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A Milano-Bicocca “in cattedra” l’Educazione Civica Digitale

MILANO (ITALPRESS) – Si è discusso di ‘Educazione civica digitalè oggi al primo evento del nuovo Laboratorio di ‘Ecologia dell’Informazionè dell’Università di Milano-Bicocca, inaugurato lo scorso gennaio, all’obiettivo di formare cittadini consapevoli in una società sempre più complessa, dove le notizie dilagano da fonti non sempre attendibili e non verificabili, impattando sulle decisioni dei singoli. Dagli algoritmi allo storytelling, fino ai rischi del ‘capitalismo digitalè, questo il focus dell’appuntamento di questa mattina, un contributo dell’ateneo milanese all’educazione dei cittadini di domani nel solco di nuove frontiere dell’insegnamento e del giornalismo.
L’appuntamento di oggi ha visto confrontarsi il professore Cesare Rivoltella, docente e presidente del Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media) dell’Università Cattolica di Milano) e Stefano Moriggi, docente di Tecnologie della formazione dell’Università di Milano-Bicocca.
“Oggi si impone la necessità di imparare ad abitare ‘ambienti digitalì, cercando di individuare nuovi strumenti e ‘alfabetì con cui decifrare un mondo che è mediatico”, ha esordito Moriggi al dibattito tenutosi nell’aula magna dell’ateneo, focalizzato sulla Media Education (ME), ovvero quell’attività educativa e didattica, finalizzata a sviluppare nei giovani una comprensione dei ‘nuovi medià.
Per Cesare Rivoltella “oggi la ‘Media Education’ è caratterizzata da una semplificazione che polarizza la realtà, che è invece sempre piena di sfumature, creando così un’informazione che è nemica dell’approfondimento”. Di fronte al “problema dei dati e dell’uso che ne viene fatto dagli algoritmi da certe aziende”, ha quindi enfatizzato il professore, “oggi si assiste al venir meno del senso critico, acuito dal fatto che nel mondo del digitale i dati non hanno nè forma testuale nè visibile, il che spazza via 50 anni di riflessione critica sui media”. Citando il “capitalismo digitale”, Rivoltella ha quindi raggiunto il cuore dei suoi ragionamenti, ovvero la necessità che di fare sì che la “Media education’ non sia finalizzata al profitto ma alla democrazia”.
Calando questo ‘macro-temà nella realtà della scuola, il professore della Cattolica ha quindi posto l’accento sulla necessità che nell’educazione, a tutti i livelli, non prevalga un “orientamento neo-funzionalista improntato all’adattamento del futuro professionista al mercato”. La scuola, ha rimarcato Rivoltella, “non deve essere qualcosa che prepara alla vita in maniera ‘ancillarè rispetto alle imprese”. Di segno opposto è invece “l’insegnamento alla ‘democrazia del digitalè, un obiettivo che non è ‘adattamentò ma è ‘cittadinanzà, tramite la quale costruire consapevolezza critica e responsabilità”. Quest’ultima è un principio sempre più rilevante “perchè il mondo dei ‘mass medià oggi non è più quello dei ‘media mainstream’, ma è costellato da ‘media autorialì creati da individui che non sono professionisti dell’informazione”. Ragion per cui “diventa fondamentale la responsabilità di chi produce messaggi e li colloca nello spazio pubblico, il che richiede un’attenzione permanente, una ‘resistenza permanentè”, ha spiegato Rivoltella, “per evitare un appiattimento della ‘media education’ sul profitto”. Responsabilità, ha insistito il professore dell’Università Cattolica, “che va messa in atto non solo dal singolo ma della massa di utenti, in una logica di bene collettivo”. Se questo non avviene “il rischio è scivolare in un ‘regime di post verità’, dove i cittadini non sono più in grado di verificare le notizie”.
Tra le soluzioni sia Rivoltella che Moriggi hanno concordato sull’urgenza di uno sforzo da parte di istituzioni e enti preposti alla formazione per trovare strumenti per attuare una “Educazione civica digitale” che, hanno affermato, “può essere, innanzitutto, introdotta nelle scuole al fianco dell’educazione civica ‘classicà”. Ma questo non basta, ha concluso Rivoltella, “lo studente va reso avveduto, quasi sospettoso, dei meccanismi che veicolano oggi l’informazione, spesso con una ‘emozionalità a buon mercatò o facendo leva sulle proprie ‘credenzè e ‘opinioni consolidatè”, in un visione unilaterale dei fatti. Centrale è inoltre affinare le tecniche di analisi comparativa delle notizie”.
(ITALPRESS).

Al via le attività del Laboratorio di Ecologia dell’Informazione

MILANO (ITALPRESS) – Prendono il via le attività di L.E.I. – Laboratorio di Ecologia dell’Informazione, il progetto dell’Università di Milano-Bicocca voluto dalla rettrice Giovanna Iannantuoni e inaugurato a gennaio scorso con un incontro con l’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli.
Il primo evento è in programma lunedì 21 marzo, dalle ore 11 alle 13, nell’Aula Magna dell’Università. Interviene Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Didattica e tecnologie dell’istruzione presso l’Università Cattolica di Milano, direttore del CREMIT – Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia”. Il professor Rivoltella dialogherà con Stefano Moriggi, docente di Tecnologie della formazione e di Didattica dei Media presso l’Università di Milano-Bicocca. Introduce Luca Salvi, giornalista del Settore Stampa e Rapporti con i media dell’Università di Milano-Bicocca.
Uscire dall’emergenza pandemica significa anche ripensare gli spazi e i tempi dell’apprendimento e dell’informazione in un contesto digitalmente aumentato. Ormai il digitale non è più solo un’opzione, ma una necessità. Continuare a concepirlo nei termini di una connessione con cui gestire le distanze non rappresenta il miglior modo per orientarsi in quel nuovo orizzonte di senso e di pratiche che invece ne consentirebbero una integrazione significativa e sostenibile nelle nostre vite private e professionali.
Abbiamo bisogno di “nuovi alfabeti” per decifrare e co-progettare ecosistemi entro cui poter continuare ad essere cittadini consapevoli e professionisti capaci di garantire una informazione e un’esperienza educativa attendibile e significativa. Muovendosi tra attualità e casi di studio, metodologie e buone pratiche, Pier Cesare Rivoltella, in dialogo con Stefano Moriggi, accompagnerà il pubblico in un percorso utile per arricchire con il digitale le proprie competenze professionali e la propria consapevolezza sulle nuove frontiere del giornalismo e dell’insegnamento.
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Corso Dostoevskij, Rettrice Milano-Bicocca “Non era censura”

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“Come Rettrice di Milano-Bicocca mi scuso per avere urtato diverse sensibilità in un momento così delicato, ma non era intenzione dell’Ateneo esercitare alcuna forma di censura. Non si mette in discussione la cultura di un popolo e il ruolo che ha l’università nella sua diffusione”. Lo scrive oggi pomeriggio in una nota inviata alla stampa la rettrice dell’Università Bicocca di Milano, Giovanna Iannantuoni, dopo la sua decisione, successivamente dopo revocata, di rinviare il corso di Paolo Nori sullo scrittore russo Fëdor Dostoevskij per “evitare qualsiasi forma di polemica, soprattutto interna, in questo momento di forte tensione”.
“L’Università Bicocca è, e rimane, un luogo di libera manifestazione del pensiero, dell’insegnamento e della ricerca- continua Iannantuoni -. Il nostro Ateneo da sempre persegue i principi di inclusione, agisce contro ogni discriminazione ed ha sempre dimostrato di essere accogliente verso tutte e tutti. L’errore è umano e, come ogni errore, anche questo deve servire a migliorare tutti noi attraverso la consapevolezza e la riconciliazione. Profondamente rammaricata per quanto accaduto con Paolo Nori, rinnovo l’invito allo scrittore a partecipare a un ciclo di incontri su Dostoevskij”.
(ITALPRESS).

Milano-Bicocca “Corso Nori su Dostoevskij si terrà nei giorni stabiliti”

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MILANO (ITALPRESS) – Il corso dello scrittore Paolo Nori sullo scrittore e filosofo russo Fedor Dostoevskij “si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati”. Inoltre, “la rettrice dell’Ateneo incontrerà Paolo Nori la prossima settimana per un momento di riflessione”. Lo fa sapere attraverso una nota l’Università di Milano-Bicocca alla luce delle polemiche nate dalla decisione di bloccare una serie di lezioni di Nori su Dostoevskij visto il conflitto in Ucraina. “Proibire di studiare Dostoevskij contro Putin significa essere folli – aveva scritto su Twitter il leader di Iv, Matteo Renzi, che aveva annunciato un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’Università Maria Cristina Messa -. In questo tempo bisogna studiare di più, non di meno: in Università servono maestri, non burocrati incapaci”.
Milano-Bicocca “è un ateneo aperto al dialogo e all’ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all’escalation del conflitto”, continua la nota dell’Università. “Il corso dello scrittore Paolo Nori si inserisce all’interno dei percorsi di Bbetween writing, percorsi rivolti a studenti e alla cittadinanza che mirano a sviluppare competenze trasversali attraverso forme di scrittura”. Il corso, dunque, “si terra nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati” con Nori.
(ITALPRESS).

Studenti delle superiori lombarde “scoprono” la fisica delle particelle

MILANO (ITALPRESS) – Boom di iscrizioni quest’anno alle International Masterclass in Lombardia: oltre 200 le studentesse e gli studenti delle scuole superiori lombarde che dal 24 febbraio, a cominciare da Pavia, potranno fare esperienza diretta di come funzionano le ricerche del CERN di Ginevra, la fisica delle particelle e le sue applicazioni in medicina. Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi di Milano e Università degli Studi di Milano-Bicocca, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia di Covid-19, collaborano anche quest’anno all’organizzazione dell’iniziativa internazionale Masterclass, coordinata in Italia dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
Si parte il 24 febbraio a Pavia e il 25 febbraio a Milano-Bicocca, mentre il 21 marzo sarà la volta dell’Università degli Studi di Milano. A Pavia gli eventi continuano il 2 marzo e l’8 aprile, mentre a Milano Statale il 18 e 28 marzo.
Grazie a questa iniziativa, le ragazze e i ragazzi saranno accompagnati da ricercatori e ricercatrici in un viaggio alla scoperta delle proprietà delle particelle ed esploreranno i segreti di LHC (Large Hadron Collider) del CERN e le applicazioni in medicina della fisica delle particelle.
Per le masterclass dedicate al CERN, il programma prevede lezioni e seminari sugli argomenti fondamentali della fisica delle particelle, seguite da esercitazioni al computer su uno degli esperimenti dell’acceleratore di particelle LHC, il tunnel di 27 km sotto Ginevra in cui le particelle si scontrano quasi alla velocità della luce. Giovani studentesse e studenti, in contemporanea da paesi di tutto il mondo, analizzeranno i dati degli esperimenti di LHC: ATLAS, ALICE o LHCb.
Potranno usare i veri dati di LHC per simulare negli esercizi l’epocale scoperta del bosone di Higgs, avvenuta nel 2012, ma anche quella dei bosoni W e Z (proprio quelli che nel 1984 valsero il premio Nobel a Carlo Rubbia), potranno conoscere ancora altre particelle ed esplorarne caratteristiche e proprietà peculiari.
Alla fine di ogni giornata, proprio come in una vera collaborazione di ricerca internazionale, ci sarà un collegamento in videoconferenza con il CERN e tra i giovani partecipanti alle Masterclass di tutto il mondo per discutere insieme i risultati emersi dalle esercitazioni.
Il 18 marzo, invece, a Milano e l’8 aprile a Pavia, si svolgeranno la masterclass in Particle Therapy, che prevedono un video-collegamento con il CNAO – Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica.
L’iniziativa, giunta alla 18° edizione, fa parte delle Masterclass internazionali organizzate da IPPOG (International Particle Physics Outreach Group) e, in Italia, dall’INFN. Le Masterclass si svolgono contemporaneamente in 60 diversi paesi, coinvolgono oltre 200 tra i più prestigiosi enti di ricerca e università del mondo e più di 13.000 studenti delle scuole secondarie di II grado. Per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare quest’anno sono presenti le sezioni di Bari, Bologna, Cagliari, Cosenza, Ferrara, Firenze, Genova, Lecce, Milano Bicocca, Milano, Napoli, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pisa, Sapienza Università di Roma, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Salerno, Torino, Trieste, Trento e Udine, e i Laboratori Nazionali di Frascati (LNF).
(ITALPRESS).

Mediterraneo, Milano-Bicocca sulle tracce della foca monaca

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MILANO (ITALPRESS) – Da decenni la foca monaca, tra i pinnipedi più rari al mondo e l’unico presente nel Mar Mediterraneo, era considerata estinta nelle acque dei mari italiani, fino ai recenti avvistamenti nel Mar Tirreno e Ionio, che hanno fatto ipotizzare un suo ritorno. Per mapparne la presenza, i ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca hanno realizzato un metodo di rilevazione innovativo e non invasivo, basato sul recupero e analisi del DNA ambientale (eDNA) dai campioni di acqua prelevati nel Mare Nostrum. I primi test e i risultati delle azioni di monitoraggio hanno dato riscontro positivo, anticipando alcune delle recenti segnalazioni del mammifero marino al largo delle coste toscane e siciliane, in tratti di mare poco frequentati.
Il metodo è stato descritto in un articolo dal titolo “A species-specific qPCR assay provides novel insight into range expansion of the Mediterranean monk seal (Monachus monachus) by means of eDNA analysis”, appena pubblicato dalla rivista scientifica “Biodiversity and Conservation” (DOI: https://doi.org/10.1007/s10531-022-02382-0). Prima autrice Elena Valsecchi, ecologa molecolare del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università di Milano-Bicocca e docente di Marine Vertebrate Zoology. Alla base del metodo, un assunto: ogni organismo vivente lascia una traccia del proprio passaggio e questa viene rivelata dal suo DNA rimasto nell’ambiente. Per esempio per la foca monaca, dal DNA che resta nella massa d’acqua in cui si muove. Elena Valsecchi coordina il gruppo di DNA ambientale marino (Marine eDna Group) dell’ateneo milanese, che da due anni ha promosso il progetto “MeD for Med – Marine environmental DNA for the Mediterranean”, sistema di monitoraggio della biodiversità marina basato proprio sull’analisi del DNA ambientale contenuto in campioni d’acqua raccolti da traghetti lungo le rotte commerciali. Un progetto nato grazie al cofinanziamento del programma Bicocca Università del Crowdfunding dell’Università di Milano-Bicocca e descritto in un articolo pubblicato lo scorso agosto su “Frontiers in Marine Science” (DOI: https://doi.org/10.3389/fmars.2021.704786).
Per mettere a punto una strategia molecolare in grado di intercettare, dall’analisi di semplici campioni d’acqua marina, la presenza della foca monaca, una volta diffusa in tutto il bacino centro-orientale del Mediterraneo ma oggi concentrata principalmente nel Mar Egeo, Elena Valsecchi ha identificato regioni “informative” del DNA mitocondriale del pinnipede, ovvero sequenze target che si trovano solo in questa specie.
I ricercatori hanno così potuto sviluppare sonde specifiche per poter “pescare” all’interno di un miscuglio di milioni di molecole di DNA provenienti dagli animali più disparati – come quello presente all’interno di un campione di DNA ambientale prelevato dal mare – il DNA della foca monaca: una sorta di “calamita molecolare”.
In collaborazione con Antonia Bruno, microbiologa del dipartimento di Biotecnologie e bioscienze, si è passati allo screening di “veri” campioni ambientali. Le sonde molecolari sono quindi state testate sul campo, attraverso il confronto con un ampio spettro di campioni, alcuni dei quali (campioni positivi) contenenti il DNA della foca monaca, come quelli prelevati nelle acque dell’Oceano Atlantico intorno dell’arcipelago portoghese di Madera, dove si trova una piccola popolazione stanziale di una trentina di esemplari di foca monaca, grazie alla collaborazione dell’Instituto das Florestas e Conservação da Natureza di Madera.
I test hanno dimostrato l’efficienza delle sonde nell’intercettare la presenza del mammifero marino e hanno convinto i ricercatori a sperimentarle in campioni di DNA ambientale raccolti nel Mediterraneo, nell’ambito di altri progetti di ricerca portati avanti dal Marine eDna Group. Questi i risultati: “Abbiamo rilevato la presenza della specie – afferma Elena Valsecchi – in circa il 50 per cento dei campioni prelevati al largo dell’isola di Lampedusa nell’estate 2020 e in alcuni campioni prelevati tra il 2018 e il 2019 da traghetto al largo dell’arcipelago Toscano nell’ambito del progetto Med for Med, lungo la rotta Livorno-Golfo Aranci (Corsica Sardinia Ferries)”.
L’efficacia del test ha avuto una conferma nella realtà. “L’analisi di circa 50 campioni di acqua prelevati nei mari italiani sia sotto costa che in alto mare – prosegue l’ecologa molecolare – ha anticipato alcune delle più importanti segnalazioni e avvistamenti di foca monaca avvenute di recente in Toscana e in Sicilia e ne hanno svelato la presenza in tratti di Mediterraneo finora inesplorati”.
Le applicazioni di questo sistema di rilevazione molecolare sono molteplici. “Si potranno monitorare aree dove è già nota la presenza della foca monaca – osserva Emanuele Coppola, documentarista che si è occupato di foca monaca per decenni, nonché presidente del Gruppo Foca Monaca APS e coautore nella pubblicazione – al fine di stimare il passaggio stagionale dei pinnipedi e il grado di fedeltà al sito, anche durante le stagioni invernali o in orari notturni, e tenere sotto osservazione, in modo assolutamente non invasivo, siti costieri che, per conformazione fisica, costituiscono i potenziali habitat di elezione per la foca monaca, quali grotte riparate dalla forza del mare e con spiagge interne ideali per il parto”. Ciò favorirà lo studio e la ricerca sulla specie, la conservazione dei siti e la tutela della foca monaca.
In questo senso, Università di Milano-Bicocca, Gruppo Foca Monaca APS e numerosi altri partner sono ora impegnati nell’iniziativa “Spot the Monk”, un ambizioso piano di campionamento del Mediterraneo che vede coinvolti anche diversi programmi di citizen science, con diversi equipaggi e imbarcazioni coinvolti nella raccolta dei campioni.
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Laurea e Master, a Milano-Bicocca agevolazioni per il personale P.A.

MILANO (ITALPRESS) – L’Università di Milano-Bicocca aderisce al progetto “PA 110 e lode” finalizzato al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze del personale delle pubbliche amministrazioni. La rettrice Giovanna Iannantuoni ha sottoscritto il protocollo d’intesa con il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta che attiva una serie di incentivi per i dipendenti pubblici. Grazie a questo accordo, infatti, il personale della PA che si iscriverà ai corsi di laurea di I e II livello usufruirà di una riduzione della quota di contribuzione studentesca pari al 30%. Per coloro che parteciperanno a master di I o di II livello, lo sconto sulla tassa d’iscrizione varia tra il 10 e il 20%.
Di particolare importanza anche la possibilità, prevista per i corsi di laurea, di seguire le lezioni sia in presenza che da remoto, in maniera sincrona o asincrona. In questo modo si facilita la possibilità di gestire il proprio tempo anche in relazione agli impegni lavorativi.
Milano-Bicocca è stata, insieme a Bergamo, la prima Università lombarda ad aderire al progetto “PA 110 e lode”. In particolare, l’ateneo ha individuato 4 corsi di laurea di I livello e altrettanti di II livello e 15 master di I e II livello a cui sarà possibile accedere con le agevolazioni. Si tratta dei percorsi che maggiormente possono contribuire alla formazione del personale in un’ottica di miglioramento della capacità amministrativa e della qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese.
“PA 110 e lode” nasce dal protocollo d’intesa siglato tra il ministro Brunetta e la ministra dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, e rientra nel piano di formazione “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese”.
«Il miglioramento in termini di efficienza e di efficacia delle amministrazioni pubbliche attraverso la formazione del personale in servizio – evidenzia la rettrice Iannantuoni – è una specifica strategia d’intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’Università di Milano-Bicocca è orgogliosa di offrire il proprio contributo tenendo fede a una delle sue missioni: concorre allo sviluppo culturale, sociale, economico e produttivo del Paese. I nostri percorsi formativi e il patrimonio di conoscenza e competenza rappresentato dai nostri docenti possono rappresentare un valore aggiunto in questo processo di modernizzazione dell’azione amministrativa».
«Abbiamo subito aderito al progetto promosso dai ministri Brunetta e Messa perchè siamo profondamente convinti che il rafforzamento delle nostre amministrazioni pubbliche dipenda anzitutto dal potenziamento del capitale umano e dall’investimento nella formazione dei pubblici dipendenti – spiega Alfredo Marra, Pro-rettore per la Semplificazione amministrativa e referente per le attività previste dal protocollo d’intesa -. Un’università pubblica e di eccellenza come Milano-Bicocca non può che sentire la partecipazione a questo progetto come parte integrante della propria missione al servizio del Paese».
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Accordo con Eni per progetti di transizione energetica

Eni e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca hanno firmato alla presenza della rettrice, Giovanna Iannantuoni, della presidente di Eni, Lucia Calvosa, e dell’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo di ricerca congiunta della durata di cinque anni per l’avvio di una collaborazione strategica su progetti di ricerca di comune interesse, in ambiti legati alla transizione energetica e per i quali l’ateneo è riconosciuto come centro di eccellenza. In particolare, l’accordo definisce 6 ambiti di ricerca: fusione magnetica, batterie, geotermia e idrogeologia, applicazioni ambientali, caratterizzazione e modellazione geo-bio-idro- chimica e sanificazione e igienizzazione degli ambienti con tecnologie al plasma. “Questo accordo di ricerca congiunta si inserisce in un processo di profondo cambiamento nel rapporto tra mondo accademico e mondo delle imprese. Le università, negli ultimi anni, hanno compreso di dovere abbandonare le proprie torri d’avorio, aprendo le porte dei laboratori e centri di ricerca, condividendo i saperi e le idee, in un dialogo serrato e proficuo con il sistema produttivo. Il nostro ateneo ha intrapreso questa rivoluzione culturale declinandola attraverso le attività di trasferimento tecnologico e terza missione. Una strategia fondamentale per dare avvio a progetti di ricerca che possano contribuire all’innovazione e al progresso della società”, ha sottolineato la rettrice Iannantuoni.
Per l’Ad di Eni Descalzi, “la varietà tecnologica rappresenta la strada maestra per affrontare la transizione energetica nei molteplici ambiti in cui occorre intervenire per abbattere le emissioni. Per Eni è lo strumento chiave per arrivare alla completa decarbonizzazione di processi industriali e prodotti nell’ambito della propria strategia, un percorso concreto per il quale abbiamo già compiuto passi importanti. In questo senso, le collaborazioni con il mondo scientifico e con le eccellenze accademiche, come l’Università di Milano-Bicocca, sono per noi imprescindibili per progredire ulteriormente a livello tecnologico e per fare sistema a livello Paese”.
(ITALPRESS).

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