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Rivista medica Bicocca 1^ al mondo tra quelle specializzate in terapia intensiva

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MILANO (ITALPRESS) – Con un Impact Factor 2021 pari a 41.787, la rivista medica Intensive Care Medicine si colloca al secondo posto al mondo tra le pubblicazioni della categoria Critical Care, al primo tra quelle che trattano solo argomenti di terapia intensiva. Il dato diffuso dal Journal Citation Report attesta la crescita del valore della rivista diretta dal professor Giuseppe Citerio, che dal 2019 ha sede presso l’Università di Milano-Bicocca. L’incremento dell’IF è un importante riconoscimento per il lavoro svolto dal comitato editoriale composto composto da Silvia Malosio, Valeria Brancolini e Alessia Vargiolu, e da tutto il team di autori, revisori ed editori che è riuscito a garantire un lavoro di elevata qualità nonostante un’attività professionale resa più gravosa dall’impegno in prima linea sul fronte della pandemia.
“Gli ultimi due anni – sottolinea Citerio, professore afferente al Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università Milano-Bicocca – sono stati straordinari sotto molti aspetti, inclusa la letteratura medica. Nonostante le sfide della pandemia, che hanno colpito il cuore stesso della nostra professione, Intensive Care Medicine ha mantenuto la sua mission, assicurandosi che le linee guida essenziali e gli articoli di ricerca fossero pubblicati in modo tempestivo per assistere la nostra comunità durante questa crisi. Nel febbraio 2020, quando la malattia non si era ancora diffusa in Europa, ICM è stata una delle prime riviste a pubblicare una lettera dei nostri colleghi cinesi che descrivevano le caratteristiche dei pazienti affetti da malattia da COVID-19 in Terapia Intensiva”.
“Il prestigio acquisito dalla rivista Intensive Care Medicine, attestato dall’IF ottenuto, è per noi motivo di grande soddisfazione – afferma la rettrice Giovanna Iannantuoni -. Solo mettendo tempestivamente a disposizione della comunità scientifica ricerche solide è possibile progredire in tutti i settori. In campo medico, ICM ha offerto un prezioso contributo in un momento di grande incertezza dovuto al nuovo coronavirus e continua a farlo in un settore delicato come quello delle Critical Care. E questo è il frutto del lavoro rigoroso di chi conduce le ricerche e di chi ne cura la revisione e la pubblicazione”.

-foto agenziafotogramma.it-
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Nasce “Oceano verticale”, patto Bicocca-Maldive per la biodiversità

MILANO (ITALPRESS) – Dodici miglia di risorse marine, dalla costa alla scogliera corallina, e otto chilometri di biodiversità verticale, dalle profondità dell’oceano fino alla colonna d’aria popolata dai volatili. Con il progetto “Oceano verticale” l’Università di Milano-Bicocca e il governo delle Maldive rivoluzionano il concetto di parco marino e stringono un’alleanza per la protezione dell’ecosistema dell’arcipelago. Verrà firmato oggi pomeriggio, nel corso della Ocean conference di Lisbona organizzata dalle Nazioni Unite, l’accordo tra l’ateneo milanese e il ministero dell’Ambiente, dei cambiamenti climatici e delle tecnologie della Repubblica delle Maldive per la salvaguardia e lo sviluppo sostenibile dell’ambiente marino nel cuore dell’Oceano Indiano. La partnership, nei prossimi tre anni, vedrà impegnato un team di oltre 20 scienziati provenienti dall’Università Bicocca nello studio degli habitat delle 1192 isole coralline degli atolli.
L’obiettivo è quello di mettere a punto un metodo scientifico utile a preservare le aree marine e costiere maldiviane, identificando quelle che necessitano maggiormente di protezione. L’equipe della Bicocca potrà contare sul lavoro del governo delle Maldive che garantirà il supporto nella mappatura delle aree marine da salvaguardare e di quelle già esistenti e coordinerà i programmi e le iniziative di sensibilizzazione della popolazione relative alle aree protette. I monitoraggi saranno eseguiti da rappresentanti di entrambe le parti dell’accordo. Questo intenso sforzo di collaborazione tra l’Università Bicocca e il governo maldiviano aumenterà la capacità di quest’ultimo, così come quella degli stakeholder coinvolti, di gestire i dati raccolti ed implementare le decisioni che ne derivano. Inondazioni costiere, acidità degli oceani e innalzamento del livello del mare sono solo alcune delle condizioni che minacciano le isole.
“L’impatto di questi cambiamenti ha spinto scienziati e istituzioni a cambiare prospettiva verso un approccio verticale – spiega Paolo Galli, coordinatore scientifico dell’accordo e ecologo di Milano-Bicocca – le basse isole maldiviane e gli elementi naturali circostanti, ossia le acque marine e l’atmosfera, vanno considerati come una singola unità dello stesso ecosistema”. Proteggere l’ambiente come un ecosistema unico, dalle spiagge dove le tartarughe depongono le uova alle scogliere coralline fino ai mangroveti, questo è il focus dell’accordo tra le due istituzioni che si innesta nel solco di una collaborazione di lungo corso. “Con il patto siglato oggi l’Ateneo rafforza il suo impegno per la missione di difesa dei mari e della biodiversità – afferma la rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni -. Con questo obiettivo l’università schiera al fianco del governo delle Maldive tutte le sue competenze: non solo i biologi marini, ma anche psicologi, geologi, geografi e giuristi saranno coinvolti nella messa a punto di strategie in grado di garantire la resilienza di questo delicato e prezioso ecosistema”.

– foto ufficio stampa Milano-Bicocca –
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Dal cosmologo di fama mondiale al nuovo telescopio, Giornata dell’astrofisica con Carlos Frenk

MILANO (ITALPRESS) – Al mattino una lecture di Carlos Frenk, cosmologo di fama mondiale e professore della  Università di Durham (Regno Unito), che sarà protagonista anche di un dialogo con la rettrice Giovanna Iannanutoni. Al pomeriggio, per i più piccoli, visita alla scoperta del nuovo telescopio acquisito di recente dal dipartimento di Fisica dell’ateneo.Tutto questo è il Bicocca Astrophysics Day, la Giornata dell’Astrofisica in programma venerdì 1° luglio all’Università di Milano-Bicocca. Un evento aperto alla comunità accademica e alla cittadinanza, il cui programma è consultabile a questo link. L’evento del mattino si svolgerà presso l’Auditorium “Martinotti” dell’ateneo (Edificio U12 – via Vizzola 5, Milano) dove, tra le 10.15 e le 10.45, sarà possibile per tutti partecipare ad attività virtuali “cosmologiche”: grazie a un’installazione interattiva si potrà affrontare un viaggio all’interno del nostro universo. Alle 11 la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni converserà con Carlos Frenk sull’importanza della scienza per la società. Alle 11.30 il professore di Fisica fondamentale all’Università di Durham terrà una prolusione dal titolo “How our universe was made: all from nothing” (traduzione: “Come è nato il nostro universo: tutto dal nulla”).  Nel pomeriggio, invece, sono previste attività per i più piccoli, alla scoperta del nuovo telescopio, acquisito di recente dal dipartimento di Fisica dell’ateneo. Carlos Frenk, 71 anni,  è un cosmologo messicano-britannico di fama internazionale. È professore di Fisica Fondamentale e fondatore dell’Istituto di Cosmologia computazionale all’Università di Durham (Regno Unito). I suoi principali interessi riguardano i campi della cosmologia, della formazione delle galassie e delle simulazioni al computer della formazione delle strutture cosmiche. È membro della Royal Society, la più antica società scientifica inglese, e nel 2017 è stato insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico “per i servizi resi alla cosmologia e alla divulgazione pubblica della scienza di base”.

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-foto Ufficio Stampa Università Milano-Bicocca –

Sanità, Guido Grassi (Bicocca) presidente Società Europea Ipertensione

Il professor Guido Grassi è stato nominato presidente della European Society of Hypertension. Professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università Milano-Bicocca, direttore della Divisione di Clinica Medica dell’Ospedale San Gerardo di Monza e direttore della Scuola di Specialità di Medicina Interna, il professor Grassi è anche coordinatore del Dottorato di Ricerca in Sanità Pubblica di Milano-Bicocca. Il nuovo incarico, che si affianca a quello di presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, gli è stato conferito nel corso del 31esimo congresso della Esh, che si è svolto ad Atene dal 17 al 20 giugno scorsi. Nell’ambito dell’attività di ricerca, il professor Grassi è autore di oltre 700 lavori pubblicati sulle maggiori riviste scientifiche internazionali. Per la sua attività professionale è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti tra cui il Paul Korner Award nel 2007, il Bjorn Folkow Award nel 2009 e il Talaj Zein Award dell’European Society of Hypertension nel 2017. Fondata nel 1982, la Esh riunisce le società europee e dei Paesi dell’Est Europa allo scopo di divulgare le conoscenze scientifiche sull’ipertensione. Periodicamente aggiorna le linee guida per il trattamento della patologia. “Dai lavori del congresso di Atene, a cui hanno preso parte 3.500 ricercatori e clinici, è emerso che in tanti Paesi non si riesce ancora a tenere sotto controllo la pressione arteriosa, con tutte le gravi conseguenze cerebrali, coronariche e renali che questo comporta”, osserva il professor Grassi. E aggiunge: “In molti casi è necessario assumere più di un farmaco per riportare i valori a livelli accettabili e questo fa aumentare i rischi di effetti collaterali. Sia da parte dei pazienti che degli stessi medici c’è, quindi, una tendenza a contenere l’impiego dei farmaci, cosa che rende più difficile raggiungere l’obiettivo. È uno degli aspetti su cui dobbiamo lavorare”. Rispetto alla nomina decisa dall’assemblea dell’Esh, il neo presidente Grassi commenta: “Quello che mi è stato conferito è un incarico di prestigio, ma che al tempo stesso richiede grande impegno. Dopo i due anni di emergenza pandemica dobbiamo adoperarci per intensificare gli scambi scientifici che c’erano prima e per coinvolgere sempre più ricercatori nello studio dell’ipertensione arteriosa e della relazione con le patologie a cui spesso è associata”. “La nomina avvenuta nel corso del congresso della Esh – sottolinea la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni – rappresenta un’importante attestazione, da parte di clinici e ricercatori di tutta Europa, della qualità delle attività condotte dal professor Grassi. Per Milano-Bicocca è motivo di orgoglio poter offrire il proprio contributo a queste attività”. “La scelta ricaduta sul professor Grassi è l’ennesima riprova dell’eccellenza della Clinica Medica da lui diretta presso l’Ospedale San Gerardo di Monza. Mi congratulo con lui – aggiunge il Direttore Generale della Asst Monza Silvano Casazza – per l’importante e prestigiosa carica che andrà a rivestire, come pure per l’impegno e la passione con la quale il professore guida la nostra Divisione Medica. Formulo i miei migliori auguri di buon lavoro al neoeletto Presidente, nella certezza che nel corso del mandato proseguirà il suo impegno, portando in Europa anche l’esperienza del nostro ospedale”. (ITALPRESS).

 

Photo credits Ufficio Stampa Università Bicocca

Uno studio dell’Università Milano-Bicocca per migliorare le competenze sociali e emotive

MILANO (ITALPRESS) – Attraverso attività mirate che coinvolgono docenti e studenti è possibile incrementare le loro competenze sociali ed emotive. Lo dimostrano i dati raccolti al termine della fase di sperimentazione di PROMEHS – Promoting Mental Health at Schools. Il progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea all’interno dei Bandi Erasmus+ è stato condotto in sei Paesi (Croazia, Grecia, Italia, Lettonia, Portogallo, Romania) ed ha interessato diecimila studenti e i loro insegnanti. In Italia sono stati coinvolti 1.400 studenti, dalla Scuola dell’Infanzia alla Secondaria di II grado, e 500 insegnanti della Lombardia e del Piemonte. A realizzare lo studio è stata una rete internazionale di autorità pubbliche, network scientifici e associazioni di cui l’Università di Milano-Bicocca è capofila. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: quello sperimentale, che ha preso parte alle attività di PROMEHS nell’anno scolastico 2020-21, e quello di controllo a cui, invece, la formazione è stata somministrata solo dopo aver raccolto i dati necessari per il raffronto. Le attività finalizzate alla promozione della salute mentale andavano dal disegno alla costruzione di storie, alla drammatizzazione. Nel percorso sono state coinvolte anche le famiglie dei ragazzi. Dai risultati delle prove effettuate prima e dopo la fase sperimentale è emerso che il tipo di intervento proposto è efficace anche in realtà socioculturali tra loro differenti come quelle dei sei Paesi coinvolti. I riscontri più marcati si sono avuti tra i docenti, in particolare per quanto riguarda l’auto-efficacia nella gestione della classe, ma anche tra gli studenti sono risultati evidenti effetti positivi nella capacità di comprendere le proprie e le altrui emozioni, con conseguente miglioramento delle relazioni interpersonali e della capacità di prendere decisioni. Per quanto riguarda i dati registrati in Italia, tra gli insegnanti coinvolti nella sperimentazione è stata osservata una forte crescita della resilienza rispetto al gruppo di controllo. Tra gli studenti, i miglioramenti più marcati sono stati rilevati tra i bambini di Scuola Primaria e i ragazzi della Secondaria di I grado, che hanno mostrato un incremento significativo soprattutto nella capacità di riconoscere le proprie emozioni. La presenza di comportamenti sociali positivi è aumentata in tutti gli studenti, in particolare quelli della Secondaria di I grado. È stata appurata, inoltre, una riduzione dei problemi di comportamento. I manuali messi a punto rappresentano un patrimonio: un vero e proprio curriculum evidence-based che potrebbe diventare uno strumento di supporto per gli insegnanti qualora – come auspicato dagli esperti coinvolti nel progetto – si dovesse decidere di inserire nei percorsi formativi la promozione della salute mentale. “I promettenti risultati della sperimentazione PROMEHS mostrano come sia possibile attuare un programma di intervento efficace che metta al centro la scuola come contesto privilegiato per promuovere la salute mentale”, spiega Ilaria Grazzani, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione di Milano-Bicocca e coordinatrice del progetto internazionale. Il team italiano, che si è avvalso della collaborazione del MIUR, dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, della Regione Lombardia e dell’Associazione Italiana di Psicologia, è composto anche da Veronica Ornaghi, Valeria Cavioni, Elisabetta Conte, Francesca Micol Rossi, Alessia Agliati e Sabina Gandellini.

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-foto agenziafotogramma.it –

Il premio Nobel per la Pace 2015 ospite a Milano-Bicocca

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MILANO (ITALPRESS) – Si è tenuto questo pomeriggio, all’Auditorium dell’Università di Milano-Bicocca, l’evento “Quale democrazia per quale pace?”, promosso dalla RUNI-Pace (Rete delle Università italiane per la Pace) e dal centro di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca Ciseps (Center for Interdisciplinary Studies in Economics, Psychology and Social Sciences), con la partecipazione della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti. Ospiti d’onore i membri del Quartetto del Dialogo Nazionale tunisino, Premio Nobel per la Pace nel 2015, per il ruolo di agevolatori nella costruzione della pace e nell’avanzamento del processo di transizione alla democrazia nella Tunisia post-Primavera araba.
Alla presentazione degli studi e delle ricerche di docenti, ricercatori e studenti dell’Università di Milano-Bicocca, riguardanti temi come la pace e la costruzione della democrazia in scenari di post-conflitto, è seguita l’intervista, condotta dal giornalista del Corriere della Sera, Giangiacomo Schiavi, e da due studenti neolaureati dell’ateneo, a tre dei quattro membri del Quartetto del Dialogo nazionale tunisino: Houcine Abassi, ex-Segretario Generale dell’Unione generale dei lavoratori tunisini, Mohamed Fadhel Mahfoudh, ex-Presidente dell’Ordine nazionale degli avvocati tunisini e Abdessatar Ben Moussa, ex-Presidente della Lega Tunisina dei Diritti dell’Uomo.
L’intervista è stata l’occasione per un confronto su un percorso di transizione alla democrazia complesso e ancora in fieri come quello tunisino.
La giornata si è chiusa con un dialogo tra Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, e il violinista Alaa Arsheed, rifugiato siriano, che, dopo avere raccontato la sua esperienza, ha suonato il Violino del Mare, lo strumento costruito dai detenuti del carcere di Opera con i legni dei barconi di migranti giunti a Lampedusa, grazie al progetto “Metamorfosi” portato avanti dalla Fondazione.
(ITALPRESS).

Milano-Bicocca, a un anno dal titolo lavora l’82,7% dei laureati

MILANO (ITALPRESS) – Il tasso di occupazione dei laureati di Milano-Bicocca sale ancora: a un anno dal conseguimento del titolo triennale l’82,7 per cento è impiegato, rispetto ad una media nazionale del 74,5 per cento e regionale del 79,1 per cento. Lo stesso trend positivo emerge dall’analisi dei dati dei laureati di secondo livello (corsi magistrali e a ciclo unico): a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’82,1 per cento, 7,5 punti in più del dato nazionale (74,6 per cento) e un punto in più del dato lombardo (81 per cento). Dati confermati a cinque anni dalla laurea: il tasso di occupazione sale al 91,8 per cento, 3,3 punti in più della media nazionale (88,5 per cento) e in linea con il dato regionale (91,1 per cento).
Sono questi i dati del placement di Milano-Bicocca registrati dal Rapporto 2022 sul Profilo e la Condizione Occupazionale dei laureati svolto dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea L’analisi – che è stata presentata oggi all’Università di Bologna – ha coinvolto 76 università aderenti al Consorzio.
Il Rapporto sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 12.512 laureati dell’Università di Milano-Bicocca, concentrandosi sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello del 2020 (rispettivamente 4.345 e 3.073 in tutto) e intervistati a un anno dal titolo, e di quelle dei laureati di secondo livello del 2016 (2.427) e intervistati dopo cinque anni.
Il 62 per cento dei laureati di primo livello ha deciso di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello.
Osservando chi invece non prosegue gli studi, a un anno del conseguimento del titolo, si riscontra un tasso di occupazione pari all’82,7 per cento (0,6 punti in più dell’anno precedente) mentre quello di disoccupazione è al 6,3 per cento (2,4 punti in meno dei laureati 2019). La riduzione del tasso di disoccupazione e l’aumento di quello di occupazione è il segnale della ripresa dopo le difficoltà di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro causato dalla pandemia di Covid-19.
Tra gli occupati, il 21,3 per cento prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 23,9 per cento ha invece cambiato lavoro, il 54,8 per cento ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 32,6 per cento degli occupati può contare su un lavoro a tempo indeterminato, mentre il 40,7 su un lavoro non standard (in particolare su un contratto a tempo determinato), il 9 per cento svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, etc.).
Il lavoro part-time coinvolge il 16,5 per cento degli occupati.
Per quanto concerne la componente retributiva il valore medio è di 1.365 euro mensili netti.
Tra i laureati nei corsi magistrali e a ciclo unico, a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 82,1 per cento (4,1 punti in più dell’anno precedente) e il tasso di disoccupazione è pari al 7,1 per cento (3,9 punti in meno del 2019). Anche in questo caso da notare il miglioramento dopo la pandemia di Covid-19.
Il 27,9 per cento prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 19,3 per cento ha invece cambiato lavoro ed il 52,8 per cento ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 33,4 per cento è stato assunto con contratto a tempo indeterminato mentre il 37,3 per cento svolge un lavoro non standard, l’8,2 per cento è impegnato in un’attività autonoma. Il lavoro part-time coinvolge il 16,9 per cento degli occupati e la retribuzione e? in media di 1.399 euro mensili netti.
A cinque anni dalla laurea, il tasso di occupazione si attesta al 91,8 per cento e quello di disoccupazione al 2,3 per cento. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 64,5 per cento, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 14,1 per cento. Svolge un lavoro autonomo il 15,9 per cento e il lavoro part-time coinvolge il 7,3 per cento degli occupati. Le retribuzioni arrivano in media a 1.679 euro mensili netti (124 euro in più del 2019).
Il settore economico di maggior impiego si conferma quello dei servizi che assorbe il 83,9 per cento dei laureati, mentre l’industria accoglie il 15,6 per cento degli occupati e decisamente marginale (0,3 per cento) è la quota di chi lavora nell’agricoltura.
Osservando invece le caratteristiche della popolazione dei laureati (triennali e magistrali) emerge una significativa presenza di giovani che provengono da studi liceali, il 72,2 per cento, seguiti da diplomati tecnici (23,3 per cento), una parte residuale riguarda giovani con diploma professionale. L’età media alla laurea e? 25,2 anni per il complesso dei laureati (24,2 anni per i laureati di primo livello e di 26,7 anni per i magistrali biennali). E’ importante considerare che non tutti i diplomati si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore, un fatto che certamente incide sull’età media alla laurea. Il 71,3 per cento (2,9 punti in più rispetto al 2020) dei laureati termina l’università in corso: in particolare e? il 69,6 per cento tra i triennali e il 75 per cento tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea e? 100,9 per i laureati di primo livello e 107,8 per i magistrali biennali.
Durante il percorso di studi ben il 74 per cento degli intervistati ha dichiarato di lavorare, un dato superiore di quasi 10 punti percentuali rispetto al dato medio nazionale, e il 49,6 per cento ha effettuato tirocini riconosciuti dal corso di laurea.
I laureati Bicocca hanno dato un giudizio certamente positivo del percorso fatto: il 92,3 per cento si dichiara complessivamente soddisfatto e il 75,7 per cento confermerebbe la scelta fatta.
“Anche quest’anno emerge un rapporto virtuoso tra Milano-Bicocca e il mondo del lavoro – ha detto Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università di Milano-Bicocca -. L’alto tasso di placement conferma la qualità della didattica, della ricerca e dei servizi di orientamento del nostro ateneo, uno stimolo ad andare avanti in questa direzione”.
“I dati del rapporto 2022 di AlmaLaurea relativi all’Università di Milano-Bicocca, – ha detto Mario Mezzanzanica, prorettore per l’Alta formazione e il job placement dell’ateneo milanese – mostrano segnali decisamente confortanti: nell’anno in cui la pandemia di covid è stata maggiormente significativa (rilevazione 2021 su laureati 2020) crescono i tassi di occupazione dei nostri laureati triennali e soprattutto magistrali (questi ultimi di oltre 4 punti percentuali). Un segnale molto confortante che manifesta la positiva risposta dei percorsi di studio del nostro Ateneo alla richiesta delle imprese di professionalità altamente qualificate. Professionalità che sono sempre più indispensabili per l’innovazione delle imprese, in un periodo di profondi cambiamenti economici e sociali”.

– foto: agenziafotogramma.it

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In Bicocca il Premio Nobel per la Pace 2015 e il Violino del Mare

MILANO (ITALPRESS) – I membri del Quartetto del Dialogo Nazionale tunisino, Premio Nobel per la Pace nel 2015, e il violinista Alaa Arsheed, rifugiato siriano, saranno gli ospiti speciali dell’evento “Quale democrazia per quale pace?”, organizzato giovedì 16 giugno all’Auditorium dell’Università di Milano-Bicocca (Via Vizzola 5, Milano, ore 14.15-18), dalla RUNI-Pace (Rete delle Università italiane per la Pace, promossa dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane) e dal centro di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca Ciseps (Center for Interdisciplinary Studies in Economics, Psychology and Social Sciences), con la partecipazione della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.
Dopo l’introduzione della rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, e del referente RUNI-Pace per l’ateneo, Roberto Cornelli, verranno presentati gli studi e le ricerche di docenti, ricercatori e studenti provenienti da diversi ambiti disciplinari (diritto, economia, storia, comunicazione) dell’ateneo, riguardanti temi come la pace e la costruzione della democrazia in scenari di post-conflitto.
Seguirà una intervista a tre dei quattro membri del Quartetto del Dialogo nazionale tunisino, Premio Nobel per la Pace nel 2015 per il ruolo di agevolatori nella costruzione della pace e nell’avanzamento del processo di transizione alla democrazia nella Tunisia post-Primavera araba: Houcine Abassi, ex-segretario generale dell’Unione generale dei lavoratori tunisini; Mohamed Fadhel Mahfoudh, ex-presidente dell’Ordine nazionale degli avvocati tunisini; Abdessatar Ben Moussa, ex-presidente della Lega Tunisina dei Diritti dell’Uomo.
La loro presenza sarà l’occasione per un confronto su un percorso di transizione alla democrazia complesso e ancora in fieri come quello tunisino.
Infine, interverrà il violinista Alaa Arsheed, rifugiato siriano, che, dopo avere raccontato la sua esperienza, suonerà il Violino del Mare costruito dai detenuti del carcere di Opera con i legni dei barconi di migranti giunti a Lampedusa, grazie al progetto “Metamorfosi” della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.

– foto ufficio stampa Bicocca –
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