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All’Università Milano Bicocca un incontro su Next Generation Eu

MILANO (ITALPRESS) – Università e aziende sempre più vicine per la formazione dottorale, è questo il cambio di passo impresso dal Next generation Eu. Se ne parla il 9 ottobre all’Università di Milano-Bicocca nel corso dell’evento organizzato dalla Scuola di dottorato. L’appuntamento, dal titolo “Next Generation Eu: come Università e Impresa si preparano al futuro”, vedrà protagonista Nicoletta Amodio, Responsabile Ricerca e innovazione e Direttore della Fondazione Giuseppina Mai – Confindustria con un intervento dal titolo “Utopia e disincanto”, che si concentrerà sulla strategia di crescita per il Paese che vede al centro le competenze e in cui il dottorato rappresenta il punto di congiunzione. Nel corso della giornata saranno presentati i 19 corsi di dottorato di area economico giuridica, Stem, Medica e Umanistica, mentre dottorandi e neodottori avranno la possibilità di incontrare le imprese per delle job interview individuali. (ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

In Università Bicocca controllo della vista con “Uniforyoureyes”

MILANO (ITALPRESS) – “Uniforyoureyes – L’Università per i tuoi occhi” abbraccia tutta la città. Il servizio gratuito di analisi visive e visite optometriche dal Centro di Ricerca in Ottica e Optometria del dipartimento di Scienza dei materiali dell’Università di Milano-Bicocca, si rivolgerà d’ora in poi ai cittadini in particolare stato di fragilità economica residenti non solo nella Zona 9, ma in tutta Milano. L’iniziativa, che viene rilanciata nel mese dedicato alla prevenzione della vista, consentirà loro di sottoporsi senza alcuna formalità a controlli optometrici della vista e di ottenere gli occhiali di cui hanno bisogno, senza alcun costo. I beneficiari saranno individuati tra gli adulti e bambini coinvolti nelle attività di “QuBì. La ricetta contro la povertà infantile”, un programma promosso da Fondazione Cariplo per sostenere le famiglie con minori in situazioni di povertà grazie a una rete di organizzazioni del Terzo Settore. Nella realizzazione dell’iniziativa sono coinvolti anche l’Istituto tecnico – professionale “G. Galilei – R. Luxemburg” di Milano – indirizzo di Ottica, il Lions Club Milano Bramante Cinque Giornate, Centro Style, Hoya Lens Italia, Viatris Italia e Vanni Occhiali. Si tratta di una vera e propria filiera dell’ottica che coinvolge aziende del settore. Si inizia con una visita optometrica, della durata di 45 minuti per soggetto, condotta da laureati in Ottica e Optometria all’interno del Centro COMiB secondo i più avanzati standard previsti dal World Council of Optometry. Nei casi in cui viene riscontrata l’esigenza di una correzione della vista o di rivedere quella già adottata, si passa alla fase successiva della realizzazione degli occhiali necessari. L’assemblaggio di montature e lenti messe a disposizione da aziende e istituzioni partner del progetto è effettuato con la collaborazione dagli studenti del ‘Galilei’ e del Corso di Laurea in Ottica e Optometria. Il servizio “Uniforyoureyes” è stato realizzato per la prima volta nel biennio 2019-20 e replicato nel biennio 2021-2022. In tutto questo periodo di tempo, a usufruire del progetto sono state 428 persone. Sono stati distribuiti 471 occhiali; a 105 persone ne sono state fornite due paia – uno per lettura da vicino e uno da lontano – mentre 124 paia di occhiali sono state consegnate a minori, la maggior parte dei quali non aveva mai utilizzato mezzi di compensazione della vista pur sentendone la necessità. Ai soggetti coinvolti sono state consigliate visite mediche oftalmologiche, soprattutto a coloro che non avevano effettuato una visita oculistica recente e a 46 soggetti con problematiche specifiche. Nei primi sei mesi di quest’anno, invece, sono stati visti 128 soggetti di cui 84 minori. Sono state predisposte 96 forniture di occhiali delle quali 56 sono state assegnate a soggetti minori. L’obiettivo per il 2023 è di offrire visite optometriche ad almeno 260 persone. L’iniziativa si propone di offrire per il futuro un servizio optometrico permanente e continuativo ai cittadini in stato di fragilità economica. “Nel venticinquesimo anniversario del nostro Ateneo – dichiara la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni – siamo orgogliosi di continuare a mettere a disposizione il nostro patrimonio di competenze in un progetto solidale e unico nel suo genere, che va oltre i confini del quartiere nel quale era nato per rivolgersi alla città intera. Il Centro di ricerca in Ottica e Optometria rappresenta un fiore all’occhiello e sta portando avanti un’iniziativa di sviluppo sociale che unisce pubblico e privato a favore della collettività, offrendo un sostegno in più alle persone e alle famiglie in difficoltà. I numeri dei precedenti anni testimoniano il valore di Uniforyoureyes”. ‘Da diversi anni il nostro Istituto I.I.S. Galileo Galilei – Rosa Luxemburg – spiegano Monica Speziali e Barbara Merli, docenti del corso di ottica della scuola – è diretto dalla Dirigente Scolastica Prof.ssa Annamaria Borando. Forma ottici diplomati e abilitati ed è l’unico nella provincia di Milano. Siamo sempre sensibili ad aprire la nostra scuola alle iniziative solidali. Gli studenti hanno così modo di calarsi in un’esperienza di vita molto importante prestando il proprio servizio e le proprie conoscenze alle buone pratiche, come ben rappresentato da Uniforyoureyes. Rinnoviamo con profonda gratitudine il nostro appoggio a questo progetto”. ‘In un contesto in cui le disuguaglianze sono in aumento – afferma il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone – occorre tenere in grande considerazione i bisogni primari delle persone. Tra questi c’è certamente il diritto alla salute. Ci sono famiglie che non possono permettersi nemmeno i livelli di cura minimi, o, come in altri casi, la prevenzione. Il Programma QuBì – di Fondazione Cariplo agisce su più livelli: certamente con l’approvvigionamento di cibo per chi non ne ha; con l’inserimento lavorativo, con il contrasto alla dispersione scolastica e così via. È importante però tenere lo sguardo anche sui problemi legati alla salute, con azioni concrete. Come già accade da qualche anno per il sostegno alla cura dei denti, questa iniziativa si concentra sui problemi della vista. Tutto ciò ha molta attinenza con quello che io definisco welfare di precisione: arrivare, cioè, a dare a ogni persona ciò di cui ha davvero bisogno”. “Siamo lieti di avere rinnovato il nostro supporto al progetto, in linea con la mission di Viatris di consentire alle persone nel mondo di vivere una vita più sana in ogni sua fase – commenta Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris Italia –. Crediamo fortemente nel valore delle partnership per offrire accesso alla salute a tutte le persone, indipendentemente dal luogo o dal contesto in cui vivono. Insieme a tutti gli attori coinvolti in questo progetto possiamo avere un impatto positivo e concreto sulla vita e sul benessere di molte persone”. “Abbiamo iniziato a collaborare al progetto UniForYourEyes nel 2021 – racconta Alessandra Girardi, vice presidente di Vanni Occhiali – fermamente convinti che la cura di prossimità sia la chiave del benessere dei cittadini, con particolare attenzione alle fasce più fragili, e un’opportunità di sviluppo sostenibile dei territori rispondendo a chi ha bisogno, là dove nasce la necessità; siamo lieti che oggi il progetto abbracci l’intera città di Milano. Non abbiamo esitato a sostenere questo progetto perché crediamo che con il nostro piccolo aiuto possiamo regalare un benessere visivo completo, che include anche far sentire le persone bene, e belle, indossando occhiali di stile. Grazie a questa collaborazione Università, settore privato e territorio, entrano in un dialogo costruttivo, anche a beneficio delle future generazioni di optometristi’. ‘Il nostro pay off rappresenta il cuore del nostro operato: around people. Siamo vicini alle persone, ascoltando le loro necessità per poter trovare sempre una soluzione efficace e tempestiva – afferma Pietro Conti, General Manager Centro Style –. Quest’anno ci siamo uniti alle aziende partner di questa lodevole iniziativa per contribuire positivamente al benessere visivo delle persone meno fortunate con particolare riguardo ai bambini per garantire loro un futuro chiaro e felice”. “Da pionieri nel campo dell’ottica, in Hoya riteniamo sia nostro dovere contribuire alla risoluzione delle difficoltà legate al benessere visivo, spesso non trattate per mancanza di consapevolezza, di risorse e interventi – afferma Maurizio Veroli, Amministratore Delegato di Hoya Lens Italia. – Siamo felici di partecipare al progetto UniForYourEyes, per due motivi: da un lato, offriamo agli studenti, gli optometristi di domani, l’occasione di fare pratica e soprattutto di sviluppare l’ascolto e l’empatia con le persone, valore che decisamente si acquisisce sul campo; dall’altro forniamo supporto concreto a chi vive intorno a noi, spesso con bisogni inascoltati. Siamo entusiasti di collaborare con le associazioni e le aziende coinvolte in questa nobile iniziativa offrendo alla nostra comunità un servizio mirato a migliorare le condizioni visive e la qualità della vita’. ‘Noi Lions siamo nati, nel 1917, come i “Cavalieri della Luce” – ricorda Francisco Morejon, Presidente del Lions Club Milano Bramante Cinque Giornate – per aiutare persone non vedenti e ipo-vedenti nella loro vita quotidiana. E questa è una missione, tra le tante che abbiamo, che portiamo avanti in tutto il mondo. Partecipare ad un programma come questo con Centro di Ricerca in Ottica e Optometria (COMiB) dell’Università di Milano- Bicocca, con la quale già in passato avevamo collaborato, è sicuramente un altro modo del nostro “servire la comunità”. È altresì importante e interessante che si creino sinergie tra pubblico e privato a beneficio dei meno abbienti, grazie anche al sostegno delle aziende del settore e delle associazioni che già sono presenti sul territorio. L’unione di tutte queste forze non può che essere promotrice di benessere e cura sociale’.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa Università Bicocca

Nasce Ascetic, algoritmo per ricostruire modelli di evoluzione tumorale

MILANO (ITALPRESS) – Migliorare la nostra capacità di prevedere come evolverà un tumore, superando le limitazioni delle analisi che considerano solo le singole mutazioni genetiche. Questo è l’obiettivo possibile grazie al nuovo metodo chiamato Ascetic (Agony-baSed Cancer EvoluTion InferenCe), sviluppato da Milano-Bicocca, capace di ricostruire modelli di evoluzione tumorale per ciascun paziente e successivamente identificare modelli evolutivi che si ripetono in diversi pazienti.
Il metodo, illustrato nell’articolo “Evolutionary signatures of human cancers revealed via genomic analysis of over 35,000 patients”, appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, è stato sviluppato da un gruppo multidisciplinare guidato da Daniele Ramazzotti, docente di informatica presso il Dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con Alex Graudenzi (Dipartimento di informatica), Luca Mologni (Dipartimento di medicina e chirurgia) e le ricercatrici Diletta Fontana, Ilaria Crespiatico e Valentina Crippa, per le attività di valutazione e validazione dei risultati.
In questo studio, Ascetic è stato applicato a dati derivati da oltre 35.000 tumori, inclusi pazienti con diverse malattie del sangue, pazienti con tumore al polmone in fase precoce o avanzata e molti altri. Inoltre, è stata condotta una validazione dei risultati ottenuti su dataset indipendenti per garantirne l’affidabilità e la capacità di generalizzazione.
Il cancro è un processo evolutivo complesso che coinvolge grandi popolazioni di cellule nel corpo umano. Queste cellule subiscono mutazioni genetiche e modificazioni epigenetiche, alcune delle quali possono conferire un vantaggio alle cellule tumorali. Questo vantaggio può tradursi in una maggiore capacità di proliferazione e sopravvivenza delle cellule cancerogene, che alla fine può portare all’invasione dei tessuti circostanti e alla formazione di metastasi. Tuttavia, non tutte le mutazioni contribuiscono al processo di sviluppo della malattia. Infatti, solo una piccola frazione di esse, chiamate “mutazioni driver”, svolge un ruolo funzionale, mentre la maggior parte delle mutazioni sono neutrali, dette “mutazioni passenger”.
Ascetic si basa sull’osservazione che, nella maggior parte dei casi, l’accumulo di mutazioni passenger durante la progressione del cancro segue una dinamica casuale.
Tuttavia, per le mutazioni driver, che sono responsabili della progressione del tumore, l’evoluzione può portare ad un ordine coerente osservato in pazienti diversi.
Ascetic affronta questo problema complesso suddividendolo in tre passaggi chiave.
Inizialmente, sfrutta modelli di evoluzione per stabilire un ordine tra le mutazioni genetiche driver nei singoli pazienti, consentendoci di comprendere la sequenza in cui queste mutazioni si sono verificate nel corso della storia evolutiva degli specifici tumori. In seguito, utilizzando approcci di intelligenza artificiale, individua il modello più adatto per spiegare tutte le singole evoluzioni, offrendoci una mappa di come il cancro si sviluppa globalmente per un particolare tipo di tumore. Infine, categorizza i pazienti in base alle loro evoluzione e verifica se questi gruppi presentano curve di sopravvivenza differenti.
Grazie alla crescente disponibilità di dati biologici provenienti da esperimenti di sequenziamento genetico su pazienti affetti da cancro e ai progressi nel campo della scienza dei dati e dell’intelligenza artificiale, siamo ora in grado di valutare la presenza di specifici modelli evolutivi per i diversi tipi di cancro. Questi modelli, che possiamo definire come “firme evolutive”, rappresentano i percorsi preferenziali di acquisizione di mutazioni driver, cioè quelle funzionali, durante l’evoluzione del cancro e possono essere ricorrenti in pazienti con prognosi simile.
“Nonostante questo studio non sia definitivo – conclude Ramazzotti – esso rappresenta un passo significativo verso la creazione di un “catalogo” di firme evolutive del cancro, che potrebbe aiutare a comprendere meglio la complessa natura del tumore e a migliorare le previsioni sulla sua progressione e prognosi. Infatti, essere in grado di classificare i pazienti affetti da cancro in base alla loro evoluzione molecolare potrebbe consentire la previsione dei futuri passi nella progressione della malattia e di conseguenza l’attuazione di trattamenti ottimali e personalizzati”.

– foto ufficio stampa Università Bicocca –
(ITALPRESS).

“CorriBicocca” raddoppia, a Milano il 21 e 22 ottobre la sesta edizione

MILANO (ITALPRESS) – Manca sempre meno al via della sesta edizione della CorriBicocca, la manifestazione inclusiva organizzata dall’Università di Milano-Bicocca e il CUS Milano che quest’anno si trasforma nell'”Anniversary Edition” per celebrare i 25 anni di fondazione dell’Ateneo. Per l’occasione, la festa tra le vie del quartiere raddoppia. Si comincia sabato 21 ottobre, quando il villaggio allestito all’interno del Bicocca Stadium (viale Sarca, 205) ospiterà una giornata multisport dedicata a tutti i bambini tra i 7 e i 14 anni del quartiere, ma non solo, e alle loro famiglie. Dalle 10 alle 17 verranno proposte attività ispirate ad atletica leggera (lancio del vortex, salto in alto, corsa, sprint e staffetta), calcio (prove di palleggi, dribbling, rigori e allenamento dei portieri), mini rugby (passaggio laterale, placcaggio saccone, tuffo con palla su materassino, 2 contro 1 e calcio della palla ovale) e tennis (palleggio, dritto, lob e rovescio). La giornata sarà completamente gratuita, registrandosi inviando una mail a [email protected].
Domenica 22 ottobre la corsa senza barriere, aperta a tutta la cittadinanza, si snoderà come di consueto tra le strade del campus e del quartiere, in tre formule differenti, tutte omologate dalla FIDAL: la 5 chilometri non competitiva, la 10 chilometri non competitiva e la 10 chilometri competitiva. In occasione della “Giornata Internazionale dello Sport Universitario”, per tutto il 20 settembre ci sarà una promozione speciale che permetterà di iscriversi alla “CorriBicocca – Anniversary Edition” con il 20% di sconto. Le iscrizioni si possono effettuare sul sito della manifestazione: www.corribicocca.it.
L’edizione 2023 assegnerà il titolo universitario regionale: lo studente e la studentessa universitari che taglieranno per primi il traguardo dei 10 km competitivi otterranno l’ambito titolo agonistico riconosciuto dal CUSI Lombardia. Confermato il “Trofeo Bicocca” che verrà assegnato al Dipartimento (comprensivo di studenti, docenti e dipendenti) che iscriverà più persone alla gara. Il premio va ad affiancarsi alle medaglie previste per la corsa agonistica, a quelle dedicate ai primi tre classificati universitari (maschile e femminile) e alla medaglia speciale per il partecipante junior più assiduo: il bambino o la bambina che non ha mai mancato l’appuntamento con la CorriBicocca partecipando a tutte le edizioni. La novità della “CorriBicocca – Anniversary Edition” riguarda invece l’istituzione del “Manager Trophy”: sarà premiata l’azienda vincitrice che, sommando i tempi dei primi 20 classificati, totalizzerà il tempo migliore. Ulteriori informazioni della “CorriBicocca – Anniversary Edition” sono disponibili sul sito www.corribicocca.it.
“La CorriBicocca “Anniversary Edition” – afferma la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni – conferma l’impegno del nostro Ateneo nella diffusione di una cultura e di una pratica sportiva inclusive, alla portata di tutti e per tutte le età. Non a caso la sesta edizione di questo evento, che unisce spirito competitivo e clima di festa, si aprirà il giorno prima della gara, con una giornata dedicata ai bambini, che potranno cimentarsi in diverse discipline sportive. La domenica si svolgerà il tradizionale appuntamento, aperto alla nostra comunità accademica e a tutta la città, che premia l’agonismo, il rispetto delle regole e lo spirito di squadra dei partecipanti”.
“La CorriBicocca è ormai divenuta un appuntamento fisso e irrinunciabile per la comunità dell’Ateneo e per il quartiere. A fare da cornice all’evento sarà il nostro bellissimo Bicocca Stadium – osserva la delegata della rettrice per lo Sport universitario di Milano-Bicocca, Lucia Visconti Parisio – dove allestiremo il villaggio accoglienza e dove mostreremo ai nostri partecipanti le attività di ricerca legate al benessere e agli effetti di sani stili di vita sulle quali l’Ateneo sta investendo impegno e risorse. Si parlerà di screening cardiovascolare, di controlli optometrici e di come promuovere la pratica sportiva all’interno del campus. Da questo punto di vista ricordo che Milano-Bicocca ha ottenuto dalla Federazione internazionale degli sport universitari FISU la certificazione di HEALTHY campus a livello Platinum”.
Tra le realtà del quartiere Bicocca che hanno già confermato la presenza al Manager Trophy ci sarà anche il Gruppo 24 ORE, che ha scelto di sposare la manifestazione anche in qualità di media partner. “Lo sport è uno strumento formidabile di inclusione e sostenibilità, oltre ad essere un veicolo importante per trasmettere valori universali come lealtà, impegno, spirito di squadra – sottolinea l’amministratrice delegata del Gruppo 24 ORE Mirja Cartia d’Asero -. E’ con questa consapevolezza che come Gruppo 24 ORE abbiamo deciso di sostenere anche quest’anno CorriBicocca, a cui parteciperemo anche con un nostro team. Manifestazioni come queste svolgono un ruolo importante per far crescere una società sana, un obiettivo assolutamente in sintonia con i valori del nostro Gruppo, e sono per noi l’occasione anche per rafforzare il legame con il distretto Bicocca, una realtà che si sta distinguendo non solo dal punto di vista industriale, tecnologico e culturale ma anche sociale nell’ottica di una sempre maggiore inclusione”.
“L’edizione 2023 di CorriBicocca sarà uno degli eventi sportivi con i quali desideriamo unirci ai festeggiamenti per i 25 anni di Storia dell’Ateneo – spiega il presidente del CUS Milano Alessandro Castelli -. Sono stati davvero 25 anni di crescita per l’Università che ha fin dall’inizio scelto di completare l’offerta didattica con anche un’offerta sportiva importante che avesse il supporto di una adeguata impiantistica. Gli investimenti fatti dall’Ateneo sul Bicocca Stadium (ex Pro Patria) sono sotto gli occhi di tutti. Il nostro compito come CUS Milano, insieme a CUS Bicocca, è, di anno in anno, quello di arricchire l’offerta sportiva e di promuovere, a fianco dell’Ateneo, la politica della “dual career” quale abbinamento vincente tra pratica sportiva e sport. La CorriBicocca, appuntamento ormai fisso nel nostro palinsesto sportivo, è la festa per condividere con la comunità universitaria e con l’intera città questi valori e questa nostra missione. La “CorriBicocca – Special Anniversary” sarà sicuramente all’altezza delle attese e vedrà importanti novità che stiamo condividendo con l’Ateneo e con l’intero Distretto Bicocca”.

– foto ufficio stampa Università Bicocca –
(ITALPRESS).

Unimib-Eduhack, idee e progetti per l’educazione del futuro

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MILANO (ITALPRESS) – Quali conoscenze, abilità e capacità saranno richieste dalle aziende per affrontare le sfide future legate alla sostenibilità e alla trasformazione digitale? E come dovrebbe essere innovata la formazione affinché le competenze utili ad affrontare tali sfide possano essere supportate e sviluppate nel tempo? E infine come si può fare tesoro del ripensamento del modo di lavorare in azienda e di studiare in università, diviso tra ore in presenza e ore da remoto, incentivato tre anni fa dalla pandemia da Covid 19?
Per rispondere a queste domande e pensare a un approccio didattico innovativo che risponda concretamente alle domande emergenti del mercato, l’Università di Milano-Bicocca coinvolge studenti, docenti, organizzazioni ed imprese nell’hackaton “UNIMIB-EDUHACK, Joint Design of Next Generation Education Program”, una vera a propria sfida di idee e progetti, che si svolgerà martedì 19 settembre 2023 dalle 9.30 alle 17.30 presso l’aula U6-06 (Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano). L’evento è promosso dal dipartimento di Scienze economico-aziendali e Diritto per l’economia all’interno del calendario per i 25 anni dell’Ateneo. L’hackaton vuole aprire un cantiere di idee che contribuirà alla progettazione innovativa di corsi che l’Università di Milano-Bicocca lancerà in un futuro prossimo.
Studenti di tutte le discipline, docenti, organizzazioni ed imprese potranno sfidarsi in team sull’educazione del futuro, avendo a disposizione dei mentor, che li aiuteranno nello sviluppo delle soluzioni richieste, e utilizzando la metodologia del Design thinking per individuare metodologie didattiche e percorsi formativi utili per sviluppare quelle conoscenze, abilità e competenze, sia tecnico-professionali che comportamentali, sempre più richieste dalle aziende.
I team con le migliori soluzioni si sfideranno per poter accedere a un premio e per contribuire alla costruzione di un corso di laurea che sia innovativo sul fronte delle competenze formate e che migliori l’esperienza di apprendimento degli studenti attraverso l’uso di tecniche e tecnologie innovative.
-foto Università Bicocca –
(ITALPRESS).

Ricerca Bicocca, l’uso precoce dello smartphone riduce l’apprendimento

MILANO (ITALPRESS) – L’uso intensivo e precoce degli smartphone nei ragazzini non favorisce l’apprendimento, anzi, riduce le performance scolastiche di una parte consistente della popolazione studentesca. E ora, una ricerca di Milano-Bicocca e Supsi sui dati Invalsi lo conferma, andando oltre le semplici correlazioni. La ricerca dal titolo “Earlier smartphone acquisition negatively impacts language proficiency, but only for heavy media users. Results from a longitudinal quasi-experimental study”, condotta da Tiziano Gerosa, ricercatore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) e Marco Gui, direttore del Centro Benessere Digitale di Milano-Bicocca (dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale) ha testato le principali ipotesi teoriche sul ruolo dello smartphone nei processi di apprendimento, sia quelle che ipotizzano benefici sia quelle che si attendono impatti negativi. La ricerca ha riguardato il range di età 10-14 anni, confrontando chi riceve il dispositivo prima dei 12 anni – a 10 e 11 anni – quindi nel passaggio tra primaria e secondaria di I grado, e chi lo riceve negli anni successivi, cioè 12, 13 e 14 anni. Il campione totale era composto da 1672 studenti delle scuole secondarie di primo grado e le informazioni amministrative recuperate sugli stessi studenti nel tempo dall’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Istruzione. I risultati non mostrano benefici al termine della secondaria di primo grado, per coloro che sono entrati in possesso precocemente dello smartphone, neppure per gli studenti più motivati allo studio. Tuttavia, i partecipanti che avevano abitudini intense di utilizzo dei media prima di possedere uno smartphone (più di due ore al giorno tra Tv e videogiochi) sperimentano un impatto negativo e significativo sull’apprendimento in italiano. Al momento della rilevazione dei dati, gli studenti con uso intensivo degli schermi – e quindi soggetti al possibile effetto negativo dello smartphone – erano il 23,5 per cento della popolazione studentesca italiana. “Questo risultato conferma un’ipotesi che sta emergendo nella letteratura internazionale – dice Marco Gui -: l’uso autonomo dei “media mobili” durante l’infanzia può nuocere in particolare a coloro che presentano fragilità preesistenti, in questo caso una ridotta capacità di limitare l’uso degli schermi legata al contesto familiare o a specifiche caratteristiche psicologiche”. Da tempo è in corso un grande dibattito sull’impatto dell’uso dei media digitali sulla crescita dei minori. La letteratura già ha individuato una relazione negativa tra precocità d’uso – e quantità d’uso – dello smartphone e risultati scolastici, ma spesso si lamenta l’assenza di evidenze scientifiche più solide delle semplici correlazioni. “Questo studio è il primo in Italia che va alla ricerca dell’impatto dello smartphone sui livelli di apprendimento con metodologie più sofisticate – dice Tiziano Gerosa – Si tratta infatti di uno studio quasi-sperimentale che utilizza dati longitudinali Invalsi su bambini e preadolescenti nel passaggio dalla primaria alla secondaria di I grado. Questa metodologia permette di avvicinarsi – pur con alcuni assunti – ad una interpretazione causale dei risultati”. Altre ricerche sono in corso da parte del Centro “Benessere Digitale” di Milano-Bicocca su questo tema. In particolare, il progetto Eyes up, finanziato da Fondazione Cariplo, analizzerà l’impatto di un insieme di dispositivi ed esperienze online precoci sui livelli di apprendimento nel corso della carriera scolastica degli studenti dalla primaria alla secondaria di II grado.(ITALPRESS).

Foto: Università Milano Bicocca

Epatite B e C, tracciate per la 1^ volta in Europa le malattie correlate

MILANO (ITALPRESS) – Eliminare l’epatite virale, ritenuta una delle principali minacce per la salute pubblica, entro il 2030. E’ l’ambizioso obiettivo di una risoluzione del 2016 dell’Assemblea Mondiale della Sanità, dettagliato poi dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in possibili strategie di sanità pubblica e relative risorse economiche. E inserito infine nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. I virus dell’epatite B (HBV) e dell’epatite C (HCV) possono causare infezioni acute e croniche e sono tra le principali cause al mondo di cirrosi, epatocarcinoma (cancro al fegato), trapianti e morti correlati a patologie riguardanti il fegato. Generando quindi oneri economici e sanitari elevati a causa dei loro effetti epatici ed extraepatici.
Un contributo arriva dall’Università di Milano-Bicocca, il cui Centro di Studio e di Ricerca sulla Sanità Pubblica (CESP), ha coordinato uno studio Europeo per valutare il carico di incidenza, prevalenza, mortalità e anni di vita persi per disabilità (DALYs) delle malattie correlate al virus dell’epatite B (HBV) e al virus dell’epatite C (HCV), nel contesto del Vecchio continente e per il periodo dal 2010 al 2019, al fine di capire a che punto si trovino i diversi Paesi europei nel raggiungere l’obiettivo prefissato dall’OMS entro il 2030.
Lo studio è appena stato pubblicato su The Lancet Public Health, la più prestigiosa rivista di sanità pubblica a livello internazionale, e si intitola “Hepatitis B and C in Europe: an update from the Global Burden of Disease Study 2019” (DOI: 10.1016/S2468-2667(23)00149-4). Si tratta del primo rapporto completo sul carico dell’HBV e HCV in Europa. Primo autore è Paolo Angelo Cortesi, ricercatore del CESP, che si è avvalso della collaborazione col Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD), coordinato dall’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington, che coinvolge oltre 9mila ricercatori provenienti da oltre 160 Paesi, permettendo di confrontare l’impatto delle malattie, degli infortuni e dei fattori di rischio sulla salute della popolazione nel tempo tra i differenti gruppi di età, sesso, paesi e regioni e di confrontare così il progresso della salute di un Paese con quello di altri Paesi. Nella coordinazione dello studio, oltre a Paolo Angelo Cortesi, sono stati coinvolti anche il professore Lorenzo Giovanni Mantovani, direttore del CESP, Simon I. Hay e Christopher J. L. Murray, rispettivamente professore e direttore dell’IHME.
Nel 2019 in Europa si sono verificati oltre 2 milioni di casi di epatite acuta B e quasi mezzo milione di casi di epatite C. Sono stati stimati 8,24 milioni di casi prevalenti di cirrosi correlata all’HBV e 11,87 milioni di cirrosi correlata all’HCV, con quasi 25mila decessi dovuti a cirrosi correlata all’HBV e circa 37mila decessi dovuti a cirrosi correlata all’HCV. Infine, si sono avuti 9mila decessi per cancro al fegato correlato all’HBV e 23mila dovuti al cancro al fegato correlato all’HCV.
“Tra il 2010 e il 2019 – aggiungono Paolo Cortesi e Lorenzo Mantovani – il carico della cirrosi dovuta all’HBV e HCV è diminuito. La cirrosi HBV correlata e l’epatite B acuta hanno mostrato le riduzioni più significative, con un tasso di prevalenza sceso del -20,6 per cento e un tasso di mortalità sceso del -33,19 per cento per la prima malattia e con un tasso di incidenza diminuito del -22,14 per cento e un tasso di mortalità diminuito del -33,27 per cento per la seconda malattia. Nel decennio non sono state osservate variazioni nei tassi standardizzati di incidenza, prevalenza, mortalità e DALYs per il cancro al fegato correlato all’HBV e all’HCV, mentre sono stati osservati aumenti nel numero assoluto di casi in tutte le età (+16,41 per cento nella prevalenza)”.
Lo studio ha anche evidenziato differenze rilevanti all’interno dell’Europa, con aree che riportano un carico elevato, aree che hanno riportato piccole variazioni e aree che necessitano miglioramenti negli interventi di sanità pubblica per raggiungere gli obiettivi di eliminazione dell’OMS.
“Nel 2019, l’Europa centrale e orientale hanno presentato tassi di mortalità per cirrosi e epatocarcinoma HBV correlate più elevati rispetto all’Europa occidentale”, precisano il ricercatore e il direttore del CESP.
Secondo Cortesi e Mantovani “i risultati di questo studio hanno evidenziato notevoli e persistenti carichi di salute legati all’HBV e HCV in Europa, dimostrando che l’ambizioso obiettivo di eliminazione entro il 2030 è ancora lontano dall’essere raggiunto. La disponibilità di test diagnostici affidabili e interventi di trattamento e prevenzione costo-efficaci hanno creato le condizioni per rendere l’eliminazione dell’HCV e dell’HBV un obiettivo fattibile, come dimostrato da alcuni Paesi dove sono stati applicati con ottimi risultati; tuttavia in molti altri Paesi i piani d’azione e le strategie sono ancora inadeguati o assenti, così come il finanziamento per la loro attuazione. Strumenti come il GBD e lo studio appena pubblicato, sono fondamentali per capire se gli interventi implementati stiano portando o meno a raggiungere l’eliminazione dell’epatite virale entro il 2030”.

– foto ufficio stampa Università Milano-Bicocca –
(ITALPRESS).

Esperimento Zeprion in orbita per sviluppare nuovi farmaci

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MILANO (ITALPRESS) – È stato lanciato verso la Stazione Spaziale Internazionale l’esperimento Zeprion. Un esperimento che potrebbe portare ad una validazione del meccanismo di funzionamento di un protocollo del tutto innovativo per lo sviluppo di nuovi farmaci contro gravi malattie neurodegenerative e non solo. Frutto di una collaborazione internazionale che coinvolge diversi istituti accademici e l’azienda israeliana SpacePharma, l’esperimento ZePrion vede un fondamentale contributo dell’Italia attraverso l’Università Milano-Bicocca, l’Università di Trento, la Fondazione Telethon, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), e l’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ibba). Decollato con la missione spaziale robotica di rifornimento NG-19 dalla base di Wallops Island, in Virginia (USA), ZePrion si propone di sfruttare le condizioni di microgravità presenti in orbita per verificare la possibilità di indurre la distruzione di specifiche proteine nella cellula, interferendo con il loro naturale meccanismo di ripiegamento (folding proteico). L’arrivo di NG-19 e Zeprion sulla ISS è previsto per venerdì 4 agosto, quando in Italia saranno all’incirca le 8:00.

Il successo dell’esperimento ZePrion fornirebbe un possibile modo per confermare il meccanismo molecolare alla base di una nuova tecnologia di ricerca farmacologica denominata Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting (PPI-FIT), sviluppata da due ricercatori delle Università Milano-Bicocca e di Trento e dell’INFN. L’approccio PPI-FIT si basa sull’identificazione di piccole molecole (dette ligandi), in grado di unirsi alla proteina che costituisce il bersaglio farmacologico durante il suo processo di ripiegamento spontaneo, evitando così che questa raggiunga la sua forma finale. “La capacità di bloccare il ripiegamento di specifiche proteine coinvolte in processi patologici apre la strada allo sviluppo di nuove terapie per malattie attualmente incurabili”, spiega Pietro Faccioli, professore dell’Università Milano-Bicocca, ricercatore dell’INFN, coordinatore dell’esperimento e co-inventore della tecnologia PPI-FIT.
Un tassello finora mancante per la validazione della tecnologia è la possibilità di ottenere un’immagine ad alta risoluzione del legame tra le piccole molecole terapeutiche e le forme intermedie delle proteine bersaglio (quelle che si manifestano durante il ripiegamento), in grado di confermare in maniera definitiva l’interruzione del processo di ripiegamento stesso. In genere, questo tipo di immagine viene ottenuta analizzando con una tecnica chiamata cristallografia a raggi X cristalli formati dal complesso ligando-proteina. Nel caso degli intermedi proteici, però, gli esperimenti necessari non sono realizzabili all’interno dei laboratori sulla Terra, in quanto la gravità genera effetti che interferiscono con la formazione dei cristalli dei corpuscoli composti da ligando e proteina, quando questa non abbia ancora raggiunto la sua forma definitiva. Questo ha spinto le ricercatrici e i ricercatori della collaborazione ZePrion a sfruttare la condizione di microgravità che la Stazione Spaziale Internazionale mette a disposizione.

“Esiste infatti chiara evidenza che la microgravità presente in orbita fornisca condizioni ideali per la creazione di cristalli di proteine”, illustra Emiliano Biasini, biochimico dell’Università di Trento e altro co-inventore di PPI-FIT, “ma nessun esperimento ha provato fino ad ora a generare cristalli di complessi proteina-ligando in cui la proteina non si trovi in uno stato definitivo”. Esattamente quanto si propone di fare l’esperimento ZePrion, lavorando in modo specifico sulla proteina prionica, balzata tristemente agli onori della cronaca negli anni Novanta durante la crisi del ‘morbo della mucca pazza’. Questa malattia è infatti causata da una forma alterata della proteina prionica chiamata prione, coinvolta in gravi malattie neurodegenerative dette appunto ‘da prioni’ tra le quali la malattia di Creutzfeld-Jakob o l’insonnia fatale familiare.
“Anche grazie al sostegno di Fondazione Telethon, che da sempre supporta le mie ricerche per individuare nuove terapie contro queste malattie, abbiamo l’opportunità di validare del meccanismo di funzionamento della tecnologia PPI-FIT, che potrebbe rappresentare veramente un punto di svolta in questo settore”, aggiunge Biasini. “In orbita sarà possibile generare cristalli formati da complessi tra una piccola molecola e una forma intermedia della proteina prionica, che in condizioni di gravità ‘normale’ non sarebbero stabili. Questi cristalli potranno poi essere analizzati utilizzando la radiazione X prodotta con acceleratori di particelle, per fornire una fotografia tridimensionale del complesso con un dettaglio di risoluzione atomico. Campioni non cristallini ottenuti alla SSI verranno inoltre analizzati per Cryo-microscopia Elettronica di trasmissione (Cryo/EM)”, sottolinea Pietro Roversi, ricercatore Cnr-Ibba.

ZePrion si compone di un vero e proprio laboratorio biochimico in miniatura (lab-in-a-box) realizzato da SpacePharma, che opererà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e verrà controllato da remoto. Oltre alla componente italiana, la collaborazione ZePrion si avvale della partecipazione delle scienziate e degli scienziati dell’Università di Santiago di Compostela.

foto: ufficio stampa CNR

(ITALPRESS).

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