PALERMO (ITALPRESS) – Rettori e delegati di nove università inaugurano a Palermo il nuovo progetto quadriennale dell’Alleanza Europea FORTHEM finanziato dall’Unione Europea.
Sono partiti nella sala magna dello Steri, sede del Rettorato dell’Università di Palermo, i lavori del progetto FORTHEM rifinanziato per ulteriori 4 anni, estendibili a 6, nell’ambito del programma Erasmus+ con una dotazione di oltre 14 milioni di euro.
Il meeting, che si svolgerà sino a giovedì 23 febbraio alla presenza di oltre 100 delegati di nove Università europee, coinvolge la governance, il corpo docente, gli uffici relazioni internazionali dell’università e la rappresentanza studentesca di UniPa e degli altri Atenei partner.
A dare il kick-off del progetto il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, che commenta: “UniPa è stato il primo Ateneo del Sud Italia a far parte di una grande Alleanza Europea. Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare il meeting di avvio del nuovo progetto FORTHEM in una settimana particolarmente importante per la nostra connotazione di Università moderna, aperta al mondo, sempre più europea, che culminerà con la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico alla presenza della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, del Presidente della Repubblica e del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini”.
FORTHEM punta a mettere insieme le competenze del consorzio per costituire un mega Ateneo Europeo. Oltre a Palermo, le università che costituiscono FORTHEM hanno sede a Dijon (Francia), Valencia (Spagna), Mainz (Germania), Riga (Lettonia), Opole (Polonia), Jyvaskyla (Finlandia), Adger (Norvegia) e Sibiu (Romania).
L’azione “European Universities” è stata lanciata dalla Commissione Europea nel 2019 con l’obiettivo di formare studenti e cittadini autenticamente europei, multilingue e culturalmente aperti al mondo. I progetti di “European Universities” solitamente coinvolgono non soltanto le università ma anche stakeholder esterni, imprese, autorità governative, scuole e cittadini, puntando a una riforma complessiva del sistema di “higher education” che sia più rispondente alle attuali esigenze della UE.
“È un’occasione unica per rendere la nostra Università sempre più integrata con prestigiosi Atenei europei – aggiunge il Prorettore alla Didattica e alla Internazionalizzazione, Fabio Mazzola – Riteniamo che il progetto possa rappresentare uno straordinario veicolo di grande accelerazione per la evoluzione e trasformazione di UniPa, ponendo i nostri studenti, il nostro corpo docente e il nostro staff amministrativo in una prospettiva sempre più europea, non solo attraverso i programmi di mobilità ma anche acquisendo best practice e contribuendo alla loro diffusione nel nostro contesto”.
La costituzione di Alleanze europee, è stato sottolineato, risulta essere attualmente la forma di cooperazione internazionale più complessa dell’intero programma Erasmus+ richiedendo ai partner del consorzio una strategia congiunta di lungo termine orientata alla creazione di campus Europei multidisciplinari in cui tutti gli studenti, i docenti e lo staff delle università aderenti al consorzio possano accedere all’offerta degli altri partner.
Le novità introdotte da queste forme di cooperazione, è stato spiegato, non si limitano agli obiettivi, ma attengono anche alle metodologie di sviluppo degli output di progetto che prediligono percorsi bottom up e multidisciplinari, che consentano a studenti, docenti e staff di rivestire un ruolo da protagonisti e che mettano al centro le forme di pedagogia innovativa e il life long learning.
La mission dell’Alleanza FORTHEM è fortemente orientata all’internazionalizzazione degli Atenei nel loro complesso e coinvolge anche i contesti economico-sociali in cui tali atenei operano. Si punta a superare l’idea di “progetto di cooperazione” per approdare a strategie di riforma strutturale che affidano agli atenei il ruolo di promotore di politiche innovative e transnazionali.
Tutte le università aderenti sono saldamente radicate nel tessuto sociale ed economico delle rispettive regioni europee, agiscono come motori di internazionalizzazione e innovazione, alcune interconnesse da strutture politiche come i gemellaggi tra città e i partenariati regionali.
FORTHEM, come è stato evidenziato, ha già raggiunto importanti risultati nei primi tre anni di attività, tra i quali la creazione della piattaforma Digital Academy, coordinata proprio dall’Ateneo di Palermo, l’avvio di programmi di mobilità innovativa tra le università partecipanti, la promozione di internship internazionali.
“L’evento che si sta svolgendo in questi giorni ad UniPa – conclude Mazzola – darà il via alle attività del nuovo periodo di finanziamento, che si pone obiettivi ancora più ambiziosi, capaci di offrire agli studenti un’offerta formativa che sia davvero internazionale, multiculturale e sempre più innovativa e digitale”.
foto ufficio stampa Università Palermo
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A Palermo rettori e delegati di 9 Università europee inaugurano il progetto Forthem
UniPa, nuovo studio con l’Ingv sull’eruzione del vulcano Fagradalsfjall
PALERMO (ITALPRESS) – Conoscere le dinamiche di risalita dei magmi nelle porzioni più profonde dei sistemi di alimentazioni dei vulcani islandesi, per comprendere i processi pre- e sin-eruttivi e per il monitoraggio futuro delle attività vulcaniche. Questo lo scopo dello studio “Rapid shifting of a deep magmatic source at Fagradalsfjall volcano, Iceland” appena pubblicato sulla rivista Nature. Alla ricerca, incentrata sullo studio delle lave e dei gas emessi dall’eruzione vulcanica islandese del Fagradalsfjall nel 2021, hanno partecipato il Prof. Alessandro Aiuppa e il Dott. Marcello Bitetto del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare dell’Università degli Studi di Palermo (UniPA), e il Dott. Gaetano Giudice dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OE). Il vulcano Fagradalsfjall si trova sulla penisola di Reykjanes, a circa 40 chilometri da Reykjavík, in Islanda. Negli ultimi 3000 anni l’attività vulcanica nella penisola di Reykjanes è stata caratterizzata da periodi eruttivi di circa 200–300 anni, solitamente separati da 800–1000 anni di quiescenza. L’eruzione del 2021, iniziata il 19 marzo dopo circa 800 anni di riposo, è stata preceduta da settimane di elevata attività sismica e deformazione del suolo, ed è stata caratterizzata da una iniziale attività effusiva che, in seguito, si è evoluta in un’intensa attività di fontane di lava. La ricerca, guidata da Sæmundur Halldórsson dell’Institute of Earth Sciences della University of Iceland, ha esaminato la lava e i gas vulcanici emessi durante i primi 50 giorni dell’eruzione. Queste analisi hanno rivelato come, in maniera insolita per il vulcanismo islandese, i magmi coinvolti nell’eruzione siano stati direttamente drenati da eccezionali profondità, in corrispondenza della discontinuità (cd. Moho) che segna il passaggio fra crosta terrestre e mantello. Gli scienziati hanno notato che la composizione chimica delle lave eruttate hanno mostrato una rapida evoluzione temporale. Durante le fasi iniziali dell’eruzione, l’applicazione delle tecniche geo-barometriche indicava che la lava proveniva prevalentemente da un’area localizzata all’interfaccia tra crosta e mantello. Tuttavia, nelle settimane successive, la composizione dei magmi è cambiata indicando un’origine dei magmi a profondità superiori. Questi risultati dimostrano che la zona di stoccaggio del magma vicino alla Moho è un ambiente estremamente dinamico, ove magmi con caratteristiche differenti si miscelano su scale temporali incredibilmente brevi (da giorni a settimane), e più rapide di quanto precedentemente ritenuto.
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-credit photo Eemu Ranta, University of Iceland –
UniPa seleziona aziende partner per il co-finanziamento di borse di dottorato di ricerca
PALERMO (ITALPRESS) – Con il Decreto Ministeriale 352 del 9 aprile, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha finanziato borse di dottorati di ricerca innovativi di durata triennale a valere sul Pnrr, Missione 4, componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa”, nell’ambito dell’Investimento 3.3 “Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori dalle imprese”, per il Ciclo XXXVIII, Anno Accademico 2022/2023. Lo rende noto l’Università di Palermo. Nello specifico, la misura mira al potenziamento delle competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle Key Enabling Technologies, mediante l’istituzione di programmi di dottorato dedicati, con il contributo e il coinvolgimento delle imprese. Il DM 352/2022 prevede l’attribuzione di 4.380.000,00 euro all’Università degli studi di Palermo. L’Ateneo di Palermo ricerca imprese partner dei percorsi di dottorato innovativi, disponibili a co-finanziare al 50% le borse di dottorato attribuite dal DM 352/2022. Il costo unitario per ogni singola borsa di studio, per l’intero triennio, determinato dal Ministero, è pari a 60.000,00, di cui 30.000 euro sono a carico dell’impresa partner, che potrà eventualmente dilazionarli con importi di 10.000,00 euro per gli anni 2022, 2023, 2024. L’Impresa potrà proporre programmi di dottorato di proprio interesse nell’ambito degli argomenti previsti dal Pnrr, il dottorando vincitore della selezione potrà svolgere la sua attività per 18 mesi presso l’impresa. I percorsi di dottorato di ricerca, di durata triennale, si svolgono secondo i termini previsti dai regolamenti delle Università nel rispetto delle tempistiche relative ai percorsi di dottorato interessati. Le attività dei dottorati finanziati ai sensi dell’articolo 4 del DM 352/2022 devono essere comunque avviate entro il 31 dicembre.
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UniPa, accordo con Oracle Italia per promuovere l’innovazione e il reskilling digitale
PALERMO (ITALPRESS) – Siglato un accordo di collaborazione tra l’Università di Palermo, una delle più grandi del Centro-Sud (e tra le prime 20 a livello nazionale) e Oracle Italia. L’Università e la filiale italiana della multinazionale, che è tra le prime società di tecnologia e cloud a livello mondiale, uniranno le forze per promuovere nei confronti degli studenti l’innovazione digitale e le nuove frontiere della formazione continua, con l’obiettivo di coinvolgere anche le realtà del territorio intenzionate in futuro a intraprendere percorsi di riqualificazione o aggiornamento delle competenze. L’accordo è stato siglato nella sala Carapezza. L’Università degli Studi di Palermo è da anni fortemente impegnata sulle tematiche relative all’innovazione tecnologica nonché a molteplici discipline scientifiche, che trovano nelle piattaforme di calcolo e ICT strumenti chiave per progredire. I Dipartimenti coinvolti nelle attività di ricerca, formazione, trasferimento tecnologico e digitale sono numerosi, anche in ambito giuridico, economico e umanistico. Oracle Italia, dal canto suo, supporta da tempo il mondo accademico e della ricerca italiano e internazionale in molti modi. L’azienda collabora con i principali atenei fornendo loro applicazioni e infrastrutture per le specifiche esigenze amministrative e operative, promuove progetti di ricerca tramite i suoi Oracle Labs e mette a disposizione, attraverso una convenzione con il CRUI (Conferenza dei rettori delle Università Italiane), un accesso facilitato a risorse del suo cloud infrastrutturale e applicativo (IaaS, PaaS e SaaS). Inoltre, in molti atenei italiani sono presenti i percorsi formativi delle Oracle Academy, che affrontano temi e tecnologie di grande interesse per il mondo del lavoro – dai database allo sviluppo applicativo, cloud e sistemi. L’accordo sottoscritto oggi dal Rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri e dal VP e Country Manager di Oracle Italia, Alessandro Ippolito, si inserisce proprio in questo quadro. L’intenzione è quella di studiare iniziative a supporto della ricerca di base ed applicata; avviare e/o consolidare l’applicazione delle tecnologie di punta di Oracle negli ambiti del cloud computing, dello sviluppo applicativo innovativo, di data science e big data analytics; creare opportunità di trasferimento tecnologico verso enti ed aziende di soluzioni sviluppate in partnership. Particolare attenzione sarà altresì posta al tema della formazione, non solo a beneficio degli studenti iscritti ai corsi di studio dell’Università di Palermo, che potranno integrare i percorsi curriculari già in essere con contenuti e strumenti innovativi, ma anche a beneficio della formazione continua, con l’attivazione di percorsi volti al reskilling o upskilling di persone già laureate e desiderose di cogliere nuove opportunità.
“L’Università di Palermo – ha detto Midiri – ha intrapreso, tra gli altri, un cammino fortemente orientato all’instaurazione di forti rapporti di collaborazione con aziende di spessore internazionale, punte di eccellenza dell’innovazione tecnologica a livello mondiale. Siamo certi che la collaborazione che stiamo inaugurando con Oracle possa portare risultati concreti a beneficio non solo dei nostri studenti e ricercatori ma anche dell’intero tessuto produttivo siciliano, contribuendo in questo modo allo sviluppo di nuove ed avanzate competenze in grado di incrementare la competitività dell’intero bacino mediterraneo”. Analoghe aspettative sono emerse anche dalle parole del VP e Country Manager di Oracle Italia, Alessandro Ippolito: “I rapporti tra Oracle e mondo dell’università e della ricerca sono forti e di lunga data: troviamo in queste collaborazioni l’occasione di sviluppare insieme innovazione e di contribuire a una missione più vasta, formativa ma anche di trasformazione dell’economia dei territori e dell’intero Paese. Oggi affrontiamo sfide importanti in cui la digitalizzazione gioca un ruolo strategico. Siamo certi che la collaborazione con l’Università di Palermo sarà fertile di iniziative e di possibilità”. A conclusione dell’incontro per la sottoscrizione della collaborazione, entrambi i rappresentanti delle due prestigiose realtà hanno formulato l’auspicio che l’accordo possa, inoltre, incidere positivamente anche sugli gli sforzi che sia Oracle sia l’Università stanno profondendo per la realizzazione di interventi a valore sulle risorse del Pnrr.
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UniPa, nasce il Comitato dei Garanti presieduto da Elio Cardinale
PALERMO (ITALPRESS) – Elio Cardinale, Maria Falcone, Roberto Scarpinato, Alessandro Pajno, Saverio Capolupo. Cinque figure di grande spessore morale e istituzionale, che ora lavoreranno a stretto contatto con l’Università di Palermo all’interno del Comitato dei Garanti, organo collegiale istituito dall’Ateneo con funzioni consultive (ma non decisionali) per aiutare i ragazzi su questioni di carattere generale. Il Comitato, presentato a Palazzo Steri alla presenza del rettore di Palermo Massimo Midiri e dello stesso Cardinale, diventerà pienamente operativo da settembre. L’istituzione non si interfaccerà direttamente con gli studenti, ma utilizzerà il Rettore come tramite: sarà proprio il numero uno dell’Università, raccolte le richieste, a valutare se trasmetterle al Comitato per capire in che modo intervenire. Lo stesso Rettore può, in piena autonomia, decidere di rivolgersi ai garanti per scegliere la linea da adottare su determinate questioni. “Le figure che compongono il Comitato – sottolinea Midiri – sono pezzi di storia di questa città e che, pur non avendo competenze prettamente accademiche, seguono logiche di territorio che ci consentiranno di affrontare in maniera adeguata determinati processi. I ragazzi devono percepire l’Università come un ente che tiene alta l’attenzione sull’etica e sulle buone pratiche: da parte del Comitato ci sarà massima trasparenza su ogni atto e prontezza a intercettare idee e prospettive legate a diversi settori”. I campi su cui è maggiore la necessità di intervento sono economia, internazionalizzazione e deontologia: una novità per il mondo accademico ispirata, sottolinea Cardinale, da “quelle figure di garanzia che nei paesi del nord Europa costituiscono un riferimento per i cittadini lesi in ambito non giuridico. Il Comitato vuole garantire l’assenza di infiltrazioni criminali nel mondo universitario, nonché massima vigilanza su trascuratezze o ritardi, ad esempio sulla lentezza della macchina burocratica o sull’autenticità di una ricetta medica”. Gli interventi, continua Cardinale, riguardano questioni che gli studenti potrebbero affrontare in ambito professionale, ma che non vengono strettamente trattate dall’ateneo. “Da medico – ha concluso Cardinale – ritengo necessario dare ai ragazzi gli strumenti giusti per comprendere il rapporto tra medico e paziente, affinché una volta operativi capiscano quali siano le misure da tenere quando si accudisce un malato”.
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UniPa, nasce il network “Evanet” per riunire 13 Università europee
PALERMO (ITALPRESS) – È stato siglato alla presenza del Rettore dell’Università degli Studi di Palermo Massimo Midiri, l’accordo di cooperazione internazionale per la nascita del network EVANET, la collaborazione di 13 Atenei europei per il coordinamento e la pianificazione delle attività di studio nel campo dell’Everyday Aesthetics. “La firma di questo importante accordo è la testimonianza della vocazione internazionale del nostro Ateneo che si conferma punto di riferimento per altre Università europee e promotore di ricerca avanzata in numerosi settori scientifici strategici – commenta il Rettore Midiri – Grazie ad iniziative di questo tipo il processo di internazionalizzazione si spinge sempre più avanti, anche attraverso un’estensione del numero di Paesi con i quali si realizzano accordi di mobilità e rapporti di collaborazione e cooperazione”. La creazione del network EVANET è stata promossa dal Dipartimento di Scienze umanistiche-SUM di UniPa che per la prima volta ha riunito tutti gli studiosi europei e i principali studiosi americani interessati all’ambito Everyday Aesthetics, una corrente sorta all’interno dell’estetica filosofica angloamericana con lo scopo di accogliere i temi che non rientravano nella sfera dell’arte o della natura e di dimostrare come la facoltà della sensibilità entri in gioco in eventi, contesti e attività della vita di tutti i giorni. “Le numerose e recenti pubblicazioni anche di studiosi europei sull’Everyday Aesthetics rivelano l’importanza di questo tema – spiega Elisabetta Di Stefano, promotrice del network – La necessità di ampliare l’indagine verso settori finora poco considerati dal dibattito anglo-americano e l’utilità di un coordinamento scientifico nella programmazione delle attività di ricerca: questi sono gli obiettivi di EVANET”. Oltre ad UniPa afferiscono al network, realizzato grazie ai fondi CoRi 2021-Azione C, le Università di Roma 3 e di Bologna (Italia), le Università di Helsinki e Aalto (Finlandia), l’Università di Presov (Slovacchia), l’Università di Varsavia (Polonia), l’Università di Brno (Repubblica Ceca), l’Università Paris 1-Pantheon-Sorbonne (Francia), le Università di Siviglia e Malaga (Spagna), l’Università di Vienna (Austria) e l’Università di Cluj-Napoca (Romania). Hanno aderito al network come partner onorari i maggiori specialisti mondiali dell’Everyday Aesthetics: Yuriko Saito (Professoressa emerita, Rhode Island School of Design), Thomas Leddy (San Jose State University), Emily Brady (Texas A&M University).
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Interazioni esotiche tra atomi, lo studio di un team di ricercatori di Palermo
PALERMO (ITALPRESS) – Lo studio dal titolo “Exoticinteractions mediated by a non-Hermitian photonic bath” condotto da un team di ricercatori del Dipartimento di Fisica e Chimica “Emilio Segrè” (DiFC) dell’Università degli Studi di Palermo, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Optica. Il gruppo di ricerca – composto da Federico Roccati, Salvatore Lorenzo, Massimo Palma, Angelo Carollo e Francesco Ciccarello del DiFC, in collaborazione con Giuseppe Calajò dell’ICFO-Institute of Photonic Sciences ed ex-studente UniPa – ha dimostrato che la dissipazione, ovvero la perdita irreversibile di energia, può avere un ruolo benefico nel generare interazioni “esotiche” tra atomi. “Quando due o più atomi sono “immersi” in un reticolo fotonico le cui perdite siano opportunamente ingegnerizzate, possono sentire interazioni reciproche aventi caratteristiche esotiche quali unidirezionalità e corto raggio – spiegano dal team di ricerca. – Qualsiasi sistema fisico è soggetto a dissipazione – scambi di “quanti” di energia con l’ambiente – che tipicamente deteriora, in particolare, le proprietà puramente quantistiche del sistema. In condizioni usuali, descrivere l’evoluzione di un sistema tenendo conto della dissipazione non introduce nulla di fisicamente interessante: tuttavia negli ultimi anni diversi studi hanno mostrato – spesso anche sperimentalmente – che “ingegnerizzare” la dissipazione in modo opportuno dà luogo a effetti esotici di varia natura altrimenti impossibili. Dal punto di vista matematico e sotto opportune condizioni tali sistemi dissipativi sono descritti da cosiddette Hamiltoniane non-Hermitiane. Ci siamo chiesti – proseguono i ricercatori – se tali effetti abbiano delle conseguenze per i processi di interazione atomo-fotone, un tradizionale campo di ricerca della fisica. A tal fine, abbiamo considerato un sistema in cui la luce, o campo elettromagnetico, è confinata all’interno di una “catena” di cavità accoppiate (cristallo fotonico) e interagisce con un certo numero di atomi. È ben noto che in tali condizioni il campo elettromagnetico è in grado di agire come “mediatore” tra atomi, cioè di farli interagire. Tali interazioni sono usualmente “reciproche” – cioè se l’atomo A interagisce con l’atomo B, allora anche B interagisce con A – e a “lungo raggio” – ovvero ogni atomo interagisce con tutti gli altri atomi. Abbiamo quindi immaginato di introdurre dissipazione ingegnerizzata solo su alcune delle cavità e calcolato gli effetti sul comportamento degli atomi, scoprendo che – variando opportunamente la quantità di dissipazione – le interazioni tra gli atomi possono essere rese completamente non-reciproche e a corto-raggio: solo gli atomi più vicini interagiscono e in modo puramente unidirezionale, cioè il primo atomo interagisce solo con il secondo – e non viceversa – il secondo solo con il terzo, il terzo solo con il quarto, ecc. Inoltre, in modo totalmente inaspettato, gli atomi interagiscono esattamente nello stesso modo indipendentemente dal fatto che la “catena” di cavità sia chiusa o aperta. Questi risultati – concludono gli autori – introducono un nuovo paradigma in ottica quantistica – lo studio dell’interazione luce-materia a livello fondamentale – e nanofotonica quantistica, in cui la dissipazione, comunemente vista come un effetto indesiderato, permette di osservare nuovi fenomeni altrimenti irrealizzabili”.
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UniPa, risultati eccellenti da ultrasuoni focalizzati su paziente neurologico over90
PALERMO (ITALPRESS) – Negli ultimi anni la terapia di alcuni disordini neurologici mediante l’uso di ultrasuoni focalizzati ad alta intensità guidati da Risonanza Magnetica o MRgFUS (acronimo anglosassone per Magnetic Resonance guided Focused Ultrasound) si è sempre più diffusa in Italia offrendo a pazienti con tremore essenziale, tremore in malattia di Parkinson e dolore neuropatico una efficace e sicura alternativa alle più comuni tecniche chirurgiche invasive. Questa innovativa tecnica prevede l’utilizzo di un’apparecchiatura di Risonanza Magnetica per il monitoraggio della procedura e sfrutta le caratteristiche fisico-meccaniche degli ultrasuoni che, se focalizzati in un punto, sono in grado di generare un netto aumento della temperatura nei tessuti biologici con conseguente morte cellulare (termoablazione). Sono questi dei trattamenti non invasivi: non necessitano di alcuna incisione chirurgica visto che gli ultrasuoni possono attraversare i nostri tessuti non arrecando alcun danno agli stessi se non nel punto su cui essi vengono focalizzati. Quello che si sfrutta è il medesimo effetto che possiamo riprodurre con una comune lente di ingrandimento focalizzando i raggi solari su un foglio di carta velina. Per questi motivi l’MRgFUS è sempre più spesso considerata una valida alternativa a procedure chirurgiche ben più invasive e conseguentemente meno tollerate dal paziente. La prima apparecchiatura MRgFUS per il trattamento di disordini neurologici è stata installata in Italia a fine 2014 nella Radiologia del Policlinico Universitario Paolo Giaccone di Palermo, grazie ad una collaborazione tra l’Università degli Studi di Palermo e l’Università di Roma “Sapienza” nel contesto del Programma Operativo Nazionale 2007-2013. Oggi – spiega Cesare Gagliardo, neuroradiologo che esegue le procedure presso il Policlinico Universitario di Palermo – il nostro è un centro di riferimento per la terapia mediante ultrasuoni focalizzati (FUS) in ambito neurologico grazie ad un’equipe multidisciplinare di specialisti che include oltre che neuroradiologi, tecnici sanitari di radiologia medica ed infermieri afferenti all’Uo di Diagnostica per Immagini dell’Aoup Paolo Giaccone diretta da Giuseppe Brancatelli, ricercatori afferenti al Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica Avanzata UniPa quali neurologi coordinati da Marco D’Amelio e neurochirurghi coordinati dal prof Domenico Iacopino. Il gruppo si avvale inoltre della collaborazione dei colleghi fisici coordinati dal prof. Maurizio Marrale del Dipartimento di Fisica e Chimica UniPa con i quali sono state messe a punto delle tecniche di analisi delle immagini di Risonanza Magnetica in grado oggi di predeterminare con maggiore precisione la sede ottimale del trattamento rendendolo ancora più personalizzato. Recentemente – prosegue Gagliardo – è stato effettuato un trattamento di talamotomia monolaterale in un paziente ultranovantenne con tremore essenziale altamente invalidante il cui risultato riassume il sinergico sforzo sostenuto in questi anni dall’equipe multidisciplinare. In poco più di un’ora siamo riusciti a restituire al paziente la possibilità di vivere una quotidianità negatagli dalla più giovane età. Tanto che il paziente ci ha già chiesto se e quando potrà effettuare il medesimo trattamento per eliminare il tremore dell’altra mano. La procedura – conclude Gagliardo – è stata ben tollerata dal paziente; non è stato riportato alcun effetto collaterale intra- o post-operatorio dimostrandosi sicura ed efficace anche nei pazienti più fragili che potrebbero di contro non essere candidabili a procedure chirurgiche convenzionali che necessitano ad esempio di anestesia generale e che sono associate a noti rischi procedurali quali emorragie, ischemie ed infezioni, tutte virtualmente assenti con la FUS”. “Mi congratulo con il nostro team di ricercatori che ha ottenuto questo ennesimo eccellente risultato – dichiara il Rettore dell’Università degli studi di Palermo, Massimo Midiri – negli anni passati si è tanto investito in questa tecnologia presso la Radiologia del Policlinico Universitario e a breve sarà applicata sperimentalmente anche alla cura dei tumori cerebrali più aggressivi e della demenza da Alzheimer. Infine, grazie ad ulteriori progetti di ricerca torneremo a trattare fibromi uterini sintomatici, adenomiosi uterina, metastasi ossee dolorose oltre che alcuni tumori ossei primitivi ed estenderemo inoltre il campo di applicazione della FUS anche al tumore della prostata. È questo – conclude il Rettore – un ottimo esempio di come ricerca ed attività clinica siano un connubio indissolubile per una medicina sempre più personalizzata, di precisione e mini o non invasiva”. Il giorno del trattamento FUS, il paziente sarà fatto distendere sul lettino della risonanza con la testa assicurata ad un apposito casco che successivamente sarà riempito con dell’acqua opportunamente trattata per eliminare qualsiasi microbolla gassosa potenzialmente in grado di precludere la buona riuscita del trattamento. La mattina del trattamento il capo del paziente viene infatti completamente ed accuratamente rasato per evitare che anche la più piccola bolla d’aria possa rimanere intrappolata in prossimità dal cuoio capelluto e conseguentemente compromettere il passaggio degli ultrasuoni. Durante le prime fasi del trattamento vengono acquisite delle immagini di Risonanza Magnetica ad alta risoluzione utilizzate per la pianificazione dell’intervento. Sebbene non sia previsto l’uso di alcun bisturi, si tratta di un vero e proprio intervento di neurochirurgia funzionale: il bersaglio del trattamento sono solitamente piccoli ma importantissimi centri nervosi localizzati in profondità nel cervello (esempio nuclei talamici, sub-talamo e pallido). Queste aree mediano, ad esempio, la percezione del dolore o il controllo del movimento. Identificata la sede del trattamento, si inizierà a focalizzare gli ultrasuoni nel punto prefissato utilizzando però basse energie con l’obiettivo di indurre un beneficio clinico senza tuttavia danneggiare permanentemente il tessuto cerebrale. Durante il trattamento il paziente è sveglio e collabora costantemente con il medico. Quest’ultimo una volta che avrà identificato il bersaglio in grado di assicurare il miglior beneficio al paziente, utilizzerà ultrasuoni di energia via via crescenti così da creare una piccola area lesionale permanente in grado di dare immediato e duraturo beneficio al paziente. A termine della procedura, che mediamente dura circa due ore, il paziente viene tenuto in osservazione per un paio di giorni per poi tornare alle consuete attività giornaliere. A differenza di altre tecniche di neurochirurgia funzionale quali la radiochirurgia stereotassica con Cyber-Knife, non si utilizzano radiazioni ionizzanti (non vi è alcun rischio dovuto all’esposizione ad elevate dosi di radiazioni) e gli effetti del trattamento sono immediati (non è necessario aspettare diversi mesi affinché il paziente apprezzi un qualche miglioramento); rispetto ad esempio i più invasivi interventi d’impianto di elettrodi di stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS) il rischio di complicanze intra- e post-operatorie quali emorragie ed infezioni è virtualmente assente. Come accennato si tratta di un’innovativa procedura assolutamente non invasiva: le uniche lame che il paziente incontrerà il giorno del trattamento sono quelle dei rasoi utilizzati per epilare il capo. Un trattamento di questo tipo per anni è stato sognato dagli specialisti del settore; solo i più recenti avanzamenti tecnologici hanno consentito la realizzazione di un’apparecchiatura che oggi è in grado di assicurare un intervento non invasivo di altissimo livello sotto il profilo della precisione e della sicurezza e dai risultati immediati e duraturi.
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