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Matematica, In Bicocca per scoprire il fascino di numeri e teoremi

MILANO (ITALPRESS) – L’algebra alla base di giochi e rompicapo classici come il Cubo di Rubik. Punti e segmenti protagonisti delle più famose creazioni di design e computer graphic. I misteri e le insidie celati nella realizzazione delle cartine geografiche. Curiosità che si potranno scoprire e approfondire incontrando chi con i numeri ci lavora ogni giorno, in una giornata che proporrà anche gare di calcoli e geometria, iniziative di orientamento e due conferenze divulgative.
L’appuntamento è per giovedì 27 aprile, quando l’Università di Milano-Bicocca, in occasione delle celebrazioni del 25ennale dell’Ateneo, aprirà le porte agli studenti delle scuole superiori – e non solo – per un viaggio nella “Matematica oltre i banchi”, come si intitola la giornata organizzata dal dipartimento di Matematica e Applicazioni, per mostrare aspetti non scolastici di questa affascinante disciplina. Una disciplina che a Milano-Bicocca attira sempre più studenti, se il corso di laurea triennale in Matematica ha più che triplicato il numero di matricole negli ultimi cinque anni (63 iscritti al primo anno del corso nell’anno accademico 2018-2019, 219 nel 2022-2023).
Un ricco programma di iniziative sarà offerto ai partecipanti. Tutte gratuite: basta registrarsi compilando il form disponibile qui. Dopo la gara a squadre del mattino (unico evento su invito), dalle 13 alle 15 nei corridoi del piano terra dell’Edificio U6 Agorà, tra l’Aula Magna e l’aula 06, sarà il momento degli “Assaggi di matematica”, sette stand che offriranno anteprime ed esperienze di matematica universitaria, tramite giochi, problemi e curiosità. Ci sarà anche un punto di orientamento, gestito da studenti e docenti dei corsi triennale e magistrale di Matematica, pronti a illustrare agli ospiti l’offerta formativa promossa da Milano-Bicocca. Infine dalle 15 alle 17, in aula 6, si svolgeranno due conferenze «per avere un’idea di cosa fanno davvero i matematici»: “Il girasole di Fibonacci”, tenuta da Marco Abate, professore di Geometria all’Università di Pisa, e “Percolazione in due dimensioni: Fuga dal labirinto infinito”, a cura di Alessandra Caraceni, ricercatrice di Matematica alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

foto: agenziafotogramma.it

(ITALPRESS).

Pnrr, con il progetto Anthem la medicina entra nel futuro

MILANO (ITALPRESS) – Nasce a Milano l’Hub delle Tecnologie avanzate per la Medicina. La collaborazione tra l’Università di Milano-Bicocca, ente proponente, il Politecnico di Milano, l’Università di Bergamo e l’Università di Catania e altri 19 enti coinvolti porta il nome di Anthem (AdvaNced Technologies for HumancentrEd Medicine) e permetterà di realizzare dispositivi e strumenti digitali per la raccolta dati a supporto di soluzioni di medicina di prossimità, sviluppare strumenti di monitoraggio e valutazione dei fattori ambientali, di stile di vita e patologici nelle popolazioni fragili e croniche e implementare metodologie di terapia oncologica per quei tumori che non possono essere trattati con approcci convenzionali. Colmare, con l’ausilio di tecnologie e percorsi multidisciplinari e innovativi, il divario esistente nell’assistenza sanitaria dei pazienti fragili e cronici all’interno di specifici territori caratterizzati da patologie orfane di terapie specifiche. E’ questo l’obiettivo principale che il progetto si prefigge di raggiungere nei prossimi quattro anni grazie alla partnership con 9 università, enti di ricerca e di assistenza sanitaria pubblici e privati e a un investimento complessivo di oltre 123 milioni di euro, finanziato dal Piano complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’investimento andrà a finanziare attività di ricerca e di trasferimento tecnologico e di conoscenze, in ambito sanitario e assistenziale. In tutto verranno coinvolti, intorno a 28 progetti, oltre 200 ricercatori appartenenti a 10 tra Università ed Enti di ricerca, 8 tra Strutture sanitarie, sociosanitarie e di ricerca medica e 5 tra Imprese ed Enti privati. E’ previsto un reclutamento di 80 tra ricercatori e tecnologi e di 65 dottori di ricerca. Le attività progettuali saranno coordinate, gestite e monitorate dalla Fondazione Anthem, con sede a Milano. Anthem opererà in profonda sinergia con l’ecosistema economico e industriale, le amministrazioni locali e la società civile in ambito di innovazione sanitaria e assistenziale sia a livello locale sia a livello nazionale. Gli ambiti di intervento del progetto sono quattro, ognuno coordinato da un ateneo: tecnologie e gestione di dati per la diagnostica e la cura (Università di Bergamo); ambienti smart e sensori innovativi per la medicina di prossimità (Università di Milano-Bicocca); ricerca di fattori di rischio e strumenti per il monitoraggio dei pazienti cronici (Politecnico di Milano); soluzioni terapeutiche innovative per patologie orfane (Università di Catania). Il progetto agirà su contesti territoriali e sistemi sanitari specifici e rappresentativi della diversità del Paese in termini di organizzazione, tecnologia, densità di popolazione, presenza di ospedali e di strutture di prossimità, facilità di accesso, efficienza diagnostica e terapeutica, uso delle tecnologie digitali. Saranno coinvolte cinque regioni (Lombardia, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), le comunità montane, come la Val Seriana e la Val Brembana in provincia di Bergamo, e le comunità metropolitane e distrettuali (Milano, Monza e Brianza, Napoli, Taranto, Bari, Lecce). Anthem è stato presentato oggi presso l’Università di Milano-Bicocca alla presenza della rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, del presidente della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), Salvatore Cuzzocrea, del presidente di Fondazione Anthem, Stefano Paleari, e del responsabile scientifico del progetto Anthem, Guido Cavaletti. “Il progetto ANTHEM è un’ambiziosa iniziativa a livello nazionale che, con un approccio multidisciplinare, punta a innovare la medicina personalizzata e a ridurre il gap nell’assistenza sanitaria di determinate patologie attraverso soluzioni di tecnologia avanzata – ha detto Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università di Milano-Bicocca -. Con i fondi garantiti dal Piano Nazionale Complementare al Pnrr e grazie alla partnership di 23 soggetti pubblici e privati, il progetto diventa un’opportunità per costruire sinergie e filiere in ambito di innovazione sanitaria e assistenziale e un’occasione di contatto con attori istituzionali e industriali all’avanguardia”. “L’iniziativa Anthem unisce in una logica multi progetto competenze disciplinari diverse – ha affermato Stefano Paleari, presidente di Fondazione Anthem – di medicina, fisica, ingegneria, economia e management con l’unico obiettivo di sviluppare soluzioni tecnologiche che giungano a migliorare il trattamento di particolari patologie in determinate “comunità di riferimento”. Si tratta di innovazioni che vogliono trovare nell’orizzonte quadriennale del piano complementare al Pnrr, un’applicazione volta a migliorare la cura della persona. Anthem è un’iniziativa nazionale che, nel rispetto delle identità regionali, vuole unire le eccellenze di ricerca e di impresa presenti in tutto il Paese per migliorare la vita dei cittadini. Non dimentichiamoci che in Europa, a fronte di un’aspettativa di vita ben superiore agli 80 anni, la “vita in salute” vale solo 64 anni. Vogliamo dare un contributo ad aumentare entrambe ma, soprattutto, a ridurre una differenza che ha costi altissimi per i soggetti interessati, le loro famiglie e la società tutta”.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa Università Bicocca

Procura europea e lotta a criminalità, lezione di Roberto Saviano a Milano-Bicocca

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MILANO (ITALPRESS) – Roberto Saviano in cattedra all’Università di Milano-Bicocca. Per parlare di lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata in ambito europeo. Lo scrittore, saggista e giornalista, che nei suoi scritti, articoli e libri – a partire dal romanzo d’esordio “Gomorra” – ha descritto e raccontato l’universo della Camorra e della criminalità organizzata in senso più ampio, interverrà alla conferenza di chiusura del secondo ciclo del modulo “Jean Monnet” “The Eppo and Eu Law: A step forward in integration”, promosso dal Dipartimento di
Giurisprudenza dell’Ateneo milanese, con il cofinanziamento della Commissione Europea ed il patrocinio del Parlamento Europeo, dell’Ordine degli Avvocati di Milano, del Consiglio Nazionale Forense e dell’Ordine dei Commercialisti di Milano. L’appuntamento, aperto al pubblico – e che verrà trasmesso anche in streaming – è per martedì 18 aprile, dalle ore 9.00 alle ore 13.30, in Aula Magna dell’Edificio U6 Agorà (piano terra, Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano). L’intervento di Saviano si inserisce nel programma della conferenza “Eppo and the Rule of Law”, che in mattina vedrà interventi di diversi protagonisti del mondo accademico e
giudiziario italiano ed europeo, tra i quali quello del Procuratore capo europeo, Laura Kövesi (previsto alle 10.15) e del procuratore europeo designato dalla Repubblica Ceca Petr Klement. La prima parte della mattinata si aprirà alle 9 con gli interventi di Natascia Marchei, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Milano-Bicocca, e di Benedetta Ubertazzi, professore associato dello stesso Dipartimento e coordinatrice del corso di eccellenza Jean Monnet, e sarà dedicata a “La Procura Europea, la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e lo Stato di diritto”.
Nella seconda parte della mattinata (a partire dalle ore 11.35) si svolgeranno tre tavole rotonde, dedicate (i) al database di giurisprudenza sviluppato con la collaborazione della Corte dei Conti italiana; (ii) all’educazione scolastica nell’ambito dei programmi PCTO e PNRR come arma efficiente di lotta alla corruzione; e (iii) al VR Pilot Case, ossia un prototipo di uno
strumento di realtà virtuale che riproduce un’indagine della Procura europea, sviluppato con la Commissione europea, la giustizia e il laboratorio Mibtec dell’Università di Milano-Bicocca.

– foto: ufficio stampa Milano-Bicocca

(ITALPRESS).

Social freezing, ricerca rivela cosa sanno e cosa pensano donne sul tema

MILANO (ITALPRESS) – In un momento storico e sociale di bassa natalità, una ricerca multidisciplinare di Milano-Bicocca e dell’Università degli studi di Padova ha indagato su quanto sia conosciuta dalle donne italiane la procedura della procreazione medicalmente assistita (PMA). In particolare, il progetto ha rilevato le conoscenze, gli atteggiamenti e le percezioni in relazione alla tecnica del “social freezing”, la crioconservazione di ovociti per ragioni non mediche, e più in generale quali sono i diversi fattori (economici, psicologici, familiari o di salute) che ostacolano le donne che vogliono diventare mamme per la prima o per la seconda volta
Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatrici guidato da Emanuela Rinaldi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi di Milano-Bicocca presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e diritto per l’Economia, Pamela Tozzo, docente di Medicina legale e Bioetica dell’Università degli studi di Padova e Mariangela Zenga, docente di Statistica sociale di Milano-Bicocca.
La ricerca, svoltasi tra aprile e ottobre del 2021, si è basata in un articolato questionario anonimo online composto da circa 40 domande, rivolto a donne dai 18 ai 54 anni. Il campione delle rispondenti è stato composto da 608 donne, delle quali la maggioranza (54 per cento) di età compresa tra i 30 e i 39 anni. Il campione era costituito da donne con una formazione scolastica superiore (33,1 per cento con diploma superiore e il 43,3 per cento con laurea triennale/magistrale) e nella quasi totalità (98,2 per cento) di orientamento eterosessuale. Il 37,5 per cento del campione non aveva figli, il 55,3 per cento aveva già un figlio, il 7,2% era incinta.
I risultati dello studio hanno rivelato che, tra le donne intervistate che non hanno figli, il 76 per cento ha un forte desiderio di maternità, mentre l 8,4 percento ha un desiderio di avere un figlio ma non particolarmente forte. Se si prendono in considerazione solo quelle che non hanno figli e ne vorrebbero uno ma al momento non lo hanno ancora avuto, per il 28,1 per cento è perchè “ci stanno provando ma non riescono”, per il 26 per cento “perchè non hanno risorse economiche a sufficienza” e per il 24,9 per cento “per l’incertezza della carriera lavorativa attuale” (oltre a un 32,3 per cento che indica “perchè non mi sento pronta in questo momento per la maternità”, più diffuso tra le giovani).
In riferimento alla procedura del social freezing, il 37,8 per cento vorrebbe avere maggiori informazioni al riguardo. Le ricercatrici hanno quindi indagato tre principali aspetti legati al tema: la questione etica, riscontrando che il 68,7 per cento del totale delle intervistate ritiene la pratica moralmente accettabile, mentre il 3,2 per cento è in totale disaccordo.
Più controverso il parere sulle “buone motivazioni” alla base dell’intervento delle aziende che coprono i costi della crioconservazione per le proprie dipendenti, ma su cui le partecipanti sono divise. Il 28,7 per cento è d’accordo con l’affermazione secondo cui le aziende che coprono i costi di social freezing “per le proprie dipendenti lo fanno principalmente per sfruttare ancora di più la propria forza-lavoro femminile”, mentre il 41,7 per cento è in disaccordo. E ancora, le risposte si dividono tra chi lo imputa alla volontà di assicurare delle buone condizioni di vita alle proprie dipendenti (43,2 per cento) e chi, invece, non è d’accordo (30,1 per cento).
Com’è visto, infine, l’intervento dello Stato in questo tema intimo, anche in confronto alla situazione internazionale? Oltre il 47 per cento delle donne intervistate è favorevole alla copertura dei costi per almeno due tentativi.
“In termini di ricadute sociali – afferma Emanuela Rinaldi – la ricerca indica un desiderio di maggiore informazione sul social freezing, specialmente da parte delle più giovani, e persistenti difficoltà nell’avere un figlio, di tipo non solo economico ma anche di tipo fisiologico, a volte legate all’età delle donne che non sempre sanno che la fertilità femminile ha un calo molto significativo secondo le ricerche dopo i 35 anni”.
“Da questo studio – sottolinea Pamela Tozzo – emerge la forte necessità di parlare dei temi della maternità e della fertilità femminile e di continuare la ricerca sulle opinioni delle donne, al fine di contribuire a strutturare anche politiche sanitarie più vicine all’universo femminile, soprattutto per le più giovani”.
Tutti i risultati della ricerca sono stati presentati oggi durante il convegno “Bassa occupazione femminile, alta denatalità: le opinioni delle donne sul social freezing e sulla scelta di diventare madre in Italia” che ha preso spunto dai dati per una riflessione più ampia sul tema della maternità in Italia con l’intervento di medici, biologi, psicologi, economisti, sociologi e altri esperti.
-foto ufficio stampa Università degli studi Milano Bicocca-
(ITALPRESS).

Alzheimer’s Association Usa premia ricerca Università Milano-Bicocca

MILANO (ITALPRESS) – Fabrizio Piazza, biotecnologo farmaceutico, dottore in medicina molecolare e traslazionale e professore di Scienze Tecniche di Medicina di Laboratorio del Dipartimento di Medicina e Chirurgia all’Università di Milano-Bicocca ha vinto l’Alzheimer’s Association Research Grant, aggiudicandosi un finanziamento di 200mila dollari grazie al programma di sovvenzioni promosso dall’Alzheimer’s Association, la principale organizzazione mondiale nel campo del volontariato, della cura, del sostegno e della ricerca sull’Alzheimer, costituita nel 1980 negli Stati Uniti. Il professore Piazza è stato l’unico scienziato in Italia ad avere ricevuto questo finanziamento competitivo nella call lanciata lo scorso autunno e promossa dall’associazione americana per supportare la ricerca scientifica nella comprensione della malattia di Alzheimer, identificare nuove strategie terapeutiche, migliorare l’assistenza alle persone affette da demenza, approfondire la conoscenza della salute del cervello e prevenire le malattie neurodegenerative. Lecchese, 44 anni, Fabrizio Piazza dirige il Laboratorio di Ricerche Traslazionali e Biomarcatori per la malattia di Alzheimer e l’Angiopatia Amiloide Cerebrale, presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia di Bicocca, nel polo biomedico di Monza dell’Ateneo. Il Laboratorio del professor Piazza è anche il centro coordinatore dell’iCAB International Longitudinal Cohort Registry, il più grande consorzio che riunisce i principali centri di eccellenza mondiali focalizzati sullo studio dell’angiopatia amiloide cerebrale e delle amyloid-related imaging abnormalities. Supportare le migliori ricerche presentate da giovani ricercatori e promuovere la loro carriera scientifica indipendente è da sempre l’obiettivo principale dell’Alzheimer’s Association e questo, per Fabrizio Piazza, è già il secondo riconoscimento da parte dell’organizzazione americana in soli 5 anni. “Grazie a questo nuovo finanziamento dell’Alzheimer’s Association – afferma il professore dell’Università di Milano-Bicocca – potremo rafforzare ulteriormente la leadership nazionale ed internazionale dell’Università di Milano-Bicocca nel campo della medicina di precisione e della diagnostica avanzata attraverso l’uso di biomarcatori innovativi per queste malattie ancora oggi troppo poco conosciute e quindi spesso soggette ad una non corretta e tempestiva diagnosi, costringendo i pazienti a continui “viaggi della speranza”. Nell’ultimo decennio, abbiamo investito molto nella costituzione dell’iCAB Network, che oggi si sta rivelando una risorsa unica nel suo genere per affrontare le nuove sfide della ricerca nel campo dei biomarcatori. Le nostre recenti evidenze, pubblicate sulle più prestigiose riviste scientifiche del settore, suggeriscono che gli eventi avversi ARIA associati alla immunoterapia con anticorpi monoclonali per la malattia di Alzheimer, rappresentano la manifestazione iatrogena, cioè esacerbata dal farmaco, di fenomeni autoimmuni e infiammatori che si verificano spontaneamente nell’angiopatia amiloide cerebrale infiammatoria, una rara encefalopatia autoimmune mediata da auto-anticorpi diretti verso la proteina beta Amiloide. Tale proteina “tossica” è ritenuta essere alla base della malattia di Alzheimer e il principale bersaglio terapeutico dei farmaci immunoterapici (anticorpi monoclonali) in sperimentazione clinica”. “La nostra ipotesi è che seppur tali farmaci abbiano chiaramente dimostrato un’azione “disease modifying”, ossia la rimozione della proteina Amiloide dal tessuto cerebrale, se non opportunamente modulati e personalizzati nel loro dosaggio potrebbero innescare dei meccanismi potenzialmente dannosi a livello dei vasi cerebrali quali edema infiammatorio cerebrale che, se non diagnosticato e trattato tempestivamente, porta al successivo sviluppo di micro-emorragie cerebrali. Ad oggi, Caa, Caa-ri ed Aria, vengono esclusivamente diagnosticate mediante stringenti protocolli di risonanza magnetica nucleare.Il fatto che Aria si presenti comunque in oltre il 35% dei pazienti Alzheimer trattati con immunoterapici, indica chiaramente che la mri da sola non è sufficientemente sensibile e specifica per una diagnosi precoce di Aria e per il monitoraggio della risposta al trattamento. Inoltre, il significato biologico e gli effetti a lungo termine delle Aria sono ancora per lo più sconosciuti”. “In questo contesto – continua Fabrizio Piazza – l’Aarg Grant si concentrerà sulla definizione di un algoritmo diagnostico basato su biomarcatori ultrasensibili, valutati attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative nei fluidi biologici, in associazione con i più recenti criteri clinici e radiologici per la diagnosi di Caa e Caa-ri”. “Nei prossimi 3 anni, il nostro progetto di ricerca, denominato “Unimib-aria Toolkit” – prosegue Piazza – si prefigge di identificare e validare un pannello di biomarcatori in grado da una parte di restituire una diagnosi sempre più precoce ed accurata di Caa-ri e Aria, dall’altra parte di comprendere meglio i meccanismi immunitari, infiammatori e cerebrovascolari associati agli anticorpi anti-amiloide nei pazienti con malattie neurodegenerative quali Caa e Alzheimer”. (ITALPRESS).

photo credits: ufficio stampa Università Milano-Bicocca

Università Bicocca, ridisegnata mappa distribuzione della foca monaca

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MILANO (ITALPRESS) – Alto Adriatico tra Istria e la laguna di Venezia, Salento-Golfo di Taranto, le isole minori siciliane, Sardegna orientale-Canyon di Caprera, Arcipelago Toscano e l’arcipelago delle Baleari. Sono i sei “hot spot” di presenza della foca monaca individuati dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, grazie alla tecnica basata sul dna ambientale, in collaborazione con il Gruppo Foca Monaca Aps e con il supporto di nove associazioni ed enti di ricerca impegnati nelle operazioni di campionamento. A rivelarlo è l’articolo “Playing hide and seek with the Mediterranean monk seal”, pubblicato sulla rivista Scientific Reports e nel quale sono raccolti i dati della vasta campagna di monitoraggio effettuata lungo le coste italiane e nei tratti di mari limitrofi tra il 2020 e 2021 per tracciare la presenza della foca monaca del Mediterraneo (Monachus monachus), una delle specie più rare al mondo. Con un rivoluzionario sistema di rilevamento non invasivo, basato sulla ricerca di dna ambientale in campioni di acqua di mare, i ricercatori hanno analizzato 135 campioni prelevati in 120 punti del Mar Mediterraneo centro-occidentale, alla ricerca di tracce molecolari della foca monaca: l’analisi ha rivelato così la presenza del raro pinnipede in aree dove mancano osservazioni dirette da decenni, come ad esempio in molti tratti di mare che circondano la nostra Penisola, dalle acque sovrastanti il canyon di Caprera all’Alto Adriatico fino alle isole Baleari. Le linee continue blu delimitano le sei zone calde identificate nello studio, mentre le linee tratteggiate fucsia mostrano i tratti di mare monitorati ma che non hanno restituito dati molecolari suggestivi della presenza della foca monaca, almeno durante la campagna Spot the Monk 2021, a cui si riferisce l’articolo appena pubblicato. Le aree delimitate in arancione (arcipelago Toscano e delle Pelagie) segnalano le «zone calde» identificate precedentemente dagli stessi autori, utilizzando la stessa metodologia, e riportate nell’articolo su “Biodiversity and Conservation”. La ricerca ha fornito una nuova “visione” della distribuzione territoriale della foca monaca, individuando sei aree di grande interesse (“hot spot”) dove saranno concentrate da subito le attività di monitoraggio dei prossimi anni. Altro dato rilevante è la “positività” di alcuni siti storicamente noti per la presenza della specie e anche di aree vicine alle piccole isole e alle Aree Marine Protette. Il metodo di rilevamento è stato messo a punto da Elena Valsecchi, ecologa molecolare del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università di Milano-Bicocca, autrice principale dell’articolo e coordinatrice del gruppo di dna ambientale marino (Marine eDna Group) dell’ateneo milanese, che da alcuni anni promuove il progetto “MeD for Med – Marine environmental dna for the Mediterranean”, sistema di monitoraggio della biodiversità marina basato proprio sul prelievo di campioni d’acqua e sull’analisi del dna ambientale in essi contenuto. Nel 2020 il gruppo di ricerca milanese ha lanciato il progetto “Spot the Monk” in collaborazione con il Gruppo Foca Monaca, per lo studio “focalizzato” su questo pinnipede. Emanuele Coppola, presidente del Gruppo Foca Monaca Aps e coautore della pubblicazione, si è occupato di individuare i siti di campionamento al fine di stimare il passaggio stagionale dei pinnipedi e il grado di fedeltà alle singole aree. Siti costieri che, per esperienza diretta o valutazione geo-morfologica, costituivano i potenziali habitat di elezione della foca monaca. “È importante che questi monitoraggi siano svolti in modo omogeneo e scientificamente certificato – dichiarano i team leader della ricerca, Elena Valsecchi e Emanuele Coppola –. Solo così potremo avere dati confrontabili che consentiranno di seguire nei prossimi anni il tanto sperato ritorno della specie nel Mediterraneo centrale. Un lieto evento atteso non solo dal nostro Paese, ma anche da Francia, Spagna, Marocco e Tunisia”.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa Università Milano Bicocca

Pirelli e Università di Milano-Bicocca rinnovano la partnership nel Corimav per la ricerca su materiali e processi eco-friendly

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MILANO (ITALPRESS) – A oltre due decenni dalla nascita del CORIMAV (Consorzio per le Ricerche sui Materiali Avanzati), Università di Milano-Bicocca e Pirelli hanno firmato il prolungamento della collaborazione di altri 6 anni. A oggi, sono state finanziate e assegnate 55 borse di dottorato da parte del consorzio, una collaborazione nata con l’obiettivo di sviluppare tecnologie all’avanguardia nel campo dei materiali, di supportare attività di ricerca e di sperimentazione con finalità di brevettazione, oltre che promuovere iniziative di formazione e aggiornamento professionale di giovani ricercatori.
Un’attività congiunta che proseguirà finanziando 18 nuove borse di Dottorato per attività di ricerca rivolta a progetti focalizzati sulla sostenibilità, attraverso studi relativi a nuovi materiali ottenuti da fonte rinnovabile e nuovi materiali ottenuti da prodotti di scarto della filiera agricola-industriale, soluzioni innovative a minore impatto ambientale nel processo di produzione del pneumatico e degradabilità ambientale del pneumatico in ottica di economia circolare.
Dall’attività di ricerca del CORIMAV è nato, ad esempio, il brevetto che ha portato all’uso da parte di Pirelli della lignina nella produzione di pneumatici per bicicletta e a breve anche in alcune specifiche per auto. La lignina è un materiale naturale proveniente da biomasse di scarto e con intrinseche proprietà antiossidanti che, con opportune modifiche chimico-fisiche, permette di migliorare le proprietà meccaniche del pneumatico e consente di sostituire materiali di sintesi di origine fossile. Un secondo esempio dell’attività di ricerca svolta dal CORIMAV è la brevettazione di nano-silicati (SmartNet Silica), ovvero di una particolare silice che usata in mescola permette di ottenere alte performance di grip e scorrevolezza su asciutto e bagnato. A questo si aggiunge il perfezionamento della resistenza meccanica del battistrada, che favorisce la protezione contro le forature e la vita utile della gomma, oltre che ottimizza la resistenza al rotolamento.
Il CORIMAV è stato inserito nel 2018 nel Rapporto finale della Commissione europea Study on Fostering Industrial Talents in Research at European Level che si concentra sulla promozione della mobilità intersettoriale (Ism, Inter-sectoral mobility) e riporta esempi di buone pratiche per ogni Paese dell’Unione. Un riconoscimento che testimonia l’attenzione delle istituzioni e dell’Unione europea per un percorso che riesce a trasformare i frutti della ricerca in prodotti di interesse commerciale con sempre maggior attenzione allo sviluppo e alla diffusione di soluzioni più rispettose dell’ambiente. Un processo virtuoso di scambio continuo di conoscenze tra ambito industriale e universitario, che porta al consolidamento di metodi di apprendimento e di sviluppo, con una valorizzazione dei percorsi di crescita dei giovani ricercatori che consente loro di avviare velocemente percorsi professionali nelle aziende, tra cui Pirelli.
Era il 2001 quando Pirelli e l’Università siglavano l’accordo per dar vita al CORIMAV partendo da una prima attività di ricerca rivolta principalmente a tre settori: i materiali nanocompositi, la trasmissione di energia (superconduttività e generazione distribuita) e la modellistica molecolare. Più recentemente, l’attività di ricerca si è focalizzata sul settore pneumatici, ambito su cui si è concentrata anche l’attività di Pirelli, con particolare attenzione ai materiali ecosostenibili.
Negli oltre 20 anni di attività del CORIMAV, sono state depositate ben 24 domande di brevetto, di cui 12 nel periodo 2017-2022. Il Consorzio è stato presieduto all’inizio dal Prof Marcello Fontanesi, a cui ha fatto seguito la Prof.ssa Cristina Messa e oggi la Prof.ssa Giovanna Iannantuoni, mentre il ruolo di direttore è sempre stato ricoperto da Enrico Albizzati (già CEO di Material Innovation dei Pirelli Labs e attualmente Scientific Advisor di Pirelli).
Giovanna Iannantuoni, Rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, ha affermato: “Proseguiamo con piacere questa attività di collaborazione. Il ruolo della ricerca è decisivo per realizzare la transizione ecologica. Bicocca è all’avanguardia nella ricerca sui nuovi materiali e sul risparmio energetico, in un’ottica di sostenibilità intesa della sua accezione più ampia. Il rapporto con il mondo dell’impresa, poi, porta vantaggi concreti tanto alle Università quanto alle aziende, come dimostrano i risultati fin qui ottenuti grazie all’attività del Consorzio CORIMAV”.
Marco Tronchetti Provera, Executive Vice Chairman and CEO di Pirelli, ha dichiarato: “Il Consorzio Pirelli-Università Bicocca testimonia quanto sia importante e virtuosa la collaborazione tra aziende e atenei, attraverso cui si innescano processi e metodologie per progredire verso una sempre maggiore sostenibilità ambientale. Uno scambio continuo di conoscenze volte alla formazione reciproca di ricercatori al fine di migliorare il prodotto e stimolare l’innovazione continua”.
-foto ufficio stampa Università Milano-Bicocca-
(ITALPRESS).

Università Bicocca, tre giornate per riflettere sull’inclusione

MILANO (ITALPRESS) – In occasione dei 25 anni di fondazione, l’Università di Milano-Bicocca dedica tre giornate al tema dell’inclusione. Il 15, 16 e 17 febbraio, infatti, tornano i B.Inclusion Days. Le storie in soggettiva e il loro racconto, gli itinerari di studio e di approfondimento sulle diverse dimensioni della partecipazione e dell’inclusione nel contesto universitario contribuiranno a tracciare i percorsi da seguire per essere in grado di rispondere al mutare dei bisogni, delle attese e delle aspirazioni delle persone con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento. Di qui il titolo dato all’edizione 2023: Traiettorie, proprio per richiamare la necessità di una costante evoluzione di questi percorsi in tante direzioni possibili. Narrazioni, Dialoghi e Percorsi, sono i focus delle tre giornate in cui si articola il programma di B.Inclusion Days. Tutti gli incontri si terranno presso l’edificio U6 Agorà dell’Università di Milano-Bicocca e negli spazi adiacenti. L’apertura è prevista nel pomeriggio del 15 febbraio. I Delegati per la Disabilità e i Disturbi Specifici dell’Apprendimento degli Atenei Lombardi raccolti nel Cald (Humanitas University, Liuc – Università Cattaneo, Politecnico di Milano, Università Bocconi di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Brescia, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università degli Studi di Pavia, Università Iulm di Milano e Università Vita-Salute San Raffaele) si confrontano con figure autorevoli dei media sul “come” le esperienze, le vicende e i percorsi esistenziali delle persone con disabilità, o altre possibili fonti di marginalità e ridotta partecipazione sociale, vengono vissuti, narrati e proposti all’attenzione del pubblico, dentro e fuori l’università, contribuendo a plasmare il sistema di valori, la quotidianità nei diversi contesti di vita, l’esercizio dei diritti e di autentiche possibilità di scelta per tutti. Previsto un intermezzo musicale di Emanuele Ferrari al pianoforte. Il 16 febbraio la giornata è articolata in più momenti di confronto su tematiche che vanno dai cambiamenti normativi alle esperienze di vita più innovative e sfidanti, attraverso un dialogo a due che coinvolgerà, di volta in volta, professori universitari, professionisti e persone quotidianamente impegnate in questi settori. Nel pomeriggio, gli studenti e i laureandi che afferiscono allo Spazio B. Inclusion si sperimentano in una serie di simulazioni di colloquio, con il supporto di Recruiter esperti di Adecco e Manpower. Lungo tutta la giornata, lo spazio Agorà ospiterà gli atleti del Progetto Bicocca per lo Sport Inclusivo, che presentano alcune discipline in modo attivo e partecipato. La tre giorni si chiude il 17 con una mattinata dedicata alla didattica inclusiva, nelle sue declinazioni e strategie più innovative, mentre nel pomeriggio i lavori si sposteranno nell’Auditorium Martinotti dove si svolgerà un concerto partecipativo, con l’Orchestra Sinfonica Esagramma e i docenti di Scuola Secondaria Superiore specializzandi nelle attività di Sostegno, seguito da un workshop sull’educazione orchestrale inclusiva condotto dai professionisti della Fondazione Sequeri Esagramma. “Con i B.Inclusion Days – afferma Roberta Garbo, delegata della Rettrice di Milano-Bicocca per la disabilità e i disturbi specifici dell’apprendimento e Coordinatrice del Cald – intendiamo riflettere insieme sulle azioni culturali, gli orientamenti di ricerca e le esperienze formative che possono riempire di nuovi significati, quasi rigenerandole, parole usate e abusate, come inclusione e partecipazione sociale. Gli scambi culturali e le collaborazioni progettuali tra i 13 Atenei del Cald, hanno offerto a noi Delegati uno spazio essenziale per restituire smalto e potere evocativo a quelle parole. In particolare, i 25 anni che nel 2023 compie il nostro Ateneo hanno visto un impegno costante e una scelta convinta a mettere in campo risorse, strategie e soluzioni innovative capaci di tradurre quelle parole in esperienza vissuta, non solo per gli studenti e le studentesse, ma per l’intera comunità accademica, lavorando alla costruzione di un contesto il più possibile in ascolto, privo di barriere e inclusivo”.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa Università Bicocca

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