineato – è ancora modesta.Quindi – ha continuato – occorre spingere e sensibilizzare sempre più le comunità e i territori, rispetto a questa grande opportunità che offre a tanti malati. Un atto di generosità estrema – ha aggiunto – e soprattutto consente di intervenire in maniera efficace anche su tante patologie”.

“Spingere su questa campagna per noi è un impegno – ha spiegato Uricchio – un dovere, ma allo stesso tempo lo sentiamo come un’azione di sistema. Vorremmo che anche la Puglia – ha ribadito Uricchio – possa essere all’avanguardia in numero di trapianti e soprattutto attraverso questa campagna – ha spiegato – possa offrire risposte ai tanti fabbisogni che rileviamo e che in molti casi non siamo in grado per difficoltà oggettive di dare risposte”.

L’assunzione dei tre nuovi docenti (esperti nel settore del trapianto e nel settore della neurochirurgia, della cardiochirurgia e della chirurgia toracica, ndr) è stata possibile grazie al fondo di investimento strategico, in mano al rettore.

“Abbiamo voluto acquisire – ha detto Uricchio – competenze in alcuni settori in cui eravamo sguarniti: neurochirurgia, chirurgia toracica e cardiochirurgia. L’Università – ha continuato – sta investendo risorse e soprattutto utilizzandole in modo strategico. Abbiamo fatto chiamate di docenti stranieri – ha ricordato – abbiamo avviato un programma di reclutamento su aree sguarnite nel nostro Ateneo che hanno un impatto significativo sull’assistenza, come neurochirurgia e cardiochirurgia e devo dire che questa attività di reclutamento di qualità è stata premiata, soprattutto perché oggi – ha continuato – abbiamo nuovi docenti che soprattutto si segnalano per un curriculum di altissimo profilo, che hanno esperienze internazionali”.

“Si rafforza la squadra dell’Università di Bari – ha spiegato – che oggi è in grado anche di intervenire su aree che hanno un impatto particolarmente significativo sulla sanità e che possono magari invertire i flussi, impedendo ancora quei viaggi della speranza che purtroppo impoveriscono la nostra regione e costringono le nostre famiglie a sostenere costi particolarmente ingenti oltre a disagi familiari. Un’attività importante di reclutamento – ha concluso – che si è resa possibile anche grazie a un utilizzo strategico delle risorse che abbiamo voluto definire sulla base anche di indicatori di bisogni e di opportunità e devo dire che questa attività sta dando dei risultati”.

“Abbiamo la necessità di fare ripartire il sistema trapianti in Puglia – ha detto il professor Gesualdo – in modo particolare partendo dalle donazioni. Infatti festeggiamo la settimana delle donazioni e domenica ci sarà la giornata nazionale della donazione degli organi”.

E alla fine un appello alla popolazione: “Donare è vita – ha detto Gesualdo – purtroppo oggi la Puglia è fanalino di coda con il 51% di opposizioni. Dobbiamo fare di più – ha continuato – dobbiamo donare qualcosa di noi agli altri. C’è bisogno di puntare su una donazione di tipo consapevole. C’è bisogno – ha concluso Gesualdo – di trasmettere alle future generazioni il valore dell’altruismo”.

 

FINANZIATI 7 PROGETTI COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA

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Sono stati presentati nella Sala Aldo Moro della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari i sette progetti di cooperazione transfrontaliera finanziati dal programma Interreg V-A Grecia Italia 2014-2020. E’ partita oggi la due giorni organizzata dalla sezione Ricerca e terza Missione della direzione ricerca, Terza missione e internalizzazione di Uniba, in collaborazione con Regione Puglia, Ordine dei Giornalisti e dei dottori commercialisti della Puglia. Obiettivo della due giorni promuovere la conoscenza delle opportunità di cooperazione che fanno crescere il territorio  e fornire anche informazioni sulle regole per la gestione finanziaria e amministrativa dei progetti finanziati dal programma Interreg.
Sette progetti finanziati per un importo complessivo di 1 milione e 400 mila euro, ognuno con una specifica finalità. Solo per citarne alcuni Palimpest nasce con la finalità di valorizzare il patrimonio culturale della Regione dell’Epiro e della Puglia grazie ad installazioni artistiche multisensoriali; Polysemi ha lo scopo di dare forma all’idea di un turismo letterario attraverso Grecia e Puglia grazie alla progettazione di percorsi accessibili anche a persone diversamente abili; un altro dei sette progetti è Octane che si prefigge la creazione di un’applicazione che faccia sentire il turista in una città come in un museo a cielo aperto fornendogli in modo veloce le informazioni di cui ha bisogno.

Un altro progetto presentato questo pomeriggio è il Silver Wellbeing che ha come obiettivo la creazione di percorsi del benessere basati su dieta e stile di vita mediterraneo. “La vocazione generalista del nostro Ateneo – ha detto il rettore Antonio Feiice Uricchio – ci consente di spaziare su ambiti tematici profondamente differenti tra loro, ma soprattutto abbiamo voluto promuovere il networking, i legami fra saperi, e molti di questi progetti sono trasversali. Nascono in un’area scientifica e poi si sviluppano in altre: dall’area delle lingue al turismo all’economia al diritto alla salute, alle discipline informatiche, tecnico scientifiche. La soddisfazione – ha continuato Uricchio- è nel numero dei progetti vinti, ben sette, ma anche nel numero dei progetti presentati. Il nostro Ateneo si segnala per la rinnovata attenzione suoi temi della progettualità della Terza Missione e soprattutto guarda molto a Oriente”. Uricchio ha, inoltre spiegato le modalità del finanziamento. “L’entità progettuale dipende – ha precisato – dalla proposta presentata e dai parametri valutativi adottati. Complessivamente il nostro Ateneo ha ottenuto circa 2 milioni di euro cui si aggiunge la parte degli atenei greci. Siamo a sette progetti che hanno ottenuto un finanziamento tra i 300 e i 700 mila euro e coinvolgono  più atenei molti dei quali nell’Epiro, nell’area delle isole joniche e nell’area della Grecia continentale”.

Il programma interreg Italia Grecia rappresenta una opportunità imperdibile di sviluppo del territorio. Lo testimonia il lavoro di 25 anni fatto in ambito di cooperazione transnazionale. Un lavoro che potrebbe fermarsi. “il prossimo programma . ha detto Bernardo Notarangelo, direttore coordinamento politiche internazionali della Regione Puglia – potrebbe essere a rischio. L’uscita dell’Inghilterra dall’Europa, ha portato ad una drastica  riduzione di fondi, per cui c’è una riduzione su tutti i programmi di cooperazione. Automaticamente i piccoli programmi di cooperazione possono essere a rischio e la commissione europea ha già lanciato un allarme facendo capire che saranno tutta da riconsiderare. Questi programmi quindi sono tutti i programmi per i quali l’Italia, la Puglia farà la sua parte, deve fare la sua parte in quanto più interessata ai programmi di cooperazione territoriale. Ci auguriamo – ha concluso Notarangelo – che la stessa cosa facciano le regione frontaliere. Sono certo che la battaglia sarà comune”.
(ITALPRESS).

PRESENTATI CAFFÈ LETTERARI PER SOSTENIBILITÀ

Apertura ufficiale a Bari nella sede dell’Università, dei ‘Caffè della sostenibilità’. “Un’iniziativa – come ha spiegato durante l’incontro il delegato del rettore alla Comunicazione, Nicolò Carnimeo – rivolta soprattutto agli studenti. Il primo caffè della sostenibilità in veste più ufficiale (tenendosi in Ateneo, ndr) – ha sottolineato – ma l’idea è di organizzarli anche altrove, perché – ha spiegato – l’anima di questi caffè è la divulgazione scientifica”.

La conoscenza e il sapere, quindi che raggiunge un pubblico molto più ampio, rispetto a quello universitario. “Vogliamo promuovere la cultura della sostenibilità – ha detto il magnifico rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio – e farlo attraverso una riflessione ampia e profonda che sappia coinvolgere i nostri studenti e offrire anche opportunità di conoscenza e di riflessione”. I ‘Caffè letterari della sostenibilità’ rientrano tra gli appuntamenti organizzati nell’ambito del festival della Sostenibilità, al quale partecipa anche l’Università del capoluogo pugliese.

“Il Festival della Sostenibilità – ha detto Uricchio – è un ciclo di incontri particolarmente ricco all’interno dei quali si collocano i ‘Caffè letterari’ che sono dedicati a temi specifici che spesso originano anche da scritti e interventi sia scientifici sia divulgativi. Un percorso – ha spiegato – che si snoda attraverso le varie tematiche ambientali, ma che peraltro – ha sottolineato – ha un impatto particolarmente significativo sul nostro territorio. Ai giovani – ha concluso il magnifico rettore – è affidato il compito di preservare il nostro pianeta e occorre che lo facciano attraverso una convinzione profonda e attraverso un impegno costante”.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

All’incontro ha partecipato il direttore dell’Arpa Puglia, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, partner dell’evento, Vito Bruno, il quale ha spiegato che l’impegno dell’Agenzia in questo Festival, “è un tentativo nuovo che deriva dalla possibilità di aprirsi al territorio, ma soprattutto alle partnership con le istituzioni, grazie a una nuova legge nazionale che riordina il funzionamento delle Agenzie e che tra gli articoli che disegnano il nuovo perimetro istituzionale in cui si muovono le Agenzie, ha inserito anche un riferimento all’educazione ambientale. “Cerchiamo di lavorare di più – ha spiegato Bruno – con i soggetti che si occupano di educazione ambientale, per rafforzare – ha concluso – le sinergie”.

Durante l’incontro, è stato presentato il volume di Gabriella Calvano, assegnista di ricerca in biologia, “Educare per lo sviluppo sostenibile. L’impegno degli Ateni italiani: esperienze in corso e buone pratiche” edito da Aracne, Roma. “Più che parlare di Atenei sostenibili – ha detto Calvano – bisogna parlare di Atenei Atenei impegnati per la sostenibilità, cioè di Atenei che dialogano profondamente con il territorio, perché – ha concluso – sono Atenei che costruiscono conoscenza con il territorio”.

 

GIORNATA STUDI SU AUTO ELETTRICA E MERCATO TRASPORTO SOSPENIBILE

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L’auto elettrica, il suo impatto sul mercato e sulla rete elettrica in termini di capacità di soddisfare la domanda dell’utenza. E’ il tema della giornata di studi organizzata dalla Commissione Traffico e Circolazione dell’Aci Bari-Bat  che ha visto al tavolo esperti internazionali, doCenti di università inglesi e statunitensi oltreché italiane, avvicendarsi ed illustrare casi  di studio ed esperienze di progetti già realizzati.  Un tema quello dell’auto elettrica e della sua diffusione che interessa non solo i prIvati, ma anche e soprattutto le pubbliche amministrazioni attente a perseguire risultati in tema di mobilità sostenibile per ridurre l’inquinamento e rendere più vivibili le città grazie all’adozione di mezzi elettrici su quattro o due ruote. La giornata è stata anche l’occasione per firmare l’accordo quadro tra il dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Bari e l’Agenzia regionale Strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio per consolidare una collaborazione che abbia tra gli obiettivi una programmazione e pianificazione strategica condivisa da amministratori ed esperti di scienze economiche applicate alla mobilità.

“L’Università di Bari – ha precisato il Rettore Antonio Felice Uricchio – è coinvolta con più competenze da quelle economiche a quelle sociologiche, ambientali e tecnologiche. Il nostro ateneo ha fatto delle politiche per la sostenibilità il suo impegno primario e oggi possiamo coniugarlo con i temi dello sviluppo urbano e dei trasporti che devono essere sempre più improntati al rispetto dei luoghi, dell’ambiente. La mobilità diventa sostenibile nel momento in cui ripensa alle modalità di utilizzo delle risorse fossili e guarda con più attenzione alla mobilità del futuro che è quella delle nuove tecnologie elettriche”.
Di impatto della penetrazione di veicoli elettrici sulla rete di distribuzione ha parlato Alessandra Parisio dell’università di Manchester. “La crescente penetrazione dei veicoli elettrici,  – ha detto – avrebbe un impatto significativo sulla domanda di energia con conseguente rischio di instabilità della rete. Di qui l’esigenza di una gestione coordinata dei veicoli elettrici che permetterebbe una ottimizzazione nell’utilizzo della rete evitando costosi investimenti in infrastrutture di rete”. Di quali siano gli ambiti in cui si stanno facendo i maggiori sforzi progettuali ed economici ha invece parlato Silvano Vergura del Politecnico di Bari: governi, in particolare quelli del Nord-Europa, ma anche le aziende automobilistiche che propongono modelli a trazione elettrica o ibrida e player come Enel che stanno avviando progetti per la rete di distribuzione a cui si aggiungono i contributo tecnologici provenienti dal mondo universitario e della ricerca. 

URICCHIO “ATENEO DEVE SENTIRSI AGORÀ”

“I Cenacoli del Libro sono alla seconda edizione che è quella più ricca della precedente e anche più ampia, perché abbiamo iniziato, giornata storica, il 24 maggio la data del Piave che poi si svilupperà anche nei mesi di giugno e di luglio”. Così il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bari che nell’atrio dell’Ateneo ha dato il via alla seconda edizione dell’evento culturale, che permette agli studenti universitari e alla città di confrontarsi e dialogare con gli autori dei libri presentati.

“Il calendario dei panel – ha detto Uricchio – è molto ricco con autori di fama nazionale e internazionale, oltre che naturalmente ai nostri autori quelli che il nostro territorio esprime e anche tra di essi i nostri docenti”.

Sul palco il professor Antonio Moschetta che ha presentato il suo libro “Il tuo metabolismo. L’utilità della dieta nella prevenzione e cura del cancro”; Antonella Ciervo con “Sei mai morta, tu?”, Silvia Bencivelli con “Le mie amiche streghe” e Francesco Paolo de Ceglia che ha presentato il libro “La Pitonessa, il pirata e l’acuto osservatore”.

“L’obiettivo – ha spiegato Uricchio – è quello di promuovere la lettura e la cultura e di farlo attraverso questi momenti. L’Università – ha continuato – deve sentirsi agorà, deve sentirsi luogo di confronto e deve essere aperta alla città, ai giovani. Soprattutto – ha sottolineato – anche attraverso il confronto con i nostri studenti, cerchiamo di stimolare sempre di più la lettura”.

“Già dallo scorso anno – ha ricordato Uricchio – abbiamo istituito il club dei lettori nel nostro Ateneo e i ragazzi che si confrontano con gli autori, non solo si avvicinano al libro, ma soprattutto al sapere critico, alla riflessione e al confronto dialettico. E quindi credo che sia un’esperienza particolarmente positiva. Ci auguriamo che questa seconda edizione – ha concluso – possa essere ancora migliore della precedente e avere un riscontro e un’attenzione sia da parte della comunità universitaria, che della comunità di Bari e provincia”.

 

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