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CONVEGNO SUI RUOLI GIURIDICI NEL DIRITTO CIVILE DEL POSTMODERNO

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“Quello che presentiamo oggi è un convegno che rappresenta un punto di arrivo, ma anche di partenza, nella discussione del concetto temporale del Diritto Civile”. Queste le parole del neo eletto rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini in apertura del convegno “I ruoli giuridici nel diritto civile del postmoderno”, organizzato dal Comitato Regionale Notarile della Puglia e dall’Università degli Studi Bari. L’evento, che ha riunito docenti universitari, magistrati, avvocati, notai ed esperti, ha analizzato il rapporto tra legge e uomo di legge, quest’ultimo oggi, secondo le ultime teorie giusfilosofiche, chiamato non più a recepire materiale normativo affidato a una struttura di base rigida, ma a divenire sempre più tessitore di relazioni nel farsi mutevole del diritto come storia, per cui le tradizionali professioni giuridiche vanno ripensate. “Oggi cogliamo, inoltre, l’occasione di ricordare il professor Remigio Perchinunno, celebre studioso dell’Università di Bari. Cosìi, in questo incontro, si vuole porre in discussione il concetto temporale del Diritto Civile”.

Il convegno, ha voluto sottolineare Bronzini, “è una svolta importante per la nostra Università e per il pensiero sul diritto civile” perché “tutto è in evoluzione. Così questa spinta dal basso per intervenire su provvedimenti che spesso si accavallano – ha continuato –  ha residenza oggi nell’Università, cioè nei luoghi di ricerca”. Secondo le linee tracciate dall’incontro, il professore di diritto assume un ruolo nuovo: “La domanda che ci poniamo oggi – ha concluso il rettore dell’Ateneo barese – è quando inizia il postmoderno, e dopo anni di studio ho pensato che le modificazioni sono talmente lente che l’intelligenza della ricerca è anticipare l’evoluzione. Per questo credo che riflettendo su questo concetto, dal punto di vista giuridico, si sappia tracciare una linea dialettica di continuità tra passato, presente e futuro. Se si saprà lanciare questo concetto, credo che questo convegno avrà raggiunto più di un obiettivo”.

IN PUGLIA 230MILA EURO DA FONDAZIONE TELETHON

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Sono stati selezionati i vincitori del bando di concorso 2019 promosso dalla Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. In Puglia sono stati finanziati due progetti di ricerca che hanno ottenuto fondi per un totale di 230mila euro.
 gruppi di ricerca che hanno ottenuto fondi, dopo un’attenta selezione della Commissione medico-scientifica composta da 30 scienziati di statura internazionale provenienti da diversi Paesi del mondo per garantire l’oggettività della scelta, sono quelli di Angela Corcelli del Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di Senso dell’Università di Bari e di Francesco Lasorsa dell’Istituto di Biomembrane, Bioenergetica e Biotecnologie Molecolari del Consiglio nazionale delle ricerchedi Bari.
All’Università di Bari Angela Corcelli coordinerà un progetto dedicato a indagare i meccanismi ancora poco conosciuti alla base della sindrome di Barth, una rara malattia genetica caratterizzata da cardiomiopatia, debolezza muscolare, affaticamento, neutropenia e difetti della crescita. Quello che ad oggi si sa è che la malattia è dovuta a mutazioni di un gene coinvolto nel metabolismo della cardiolipina, un componente essenziale delle membrane dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule.

Francesco Lasorsa del CNR sarà invece partner di un progetto coordinato da Barbara Monti dell’Università di Bologna il cui obiettivo è andare a fondo dei meccanismi patologici di una malattia genetica che colpisce il cervello già durante l’infanzia, l’encefalopatia da deficit di AGC1.
Nell’ambito del bando di concorso 2019 sono stati presentati 326 progetti, tutti sottoposti al vaglio della Commissione medico-scientifica della Fondazione che per la selezione si è avvalsa del metodo del peer review, ovvero “revisione tra pari”, lo stesso impiegato dalle riviste scientifiche internazionali per i lavori da pubblicare. Complessivamente sono 50 i gruppi di ricerca che hanno meritato un finanziamento, per un totale di oltre 11 milioni di euro destinati alla ricerca scientifica di eccellenza. Tutti i dettagli sono disponibili sul bilancio di missione pubblicato sul sito www.telethon.it 
Dalla sua nascita, Fondazione Telethon ha investito in ricerca oltre 528 milioni di euro, ha finanziato oltre 2.630 progetti con oltre 1.600 ricercatori coinvolti e più di 570 malattie studiate. 

 

IL NEO RETTORE BRONZINI “PRIORITA’ STATUTO E GOVERNANCE”

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“Il risultato è sempre inaspettato e sono molto contento per essere sempre stato in testa, sin dal primo turno”. A distanza di quasi un mese da quel 5 luglio, giorno in cui ha avuto la meglio sul direttore del Dipartimento di Fisica, Roberto Bellotti, con oltre 854 preferenze e una percentuale pari al 54,62%, il nuovo rettore dell’Università degli Studi di Bari, Stefano Bronzini, ricorda la lunga campagna elettorale e inizia a delineare le prime sfide che a partire da ottobre lo vedranno in prima linea. “Devo dire – ha confessato – che mi aspettavo una campagna elettorale complicata (ci sono voluti tre turni di votazione e il ballottaggio per l’elezione, ndr), perché questa è in realtà la prima campagna elettorale dentro la ‘Legge Gelmini’ e questo si è visto nella frantumazione del dibattito: non più le facoltà, non più luoghi dove discutere”. Per Bronzini, che già sei anni fa aveva provato a diventare rettore, a convincere la realtà accademica (docenti, ricercatori, studenti, dottorandi, personale tecnico e amministrativo) a scrivere il suo nome nel segreto dell’urna è stata la sua esperienza profonda del mondo universitario.
“Penso – ha detto – che abbia contato molto l’esperienza di 14 anni negli organi centrali e quindi la conoscenza di quella che chiamano ‘la macchina’, che è semplicemente la nostra Università e anche alcune proposte che badavano alla concretezza. Particolarmente quella sul reclutamento e quella sugli investimenti futuri da fare nell’Università. E aggiungerei l’idea di ridare un ruolo all’Università di Bari all’interno del dibattito nazionale. Alle volte – ha sottolineato – si è fatta una campagna elettorale troppo nel cortile ed è bene invece sapere che si fa parte di un sistema”. Chiedergli come sarà l’Università di Bari sotto la sua guida è prematuro: “Questo – ha risposto – lo dirò fra sei anni. Adesso posso dire quali sono le mie speranze. Sicuramente un’Università che sia basata sulle regole, che cerchi di avvantaggiare le possibilità di crescita sia del personale tecnico-amministrativo, sia dei docenti e non ultimo della formazione dei miei studenti”.
Dal primo ottobre prossimo, Bronzini direttore del Dipartimento di Lettere Lingue Arti, Italianistica e Culture comparate, darà il via al suo mandato. “La prima cosa” che “farò” sarà quella di mettere su “un gruppo di lavoro sullo Statuto. Va rivisto completamente – ha spiegato – e va adattato alla legge 240. Credo che intervenire sullo Statuto e sulla governance sia fondamentale”. In secondo luogo, il neo rettore si attrezzerà “immediatamente con un gruppo di ricerca sulle linee di Horizon 2021. Credo che questi – ha spiegato all’Italpress – siano i due impegni che posso prendere sin da adesso”. Ci sono cose all’interno dell’Università che per il neo rettore vanno cambiate. “Non mi piace – ha detto – che l’Università abbia perso il senso della discussione e del dibattito. Conseguentemente molto spesso  nell’Università c’è un frazionamento tra discipline, settori, specialismi. Credo che in Italia dopo la legge 240 – ha sottolineato Bronzini – non si sia discusso di sistema, ma si sia discusso di sopravvivenza del sistema. Credo che adesso sia il momento di parlare invece dei saperi e del sapere, della conoscenza e della trasformazione della conoscenza negli ultimi tempi”.
“Lo specialismo – ha aggiunto – non è sempre un elemento positivo. Lo specialismo può essere un elemento positivo e questo lo si è visto nei nuovi settori scientifico-disciplinari emergenti”. Quanto al ruolo che in questi sei anni avranno gli studenti, Bronzini ha risposto: “Gli studenti sono parte dell’Università, quindi non avranno un ruolo specifico. Io ricordo che per legge – ha dichiarato – sono negli organi come Consiglio d’amministrazione e Senato accademico in proporzioni che la legge detta e per questo partecipano alle scelte. Io spero che abbiano un ruolo propositivo. Li vorrei un po’ più intraprendenti. Mi piacerebbe che gli studenti avessero il coraggio di rischiare, laddove noi per generazione, ruolo e spesso anche per tradizione, abbiamo un po’ di timore”.

UNIVERSITÀ E AZIENDE AL VIA UN PROGETTO EUROPEO SUL TRAPIANTO DI MICROBIOTA

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Una collaborazione italo-francese tra mondo accademico e industria farmaceutica, che nasce con l’obiettivo di approfondire l’innovativa tecnica del trapianto di microbiota intestinale, in particolare per la Malattia Renale Cronica: con queste premesse, è stata da poco avviata la fase 1 del progetto vincitore del bando nazionale PON “Dottorati innovativi a caratterizzazione industriale”.
Il progetto coinvolge la sezione Nefrologia, Dialisi e Trapianti del Dipartimento DETO dell’Università di Bari (diretta dal professore Loreto Gesualdo), l’Università di Lione e l’azienda farmaceutica Farmalabor, e si concentra su tematiche sempre più presenti nella letteratura scientifica e sui media: l’importanza dell’intestino come “secondo cervello” e il rapporto tra microbiota e qualità della vita.
Molte patologie, tra cui la Malattia Renale Cronica (MRC), presentano un’alterazione (disbiosi) dell’ecosistema intestinale. Il progetto tratterà tale alterazione con la procedura del “trapianto di microbiota” o “batterioterapia”, una strategia clinica che si sta sperimentando con successo a livello globale ma non era mai stata applicata alla MRC: un campione di flora batterica di un individuo sano sarà trasferito in modelli animali di Malattia Renale, per ottenere un ripristino dell’equilibrio intestinale e ridurre il rischio di progressione e complicanze.

Ulteriore elemento innovativo sarà la sperimentazione di una nuova procedura di trapianto: il risultato di tale sperimentazione sarà una procedura mini-invasiva di somministrazione orale, tramite capsule di microbiota purificato, che potrebbe sostituire – migliorandola – la tradizionale invasività delle procedure attuali. Ed è proprio in questa prospettiva che si inserisce la sinergia fruttuosa tra Università e aziende: l’obiettivo a medio termine sarà la
realizzazione su scala industriale (affidata a Farmalabor) di un prodotto farmaceutico che potrebbe essere destinato anche ad altre patologie che alterano la flora batterica, quali diabete, obesità e malattie autoimmuni. Sarà un giovane ricercatore pugliese (il dottore Gianvito Caggiano) che, sotto la guida del team Ricerca & Sviluppo Farmalabor, si occuperà della fase di progettazione e produzione delle capsule.
Un importante passo avanti nelle aree della medicina e delle biotecnologie, che conferma la Puglia come eccellenza nella ricerca e nell’innovazione in tema di salute.

STUDENTE INFORMATICA TRA VINCITORI LOOP Q PRIZE 2019

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Gianluca Pagliara, studente presso il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha conseguito il terzo premio nell’edizione 2019 della competizione internazionale Loop Q PRIZE 2019, aperta agli studenti italiani, annunciata a San Francisco a maggio e la cui cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 5 luglio a Milano.
La challenge è promossa e sponsorizzata annualmente da Loop AI Labs, azienda americana con sede nella Silicon Valley specializzata nel settore delle soluzioni per l’automazione intelligente in ambito industriale attraverso tecnologie di cognitive computing.
L’obiettivo della challenge è quello di promuovere la capacità di attrarre l’attenzione verso le tecnologie cognitive per favorire l’adozione di soluzioni innovative basate sull’intelligenza artificiale e il machine learning (apprendimento automatico).
La competizione si è svolta in due fasi: qualifying challenge e final challenge.

Dopo aver superato la fase di qualificazione preliminare, nella fase decisiva Gianluca Pagliara ha conseguito il terzo premio ideando, realizzando e dimostrando sperimentalmente l’efficacia di una soluzione basata su Deep Learning (apprendimento profondo) a uno dei problemi proposti: la produzione di recensioni riassuntive (summarization) generate automaticamente a partire da recensioni fornite da utenti reali. Si tratta di un sistema in grado di produrre modelli accurati attraverso rappresentazioni numeriche dei dati (embedding) senza richiedere impegnativi interventi umani per la loro elaborazione.
In particolare il sistema realizzato prevede tre fasi: pre-elaborazione; generazione automatica di sommari di recensioni individuali; estrazione dei sommari più rilevanti.
Dopo la prima fase di normalizzazione del testo (fino alla tokenizzazione), nella seconda fase il sistema si basa su un particolare tipo di rete neurale detto autoencoder; nella generazione dei sommari esso sfrutta embedding derivati sulla base di reti semantiche (ConceptNet) ed è stato addestrato su un dataset di recensioni messe a disposizione da note piattaforme di E-commerce. Nella terza fase il sistema riordina le recensioni riassuntive precedentemente generate in base alla loro similarità rispetto a una recensione-prototipo (centroide) che può essere calcolata sfruttando le proprietà composizionali delle rappresentazioni numeriche.

Gianluca Pagliara è uno studente del corso di laurea triennale in Informatica. Vincitore di una borsa di studio Erasmus+ TUCEP, ha iniziato sotto la supervisione del prof. Nicola Fanizzi il tirocinio presso il Department of Computer Science della University of Liverpool dove ha intrapreso lo studio sugli aspetti cognitivi dell’ingegneria delle ontologie e in particolare applicazioni dell’apprendimento automatico nell’ambito del Web Semantico utili al controllo della complessità delle descrizioni concettuali.
Il professore Nicola Fanizzi, supervisore del tirocinio, si è detto molto contento della ricettività da parte degli studenti delle nuove generazioni come Gianluca verso le challenge internazionali sia accademiche sia aziendali (sempre più frequentemente utilizzate dalle aziende per il reclutamento). Queste permettono loro di dimostrare lodevoli capacità di approfondimento individuale delle tematiche acquisite nei corsi, evidenziando anche autonomia e proattività nello sperimentare applicazioni delle tecnologie attuali.
“Partecipare a questa competizione mi ha permesso di avere uno stimolo in più per migliorare le mie conoscenze nel campo dell’AI. Al di là del premio, è stato gratificante, piacevole e altamente formativo mettersi in gioco. Ringrazio Loop AI Labs per la magnifica esperienza e il Professore Fanizzi per aver segnalato a noi studenti l’invito a partecipare” ha dichiarato a margine della cerimonia Pagliara.

STEFANO BRONZINI NUOVO RETTORE

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Stefano Bronzini è il nuovo rettore dell’Università di Bari. Il professore Bronzini ha ottenuto 854,24 voti, pari al 54,62%. Al ballottaggio Bronzini ha superato Roberto Bellotti che ha chiuso con 682,67 voti e il  43,56%. Ha votato l’81,75% degli aventi diritto (2.539 su 3.106) così suddivisi: 88,93 % Professori di ruolo e ricercatori (n. 1.237 su 1.391 aventi diritto);  82,22% Rappresentanti degli studenti e dei dottorandi nel Senato Accademico, nel Consiglio di Amministrazione e nei Consigli di Dipartimento (259 su 315 aventi diritto) 74,50% Personale tecnico amministrativo ed esperti linguistici e dirigente – con rapporto di lavoro a tempo indeterminato (1.043 su 1.400 aventi diritto).
Bronzini siccede ad Antonio Felice Uricchio.

“Sono molto orgoglioso della scelta che ha fatto l’Università, percepisco la responsabilità del ruolo, ma in questo momento c’è la felicità di aver trovato tanti colleghi, di qualsiasi ruolo e studenti che hanno trovato convergenza sul mio programma – commenta il nuovo rettore – Abbiamo molte cose da fare. molte sfide per il territorio, per la nostra Università e per il futuro di questa regione che – ha continuato – merita sicuramente un grande sviluppo. Colgo l’occasione – ha sottolineato il neo rettore – per fare gli auguri agli altri neo rettori e per ringraziare coloro che ci hanno lasciato il compito di portare avanti il sistema universitario pugliese”. 

Tra le priorità del neo rettore c’è quella dello Statuto.

“Dovremo iniziare subito – ha detto – rivedendo lo Statuto dell’Università di Bari, laddove si è interrotto un lavoro di una commissione che dobbiamo portare avanti. E – ha sottolineato – iniziare ad organizzare subito l’Università per quelle sfide che ci attendono, soprattutto per quella fondamentale che è Horizon 2021 e i progetti europei. Penso che su questo – ha ribadito – l’Università debba concentrarsi e recuperare il tempo, forse un po’ troppo lungo, che è stato dedicato a una campagna elettorale che oggi finalmente si è conclusa”.

 

NASCE LA SCUOLA CHE FORMA POLICY DESIGNER

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Il Centro di Eccellenza per l’Innovazione e la Creatività dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha promosso l’avvio della prima Scuola di Progettazione di Politiche innovative con il coinvolgimento dei cittadini. Il Direttore della scuola sarà Giuseppe Moro, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’UniBA.

Quattro le tematiche: rigenerazione delle città, nuove economie, politiche pubbliche, giustizia sociale.

L’obiettivo del Corso, al quale sarà possibile iscriversi entro l’8 luglio 2019, è formare figure di policy designer: professionisti in grado di guidare processi di costruzione di politiche pubbliche con la partecipazione dei cittadini; esperti in grado di partire dall’analisi condivisa dei problemi, individuare gli obiettivi da raggiungere e progettare le strategie d’intervento da attuare. Il corso si rivolge a tutti coloro che sono impegnati a vario titolo in ambito politico, ai funzionari pubblici, ai liberi professionisti nei settori della progettazione urbanistica e dello sviluppo economico e sociale, agli aderenti alle organizzazioni di partecipazione e ai cittadini che desiderano svolgere un ruolo attivo all’interno della società.

Il Corso consentirà a persone di diverso profilo  professionale di riflettere su temi strategici per lo sviluppo dei territori, studiare e sperimentare metodi scientifici per la costruzione di politiche pubbliche, conoscere politiche partecipate già realizzate a livello nazionale e internazionale, applicare in contesti attuali le competenze acquisite.

Il corso di alta formazione, organizzato in incontri/dibattiti/laboratori, è suddiviso in 4 sessioni corrispondenti ai seguenti  4 ambiti socio-politici strategici, quali: la rigenerazione delle città in chiave sostenibile e durevole; le nuove economie nei processi di trasformazione urbana; le politiche pubbliche per superare le disuguaglianze e valorizzare le diversità; la giustizia sociale e diritti umani: conoscenza, etica e politica.

Il Corso si sviluppa in 4 fine settimana tra settembre e ottobre 2019, a partire da venerdì 6 settembre, presso l’Aula BaLab “Guglielmo Minervini” al primo piano del Centro Polifunzionale Studenti (ex Palazzo Poste) dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, in Piazza Cesare Battisti, 1 a Bari. 

 

URICCHIO SALUTA “PORTO CON ME UN PATRIMONIO DI RICORDI”

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“Porto con me un patrimonio ricchissimo di ricordi e di esperienze, ma soprattutto di affetto che percepisco ancora, anche attraverso la larga partecipazione di oggi al saluto”. Così il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio, che stamattina ha salutato nell’aula magna dell’Ateneo la comunità accademica. Dopo sei anni, Uricchio lascia la guida dell’Università e vola a Roma. “Inizio questo nuovo impegno nell’ANVUR, l’agenzia nazionale di valutazione dell’Università e della ricerca e – ha detto – porterò il mio entusiasmo la mia passione e anche questo forte sentimento di comunità che l’Università di Bari mi ha trasmesso”. Tra i ricordi di questi anni che Uricchio custodirà e che definisce “momenti incredibili”, ci sono sicuramente “la presenza del presidente Mattarella con il quale abbiamo inaugurato e riaperto l’Aula Moro, le feste con gli studenti, i momenti anche belli che in questi anni ci hanno accompagnato nell’apertura dell’Università alla città, attraverso un’integrazione forte”.
Un bilancio quindi positivo, quello del rettore “sia dal punto di vista personale che come istituzione universitaria. Per me – ha sottolineato Uricchio – c’è la soddisfazione in questi anni di avere contribuito alla crescita del nostro Ateneo, ma soprattutto per la gratificazione che mi è stata resa dagli studenti, dai colleghi, con i quali abbiamo anche affrontato momenti difficili ma soprattutto poi abbiamo anche avvertito questo forte sentimento di appartenenza e di orgoglio. I risultati raggiunti – ha aggiunto – ci vengono anche riconosciuti da istituzioni terze che credo abbiano avuto un ruolo particolarmente positivo sia sotto il profilo finanziario, perché l’università di Bari è stata anche premiata da risorse addizionali, ma anche dalle procedure di reclutamento che hanno visto l’Università di Bari tra i migliori atenei del nostro paese”.
Tra le soddisfazioni maggiori del rettore, l’essere “riusciti a risanare i conti e rendere virtuoso l’Ateneo di Bari dal punto di vista finanziario o anche la B, pienamente soddisfacente attribuita dall’ANVUR all’Università, unico Ateneo meridionale. Un riconoscimento particolarmente importante – ha spiegato Uricchio – che ci inorgoglisce e dà anche il senso di un impegno che in questi anni si è reso tangibile e concreto. Io mi auguro che questo percorso possa continuare e che l’Università possa raggiungere risultati ancora più ambiziosi. Ci sono sicuramente molte aree in cui il lavoro da compiere deve essere implementato: l’area della internazionalizzazione, della Terza missione. Ma credo che questa Università – ha concluso – abbia la forza è la capacità di affrontare queste nuove sfide”.

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