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AL VIA TEST MEDICINA, 3115 CANDIDATI PER 327 POSTI

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“Gestire questo evento è complicato, anche se ormai c’è una macchina che è stata messa in piedi da tempo, è stata collaudata negli anni precedenti, e ogni anno si ricontrolla, perché non ci siano sorprese”.
Così alla vigilia dei test di ammissione ai corsi di Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria e Professioni Sanitarie il decano e rettore pro tempore dell’Università degli Studi di Bari, Luigia Sabbatini.
“Gli studenti che hanno chiesto di partecipare a questi test – ha detto Sabbatini riferendosi agli studenti che domani affronteranno il test per accedere al Corso di Medicina e Chirurgia – sono 3.115 e i posti disponibili sono 327. Quindi – ha continuato – c’è un rapporto di 1 a 10 tra candidati e posti disponibili. Naturalmente – ha spiegato – gli oltre 3mila partecipanti ci hanno imposto un grosso lavoro: 56 aule sono state bloccate nell’Università di Bari a disposizione di questi test”.

“Ognuna – ha sottolineato – è schermata per impedire l’utilizzo ai ragazzi del cellulare ed è dotata di metal detector per il controllo degli studenti che accedono a queste aule e 480 sono le unità di personale impiegato per espletare le funzioni di controllo, per gestire gli studenti”.
Quanto ai plichi contenenti i test che verranno sottoposti agli studenti domani e mercoledì, Sabbatini ha spiegato che “sono arrivati dal Ministero il 28 agosto e noi – ha sottolineato – li abbiamo sigillati in un’aula allarmata. Domani – ha proseguito – saranno distribuiti agli studenti e dopo la fine della prova – ha precisato – vengono recuperati e custoditi sempre nell’aula allarmata che, se forzata, invia una chiamata direttamente sul cellulare del direttore generale dell’Università. Solo il 5 – ha proseguito Sabbatini – il Cineca (il maggiore centro di calcolo in Italia, uno dei più importanti a livello mondiale, ndr) di Bologna valuterà i test a livello nazionale”.

Quanto ai numeri e al rapporto con gli anni accademici precedenti, si può affermare che “rispetto allo scorso anno le domande sono aumentate e anche i posti disponibili, nel 2018/2019 i candidati erano 3061 in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria, quest’anno sono 3.115, più o meno un centinaio in più. Quindi – ha detto Sabbatini – il trend è in continuo aumento”. La speranza per l’Università è “di portare a termine questi test nella maniera più trasparente possibile. Speriamo che gli iscritti – ha detto Sabbatini – siano tra i migliori nel panorama nazionale. Noi ci impegniamo a offrire loro un servizio di qualità, offrendo corsi universitari che siano all’altezza con la possibilità che effettivamente queste persone possano diventare bravi medici. Ed è giusto – ha ribadito – che queste facoltà siano a numero chiuso, perché gli studenti hanno bisogno di una formazione di elevata qualità”. Per questo è chiesto agli studenti un “impegno serio, perché – ha concluso – se si impegnano e studiano superano gli esami, ancor più per la professione di medico a cui si dovrà dedicare tutto il tempo e le energie”.

SCOPERTE PRIME ALTERAZIONI GENE CRAT IN CASO GRAVE PATOLOGIA PEDIATRICA

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Un gruppo di ricercatori, coordinato da Anna De Grassi del dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica, ha scoperto e caratterizzato le prime varianti ‘dannose’ in un gene da oggi associato a una grave patologia pediatrica di origine mitocondriale. E’ quanto si legge in una nota dell’Università di Bari. Il DNA di ciascuno di noi contiene milioni di differenze (varianti) rispetto al DNA di qualunque altra persona. Per questo motivo, trovare proprio quelle varianti che causano un danno significa cercare un ago in un pagliaio, soprattutto se tali varianti non sono mai state riportate prima come ‘dannose’.
Lo scorso anno lo stesso gruppo di ricerca aveva scoperto il ‘malfunzionamento’ del gene SLC25A10 in un altro caso di malattia mitocondriale. Questa volta si tratta del gene CRAT (carnitina acetiltrasferasi), che codifica per una proteina il cui deficit enzimatico è stato osservato per la prima volta in una bimba clinicamente affetta da sindrome di Leigh.
La piccola paziente, già sottoposta a indagini genetiche presso altri centri internazionali, ha trovato a Bari la sua prima risposta. La ricerca, frutto del finanziamento dell’Associazione Mitocon, è stata pubblicata su “Human Mutation”, la rivista ufficiale della “Human Genome Variation Society” americana, e dimostra ancora una volta come sia possibile identificare nuove varianti dannose del DNA considerando ciascun paziente come un caso unico. Il risultato ottenuto non solo aggiunge un nuovo gene alla lista dei geni coinvolti nelle malattie mitocondriali, facilitando future diagnosi genetiche, ma è anche il punto di partenza imprescindibile per la ricerca di una terapia personalizzata. L’urgenza per il paziente di una diagnosi genetica precoce, l’abbattimento dei costi di sequenziamento massivo del DNA e le competenze dell’Università di Bari, sottolineano l’importanza e la fattibilità di istituire in Puglia una equipe multidisciplinare che operi in maniera sistematica tra bancone e letto del paziente.

STUDIO SU NUOVA E MODERNA VISIONE DI UNA PORZIONE ENIGMATICA DEL GENOMA

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Una review pubblicata sulla prestigiosa rivista Trends in Genetics, a cui è stata anche dedicata la copertina del numero di settembre, ha contribuito a presentare una nuova e moderna visione di una porzione enigmatica del genoma, l’eterocromatina costitutiva.
Allo studio hanno partecipato il Dottor René Massimiliano Marsano del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, primo autore del lavoro, e un gruppo di  Ricercatori delle Università di Napoli “Federico II” e di Roma “La Sapienza”.

“L’eterocromatina costitutiva – si legge nella nota – costituisce una porzione significativa del genoma (il 30% del genoma umano) ed è stata storicamente etichettata come “DNA spazzatura”, poiché contiene sequenze di DNA apparentemente senza funzione, o come la “porzione silenziosa” del genoma poiché povera di geni.
Partendo dai dati ottenuti dopo decennali studi pionieristici di  genetica classica fino ad arrivare a quelli ottenuti con i più moderni approcci molecolari ed utilizzando come modello sperimentale il moscerino della frutta, Drosophila melanogaster, è emerso un quadro raffigurante una sorprendente varietà di sequenze geniche funzionali, con caratteristiche molecolari uniche, alcuni dei quali sono essenziali per lo sviluppo dell’organismo e il differenziamento cellulare, che hanno permesso di ridefinire il concetto di eterocromatina costitutiva secondo una visione più attuale”.

“Il nuovo e moderno ‘ritratto’ dell’eterocromatina costitutiva mette in luce aspetti fino ad oggi trascurati dalla comunità scientifica che potrà avere ricadute importanti non solo in ambito sperimentale ma anche in ambito didattico.
La presenza di geni funzionali nell’eterocromatina di molti organismi, compreso l’uomo, sottolineano l’importanza dei risultati ottenuti, che potranno in futuro facilitare la comprensione del funzionamento di molti geni legati a patologie umane, comprese quelle tumorali, legate ad un alterata conformazione della cromatina” conclude la nota.

PROFESSORE SULPIZIO NEL TEAM RICERCA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO

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L’Università degli Studi di Bari conquista ancora una volta un posto tra le pagine della prestigiosa rivista Nature grazie ad uno studio sui cambiamenti climatici svolto da un team scientifico internazionale di cui fa parte il professore Roberto Sulpizio del  Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali.
L’articolo dal titolo “Mediterranean winter rainfall in phase with  African monsoons during the past 1.36 million years”, disponibile al  link: https://www.nature.com/articles/s41586-019-1529-0, è frutto di  un’importantissima ricerca volta a ottenere nuove informazioni  sull’età e l’origine del lago di Ohrid (Ocrida), sulla storia del clima nella Regione del Mediterraneo settentrionale e sulle ragioni dell’elevato grado di endemismo e biodiversità.
“Il lago di Ohrid – si legge nella nota – è uno dei maggiori laghi della penisola balcanica ed  è considerato uno dei più antichi della Terra e appartiene per circa due terzi alla Macedonia del Nord e per il resto all’Albania. Il lago, inoltre, è famoso per la sua eccezionale biodiversità, con oltre 300 specie animali e vegetali uniche al mondo” si legge nella nota.

“Il lavoro sul campo è cominciato nel 2013 ed è stato svolto all’interno dell’International Continental Drilling Program (ICDP). Del consorzio fanno parte la German Research Foundation (DFG), il Ministero tedesco dell’Istruzione e della Ricerca (BMBF), l’Università di Colonia e altri istituti di ricerca nazionali ed internazionali – continua la nota – Ci sono voluti cinque anni e l’uso di sofisticate tecnologie di perforazione per analizzare i nuclei dei sedimenti recuperati, permettendo così ai ricercatori di individuare l’esatta datazione del lago di Ohrid che risale a 1,36 milioni di anni fa e da allora esiste ininterrottamente. L’ampia successione dei sedimenti prelevati e il contenuto di polline rinvenuto nei carotaggi hanno permesso al team di studiosi di ricostruire la storia degli eventi climatici nella regione del nord del Mediterraneo. I risultati della ricerca mostrano un aumento delle precipitazioni nel periodo autunnale e invernale, legato ad un riscaldamento delle temperature superficiali del Mar Mediterraneo che si verifica durante i periodi caldi e interglaciali. Effetti simili potrebbero derivare dal recente riscaldamento climatico di origine antropica e, in questo contesto, i nuovi risultati del lago di Ohrid potranno rivelarsi utili per prevedere e interpretare gli scenari climatici futuri”.

CONVENZIONE COMUNE TARANTO-UNIBA, DECISIONI CABINA REGIA

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La cabina di regia, riunitasi il 5 settembre, alla presenza del sindaco e del direttore generale del Comune di Taranto e dei rappresentanti dell’Università di Bari, ha avviato i lavori per l’attuazione delle iniziative previste dalla convenzione finalizzata a rafforzare la formazione e la ricerca nel territorio Jonico, con un finanziamento di 1,2 milioni di euro. Numerosi gli interventi programmati, molti quelli già in corso di realizzazione. Lo comunica Uniba. Il sindaco Rinaldo Melucci ha espresso il proprio compiacimento per l’attivazione, presso la sede di Taranto, del canale formativo del corso di laurea a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, da lui fortemente voluto e posto alla base dei rapporti convenzionali con l’Università di Bari. Si è trattato di un bell’esempio di collaborazione interistituzionale, che vede coinvolti Regione, Comune, Università e gli ambiti territoriali della sanità.
Già dall’anno 2019/2020, ben sessanta studenti potranno frequentare il corso di laurea in Medicina e Chirurgia direttamente a Taranto, senza essere costretti a migrare presso sedi distanti dalla città.
Inoltre, ben 120 studenti che si immatricoleranno ai corsi di laurea presso la sede di Taranto nell’anno accademico 2019/2020, potranno usufruire di un bonus per l’acquisto di libri di 250 euro, grazie all’apposito stanziamento di 30 mila euro.
Melucci evidenzia “l’importante sforzo profuso, che consentirà ad un numero considerevole di famiglie di studenti iscritti a Taranto, alle prese con la difficile condizione congiunturale ed occupazionale del Paese e in particolare del Mezzogiorno, di poter beneficiare di un importante contributo per la frequenza dei percorsi formativi universitari”. Per gli immatricolati degli anni accademici 2019/2020 e 2020/2021, la convenzione prevede, a tale titolo, un ulteriore contributo finanziario di 60 mila euro. Si tratta, si legge nella nota dell’Ateneo pugliese, di un importante impegno a favore della comunità accademica, soprattutto se rapportato ai poderosi tagli che il finanziamento statale del sistema della ricerca e delle università ha registrato negli ultimi anni.
La cabina di regia ha stabilito che il riconoscimento del bonus libri terrà conto, per il 50%, del criterio del merito e, per il 50%, della condizione economico patrimoniale dello studente, rilevabile mediante l’ISEE. Più in particolare, merito: sarà preso in considerazione il voto del diploma di istruzione secondaria di secondo grado, purché non inferiore a 70/100 o a 42/60; ISEE: saranno presi in considerazione, al fine della individuazione dei beneficiari, gli studenti con ISEE non superiore a 50 mila euro. Spataro, in rappresentanza dell’Università di Bari, fa sapere che “sarà stilata apposita graduatoria, sulla base dei predetti criteri, e il bonus sarà riconosciuto fino a concorrenza del numero di quelli erogabili, pari a 120, su un numero stimato di circa 700 immatricolati”.
La cabina di regia ha analizzato gli ambiti di interesse scientifico sui quali la collaborazione con l’Ateneo barese potrà essere rafforzata, avviando un confronto sulle ulteriori misure previste dalla convenzione, tra le quali, fa sapere il direttore generale del Comune di Taranto: il sostegno ai corsi post lauream e di formazione ai dipendenti del Comune di Taranto, con un finanziamento di circa 30.000 euro; premi di laurea, con un finanziamento di 30.000,00 euro.
Il professor Notarnicola, in rappresentanza dell’Università di Bari, ha evidenziato come “la compartecipazione finanziaria del Comune di Taranto stia altresì trovando attuazione attraverso i bandi di concorso per la copertura delle posizioni di ricercatore, finanziati dalla convenzione, esprimendo il ringraziamento, anche da parte del nuovo Rettore eletto, Stefano Bronzini, per l’importante contributo assicurato dallo stesso Comune, che per tali ricercatori ammonta a circa 725 mila euro. Essi andranno ad aggiungersi agli altri ricercatori che, grazie al contributo comunale di 300 mila euro, potranno proseguire la propria attività per un ulteriore biennio”.

UNIBA PARTECIPA A BANDO SERVIZIO CIVILE

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Anche l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro partecipa al bando per la selezione di 39.646 volontari per progetti Servizio civile universale in Italia e all’estero la cui scadenza è prevista per le ore 14 di giovedì 10 ottobre 2019, rivolto ai giovani dai 18 ai 29 anni non compiuti. L’Ateneo pugliese è da 10 anni Ente accreditato di I classe nell’Albo nazionale della presidenza del Consiglio dei ministri e, quest’anno, ha avuto approvato e finanziato i seguenti progetti di Servizio civile. In Italia: BIBLIOUNIBA (49 posti) e DIVERSAMENTE CIVILI (37 posti). Entrambi i progetti avranno come sede le biblioteche e gli uffici dislocati presso le varie strutture universitarie di Bari e Taranto.
All’estero: Israele (Gerusalemme) – VOL@UNIBA_ISRAELE (8 posti),
Perù (Lima), Ecuador (Quito) e Brasile (Belo Horizonte) – VOL@UNIBA_SUDAMERICA (14 posti), Repubblica di San Marino –  VOL@UNIBA_SANMARINO (4 posti)
I giovani interessati devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma “Domanda On Line (DOL)” raggiungibile tramite PC, Tablet e Smartphone all’indirizzo: https://domandaonline.serviziocivile.it
Per tutti i progetti il candidato deve specificare sulla domanda di partecipazione il progetto scelto e indicare un’unica sede di attuazione. Per ulteriori informazioni: https://www.uniba.it/studenti/servizio-civile-universale/servizio-civile

PRESENTATO IL PROGETTO “PECCEI” SULLA SOSTENIBILITÀ

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“L’Università di Bari si sta posizionando in maniera importante, in un quadro nazionale, tra le più attive nell’ambito della sostenibilità”. Lo ha detto in occasione della presentazione del progetto “PECCEI – Partenariato Euromediterraneo per la CirCular Economy e l’Innovazione” il referente scientifico per l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, il professore Giuseppe Pirlo.
Finanziata dal ministero dell’Istruzione, l’iniziativa intende favorire la crescita in sostenibilità di UniBa e del territorio pugliese, mettendo in atto interventi formativi, di ricerca e di terza missione e avviando la creazione di Knowledge for Sustainability HUB (KSH) diffusi, intesi come spazi informativi e di confronto indirizzati alle imprese, ai giovani italiani e stranieri presenti sul territorio pugliese e nei territori dell’Area Euromediterranea con cui l’Università di Bari ha già avviato percorsi, progetti, processi e iniziative comuni sul tema prioritario dell’economia circolare.

PECCEI – coordinato dal Centro per la Sostenibilità e dal Centro per l’Innovazione e la Creatività dell’Università degli Studi di Bari – quindi si propone di creare tre Knowledge Sustainability Hub sui temi dell’Economia Circolare in tre Paesi dell’Area Euromediterranea e in partenariato con altre Università; Formare 50 Sustainability Manager di Ateneo, in collaborazione con la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS) e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS); attivare occasioni di animazione territoriale sui temi di ambiente ed Economia Circolare.
“La sostenibilità – ha aggiunto il professore Pirlo – rappresenta l’unico modo per avere la proiezione di un futuro possibile, anche perché coinvolge tanti temi che vanno da quello dell’uso adeguato delle tecnologie, all’ambiente, all’economia. Quindi l’Università, che come quella di Bari è un mega ateneo e raccoglie molte anime, è il luogo privilegiato per discutere questi temi, perché quello che si sta scegliendo è un modello di futuro”.

“Non sappiamo con esattezza quello che è l’obiettivo finale, noi dobbiamo scegliere un nostro modello per sviluppare una sostenibilità adeguata a questo luogo. E’ una ricerca dunque. L’Università di Bari è impegnata in ambiti formativi, di ricerca e di trasferimento tecnologico nell’ambito della terza missione ed è anche bello che sia un azione fatta con particolare riferimento al bacino del Mediterraneo. E’ interessante in qualche modo, dunque, che l’Università diventi un’istituzione privilegiata per portare avanti i discorsi sulla sostenibilità” conclude.

RICERCATORE A SARAJEVO PER STUDIO ALGORITMI SU MALATTIE CARDIOVASCOLARI

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I ricercatori dell’Università di Bari sempre più protagonisti in Europa. Un giovane ricercatore, il dottor Gianvito Pio, è stato ospite dell’International University of Sarajevo come “trainer” ad una scuola che ha visto coinvolti un gruppo di ricercatori di machine learning (apprendimento automatico) e di biologia, nonché di trenta studenti. Dal 2 al 4 settembre il giovane ricercatore barese è stato ospite in Bosnia-Erzegovina per portare il contributo della ricerca barese nell’ambito del progetto COST “Statistical and machine learning techniques in human microbiome studies” (tecniche di statistica e apprendimento automatico negli studi sul microbioma umano).
La ricerca innovativa vede biologi e informatici lavorare insieme per un importante studio che avrà interessanti conseguenze in campo medico. Il microbioma è il patrimonio genetico dei batteri ospitati dagli uomini, in particolare nell’intestino. La ricerca ha come obiettivo la definizione di metodi in grado di diagnosticare o addirittura prevedere l’insorgere di determinate malattie, quali il diabete mellito di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. Essa è basata sulla correlazione tra la presenza di questi batteri e il verificarsi di alcune malattie.

Il dottor Pio, neo-ricercatore e membro del gruppo di ricerca KDDE (Knowledge Discovery and Data Engineering) dell’Università di Bari, è stato quindi il trainer di un nutrito gruppo di studiosi convenuti a Sarajevo per una “training school” sul “machine learning for microbiome”, una scuola destinata alla formazione di esperti con una duplice formazione, in ambito genomico e di intelligenza artificiale.
“Si parte dai dati forniti dai biologi – si legge nella nota –  Su persone malate di questa o quella patologia, vengono fatte analisi per conoscere il microbioma che ospitano. Così sarà possibile creare modelli predittivi, che dicano quanto è probabile che una persona si ammali in futuro. Il ricercatore Gianvito Pio ha avuto il compito di spiegare i metodi avanzati sviluppati dal gruppo KDDE utili al raggiungimento di tale obbiettivo, in grado di raccogliere e affrontare le sfide tipiche dell’analisi dei dati biologici.
Questo lavoro fa parte di un progetto europeo del programma COST (European Cooperation in Science and Technology), che finanzia la formazione di reti scientifiche finalizzate alla ricerca e innovazione. Il progetto intende cercare di capire le importanti funzioni fisiologiche che svolgono i batteri. Per farlo occorre oggi stabilire un’altra simbiosi, quella fra i ricercatori che si occupano di microbioma e quelli che si occupano di apprendimento automatico”.

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