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Uno studio, alcuni batteri alleati nella lotta al cambiamento climatico

MILANO (ITALPRESS) – Scoperto il meccanismo che consente agli enzimi presenti nel suolo in alcuni batteri di eliminare monossido di carbonio (CO) dall’atmosfera. Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con i colleghi dell’Università della Calabria e dell’Università di Lund, in Svezia, ha consentito di comprendere nel dettaglio in che modo questi enzimi trasformino il CO in biossido di carbonio (CO2). Un risultato che apre nuove prospettive per quanto riguarda la mitigazione delle emissioni di monossido di carbonio, con effetti benefici sia sulla qualità dell’aria che sul clima dato che questo gas, altamente tossico, contribuisce ad aumentare l’effetto serra.
Negli ultimi vent’anni, diversi studi sperimentali e teorici sono stati dedicati alla comprensione del processo di ossidazione del CO da parte di un particolare enzima contenente molibdeno e rame, chiamato MoCu CO deidrogenasi.
I meccanismi fin qui ipotizzati, tuttavia, riportavano alcune difficoltà nell’evoluzione del prodotto. Grazie all’esperienza maturata in precedenti attività di studio del sistema mediante modelli computazionali, il gruppo di ricercatori formato dal professor Claudio Greco, vicedirettore del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra, dal professor Ugo Consentino e dalla ricercatrice Anna Rovaletti dello stesso Dipartimento, dal professor Giorgio Moro del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze, nonchè dalla professoressa Emilia Sicilia e dalla dottoressa Alessandra Gilda Ritacca del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria e dal professor Ulf Ryde del Dipartimento di Chimica Teorica dell’Università della Lund University, è riuscito a riprodurre per la prima volta un meccanismo di reazione che concorda con i dati sperimentali riportati ad oggi. In particolare, è stato spiegato in che modo l’enzima MoCu CO deidrogenasi trasferisce dall’acqua un atomo di ossigeno trasformando il monossido in biossido di carbonio.
La CO2 prodotta viene utilizzata dagli stessi batteri e, quindi, non viene rilasciata nell’atmosfera.
Lo studio, dal titolo “Unraveling the Reaction Mechanism of Mo/Cu CO Dehydrogenase Using QM/MM Calculations” è stato pubblicato su ACS Catalysis (DOI: 10.1021/acscatal.2c01408).
“L’atmosfera contiene, in piccole proporzioni, vari gas dovuti sia a fonti naturali che a emissioni antropiche, come ad esempio proprio il CO – spiega il professor Greco -. Gli enzimi in grado di trasformare CO in CO2 sono presenti in diversi microrganismi del suolo e riescono a “consumare” circa il 15% del monossido di carbonio dell’atmosfera. La scoperta di dettagli fondamentali del funzionamento di questi enzimi segna il passaggio verso la possibilità di progettare composti che funzionano nello stesso modo e che potrebbero essere impiegati sia in sensori di nuova generazione per la rilevazione del CO sia per la riduzione delle emissioni di questo gas in processi industriali”.

– foto agenziafotogramma.it –
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A Milano-Bicocca un incontro sul tema “Giustizia e media” con Mentana e Salvi

MILANO (ITALPRESS) – È dedicato al rapporto tra giustizia e mondo dell’informazione il nuovo incontro organizzato dal Corso di dottorato in Scienze giuridiche dell’Università di Milano-Bicocca insieme con L.E.I. – Laboratorio di Ecologia dell’Informazione. Venerdì 10 giugno, alle ore 14.30, si terrà nella sala lauree del Dipartimento di Giurisprudenza (ed. U6-II piano) un incontro sul tema “Giustizia e media”. All’iniziativa prenderanno parte Glauco Giostra, ordinario di Procedura penale all’Università “La Sapienza” di Roma, il direttore del Tg La7 Enrico Mentana, il direttore di “Questione Giustizia” ed ex magistrato Nello Rossi e il procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi. I lavori saranno introdotti da Loredana Garlati, ordinario di Storia del Diritto medievale e moderno dell’Università di Milano-Bicocca, e moderati da Giulio Enea Vigevani, ordinario di Diritto costituzionale, Università di Milano-Bicocca e componente del comitato scientifico del progetto L.E.I..
Il progetto del Laboratorio di Ecologia dell’Informazione dell’Università di Milano-Bicocca prevede workshop destinati a studenti, dottorandi e giornalisti ed eventi aperti anche alla cittadinanza con personalità del mondo della cultura, professionisti dell’informazione e della comunicazione, ricercatori e divulgatori delle scienze, esperti di economia e geopolitica. L’evento in programma il 10 giugno sarà un momento di confronto alla ricerca di un punto di equilibrio tra le esigenze di pubblica informazione, riservatezza delle attività d’inchiesta e diritti dei cittadini sottoposti ad indagine.

I giornalisti interessati a partecipare possono richiedere l’accredito inviando, entro le ore 16 di mercoledì 8 giugno, una e-mail a: [email protected]. In ragione del limitato numero di posti e delle restrizioni Covid sono disponibili solo 15 accessi in presenza.
Sarà possibile seguire l’evento in streaming collegandosi a questo link: https://unimib.webex.com/wbxmjs/joinservice/sites/unimib-it/meeting/download/3c6834a73fa8248f53ad1d5a69de5bba?siteurl=unimib-it&MTID=mb2ef7b06699d475f38c6e1b548b28f47

– foto: agenziafotogramma.it

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In Bicocca un convegno sull’igiene dentale come tutela della salute

L’evoluzione della professione di igienista dentale e il contributo che può offrire per la tutela della salute generale delle persone, saranno al centro delle riflessioni in programma nel convegno che la Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, diretta dal professor Marco Baldoni, ha organizzato per il prossimo 28 maggio. L’iniziativa dal titolo “Igiene dentale: correlazioni con altre figure sanitarie” si terrà presso l’Aula Magna dell’edificio U8 Asclepio, in via Cadore 48 a Monza, con inizio alle ore 8.15. Il confronto scientifico e clinico fra le diverse cliniche odontoiatriche nazionali, consentirà di fare il punto sulla profonda trasformazione che negli ultimi vent’anni ha contraddistinto l’igienista dentale. Sorto agli inizi degli anni Duemila come operatore della salute orale, si è evoluto nel tempo diventando un professionista che coopera con altre figure sanitarie per il raggiungimento della salute in generale. Proprio per questo, obiettivo del convegno è codificare la stretta collaborazione che deve esservi fra odontoiatri e igienisti dentali, come richiesto dalle indicazioni ministeriali. L’iniziativa del 28 maggio è aperta alla partecipazione degli studenti delle Università lombarde e nazionali e sarà preceduta, venerdì 27 maggio, da un corso precongressuale sul tema “Terapia fotodinamica laser in parodontologia”, a riprova dell’innovazione tecnologica legata alla professione. La presenza al convegno della presidente della Commissione Nazionale dei Corsi di Laurea in Igiene Dentale, professoressa Maria Rita Giuca, e del direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’ateneo milanese, professor Pietro Invernizzi, testimoniano l’elevata portata scientifica che il dibattito si propone. La Clinica Odontoiatrica della Asst di Monza opera presso l’ospedale San Gerardo e nelle strutture satellite convenzionate con l’Università di Milano-Bicocca a Milano, Monza e Lecco. Essa svolge attività odontoiatrica in particolar modo nell’ambito pediatrico e nell’ambito adulto geriatrico, con attenzione alla parodontologia e alle risoluzioni protesiche di ogni forma ed entità. (ITALPRESS).

 

photo credits ufficio stampa Università Bicocca

Dipartimenti di eccellenza 2023-2027, per Milano-Bicocca concorrono 11 su 14

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MILANO (ITALPRESS) – L’Università di Milano-Bicocca è presente con 11 dipartimenti su un totale di 14 nella graduatoria dei 350 migliori dipartimenti d’Italia ammessi a concorrere per la selezione dei “Dipartimenti di eccellenza 2023-2027” che il Ministero dell’Università e della ricerca (MUR) ha pubblicato nei giorni scorsi. I dipartimenti selezionati concorrono per la seconda fase, quella in cui saranno individuati i 180 destinatari del finanziamento per i “dipartimenti di eccellenza”. Ecco quali sono: Biotecnologie e bioscienze; Economia, metodi quantitativi e strategie d’impresa; Fisica “Giuseppe Occhialini”; Giurisprudenza; Informatica, sistemistica e comunicazione; Matematica e applicazioni; Medicina e chirurgia; Psicologia; Scienze dell’ambiente e della terra; Scienze umane per la formazione “Riccardo Massa”; Sociologia e ricerca sociale. La graduatoria è stata predisposta dall’ANVUR sulla base dell’Indicatore Standardizzato di Performance Dipartimentale (ISPD), calcolato a partire dai risultati della valutazione della qualità della ricerca (VQR) 2015-2019. Una commissione nominata dal MUR, composta da sette membri, dovrà valutare le domande di finanziamento che verranno presentate dalle università per la selezione dei 180 Dipartimenti di eccellenza per il periodo 2023-2027. L’elenco dei dipartimenti che risulteranno assegnatari del finanziamento si conoscerà entro il 31 dicembre 2022. “Essere presenti nella graduatoria del MUR con undici piazzamenti rappresenta un riconoscimento importante per la qualità della nostra produzione scientifica – ha dichiarato la rettrice, Giovanna Iannantuoni -. Gli undici dipartimenti ammessi sono rappresentativi di tutte le aree disciplinari dell’Ateneo, una conferma che la multidisciplinarietà costituisce uno dei punti di forza di Milano-Bicocca”.

-foto agenziafotogramma.it –

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Milano-Bicocca ospita Falling Wall Lab, le idee geniali in 3 minuti

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MILANO (ITALPRESS) – Alla ricerca dell’innovatore del futuro: tre minuti di tempo per presentare la propria idea creativa e abbattere i muri della conoscenza in un contest internazionale. Mercoledì 14 settembre, l’Università di Milano-Bicocca sarà host ufficiale dell’edizione 2022 di Falling Wall Lab in Italia, un forum internazionale per promuovere le idee innovative delle nuove generazioni e connettere scienziati e imprenditori a livello globale. “Falling Wall Lab” ricerca eccellenze in vari settori: dalla scienza all’arte, passando per la sociologia e l’economia. Studenti, scienziati e giovani creativi provenienti da tutta Italia avranno la possibilità di illustrare il proprio lavoro di ricerca, modello di business o iniziativa. Unico limite: un tempo massimo di tre minuti per completare la presentazione. A giudicare le loro performance sarà una giuria composta da esperti del mondo accademico e commerciale. Il primo classificato del Lab si qualifica per la finale globale a Berlino, prevista per il 7 novembre, e vince un biglietto per partecipare al Falling Walls Science Summit, dove potrà interagire e fare rete con i leader mondiali della scienza, del business e della politica. Alla finale globale, i vincitori internazionali del Lab competono per diventare il vincitore del Breakthrough nella categoria Emerging Talents di Falling Walls, portando a casa il titolo e un premio in denaro, e ricevendo l’opportunità di presentare la loro idea ancora una volta sul palco del Falling Walls Breakthroughs of the Year, che, per tutto il giorno avrà ospiti d’eccezione compresi premi Nobel e vincitori del Premio Leibniz. Falling Walls Lab è una gara di pitch di livello mondiale, un forum di networking e un trampolino di lancio che riunisce un pool diversificato e interdisciplinare di studenti e professionisti all’inizio della carriera, fornendo un palcoscenico per idee rivoluzionarie sia a livello globale che locale. Le domande possono essere presentate online fino al 30 giugno 2022. (ITALPRESS).

Photo credits ufficio stampa Università Milano-Bicocca

Milano-Bicocca inaugura il suo Metaverso

MILANO (ITALPRESS) – L’Università di Milano-Bicocca guarda al futuro e punta sulle più avanzate tecnologie di realtà aumentata e virtuale, portable e wearable per migliorare la vita delle persone.
Il dipartimento di Psicologia inaugura i laboratori dei nuovi Centri di ricerca di eccellenza MiBTec (Mind and Behavior Technological Center) e BiCApP (Bicocca Center for Applied Psychology): due strutture all’avanguardia per lo studio e il miglioramento dell’interazione uomo-macchina, coniugando il lato tecnologico e i fattori umani implicati nell’uso delle più moderne tecnologie e che rappresentano il futuro del nostro modo di comunicare e interagire con il mondo.
Il MiBTec ospita le più grandi infrastrutture di ricerca nel loro genere: CAVE interattive, visori VR/AR, strumenti aptici, proiettori olografici, ambienti virtuali immersivi multiutente (metaversi), misurazione di parametri fisiologici-biometrici (come ECG, EEG, HR, EDA, Termografia, cinematica del movimento, movimenti oculari) e stampa 3D.
Il BiCApp mira a sviluppare la ricerca scientifica nel campo dell’interazione umana con le tecnologie indossabili e mobile. Le sue infrastrutture – workstation HP, una piattaforma proprietaria no-code per lo sviluppo di app mobile, device wearable, laboratori di test e ricerca nel campo della user experience e nella progettazione di interfacce uomo-macchina.
Scopo comune di questi centri è condurre attività di ricerca, di base e industriale, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie sempre più fruibili e intuitive per migliorare la qualità della vita delle persone e il loro benessere psicologico: attraverso lo studio dei fattori umani coinvolti (percettivi, cognitivi, emozionali, linguistici, ergonomici) nell’interazione dell’individuo con l’ambiente, sia esso di lavoro, svago o istruzione, e con le nuove frontiere delle tecnologie digitali.
Entrambi i centri scientifici progettano soluzioni per la ricerca e l’impresa, adottando principi di User Centered Design applicati alla progettazione e adozione di tecnologie all’avanguardia.
La versatilità degli strumenti di ricerca dei centri consente di rispondere alle esigenze delle realtà produttive e industriali che vogliono progettare tecnologie e servizi più efficaci e intuitivi. Le aziende possono servirsi della realtà aumentata e virtuale, così come degli strumenti indossabili e portatili, per definire nuove strategie di marketing, nuove forme evolute di ergonomia e nuovi processi di lavoro. Per esempio, con la simulazione si può progettare un’organizzazione efficiente e sicura del lavoro, così come nuovi processi produttivi, testando le reazioni e le interazioni del lavoratore di fronte a nuove tecnologie (come telecontrollo virtuale, industria 4.0, training avanzato).

– foto: Ufficio stampa Milano-Bicocca

(ITALPRESS).

Adolescenti connessi, nasce un decalogo per genitori e figli

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MILANO (ITALPRESS) – Gestire il tempo trascorso sui social, disconnettersi per riconnettersi con la realtà, non usare lo smartphone prima di andare a letto, fare attenzione alle regole della privacy delle App: sono i ragazzi ad indicare poche e semplici regole ai loro coetanei per evitare di essere travolti dalle insidie reali che si nascondono nella connessione continua con il mondo virtuale. Il decalogo è stato messo a punto al termine della tavola rotonda cui hanno preso parte studenti delle scuole superiori e universitari, esperti, docenti e ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e rappresentanti delle istituzioni locali. Il momento di confronto ha chiuso il convegno “Il benessere digitale tra gli adolescenti: dalla teoria alle buone pratiche”, organizzato dall’Università in collaborazione con l’Associazione Psyché Onlus, in vista della Giornata internazionale del digital wellness che ricorre oggi.
Nel corso dei lavori sono stati presentati i risultati di progetti di ricerca, attività di laboratorio ed esperienze pratiche sul tema del benessere digitale. Fondamentale il contributo degli stessi ragazzi: gli studenti dell’Istituto professionale di Stato “Cavalieri” di Milano hanno preso parte ad esperienze di disconnessione, quelli dell’Istituto Europeo di Design hanno realizzato spot sul corretto uso della rete, dando sfogo ad ironia e creatività per catturare l’attenzione dei loro coetanei.
Tutto ha contribuito a far emergere aspetti problematici come la gestione del tempo e dell’attenzione, l’alterazione del ciclo sonno-veglia e la limitazione dei contenuti tra cui scegliere dovuta all’invadenza degli algoritmi. E, partendo da questo, è stato possibile definire le indicazioni pratiche per i ragazzi. Si parte con l’avvertenza di usare motori di ricerca che non registrano i dati di navigazione per evitare che gli algoritmi offrano suggerimenti uniformati sulla base dei gusti dell’utente. Si consiglia, poi, di essere se stessi, senza inseguire quanto proposto da profili irrealistici e di dare priorità all’osservazione del mondo che si ha intorno per fare nuove esperienze e socializzare con più facilità.
Il testo non contiene divieti, ma un “no” deciso viene detto al multitasking che abitua a passare rapidamente da un’attività all’altra, facendo assumere un comportamento che diviene un’abitudine anche nella vita quotidiana
L’ultimo punto del decalogo è riservato ai genitori, invitati ad avere un atteggiamento dialogante con i figli per scoprire con loro le potenzialità della Rete e, nel contempo, guidarli ad un uso prudente delle sue risorse.
«Il nostro convegno credo sia stato un bell’esempio di come sia possibile creare un confronto proficuo tra realtà apparentemente distanti come quelle dell’Università, del mondo no profit e della scuola. Abbiamo ascoltato la voce di psicologi, psicoterapeuti, sociologi, ingegneri, insegnanti, ma il contributo più efficace – rimarca Chiara Ripamonti, ricercatrice di Psicologia clinica dell’Università di Milano-Bicocca – è stato, a mio parere, quello degli studenti di scuola superiore che hanno raccontato le loro esperienze di disconnessione”.
“A Milano hanno dovuto orientarsi nello spazio senza l’uso di Google map e raccogliere informazioni su un quartiere intervistando le persone per strada. Inoltre, si sono disconnessi per 20 ore consecutive in un rifugio montano. Al convegno ci hanno trasmesso il loro entusiasmo e la loro sorpresa nell’avere scoperto che senza il telefonino ci si può ugualmente divertire, si possono fare nuove conoscenze e, soprattutto, si può stare bene insieme” ha concluso.

Photo credit: agenziafotogramma.it
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L’urbanizzazione del paesaggio influisce sulla presenza di impollinatori

MILANO (ITALPRESS) – L’urbanizzazione del paesaggio e del clima influisce sulla presenza di impollinatori e sull’entità di nettare e polline da essi trasportato. Così, le città e i dintorni diventano laboratori di transizioni ambientali in grado di restituire informazioni sul servizio ecosistemico di impollinazione di una data area utili per la pianificazione e gestione di paesaggi urbani più attenti all’ambiente.
Sono i temi al centro di uno studio di un gruppo di ricerca del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università di Milano-Bicocca, dal titolo “City climate and landscape structure shape pollinators, nectar and transported pollen along a gradient of urbanization”, appena pubblicato sul “Journal of Applied Ecology”. La ricerca, col supporto di Regione Lombardia nell’ambito del progetto “Pignoletto”, dimostra che “la variazione della cementificazione del paesaggio in una regione – come spiega Paolo Biella, ricercatore di Ecologia dell’ateneo milanese – crea un gradiente di trasformazione del paesaggio dovuto all’urbanizzazione”.
Gli scienziati di Milano-Bicocca si sono focalizzati sull’effetto dell’urbanizzazione del paesaggio e del clima su due gruppi di impollinatori (api selvatiche e sirfidi), sulle risorse floreali a loro disposizione (il nettare utilizzato per l’alimentazione) e anche sul polline trasportato sui loro corpi che serve per impollinare le piante. “Lo abbiamo fatto in un insieme di 40 siti collocati principalmente nella città metropolitana di Milano, da aree seminaturali a basso impatto ad aree con diversi livelli di edificato”. Con campionamenti svolti da maggio a luglio del 2019.
Gli effetti dell’urbanizzazione sono risultati in generale negativi per la presenza di impollinatori. “Le aree suburbane erano le più ricche – spiega Biella -: le abbondanze di impollinatori hanno raggiunto il picco quando il paesaggio era occupato dal 22 per cento di superfici cementate, con la rilevazione di oltre 100 individui in 24 ore, e sono poi diminuite con la crescente urbanizzazione. Inoltre, la presenza era influenzata dalla distanza tra le aree verdi e dall’ampiezza del parco urbano: più erano distanti le aree o più era grande il parco, meno erano le api selvatiche e i sirfidi rilevati”.
Siti particolarmente ricchi di impollinatori si sono rivelati, nella cintura periurbana di Milano, Cesano Boscone, Cuggiono, San Bovio e Vimodrone. Nella città di Milano, invece, siti particolarmente friendly per api e sirfidi sono risultati il parco Nord, il parco Segantini e la Collina dei Ciliegi, in zona Bicocca.
A influire negativamente sulla minore presenza di impollinatori non è stata solo la mancanza di verde e di risorse floreali, ma anche il clima locale. “Gli impollinatori sono diminuiti nelle aree più urbane – prosegue il ricercatore – che hanno infatti minime variazioni di temperatura tra la primavera e l’estate, che si mantiene alta più a lungo rispetto a aree semiurbane o agricole”. Altro aspetto rilevato: il nettare disponibile – la massa zuccherina di cui si nutrono gli impollinatori quando si posano sui fiori – aumentava proporzionalmente alla copertura cementata e anche alle precipitazioni. “I nettari delle città erano meno consumati dagli impollinatori, meno presenti, e le piante erano più produttive, forse avvantaggiate dalle più copiose precipitazioni”.
Infine, l’urbanizzazione incide anche sul servizio ecosistemico di impollinazione. “Nel polline trasportato dagli impollinatori abbiamo trovato progressivamente meno specie di piante al crescere delle aree cementificate e il polline di città conteneva un’elevata incidenza di piante esotiche e ornamentali, suggerendo comunità vegetali molto antropizzate”, aggiunge Biella. Arbusti come la deutzia, la rosa ornamentale, il filadelfo e fiori come le campanule, l’arnica, il nasturzio e il garofano.
Ora l’equipe di ricercatori del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze sta portando avanti altri campionamenti. “Le città e i dintorni offrono una grande opportunità per capire come piante e impollinatori reagiscono alle transizioni ambientali. Questi due gruppi di esseri viventi sono la chiave di molti processi direttamente e indirettamente connessi con le società umane e con il funzionamento della natura”, conclude Biella.
(ITALPRESS).

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