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PROTOCOLLO INTESA UNIBA-AGENZIA DEMANIO

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Sviluppare progetti funzionali e propedeutici alla valorizzazione, rigenerazione e riuso del patrimonio immobiliare pubblico e la promozione della ricerca e la formazione accademica. E’ l’obiettivo del Protocollo d’Intesa firmato questa mattina in Ateneo a Bari fra l’Agenzia del demanio e l’Università ‘Aldo Moro’.

Un Protocollo che “porterà benefici – ha detto il direttore regionale di Puglia a Basilicata dell’Agenzia del demanio, Vincenzo Capobianco – soprattutto, speriamo alla comunità pugliese. L’agenzia del Demanio – ha spiegato – vuole mettere a disposizione della comunità e del territorio il suo know how, acquisito in circa 10 anni di attività nel settore immobiliare. L’Università – ha continuato Capobianco – si mette al nostro fianco e noi al fianco dell’Università, per migliorare l’attività nel campo immobiliare e – ha sottolineato – creare delle figure che possano sviluppare le attività di valorizzazione, rigenerazione e riuso di un patrimonio immobiliare pubblico distribuito su tutto il territorio regionale che – ha sottolineato – ha bisogno di questa vita per creare economia e creare sicuramente dei veicoli che portino occupazione e sicuramente miglioramento della vita di tutti”.

“Il patrimonio immobiliare pubblico – ha spiegato Capobianco – è vastissimo. Si pensi al patrimonio dello Stato, al patrimonio delle Regione, delle Province e dei Comuni. Parliamo – ha  aggiunto – di miliardi e miliardi di euro. Noi possiamo attraverso il recupero e la valorizzazione di questo patrimonio, intanto creare economia e – ha spiegato – per farlo è necessario creare delle figure ad hoc. Con il progetto ‘Cammini e percorsi’ – ha ricordato Capobianco – 83 immobili su 183, sono stati aggiudicati e quindi – ha concluso – prevediamo investimenti pari a 80 milioni di euro e 300 posti di lavoro”. Una collaborazione, fra Università di Bari e Agenzia regionale del Demanio che parte da molto lontano e viene rafforzato soprattutto dal legame che unisce il direttore Capobianco e il rettore, Antonio Uricchio.

“Con il direttore Capobianco – ha detto Uricchio – abbiamo avuto modo di collaborare in passato in tanti ambiti e oggi sono particolarmente felice di questa opportunità. La collaborazione con l’Agenzia del Demanio – ha continuato – è una collaborazione antica che oggi si rinnova attraverso un Protocollo d’Intesa che rende il rapporto ancora più solido. Sono tanti gli ambiti che sono oggetto della collaborazione – ha spiegato Uricchio – gli aspetti scientifici di ricerca, ma poi ci sono anche i profili legati alla valorizzazione del patrimonio pubblico e ancora le esperienze anche nei profili strettamente formativi”.

“Crediamo che questa collaborazione – ha aggiunto Uricchio – possa essere strettamente proficua, perché l’Agenzia del demanio si è aperta in questi ultimi anni e soprattutto anche attraverso questa apertura ha anche incontrato le politiche della nostra istituzione universitaria. L’Università di Bari ha censito il proprio patrimonio – ha sottolineato il rettore – lo ha anche valorizzato innanzitutto dismettendo e cessando tutte le locazioni passive. Siamo tra i pochi Atenei virtuosi – ha ricordato – che può presentare questo tipo di policy e abbiamo costituito anche con Invimit, quindi con il Ministero dell’Economia e delle Finanze un fondo immobiliare chiuso con il quale stiamo portando avanti i lavori sulla Manifattura dei Tabacchi e soprattutto anche attraverso questa azione comune – ha concluso – intendiamo recuperare immobili pubblici o dismessi che possono essere restituiti ad una fruizione sociale”.

QUARANTA E PORCELLI PRIMI DUE STUDENTI ATLETI LAUREATI

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Michele Quaranta e Alessandro Porcelli sono i primi due studenti atleti di livello nazionale che hanno raggiunto il traguardo della laurea nell’Università di Bari. Nell’Aula Magna dell’Ateneo, la discussione della tesi in Scienze delle Attività Motorie e Sportive e la consegna dei diplomi di laurea da parte del magnifico rettore, Antonio Uricchio. Michele Quaranta, sottocapo e atleta di Canottaggio del Gruppo Sportivo Marina Militare, vanta un palmares di tutto rispetto, essendo stato campione mondiale under 23 nella categoria PL e avendo rappresentato l’Italia nelle Universiadi 2015, Alessandro Porcelli, pallavolista che ha già militato in Superlega con l’Exprivia Molfetta è stato campione nazionale universitario di Beach Volley.

“Il primo passaggio – l’ha definito Silvio Tafuri delegato del rettore al Comitato per lo sport universitario – di un processo iniziato due anni fa su forte spianta del rettore e che ha visto Bari al centro dello sport universitario nazionale”. “Una bella occasione – ha detto il rettore Antonio Uricchio – anche perché il regolamento che abbiamo adottato in materia di studenti atleti è abbastanza recente, fresco e soprattutto riflette anche un forte impegno della nostra Università nel promuovere allo stesso tempo lo studio e la pratica sportiva”.

“L’università di Bari – ha sottolineato il rettore – ha proposto questo regolamento che significa anche favorire attraverso la detassazione, gli studenti atleti e soprattutto includerli all’interno della nostra pratica sportiva e i risultati – ha ribadito – sono stati particolarmente significativi, perché la scelta anche di studenti provenienti da altre sedi o di atleti che non avevano probabilmente nemmeno immaginato di doversi dedicare ad un’attività accademica, è stata ampiamente sostenuta dal nostro ateneo. Sono quasi un centinaio di studenti atleti – ha continuato Uricchio – e ora i primi due di essi raggiungono il traguardo della laurea. Molti di loro provengono dal nostro territorio ma sono presenti anche studenti atleti di altre sedi (Veneto, Campania e Lombardia) che si erano iscritti altrove che hanno deciso di trasferirsi a Bari o che soprattutto – ha aggiunto – hanno deciso di coniugare l’impegno sportivo con il coronamento del proprio percorso di studi. Lo stimolo di avere raggiunto un risultato sportivo cioè un riconoscimento come studente atleta – ha spiegato Uricchio – consegue all’eccellenza nello sport e questo è stato un ulteriore stimolo per raggiungere dei traguardi sportivi ottenendo anche premi a livello nazionale e internazionale tra i quali – ha concluso – anche la medaglia olimpica raggiunta dal nostro studente Montrone”.
(ITALPRESS).

GIORNATA SU “DIALOGHI INCLUSIVI ALL’UNIVERSITÀ”

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Accessibilità, inclusione, usabilità, università, questi alcuni  dei temi ai quali è stata dedicata la  giornata “Dialoghi inclusivi all’Università”  che si è tenuta nell’Aula Magna dell’Università di Bari.
Sono state presentate le iniziative promosse dall’Ateneo per sostenere il processo di inclusione degli studenti con disabilità/DSA affinché sia garantito loro non soltanto il pieno accesso all’ambiente fisico, urbano e architettonico, alle strutture ed edifici, ma altresì ai beni, ai servizi e all’informazione.

In particolare: Servizio di accoglienza per studenti diversamente abili  per garantire la piena integrazione nel contesto universitario e la loro l’accoglienza nella delicata fase di passaggio dalle scuole superiori all’Università;

Sportello STAISU (Sportello tutorato, ascolto, inclusione studenti universitari) punto di riferimento durante il percorso accademico, per promuovere integrazione, partecipazione, predisposizione di interventi mirati e superamento, seppur parziale, degli ostacoli relativi alle barriere architettoniche.
Orientamento: in ingresso e in itinere, lo studente viene ascoltato, consigliato e indirizzato verso gli uffici competenti;

Agevolazioni economiche: esonero totale dalle tasse in presenza di invalidità certificata pari o superiore al 66%; esonero del 50% nel caso di invalidità certificata compresa tra il 45% e 65%;
Trasporto urbano e mobilità: si prevede l’attivazione di servizi dedicati, nei limiti delle risorse disponibili, attraverso convenzioni con enti di trasporto del territorio.

Interpretariato della lingua dei segni (LIS): lo studente con disabilità uditiva può usufruire del servizio di interpretariato attraverso la modalità di comunicazione con la lingua italiana dei segni; il servizio viene assicurato con modalità concordate nell’ambito di una specifica convenzione stipulata dall’Uniba con l’ENS (Ente Nazionale Sordi); è prevista la figura dell’interprete che assicura l’assistenza in aula durante le lezioni, durante gli esami, durante i colloqui con i docenti, disbrigo pratiche amministrative; Servizio di accompagnamento studenti senior: allo studente diversamente abile che ne faccia richiesta, è affiancato uno studente dello stesso Dipartimento che materialmente lo accompagna nella quotidianità della vita universitaria; agli esami, a lezione, a colloquio con i docenti, negli uffici per il disbrigo di pratiche amministrative, nel reperimento di materiale didattico, etc.; lo studente senior è individuato su procedura concorsuale annuale; Tutor specialistico: lo studente che necessiti di affiancamento unicamente nello svolgimento delle attività didattiche, può richiedere un servizio di tutorato specializzato.

La differenza fondamentale rispetto allo studente senior, è che il tutor specialistico segue lo studente esclusivamente nella preparazione degli esami; (reclutato attraverso una selezione riservata a studenti iscritti a un dottorato di ricerca della medesima area disciplinare dello studente diversamente abile).

Servizio di tutorato didattico specializzato DSA: è previsto sia la figura dello studente senior sia quella del tutor specialistico con modalità di reclutamento analoghe a quelle per gli studenti diversamente abili.

Servizio civile nazionale: ragazzi del servizio civile svolgono attività di assistenza agli studenti diversamente abili;
Laboratorio di Informatica: in allestimento 4 postazioni presso l’Ateneo e 3 postazioni presso il Campus (Dipartimento di Informatica).   

PRESENTATO VOLUME “I ROBOT E NOI”

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L’utilizzo della robotica pervade sempre di più la nostra vita, la nostra quotidianità. Ed è su questo che è incentrato il volume “I Robot e noi” scritto da Maria Chiara Carrozza, ex Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel governo Letta e ordinario di Bioingeneria Industriale nella Scuola Superiore Sant’Anna.

“Forse – ha detto Carrozza a Bari ai giornalisti a margine della presentazione del volume nell’Aula Magna del Dipartimento di Economia, dell’Università – la novità più grande è questa: che la robotica avendo già dominato nel mondo manifatturiero e nella produzione industriale sta entrando nelle nostre case, nelle nostre strade o a scuola con la robotica educativa. Quindi – ha spiegato – ci dobbiamo confrontare con questi alter ego, con l’intelligenza artificiale, ma anche – ha sottolineato – con il corpo del robot, che è un po’ il corpo dell’intelligenza artificiale. Il libro – ha aggiunto Carrozza – si interroga proprio sul nuovo rapporto che si crea fra la robotica e la persona e sul loro dialogo”. “I robot oggi sono una realtà ineludibile – ha detto il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio – ma credo che assumeranno sempre più importanza nel futuro. Il rapporto uomo macchina – ha continuato – è cambiato, l’uomo ha dominato la macchina, l’ha utilizzata rendendo la strumento per la propria utilità, ora – ha aggiunto – attraverso l’intelligenza artificiale, attraverso Industria 4.0, il rapporto uomo macchina è profondamente cambiato, ma soprattutto il rapporto macchina macchina”.

“Questo – ha sottolineato Uricchio – determina una profonda modificazione degli assetti sociali, degli assetti economici, e ovviamente offre delle opportunità straordinarie con riferimento anche a settori che hanno una rilevanza per la condizione dell’uomo. Pensiamo – ha spiegato – alla salute dove l’utilizzo della robotica può offrire delle prospettive terapeutiche e chirurgiche assolutamente straordinarie. La sensoristica, le opportunità dei big data – ha ribadito Uricchio – promuovono un utilizzo sempre più spinto della robotica, ma – ha precisato – ovviamente dobbiamo anche valutare gli impatti sull’occupazione e sulla condizione umana. Credo che oggi – ha concluso – quest’incontro offra delle opportunità per un approfondimento senza dubbio particolarmente significativo”.

Il libro si interroga anche su come la quarta rivoluzione industriale avrà un impatto sulla società e come cambierà il lavoro. “Oggi – ha detto Carrozza – parliamo molto del lavoro. C’è chi parla di fine del lavoro. Non sono convinta – ha sottolineato – che i robot ci sostituiranno completamente nel mondo del lavoro, però certamente entreranno nell’industria dei servizi, nella logistica, si trasformerà anche a livello di business della mobilità e dobbiamo pensare a una società differente”. “Occorre ripensare il lavoro – ha detto durante il suo intervento Uricchio – per poter essere in grado di affrontare le sfide del futuro. Occorrono – ha continuato – delle competenze nuove, che probabilmente oggi non sono del tutto presenti. Gli effetti sull’occupazione – ha concluso – sono fondamentali in questa prospettiva, ma possono essere anche affrontati attraverso una capacità di costruire i lavori del domani e formare i giovani”.

Come tutte le innovazioni logiche anche la quarta rivoluzione industriale avrà un impatto importante dal punto di vista sociale. “Sarà più una rivoluzione sociale – ha precisato Carrozza – che una rivoluzione industriale. La maggior parte della ricerca oggi più avanzata – ha sottolineato – si interroga sulle frontiere della ricerca artificiale, su cosa è l’intelligenza. Ancora non abbiamo trovato una definizione. Credo – ha continuato – che la robotica da questo punto di vista si faccia filosofia, perché è un modo per l’uomo di riflettere sulla propria identità nel rapportarsi alle macchine, all’artificiale che poi fa l’uomo stesso. E’ un paradosso – ha sottolineato – costruiamo robot per replicare noi stessi, poi ne abbiamo paura, si crea un antagonismo. Discuterne con i giovani – ha concluso – è un modo per dare misura, concretezza a questa discussione e averne meno paura”.

INTESA CHE UNISCE ATENEI BARI E FOGGIA IN SANITÀ

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Firmato nella sede della Presidenza della Regione Puglia, un protocollo d’intesa fra Regione e Università di Bari e Foggia che disciplina l’integrazione fra le attività didattiche, assistenziali e di ricerca delle due realtà accademiche e le rende quasi un unicum.

“Il protocollo – ha detto il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio – realizza un’intesa con il sistema universitario pugliese e la sanità regionale. Soprattutto – ha spiegato – promuove un modello integrato di University Hospital, per cui – ha continuato – c’è una rete formativa che si integra perfettamente con la rete assistenziale. Il Protocollo quindi – ha aggiunto Uricchio – è altamente innovativo e soprattutto segna un momento importante di crescita della sanità universitaria e crediamo possa avere delle ricadute positive soprattutto sulla condizione di salute dei cittadini. Il Protocollo d’intesa – ha ribadito – è il momentaneo di avvio di un modello che sarà realizzato step by step attraverso atti successivi. Atti aziendali e poi gli atti successivi che riguardano le scuole di specializzazione sanitaria e poi – ha continuato – l’attività formativa da sviluppare anche attraverso i territori. La centralità – ha spiegato – resta nelle aziende universitarie ospedaliere, però c’è una rete sanitaria regionale che si sviluppa anche al di là dei Policlinici. E questo – ha sottolineato Uricchio – è un modello significativo di piena aderenza ai bisogni dei cittadini, perché supera anche la centralità delle istituzioni universitarie e si sviluppa attraverso una rete profonda sui territori”.

Quanto all’unitarietà del protocollo e all’unicità di vedute fra Foggia e Bari, Uricchio ha spiegato che “il rapporto fra le Università di Bari e Foggia è sempre stato solido e – ha continuato – lo è ancor di più in questa fase storica”. Ragion per cui “è stata possibile la realizzazione di un protocollo integrato e soprattutto anche la condivisione di una serie di scelte che inevitabilmente riguardano lo sviluppo del sistema sanitario pugliese universitario. Penso – ha spiegato Uricchio – alle scuole di specializzazione che vanno ripensate in modo integrato e unitario ovvero anche alle attività sia di carattere didattico che assistenziale e se viste unitariamente – ha concluso – possono rispondere sicuramente meglio anche ai bisogni dei territori”.

Nel protocollo è stata redatta per la prima volta, come ha ricordato in conferenza stampa il rettore Uricchio la Carta dei Principi, quali ad esempio quello di legalità e sostenibilità, cioè efficienza dal punto di vista economico e finanziario. Inoltre c’è la condivisione dei beni, dei risultati economico-finanziari e la partecipazione ai problemi di governance. Piena condivisione anche nel tema della ricerca e dell’innovazione.

“Non è stato un percorso semplice – ha precisato Uricchio. Abbiamo discusso per tre anni”. “Una scelta importante – l’ha definita il rettore dell’Università di Foggia, Maurizio Ricci- non solo perché è la prima volta che viene firmato un protocollo unitario, ma anche perché – ha spiegato – è importante per i contenuti innovativi i cui effetti – ha continuato – li vedremo nei prossimi anni”. Un protocollo, quindi, che come ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, riduce il rischio di chiusura delle Scuole di Specializzazione.

“Per la prima volta l’anno scorso a causa della dimensione delle due facoltà di Medicina di Bari e Foggia – ha detto ai giornalisti – abbiamo rischiato di perdere definitivamente una serie di Scuole di specializzazione che avrebbero in qualche modo reso difficile per la Puglia di laureare e specializzare i medici che ci servono per non avere i reparti vuoti, perché – ha continuato – dobbiamo assumerne quasi mille. Serviva mettere d’accordo le due Università – ha spiegato – perché in una competizione collaborativa, riuscissero ad ottenere quei dati che servono, presentati al Ministero, per avere il numero di scuole di specializzazione necessarie. Tutto questo ovviamente – ha sottolineato – avviene con un sostegno economico da parte della Regione che per la prima volta nella storia della Puglia ha messo d’accordo le due facoltà e le fa lavorare come se fossero una sola ai fini della formazione dei medici pugliesi. Questo – ha concluso – è un risultato estremamente importante per me”.
(ITALPRESS).

70 ANNI COSTITUZIONE, AMATO “QUALITÀ PADRI FONDATORI”

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“Ogni anniversario, è inevitabile che sia così, è occasione per riflettere in modo scientifico e critico su ciò che viene ricordato, ma è anche occasione di retorica su ciò che viene ricordato”.

Così l’ex presidente del Consiglio dei Ministri e giudice della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, in apertura della sua conferenza sul tema “La Costituzione. Settanta anni dopo”, che si è tenuta a Bari nell’aula Magna dell’Ateneo, nell’ambito degli incontri organizzati dall’Università per celebrare i 70 anni della Carta Costituzionale.

“È verissimo – ha detto Amato rivolgendosi agli studenti e alle autorità presenti – che non bisogna fare retorica pura sulla Costituzione, ma non vorrei che per sfuggire alla retorica, si cancellassero o si ignorassero tratti essenziali della Costituzione e di chi la fece”. Nel suo intervento, infatti il presidente Amato ha ricordato e ribadito la qualità dei padri costituenti. “Indiscutibilmente – ha detto – la qualità è diciamo superiore. E’ vietata la pubblicità comparativa, quindi il mio superiore – ha detto ironicamente – si riferisce al fatto che è superiore, basta. È così complicato – ha spiegato – in altri momenti della storia, il rapporto tra cultura e politica, tra coloro che sanno e coloro che decidono. Leggete i nomi dei costituenti – ha detto rivolgendosi alla platea – e se vi domandate chi era professore e chi era politico, almeno 7 casi su 10 si sovrappongono: Aldo Moro, Emilio Taviani, Dossetti, Giorgio La Pira e quelli che non erano professori – ha continuato – avevano la stessa cultura e lo stesso linguaggio”.

“C’era un rapporto osmotico – ha spiegato Amato – e la loro qualità è alla base del fatto che voi avete una rottura politica nel maggio del 1947 che crea un solco profondo tra le sinistre espulse dal governo e la Democrazia Cristiana e tuttavia – ha ottolineato – pochi mesi dopo la Costituzione è approvata con 62 voti contrari su 515 votanti. Quindi – ha concluso – c’è un’intesa generale sulle future regole che governeranno il Paese”. A fare gli onori di casa, il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio. “La costituzione – ha detto – ha settant’anni ma non li dimostra. È viva, è vitale – ha continuato – soprattutto per la sua portata ideale e per la capacità di incidere anche fortemente sui processi. Una capacità – ha spiegato – anche di interpretazione degli stessi e del futuro. Certo ci sono stati tanti tentativi di modifica della Costituzione – ha sottolineato uricchio – soprattutto nella parte ordinamentale che magari avrebbe avuto bisogno anche di qualche azione di puntellamento e di sostegno. Però – ha ribadito – resta forte soprattutto nella parte dei principi, la capacità di orientare anche le condotte dei singoli secondo un sistema valoriale di cui avvertiamo l’assoluta necessità e la grande capacità anche di suggestione e di sviluppo soprattutto con riferimento anche all’aspetto educativo e formativo dei nostri giovani”.

“Abbiamo voluto anche per questo – ha spiegato Uricchio – festeggiare i sessant’anni attraverso delle lezioni, per offrire ai giovani anche questo quadro particolarmente ricco e variegato della parte dei principi della Costituzione. Mi fa piacere – ha continuato – che oggi sia con noi il presidente Amato che prima dei suoi ruoli istituzionali è un docente universitario, un docente – ha ricordato – che ha avuto legami fortissimi con l’Università di Bari, perché suo maestro, il professor Lavagna, ha insegnato nell’Università di Bari prima di essere chiamato a Pisa e a Roma dove ha incontrato il giovane assistente Amato, poi subentrato nella sua cattedra. Un legame fortissimo – ha ribadito – che si rinnova anche nel ricordo di Aldo Moro di cui ricorre quest’anno il 40º anniversario della comparsa. E anche al pensiero di Moro, membro dell’Assemblea Costituente – ha concluso – è uno dei principali protagonisti di quella stagione è rivolto questo ciclo di incontri”.

 

RIVOLUZIONE 4.0. DE GENNARO “NON ATTESA, MA DINAMISMO”

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La rivoluzione 4.0 sta cambiando non solo il modo di fare impresa, ma anche la vita delle persone. Importante, quindi non farsi trovare impreparati e di reagire. A farlo devono essere soprattutto le Università, la PA, la società e il mondo economico. Per qursto motivo l’Università degli Studi di Bari e Legacoop Puglia hanno organizzato nella sede del BaLab a Bari, una ‘Giornata di sensibilizzazione sulle opportunità della rivoluzione 4.0’.

“Noi – ha detto Gianluigi de Gennaro, delegato del rettore alla Creatività – insieme all’Università abbiamo creato One Stop Shop, un’attività – ha continuato – di matchmaking fra Università e aziende del territorio che – ha aggiunto – è inserita nel centro di eccellenza per l’innovazione e la creatività. One Stop Shop – ha sottolineato de Gennaro – prova a recuperare gli interessi del territorio rispetto a quelle che possono essere le competenze e le ricerche messe a disposizione dell’Università in una maniera molto dinamica. Non aspettiamo – ha spiegato – che le imprese vengano da noi, ma siamo noi che andiamo verso le imprese. In questo percorso – ha ribadito il professor de Gennaro che ha definito l’incontro di oggi un confronto e non un convegno – abbiamo incontrato gli amici di Legacoop (con cui è stata firmata una convenzione) con cui abbiamo pensato di fare questa cosa insieme. Quello di oggi – ha concluso – è solo l’inizio di un percorso insieme”.

“In un sistema di digitalizzazione – ha detto il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo – forse è bello anche parlarsi con gli occhi e questo è un modo straordinario di parlarsi con gli occhi. Siamo qui per un motivo semplicissimo – ha spiegato – noi abbiamo chiesto all’Università se fosse disponibile a farci capire che cosa sta avvenendo in questa rivoluzione 4.0., perché ci sembra che questa rivoluzione sia di altri. Questo – ha ribadito – è un modo straordinario di misurarci con le competenze. Oggi – ha continuato – iniziamo questo percorso e lo iniziamo a favore sicuramente delle imprese cooperative, ma anche a favore delle persone che di fatto devono diventare presidio territoriale di questo sapere, per poter dare anche ad altri la possibilità di utilizzare l’innovazione. Molto spesso – ha detto Rollo – non ci rendiamo conto che nelle nostre case l’innovazione è già entrata, ad esempio con la domotica. Questo processo – ha proseguito – forse vissuto, spiegato e condiviso, potrebbe anche essere utilizzata meglio. Se il sapere sta tutto da una parte e le persone stanno tutte dall’altra probabilmente non riusciremo mai a farla la rivoluzione vera. Dobbiamo provare a tutti i livelli – ha concluso – a mettere insieme i saperi e le persone e oggi stiamo cercando di farlo con questo incontro”.

DE PRETIS “NOSTRA COSTITUZIONE ESEMPIO DI APERTURA AL MONDO”

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“La nostra Costituzione è un esempio straordinario di apertura al mondo immaginato in un’epoca nella quale non si poteva prevedere quello che sarebbe successo, però la Costituzione era riuscita a introdurre alcuni passaggi, alcuni punti, sui quali poi si è costruito un sistema enorme, inimmaginabile, che funziona”.

Così da Bari il giudice della Corte Costituzionale, Daria de Pretis, che ha tenuto una conferenza magistrale “Costituzione e diritto sovranazionale, nel Centro Polifunzionale Studenti, nell’ambito degli incontri organizzati dall’Università di Bari per celebrare i 70 anni della Costituzione.

“Le Corti – ha detto de Pretis ai giornalisti – la Corte Costituzionale che veglia sulla nostra Costituzione, la Corti Europee che vegliano sulle Carte Europee, dialogano fra di loro e fanno fiorire questo sistema”. Quanto alla qualità dei padri costituenti e alla loro lungimiranza nello scrivere una Costituzione aperta, de Petris ha detto: “I Costituenti – ha spiegato – erano animati da una passione che derivava dalla loro qualità e dalla storia anche dolorosa che avevano vissuto. Quindi – ha continuato – la loro attenzione anche ai problemi dei rapporti del nostro Paese con il Mondo era un’attenzione nobile, alta e questo ha dato i suoi frutti. Il legislatore – ha concluso – a volte è preso dalle contingenze, dalle minuzie, perde di vista l’orizzonte più lontano e la Costituzione è lì per ricordarcelo”.

Ad aprire i lavori della giornata, il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio. “Quando la Costituzione – ha detto durante il suo intervento – è stata redatta e adottata non esisteva l’Unione Europea e probabilmente non era neanche immaginabile lo sviluppo del diritto sovranazionale europeo. Anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite che ancora oggi svolge un ruolo forte – ha ricordato – era stata appena costituita. Il diritto sovranazionale – ha continuato – era un diritto convenzionale, nasceva da accordi fra Stati molto spesso anche nemmeno rispettati. Quindi – ha sottolineato Uricchio – la Costituzione ha dovuto migliorarsi anche con un quadro completamente differente. Le sentenze della Corte Costituzionale che si sono nel tempo susseguite – ha concluso – hanno affrontato il rapporto tra diritto europeo e diritto nazionale”.

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