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Dal 6 novembre una mostra per il 25esimo di Milano-Bicocca

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MILANO (ITALPRESS) – In occasione dei 25 anni della sua nascita, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca organizza una mostra per raccontare a studentesse e studenti del nostro ateneo e alla cittadinanza che cosa è stata e cosa ha rappresentato nel tempo l’area dove ora sorge l’ateneo, quali ne erano i caratteri e i valori che ora, in un contesto radicalmente mutato, continuano a essere fonte di ispirazione. L’esposizione si sviluppa lungo tre direttrici: una selezione di 40 fotografie in bianco e nero racconta visivamente la metamorfosi dell’area da fabbrica delle cose a fabbrica delle idee, una cronaca di questa stessa storia affidata a una scelta di articoli apparsi sulle pagine dei quotidiani, un collage fotografico dei volti che attraverso lezioni, seminari e incontri hanno contribuito a costruire la storia dell’ateneo.

Il vernissage, aperto dai saluti istituzionali della rettrice, Giovanna Iannantuoni, si terrà lunedì 6 novembre alle ore 17.30. A seguire, vi sarà una visita guidata alla mostra, condotta da Luca Mocarelli, Franca Zuccoli (Università di Milano-Bicocca) e Giorgio Bigatti (Fondazione Isec). A chiudere l’inaugurazione, un aperitivo e un brindisi. La mostra sarà liberamente visitabile fino a luglio 2024 negli orari di apertura dell’edificio: dal lunedì al venerdì (8 alle 20) e il sabato (8 alle 14). Sono già previsti due appuntamenti speciali, dedicati alla comunità accademica e a tutta la cittadinanza: Venerdì 15 dicembre 2023 (ore 17-18) Visita guidata della Mostra a cura dei professori Luca Mocarelli e Giorgio Bigatti. Venerdì 17 novembre 2023 (ore 12.30-13.30) Visita guidata alla Fondazione Pirelli.

foto: ufficio stampa Università Milano Bicocca

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Università Bicocca capofila progetto Unicorn su rivelazione radiazioni

MILANO (ITALPRESS) – Il progetto “Unicorn”, presentato dal gruppo di ricerca di Sergio Brovelli, professore del dipartimento di Scienza dei materiali all’Università di Milano-Bicocca, è stato finanziato, per la durata di quattro anni, con un budget di 3 milioni di euro dallo European Innovation Council nell’ambito dei prestigiosi finanziamenti per la ricerca di frontiera “Eic Pathfinder Open 2022”, assegnati dalla Comunità Europea per promuovere lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative in diversi ambiti scientifici. “Unicorn” (“Hybrid Nanocomposite scintillators for transformational breakthroughs in Radiation detection and Neutrino research”, tradotto: “Scintillatori nanocompositi ibridi per scoperte rivoluzionarie nella rivelazione delle radiazioni e nella ricerca sui neutrini”), è coordinato dall’Ateneo milanese e coinvolge altri 6 partner, istituzioni accademiche come il Cern di Ginevra, l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca e la Fondazione basca BCMaterials, e startup leader nelle nanotecnologie fotoniche, come la parigina Nexdot e l’italiana Glass to Power. Nello specifico, “Unicorn” ha l’obiettivo di realizzare rivelatori a scintillazione – che emettono luce a seguito di interazione con radiazioni – basati su quantum dot colloidali, appena premiati con il Premio Nobel per la Chimica, che potranno essere utilizzati in diversi settori strategici di rivelazione delle radiazioni, tra cui la sicurezza nazionale, la diagnostica medica, il monitoraggio ambientale e industriale, la produzione di energia pulita (in particolare nei futuri reattori nucleari), l’esplorazione spaziale e la fisica delle particelle e delle alte energie. “Il cuore dei rivelatori a scintillazione attualmente in uso – afferma Sergio Brovelli – è costituito da materiali funzionali avanzati ma che presentano alcuni limiti di impiego. Quelli realizzati con singolo cristallo inorganico sono molto efficienti, ma sono fragili, pesanti e molto costosi per le alte temperature di fusione del materiale. Oppure sono fatti in plastica, sicuramente più convenienti e scalabili, ma più degradabili e di prestazioni nettamente inferiori per misure dell’energia della radiazione incidente. Queste carenze precludono progressi in aree applicative di grande importanza e impongono un collo di bottiglia tecnologico allo studio fondamentale degli eventi rari”. I rivelatori di Unicorn, invece, si baseranno sull’utilizzo di quantum dot colloidali innovativi, cristalli inorganici di scala nanometrica lavorati per via chimica, e quindi a temperature – e costi – più bassi rispetto ai singoli cristalli. “I quantum dot colloidali, o nanocristalli a confinamento quantico – continua Brovelli – sono una classe eccezionalmente promettente di materiali emissivi e sono ormai ampiamente utilizzati nell’illuminazione artificiale e negli schermi ad alta definizione. In Unicorn saranno ingegnerizzati appositamente per l’interazione con le radiazioni e saranno poi inglobati all’interno di matrici plastiche. Il corpo del dispositivo sarà quindi plastico, ma la parte attiva, che interagisce con le radiazioni, saranno i quantum dot. Questo consentirà di migliorare la risoluzione energetica, l’efficienza e la stabilità dei dispositivi, permettendone una scalabilità sia a livello industriale che scientifico”. Con un vantaggio anche in termini di flessibilità nel design. L’obiettivo ultimo del progetto è lo studio del doppio decadimento beta senza neutrini, un processo che potrebbe far luce su molti aspetti ancora aperti della moderna fisica delle particelle e della cosmologia. “Un processo nucleare raro – precisa Luca Gironi, professore del dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, anche lui nel team del progetto – la cui esistenza per ora è solo ipotizzata e non ancora osservato ma che potrebbe fornire risposte a lungo cercate sull’origine dell’Universo. Nel presentare “Unicorn”, noi e gli enti partner ci siamo chiesti quale fosse il dispositivo più difficile da realizzare e la risposta è stata: un rivelatore per osservare il processo del doppio decadimento beta senza neutrini dal quale risalire alla massa del neutrino. In questa sfida scientifica, che non sappiamo se sarà coronata o meno dal successo, ogni esperimento e ogni risultato costituirà un progresso nel campo dei rivelatori di radiazioni a scintillazione”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Università Milano Bicocca

Bicocca, da Ue 8 mln per ricerca su metodi numerici di nuova generazione

MILANO (ITALPRESS) – Sviluppare metodi numerici di nuova generazione per le sfide tecnologiche del XXI secolo, principalmente sul fronte della sostenibilità. E’ l’obiettivo su cui si fonda Nemesis (NEw GEneration MEthods for Numerical SImulationS), progetto di ricerca internazionale, che coinvolge l’Università di Milano-Bicocca e il Politecnico di Milano, al quale è stato assegnato oggi dal Consiglio europeo della ricerca, uno dei 37 Synergy Grant. Le proposte arrivate sono state in tutto 395. Gli Erc Synergy Grant finanziano ricerche condotte su tematiche ambiziose e complesse tali da richiedere la creazione di un intero gruppo, da due a quattro ricercatori che agiscono in forte sinergia. Il team di ricercatori formato da Lourenco Beirao da Veiga, professore di Analisi Numerica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Paola Antonietti, professoressa di Analisi Numerica e Responsabile del Laboratorio di Modellistica e Calcolo Scientifico Mox del Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano, Daniele Di Pietro, professore di Analisi numerica all’Università di Montpellier dell’Università di Montpellier e Jèròme Droniou, direttore di Ricerca al Centre National de la Recherche Scientifique,ha ricevuto 7,8 milioni di euro per una durata di 6 anni. Il progetto Nemesis si colloca nell’ambito della matematica applicata e computazionale e si propone di sviluppare una nuova generazione di metodi numerici, partendo dai fondamenti teorici fino alla loro implementazione computazionale. Affronta inoltre la sfida di validare il loro utilizzo in applicazioni rilevanti in tema di sostenibilità come la geofisica (ad esempio nella mitigazione degli effetti delle attività antropiche nel sottosuolo e nei problemi di transizione energetica) e i processi manifatturieri avanzati. Nello specifico, un metodo numerico sarà in grado di simulare i rischi sismici e per l’ambiente legati alle operazioni di stoccaggio – passato e futuro – della CO2 nel sottosuolo, indicando possibili movimenti tellurici o infiltrazioni di sostanze inquinanti di un dato territorio sottoposto a questo processo. Un’altra applicazione, sul versante della Industria 4.0, potrà riguardare i sistemi di estrazione dell’alluminio tramite fusione (smelting). I modelli matematici saranno in grado di simulare fasi di produzione del metallo dalla bauxite a basso impatto ambientale. Questa metodologia, rispetto alle precedenti avrà una migliore capacità di approssimazione dei dati e del dominio geometrico, permetterà l’integrazione diretta di leggi fisiche specifiche nell’ambito numerico, consentendo di rispecchiare la reale struttura del problema fisico in esame, e sarà più efficiente nell’elaborazione computazionale. “Il finanziamento del progetto Nemesis – spiega Guido Angelo Cavaletti, Prorettore alla Ricerca dell’Università di Milano-Bicocca – che permetterà un importante miglioramento nella gestione delle complesse sfide che ci attendono nel campo della sostenibilità, rappresenta una ulteriore dimostrazione di come solo un lavoro di squadra che coinvolga ricercatori con diverse competenze, anche appartenenti a Enti diversi, possa affrontare tematiche così rilevanti, Questo approccio collaborativo e multidisciplinare che caratterizza da sempre l’Università di Milano-Bicocca è stato ancora una volta vincente”. “Il progetto Nemesis è il secondo Synergy Grant vinto dal Politecnico di Milano – afferma Alberto Guadagnini, Vicerettore alla Ricerca del Politecnico di Milano – e affronta tematiche affascinanti e di importanza critica nell’ambito dello sviluppo sostenibile. E’ un risultato unico, che consolida la capacità dell’Ateneo di condurre ricerca di eccellenza e di avanguardia in importanti contesti scientifici internazionali”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Università Bicocca

Nasce la Scuola dell’alta formazione di Milano-Bicocca

MILANO (ITALPRESS) – Nasce Bicocca Academy, la Scuola dell’alta formazione dell’Università di Milano-Bicocca che accoglierà l’intera offerta formativa dell’Ateneo nel settore post-laurea. L’Università risponde così alla necessità di sviluppare conoscenze e formare competenze di eccellenza sempre più richieste dal mondo del lavoro. Si tratta di un nuovo tassello che va a rafforzare la fase di crescita e innovazione dell’offerta formativa di Milano-Bicocca, in sintonia con la strategia del PNRR che prevede azioni mirate all’evoluzione (up-skilling) e alla revisione (re-skilling) delle competenze, consentendone l’adeguamento ai cambiamenti socio-economici.
L’alta formazione dell’Ateneo è una realtà in continua evoluzione che offre attualmente oltre 60 percorsi tra master, corsi di perfezionamento, corsi di formazione per professionisti e manager e corsi per la formazione continua in Medicina (ECM), rivolti a professionisti sanitari.
Tratti distintivi della Scuola sono l’approccio multidisciplinare e un’offerta ampia che tocca ambiti come la sostenibilità in campo finanziario e nella gestione dei servizi pubblici, il management sportivo, la digital transformation, la business intelligence e i big data, lo studio delle politiche alimentari a tutto tondo, i servizi socio-sanitari, fino a coprire tutte le aree dell’infermieristica, dall’ostetricia al management delle professioni sanitarie.
Bicocca Academy è stata inaugurata questa mattina dalla rettrice, Giovanna Iannantuoni e dal prorettore per l’Alta Formazione e per le attività del Job Placement, Mario Mezzanzanica.
Presto online anche la nuova piattaforma web che garantirà visibilità e facile accesso alla consultazione dell’offerta formativa di Bicocca Academy non solo per studenti e professionisti interessati a cogliere le opportunità formative di Milano-Bicocca ma anche per aziende, enti e amministrazioni che con l’Ateneo collaborano per garantire a neolaureati e professionisti formazione di alto livello e aggiornamento scientifico e professionale.
“La nascita di Bicocca Academy, nell’anno del 25esimo compleanno dell’Ateneo – sottolinea Giovanna Iannantuoni, rettrice di Milano-Bicocca – mi rende particolarmente orgogliosa perchè rappresenta un traguardo ma anche una sfida per il futuro. La Scuola dell’Alta formazione di Milano-Bicocca è già oggi il punto di incontro delle risorse accademiche e professionali più qualificate nelle diverse aree di competenza. La sfida ora è di renderla sempre più attrattiva e fruibile per tutti, per creare profili professionali che riflettano le richieste del mondo del lavoro, attraverso la sua offerta multidisciplinare”.
“Esiste oggi una forte domanda di rinnovamento delle competenze: studiando costantemente il mercato del lavoro siamo coscienti dei suoi repentini cambiamenti – spiega Mario Mezzanzanica, prorettore per l’Alta Formazione e per le attività del Job Placement-. L’Alta Formazione del nostro Ateneo pertanto presenta un forte taglio professionalizzante, gli aspetti spiccatamente più tecnici, legati alle evoluzioni delle tecnologie e degli strumenti, vengono trattati attraverso attività laboratoriali e project work, mentre la progettazione dei contenuti viene elaborata in collaborazione con le aziende e le istituzioni interessate. Da oggi tutte queste attività e competenze entrano ancora più in sinergia tra loro grazie alla nascita della Scuola dell’Alta formazione e ad un portale dedicato”.

– foto ufficio stampa Università Milano-Bicocca –
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CorriBicocca, più di 2500 runner alla “Anniversary Edition”

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MILANO (ITALPRESS) – Una giornata di festa e sport per oltre 2500 runner che questa mattina hanno invaso le strade cittadine per la sesta edizione della “CorriBicocca”, la gara podistica organizzata dall’Università di Milano-Bicocca, insieme al CUS Milano. Dedicata quest’anno ai 25 anni dell’Ateneo e ribattezzata “Anniversary Edition”. Media partner di questa edizione è stato il Gruppo 24 ORE.
Studenti, docenti, dipendenti dell’Ateneo, famiglie, atleti e tanti appassionati di sport si sono dati appuntamento davanti al Bicocca Stadium per percorrere 5 o 10 chilometri tra le strade del campus. CorriBiocca si conferma anche quest’anno la corsa inclusiva e aperta a tutti. Tra i partecipanti, sono stati 468 quelli che hanno corso per la 10 km competitiva. Al termine della prova, René Cuneaz ha vinto – per la terza volta – la competizione maschile, con il tempo di 30’37’’ Nicole Svetlana Reina ha invece conquistato la competizione femminile, tagliando il traguardo in 33’41’’. Per lei è la seconda vittoria alla CorriBicocca.
È di solo un anno l’età del partecipante più giovane, ottant’anni quella del runner più maturo. La scuola di Scienze dell’Ateneo ha conquistato il trofeo per il dipartimento più numeroso. L’edizione 2023 ha assegnato anche quest’anno il titolo universitario regionale, riconosciuto dal CUSI Lombardia. Novità di quest’anno, il “Manager Trophy”, che ha premiato l’azienda partecipante che, sommando i tempi dei primi 20 classificati, ha totalizzato il tempo migliore. Se lo è aggiudicato Pirelli. Il Gruppo 24 ORE ha avuto il team numeroso, con un centinaio di partecipanti.
Durante la manifestazione erano presenti anche due stand dedicati al benessere e alla salute: oltre a promuovere i servizi e i progetti di ricerca dell’Ateneo, hanno offerto ai corridori presenti visite della vista, misurazioni della pressione arteriosa, apprendimento di tecniche di autopalpazione del seno per identificare segni precoci di tumore.
Anche quest’anno CorriBicocca ha confermato il suo fine benefico, scegliendo di sostenere AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla, l’unica realtà in Italia che dal 1968 si occupa a 360 gradi della sclerosi multipla, promuovendo la ricerca scientifica, erogando servizi alle persone con sclerosi multipla e rappresentando e affermando i diritti delle persone con sclerosi multipla. Ai Giuseppe Cassataro, segretario provinciale di AISM Milano, è stato consegnato un assegno da 5mila euro, alla presenza di Marco Orlandi, prorettore vicario dell’Università di Milano-Bicocca, Lucia Visconti Parisio, delegata allo Sport della rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Alessandro Castelli, presidente CUS Milano.
All’evento sono intervenuti anche Claudia Giordani, vicepresidente Coni, Mirja Cartia d’Asero, AD Gruppo 24 Ore e Davide Musotto, consigliere provinciale di AISM Milano. Madrina della gara è stata Cristina Nuti, la prima donna con sclerosi multipla in Italia e Europa, e la seconda al mondo, ad avere terminato un Ironman (2022). L’atleta ha preso parte alla 5 km non competitiva.
– foto ufficio stampa Università Bicocca –
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Il cervello dei nuotatori misura il tempo

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MILANO (ITALPRESS) – Bracciata dopo bracciata, vasca dopo vasca, i nuotatori sviluppano un’eccezionale capacità di cronometrare il tempo. Come ci riescono, immersi come sono in un ambiente ovattato come l’acqua? Lo spiega una ricerca intitolata “Temporal perception in closed-skill sports: An experimental study on expert swimmers and runners”, coordinata da Luisa Girelli, insieme a Simona Perrone del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con Daniele Gatti e Luca Rinaldi del Dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Università di Pavia. Magari non ce ne accorgiamo, ma il nostro cervello misura continuamente il tempo grazie a una sorta di orologio interno: succede, per esempio, quando pianifichiamo o eseguiamo i movimenti necessari ad attraversare la strada oppure quando siamo alla guida di una macchina. Questa abilità cognitiva ha un ruolo chiave anche in ambito sportivo, non solo perché la prestazione sportiva dipende sempre anche da una perfetta calibrazione temporale dell’azione, ma anche perché in alcuni sport è il fattore tempo a determinare il successo.

È il caso degli sport closed skills: si tratta di discipline – come appunto il nuoto o la corsa – che si svolgono in un contesto stabile e prevedibile, dove la prestazione si basa sulla ripetizione ciclica dello stesso gesto motorio e in cui vince chi fa il miglior tempo. “In acqua il nuotatore può controllare la performance e cronometrare l’andatura solo basandosi sulla propria percezione interna. Si tratta di un’attività molto diversa rispetto agli sport open skills, dove il contesto è mutevole e imprevedibile”, spiega Luisa Girelli. “Pensiamo agli sport di squadra, come il calcio o il basket, dove l’atleta deve di continuo tenere conto delle situazioni esterne e dalle azioni degli altri giocatori in campo per decidere come agire. È sempre stato riconosciuto come queste discipline siano allenanti per funzioni cognitive come l’attenzione, l’abilità decisionale, la pianificazione e l’anticipazione motoria”. Che cosa accade invece a chi pratica a livello intensivo gli sport closed skills?

“La nostra ipotesi di ricerca era che anche questi sport potenziassero determinate competenze cognitive, in particolare, le abilità di percepire e stimare il tempo, facendo ampio conto sul proprio ritmo interno”, dice Girelli. E le conferme sono arrivate. I partecipanti allo studio – divisi in due gruppi di atleti, nuotatori e corridori, e un gruppo di controllo di non sportivi – sono stati sottoposti a compiti per valutare la loro capacità di stimare durate temporali e tenere il tempo. Gli sportivi sono risultati più abili, in particolare i nuotatori, abituati a sfidare il cronometro in acqua, dove gli stimoli uditivi e visivi sono attenuati e quindi meno rilevanti per mantenere il ritmo e tenere traccia dello scorrere del tempo. Ecco perché, tra una virata e l’altra, il nuotatore controlla al meglio il proprio “orologio” interno, affinandolo sempre di più.

foto: Agenzia Fotogramma

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Corribicocca il 22 ottobre sostiene l’Aism contro la sclerosi multipla

MILANO (ITALPRESS) – Tutti in pista per AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla. La sesta edizione della CorriBicocca, la manifestazione in programma per domenica 22 ottobre organizzata dall’Università di Milano-Bicocca e CUS Milano, conferma il suo ruolo benefico: quest’anno sosterrà gli obiettivi di AISM, l’unica realtà in Italia che dal 1968 si occupa a 360 gradi della sclerosi multipla, promuovendo la ricerca scientifica, erogando servizi alle persone con sclerosi multipla e rappresentando e affermando i diritti delle persone con sclerosi multipla.
Una parte del ricavato delle iscrizioni alla CorriBicocca verrà così devoluto all’Associazione, che il giorno della manifestazione sarà presente con un banchetto all’interno del Bicocca Stadium (viale Sarca, 205): AISM e la sua Fondazione FISM (Fondazione Italiana Sclerosi Multipla) operano con la convinzione che le persone con sclerosi multipla e le loro famiglie abbiano il diritto ad avere una buona qualità di vita e una piena integrazione sociale. Da qui scaturisce la visione che è alla base delle attività dell’Associazione: un mondo libero dalla sclerosi multipla. Madrina della sesta edizione della CorriBicocca sarà Cristina Nuti, la prima donna con sclerosi multipla in Italia e Europa, e la seconda al mondo, ad avere terminato un Ironman (2022). E quest’anno ha fatto il bis. È stata anche Campionessa Italiana di ParaTriathlon e Duathlon. Cristina Nuti prenderà parte alla gara. Restano ancora pochi giorni per partecipare alla corsa, che quest’anno è stata intitolata “Anniversary Edition”, per celebrare i 25 anni di fondazione dell’Ateneo: le iscrizioni sono aperte fino a martedì 17 ottobre sul sito www.corribicocca.it. Anche per questa edizione sono tre le formule (tutte omologate FIDAL) fra cui scegliere: la 5 chilometri non competitiva, la 10 chilometri non competitiva e la 10 chilometri competitiva. Per le famiglie che parteciperanno alla 5 chilometri è prevista anche una tariffa scontata: basta iscrivere almeno due adulti e due bambini under-14 per usufruire dello sconto famiglia. Inoltre, il giorno prima della CorriBicocca, sabato 21 ottobre, il villaggio allestito all’interno del Bicocca Stadium ospiterà una giornata multisport dedicata a tutti i bambini tra i 7 e i 14 anni e alle loro famiglie. Dalle 10 alle 17 verranno proposte attività ispirate ad atletica leggera, calcio, mini rugby e tennis. La giornata sarà completamente gratuita, registrandosi inviando una mail a [email protected]. L’appuntamento per runner e appassionati di sport all’aperto è davanti al centro sportivo Bicocca Stadium, punto di partenza del percorso che si snoda tra le strade del quartiere. “Anche in occasione della “Anniversary Edition”, la CorriBicocca si conferma una corsa solidale – afferma la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni – e dopo avere negli anni scorsi sostenuto progetti dell’ospedale San Gerardo, delle Fondazioni Rava e Asilo Mariuccia, quest’anno vogliamo stare al fianco di AISM da sempre in prima linea nella ricerca scientifica sulla sclerosi multipla e nel servizio alle persone colpite da questa malattia. Chiunque vorrà mettersi in gioco nella gara benefica che, come ogni anno, attraversa le vie del quartiere, darà così il suo contributo alle attività dell’Associazione”. “Lo scopo della CorriBicocca non è solo quello di riunire la comunità universitaria e il quartiere in una mattina di sport e di condivisione – dichiara la delegata della rettrice per lo Sport universitario di Milano-Bicocca, Lucia Visconti Parisio – ma anche quello di far conoscere il nostro impegno nella ricerca e il sostegno che diamo agli enti ed associazioni che operano a questo fine. Quest’anno per la “Anniversary Edition” vogliamo essere al fianco di AISM e della sua attività fondamentale nella lotta alla sclerosi multipla. Abbiamo scelto una testimonial di eccezione, Cristina Nuti, che nonostante la malattia si allena e gareggia in competizioni di alto livello. Riteniamo che la sua presenza porti un messaggio di coraggio e resilienza a tutta la nostra comunità”. “Ancora una volta la CorriBicocca, oltre a essere un evento che festeggia i 25 anni di storia dell’Ateneo, vuole trasmettere un messaggio di inclusività e solidarietà – sottolinea il presidente del CUS Milano Alessandro Castelli -. In accordo con l’Ateneo, l’edizione 2023 della CorriBicocca sarà occasione per sostenere la ricerca con la raccolta di un contributo a favore dell’AISM. Sono certo che tutti i partecipanti sapranno condividere e testimoniare questo nostro impegno”. “Siamo orgogliosi e onorati di essere l’ente beneficiario di questa edizione di CorriBicocca, proprio nel 25esimo anno dalla Fondazione dell’Università Milano-Bicocca – conclude il Presidente AISM Milano Vittorio Borgia -. Se volgiamo lo sguardo a 25 anni fa possiamo dire di essere riusciti a cambiare la realtà della sclerosi multipla: allora ricevere una diagnosi di sclerosi multipla significava dover rimettere in discussione tutta la propria vita e affrontare una malattia cronica, progressiva, imprevedibile e altamente invalidante, significava inevitabilmente sedia a rotelle. Oggi ci sono più di 20 terapie farmacologiche in grado di rallentarne il decorso, per alcuni persino di bloccarlo. Abbiamo scoperto tante cose sulla malattia come ad esempio che lo sport fa bene, che non peggiora affatto la situazione di chi convive con la sclerosi multipla e che al contrario l’attività sportiva apporta grandi benefici sia sul piano fisico che psicologico! Ma dobbiamo ancora scoprirne le cause e soprattutto vogliamo trovare una cura risolutiva, per questo ringraziamo tutti voi: abbiamo ancora un po’ di strada da fare ma solo percorrendola insieme riusciremo ad arrivare più velocemente a tagliare il nostro traguardo: ‘un mondo libero dalla sclerosi multipla’”.

 – Foto: ufficio stampa Università di Milano-Bicocca –

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Bergamo, al via nuovo Polo di Formazione Universitaria “Giovanni XXIII”

BERGAMO (ITALPRESS) – A Bergamo è stato inaugurato il Polo di Formazione Universitaria “Papa Giovanni XXIII”, risultato di un progetto congiunto tra l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII. Al taglio del nastro, accolti da Maria Beatrice Stasi, Direttore generale del Papa Giovanni insieme a Giovanna Iannantuoni, Rettrice dell’Università Bicocca, medici, infermieri, professionisti sanitari e docenti insieme alle massime autorità tra cui Piera Molinelli, Prorettrice vicaria Università degli studi di Bergamo, Claudia Maria Terzi, Assessore a Infrastrutture e Opere pubbliche di Regione Lombardia, Marcella Messina, Assessora alle Politiche sociali del Comune di Bergamo, Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca.
Situato in via Nini da Fano a Bergamo, nelle immediate vicinanze dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, il nuovo Polo, di più di 4.000 mq, è ospitato in un edificio di proprietà dell’ASST Papa Giovanni XXIII, oggetto di significativi lavori di ammodernamento e di adeguamento funzionale e normativo e dotato delle più moderne risorse tecnologiche per la didattica grazie ai contributi dell’Ospedale per gli aspetti strutturali e dell’Ateneo Bicocca per l’importante intervento di innovazione tecnologica.
Nel nuovo Polo trovano oggi spazio 17 aule didattiche, 4 aule per esercitazioni, 7 spazi studio, 5 spogliatoi, una sala riunioni e diversi uffici. All’esterno sono stati realizzati un parcheggio per le auto, un parcheggio per le moto e per le biciclette e un giardino attrezzato con dehors e arredo urbano per facilitare la didattica all’aperto.
I lavori sono stati eseguiti dal raggruppamento temporaneo di imprese tra Coedil Costruzioni Generali S.p.a. di Milano (per la parte edile) e AR.CO. Lavori S.c.c. di Ravenna (per la parte impiantistica), per un costo totale di circa 8 milioni di euro, mentre l’investimento per gli arredi e le attrezzature tecnologiche delle aule e degli uffici è stato a carico dell’Università di Milano-Bicocca.
‘Le nuove aule sono state allestite con le più moderne tecnologie per garantire ai docenti la massima versatilità nell’insegnamento e la possibilità di implementare le forme più innovative di didattica, facilitando inoltre l’integrazione – grazie al contributo dei docenti dell’Università di Bergamo – degli aspetti ingegneristici nella formazione medica, altro aspetto di innovatività e apertura al futuro – si legge in una nota -. Le lezioni possono integrare la più ampia varietà di contributi didattici: dai più tradizionali a quelli più innovativi, assicurando l’estensione dell’aula oltre i limiti fisici con partecipazioni da remoto tanto di specialisti quanto di discenti. Tutte le aule consentono lo streaming e la registrazione delle lezioni al fine di garantire agli studenti un supporto continuo per tutto il loro processo di formazionè.
“Oggi diventa realtà un progetto, non solo edilizio, che ci ha visto per molto tempo al tavolo con tutti i nostri partner in un clima di forte sinergia. Nel tempo si è rafforzata la partnership con l’Università Bicocca, di cui siamo parte consolidata della rete formativa, e con i partner che con noi si occupano della formazione dei professionisti sanitari – afferma Maria Beatrice Stasi, Direttore generale ASST Papa Giovanni XXIII -. Voglio esprimere un forte apprezzamento a tutti i tecnici che hanno permesso alla formazione sanitaria di avere una nuova casa, funzionale moderna e molto accogliente, nel verde e nel cuore di questa magnifica città, a due passi dall’ospedale Papa Giovanni XXIII. Un polo che consolida ulteriormente Bergamo città di riferimento nel campo della cura e della salute con le competenze dei medici e dei professionisti del suo ospedale investiti a favore delle future generazioni. Investire sul capitale umano è un fattore strategico dell’ospedale Papa Giovanni XXIII che nel suo DNA ha una lunga e eccellente tradizione formativa”.
“Con questo Polo innovativo e multifunzionale, a sostegno della formazione dei nostri studenti, aggiungiamo un nuovo tassello all’impegno che l’Ateneo si è assunto negli ultimi anni nella progettazione dell’Università del futuro: aperta, sostenibile e integrata nell’ambiente – spiega Giovanna Iannantuoni, Rettrice Università Bicocca -. Siamo orgogliosi di essere protagonisti, in sinergia con partner prestigiosi come l’ASST Papa Giovanni XXIII, di grandi interventi di riqualificazione edilizia, che garantiscono ai docenti la massima versatilità sul fronte della didattica, grazie all’impiego delle più moderne tecnologie. Con l’obiettivo di restituire alla cultura spazi fisici inseriti nel loro territorio e dalla forte vocazione internazionale. L’edificio ospiterà cinque nostri corsi di studio, tra i quali il Corso magistrale a ciclo unico in Medicine & Surgery, che ha appena visto tagliare il traguardo ai primi laureati, formati non solo nelle discipline mediche ma anche nelle competenze bioingegneristiche e tecnologiche applicate alla sanità”.
“Questa nuova casa del sapere rappresenta un importante punto di convergenza tra il mondo della medicina e quello dell’ingegneria, sinergia che si basa principalmente sul Corso di laurea magistrale a ciclo unico in inglese denominato School of Medicine and Surgery. Grazie al coinvolgimento di docenti esperti nel campo dell’Ingegneria Biomedica dell’Università degli studi di Bergamo, in sinergia con l’Università di Milano-Bicocca, gli studenti acquisiscono competenze fondamentali relative all’utilizzo delle tecnologie nel contesto della medicina del futuro – sottolinea Piera Molinelli, Prorettrice vicaria Università degli studi di Bergamo -. Questi studenti nel corso del loro percorso grazie al coinvolgimento dell’ospedale Papa Giovanni XXIII hanno l’opportunità di sperimentare l’applicazione di tali tecnologie in diverse aree mediche. L’inaugurazione di oggi dimostra l’impegno del nostro Ateneo nel soddisfare le esigenze di salute e nel contribuire all’innovazione nei settori della prevenzione, del trattamento e della cura medica. L’Università è impegnata, infatti, nel campo della salute con l’attivazione di programmi che coniugano ricerca di avanguardia e didattica attenti alle necessità del territorio, tra cui, solo per fare un paio di esempi, i corsi di laurea triennale e magistrali in Ingegneria Biomedica, il Corso di Perfezionamento in Diagnosi e cura dei disturbi alimentari, l’accordo siglato con il National Innovation Centre for Ageing di Newcastle nel campo della salute e del benessere delle persone, diversi Master dedicati alla salute e le attività di ricerca nell’ambito del progetto ANTHEM, che vede come capofila l’Università di Milano-Bicocca e il coinvolgimento dello stesso ospedale Papa Giovanni XXIII. Questi sforzi mirano a sviluppare competenze e soluzioni innovative al fine di migliorare le cure e promuovere la salute e il benessere delle persone e delle comunità”.
“L’inaugurazione del Polo di formazione universitaria “Papa Giovani XXIII” rappresenta un passo fondamentale nella missione di fornire assistenza sanitaria di alta qualità e formare le future generazioni di professionisti della salute – evidenzia
Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche di Regione Lombardia -. L’Ospedale Papa Giovanni da tempo offre il suo contributo attivo nella formazione dei futuri professionisti e siamo certi che questo nuovo polo darà la possibilità agli studenti di accrescere le proprie competenze, imparare dai migliori professionisti e contribuirà a migliorare ulteriormente la qualità dell’assistenza sanitaria nella nostra regione. Ringrazio tutto il personale dell’Ospedale Papa Giovanni e tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo straordinario progetto, destinato a diventare una risorsa inestimabile per la formazione e la ricerca nella sanità”.
“Un sistema socio-sanitario efficiente, che risponde cioè in modo coerente alla domanda di salute dei cittadini, si fonda prima di tutto sulla qualità delle persone, sia professionali che umane. Non esiste cura senza ascolto; non esiste prestazione senza accoglimento del bisogno; non esiste qualità del servizio senza qualità della presenza – afferma Marcella Messina, Assessora alle Politiche sociali del Comune di Bergamo -. Di questo ne abbiamo tutti colto molto chiaramente l’importanza durante la tragica esperienza pandemica quando medici, infermieri, operatori sanitari hanno fatto appello alle loro vocazioni individuali, prima ancora che alle competenze professionali, per affrontare quanto accadeva. Ce ne rendiamo conto tutti nella nostra quotidianità di cittadini; ed io personalmente in quella che mi compete da amministratore di un ambito, come quello sociale, dove il confine con la dimensione sanitaria è spesso davvero sottile e, quindi, la continuità dell’offerta diventa un’esperienza del reale condivisa e comune. In questo quadro, la formazione e l’educazione soprattutto a livello universitario, realizzata dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII anche in sinergia con il prestigioso Ateneo della Bicocca, sono gli elementi chiave di una buona assistenza, di un buon livello di erogazione dei servizi, di buoni percorsi di cura. Auguro quindi a questo nuovo importante progetto, dedicato proprio alla formazione dei professionisti della sanità, di rappresentare la ‘casà per l’acquisizione della migliore cultura della cura per tutti noi e, in particolare, per il nostro territoriò.
“Dalla collaborazione, dalla visione di tanti vede la luce un nuovo polo della formazione professionale e universitaria sanitaria a Bergamo. Papa Giovanni e Università Bicocca, ministero dell’Università, Regione Lombardia, unità ospedaliere, direttori – spiega Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca -. Una collaborazione corale per realizzare un nuovo sistema della formazione applicata direttamente alle cure. Un traguardo importantissimo. Una sede bellissima, tecnologicamente avanzata che avrà un impatto virtuoso sul territorio e che formerà figure fondamentali per la salute dei cittadini: scienze infermieristiche e ostetriche, fisioterapia, tecnici di radiologia. Un importantissimo presidio di alta formazione di professioni sanitarie indispensabili. Sono veramente felice di poter portare l’indirizzo di saluto ma soprattutto la vicinanza del ministro dell’Università e della Ricerca Annamaria Bernini all’inaugurazione di una struttura così importante per la città di Bergamo e per la Lombardia”.

– Foto ufficio stampa Università Milano Bicocca –

(ITALPRESS).

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