PALERMO (ITALPRESS) – Si è chiusa la prima edizione di Innovation Campus, programma di formazione sviluppato da Samsung Electronics Italia insieme all’Università degli Studi di Palermo per offrire agli studenti competenze digitali focalizzate sui nuovi trend tecnologici, in linea con le richieste di un mercato del lavoro in continua evoluzione come quello attuale.
Intelligenza Artificiale e Internet of Things applicate al mercato dei prodotti Consumer Electronics, Cloud e Big Data i temi approfonditi durante la formazione grazie al contributo dei docenti dell’Università degli Studi di Palermo e degli ingegneri Samsung, oltre a un focus volto a potenziare le capacità di ideazione, gestione progettuale e problem solving, le cosiddette soft skills, ovvero quelle capacità altrettanto rilevanti per diventare professionisti preparati ad affrontare le sfide future.
Il corso, della durata di 64 ore, si è integrato con i percorsi universitari già avviati e ha visto la partecipazione dei migliori studenti provenienti dai corsi di laurea triennale e magistrale in Ingegneria cibernetica, Ingegneria informatica, Electronics Engineering, Ingegneria elettronica, Ingegneria dei sistemi ciber-fisici per l’industria e che, dopo una prima parte di lezioni tradizionali, sono stati chiamati a lavorare a un project work, per mettere in pratica quanto appreso e immergersi sin da subito in un’esperienza concreta, avvicinandosi così al mondo del lavoro.
Alla fine del percorso una giuria, composta da membri dell’Università e di Samsung Electronics Italia, ha individuato in Giuseppe Emanuele Messina, Giovanni Ciuni e Luca Cardella i 3 migliori studenti tra i 21 partecipanti alla fase finale del progetto, che hanno raggiunto il punteggio più alto tra test finale sulla parte teorica e contributo al project work elaborato in gruppo, aggiudicandosi una borsa di studio del valore di 1.500 euro.
“L’attuale momento storico senza precedenti ha evidenziato il ruolo centrale del digitale per la crescita del Paese: se da un lato sta diventando sempre più strategico in tutte le industrie, dall’altro non abbiamo sufficienti professionisti con le competenze adeguate in grado di cogliere le opportunità che i nuovi trend tecnologici stanno generando e produrranno in futuro. Per ridurre questo divario, l’unica strada da percorrere è quella della formazione, a tutti i livelli. Con Innovation Campus vogliamo fare la nostra parte nel ridurre questo gap, preparando i nostri giovani ad affrontare i lavori del prossimo futuro”, ha commentato Anastasia Buda, Corporate Social Responsibility Manager di Samsung Electronics Italia.
“Samsung Innovation Campus, appena concluso, si è configurato una importante iniziativa per i nostri allievi più meritevoli nel campo dell’Ingegneria dell’Informazione; esso si inquadra perfettamente all’interno delle tre le missioni del Dipartimento di Ingegneria: la didattica, la ricerca, il trasferimento tecnologico. La creazione di una filiera del digitale non può prescindere da una efficace collaborazione tra le Università e le Imprese del settore, affinchè le professionalità richieste dal mercato del digitale vengano formate tenendo conto sia delle spinte tecnologiche che delle evoluzioni della ricerca. Auspichiamo il moltiplicarsi di iniziative di questo genere per meglio valorizzare gli elementi più importanti: le risorse umane”, ha aggiunto Pierluigi Gallo, ricercatore e docente di Cybersecurity e Tecnologie per il Cloud presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo.
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Prima edizione di Samsung Innovation Campus all’Università di Palermo
Shoah, Rettore Palermo: “Fondamentale il ruolo della memoria”
PALERMO (ITALPRESS) – “Donne e Shoah”. E’ questo il titolo del convegno organizzato dall’Università degli Studi di Palermo nell’ambito delle commemorazioni per il Giorno della Memoria. Nel ricordo del dramma dell’Olocausto e nella data del 27 gennaio che coincide con la scoperta degli orrori del campo di sterminio di Auschwitz, anche l’Ateneo palermitano si aggrega alle numerose attività proposte in tutto il Paese. In particolare, Unipa ha scelto di aprire i lavori con un appuntamento che analizza la figura femminile in relazione alla Shoah, sottolineando come esista un questione di genere spesso trascurata in sede di analisi. “Nascere per caso, nascere donna, nascere povera, nascere ebrea. E’ troppo, in una sola vita”, questa la frase di Edith Bruck dalla quale è scaturito il dibattito di oggi. Come spiegato nel corso del convegno, è ormai assodato come il trattamento delle donne fosse decisamente peggiore rispetto a quello degli uomini nei campi di sterminio. Ne fu creato uno, Ravensbruck, dedicato proprio alle donne. Qui erano usate spesso per gli esperimenti pseudo-scientifici e raramente come forza lavoro. Chi era incinta finiva direttamente in camera a gas, oppure si procedeva con l’aborto, anche all’ottavo mese di gravidanza, e il neonato veniva poi ucciso dinnanzi agli occhi della madre o abbandonato senza cure.
Le donne ebree, inoltre, non erano considerate come una preda sessuale. L’idea diffusa era di rendere sterili tutte quelle donne che venivano considerate come appartenenti a “razze inferiori”, in particolare le slave. Le femmine dei campi di sterminio venivano ferite e infettate per sperimentare i farmaci, rendendole così come corpi vivi per gli esperimenti. Ed era per resistere a queste umiliazioni che venne a crearsi una vera e propria “sorellanza dei campi” tra le donne dei campi di sterminio. “Si celebrano manifestazioni come questa in tutto il mondo, è importante ricordare ed è fondamentale il ruolo della memoria – ha esordito il Rettore di Unipa, Massimo Midiri -. Non dobbiamo dimenticare, al di là di atteggiamenti che si traducono in comportamenti ipocriti, che a volte restiamo indifferenti a situazioni che coinvolgono la società civile attuale, come per esempio quella dei migranti. Ricordare ha un valore fondamentale per essere sempre al passo e non dimenticare mai. La cultura ha l’importanza di essere il metronomo di quello che deve essere il comportamento etico e civile – ha aggiunto -. Per questo evidenziamo il ruolo che le donne hanno avuto nella Shoah”.
Midiri ha successivamente letto un messaggio arrivato dalla senatrice a vita Liliana Segre, che era stata invitata a partecipare all’evento: “Donne e Shoah, un tema importante perchè esiste un problema di genere anche nello sterminio del popolo ebraico, è esistita una ferita di genere nell’Olocausto. La femminilità era negata non solo con la morte ma con violenze sistematiche, una negazione morale e materiale del corpo femminile. Su quei corpi femminili fu perpetrata la violenza – ha continuato la Segre, che ha vissuto in prima persona gli orrori della Shoah – Nell’economia del genocidio nazista per le donne ci fu un trattamento aberrante. Per questo è importante ricordare, il vostro convegno è importante perchè accende i riflettori su un aspetto spesso sottovalutato ma di enorme rilievo all’interno della Shoah”.
Presente in collegamento da remoto anche Gadi Luzzatto Voghera, presidente della Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano: “Da tempo collaboriamo con Unipa. E’ un ruolo fondamentale quello dell’Università, siamo chiamati col lavoro sulla memoria della Shoah a contrastare in maniera attiva quello che tutte le istituzioni considerano un’emergenza, vale a dire quella di nuove forme di antisemitismo perpetrate utilizzando simboli della Shoah per riproporre dinamiche di esclusione”. Nel corso del convegno, si sono alternati quattro interventi sul tema. Ha aperto Rosamaria Lupo con “Ricordo, perdono. La lezione di Edith Bruck”, quindi è stata la volta di Chiara Agnello con “Per una semantica dei tempi bui. Arendt e i campi di sterminio”, a cui ha fatto seguito “Parole in un gran silenzio. Il Diario di Etty Hillesum” di Luciana Pepi, con “Disperata tenerezza. La deportazione femminile negli scritti di Charlotte Delbo” di Daniela Tononi. In chiusura, è stato presentato il corso di aggiornamento per docenti in “Didattica della Shoah” 2021/2022.
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Nuova terapia intensiva del Policlinico Giaccone, il plauso del Rettore Midiri
PALERMO (ITALPRESS) – “Dietro le macchine e le tecnologie d’avanguardia ci sono delle persone che operano con grande professionalità e molto spesso oltre i limiti. L’apertura della nuova terapia intensiva del Policlinico Giaccone è il raggiungimento di un risultato, per cui esprimo il più sentito plauso, ottenuto con uno sforzo collettivo”. Lo ha detto il Rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri. “Ringrazio Antonino Giarratano, il Commissario Straordinario Caltagirone, l’ingegnere D’Urso, il Presidente Musumeci, l’Assessore Razza e tutti i colleghi e i tecnici dell’Ateneo e dell’AOUP, tra i migliori del nostro Paese, che si sono profusi con dedizione ed impegno per rispondere ad un’esigenza per la tutela della salute di tutta la nostra comunità”.
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Diabete e terapia steroidea, pubblicato studio Ricercatrici di Palermo
PALERMO (ITALPRESS) – Uno studio condotto da un gruppo di ricercatrici dell’Università degli Studi di Palermo sui fattori predittivi di diabete mellito indotto da terapia steroidea è stato pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.
Il team, composto da Valentina Guarnotta e da Laura Tomasello dell’UOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, è coordinato da Carla Giordano del Dipartimento Promozione della Salute, Materno-Infantile, di Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza “G. D’Alessandro” UniPa.
Lo studio, intitolato “Prediction of diabetes mellitus induced by steroid overtreatment in adrenal insufficiency”, ha coinvolto 102 pazienti con insufficienza surrenalica secondaria in terapia steroidea sostitutiva e ha dimostrato come la frequenza di insorgenza di diabete mellito in pazienti trattati con steroidi sia molto elevata. In particolare, i soggetti più a rischio sono quelli con familiarità per diabete mellito e alto rischio cardiometabolico.
“Il rischio cardiometabolico – spiegano le autrici – è stato valutato attraverso l’indice di adiposità viscerale (VAI), un indice matematico creato da un ricercatore prematuramente scomparso del nostro team, che rappresenta un surrogato di rischio cardiometabolico, fortemente correlato all’adiposità viscerale. I risultati di questa ricerca sono comunque applicabili anche a pazienti che praticano terapia steroidea non a scopo sostitutivo come nel trattamento di malattie reumatologiche o dermatologiche e hanno lo scopo di sensibilizzare sia i medici che i pazienti ad evitare l’utilizzo eccessivo di steroidi, limitando ai casi strettamente necessari, al fine di ridurre il rischio di diabete mellito”.
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Rettore Palermo: “Partire dalle scuole per ripensare il sistema salute”
PALERMO (ITALPRESS) – “Tutto il comparto della sanità sta cambiando, anche a causa della pandemia, a ritmi vertiginosi. In questo momento di profondo rinnovamento è necessaria una riforma che preveda l’inserimento di nuovi professionisti che scuola e università insieme dovranno formare, investendo sulle nuove generazioni”. Così il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, nel corso del suo intervento alla tavola rotonda tenutasi nell’ambito della presentazione del Rapporto 2022 del Bilancio di welfare delle famiglie italiane svoltasi a Roma alla presenza della Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti.
“Esiste una sorta di scollamento tra gli insegnamenti scolastici e quelli universitari – aggiunge -. Proprio dalle scuole deve partire il ripensamento del sistema salute. Il nostro Paese ha dedicato poco, in termini di Pil, per colmare il gap scientifico. E’ necessario ripensare e rifondare un’offerta formativa, con corsi di laurea innovativi e dedicati in maniera specifica a nuove professionalità in ambito sanitario, che devono essere presentati all’interno delle scuole con azioni mirate di orientamento e tutorato”.
“Il nostro Paese – prosegue – deve investire non solo sulla formazione dei medici, ma anche sulle figure delle professioni sanitarie, degli operatori, dei manager sanitari che sappiano fare programmazione e pianificazione, dei tecnici puntando ad una nuova logica per i laboratori”. “Occorre però – sottolinea il rettore Midiri – un uso competente ed opportuno dello strumento digitale, che si è rivelato fondamentale per la didattica, ma che, soprattutto al sud, dove purtroppo ci sono molte più famiglie senza possibilità tecnologiche adeguate, ha accentuato il fortissimo divario sociale e culturale. E’ dalla ricerca che nascono gli innovatori, capaci di elaborare in chiave omogenea in ambito nazionale nuove strategie farmacologiche, nuovi vaccini, nuove terapie, a tutela della salute e di realizzare quelle necessarie soluzioni di sistema necessarie. Bisogna chiedere aiuto alle imprese, con cui il rapporto è fondamentale, che insieme ai grandi fondi statali sovvenzionano attraverso gli atenei il processo di ricerca. L’impresa costituisce il collante in questo filone logico tra scuola, università e lavoro, rendendo i giovani consapevoli di quanto il titolo di laurea sia uno strumento valido per una vita professionale elevata”.
“Pensare ad un welfare – aggiunge il rettore dell’Università di Palermo – significa mettere insieme gli enti, le istituzioni affinchè dialoghino per il conseguimento di obiettivi comuni. Ripartire è un imperativo morale, per il ‘post-crisì, è necessario un netto ‘salto di paradigmà da compiere tutti uniti.
Il bilancio di welfare delle famiglie è quindi in quest’ottica uno strumento indispensabile – conclude – una chiave di lettura per comprendere e possibilmente anticipare le esigenze di cambiamento. All’Università di Palermo lo useremo per la realizzazione a breve del bilancio sociale di Ateneo”.
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Università Palermo, Rettore: “Nostro obiettivo dimensione Europea”
PALERMO (ITALPRESS) – Innovazione, investimenti, ricerca, internazionalizzazione e dialogo con gli studenti. Questi gli obiettivi, il programma per il nuovo anno accademico dell’Università degli Studi di Palermo. Traguardi importanti sono stati raggiunti negli anni passati, ma adesso serve una sterzata decisiva per far sì che l’Ateneo diventi sempre più centrale nella vita della comunità.
“L’Università non è solo studio e apprendimento – ha detto la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, presente alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022 -. E’ crescere insieme, come individui e come comunità, attraverso il dialogo e il confronto quotidiano tra studenti, docenti e società. I nostri Atenei sono da sempre incredibili incubatori di idee, immaginazione, creatività”.
Nella sala del teatro Politeama, a Palermo, gremita di esponenti politici, militari e accademici, Casellati ha poi proseguito: “L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha dimostrato plasticamente quanto il futuro dell’umanità sia nelle mani del progresso scientifico. In risposta alla pandemia si è realizzata una rete globale di centri e progetti di ricerca che in tempi record ci ha offerto risultati sorprendenti sia sul terreno della vaccinazione, sia su quello delle terapie anti-Covid. Tanti sono i successi internazionali raggiunti grazie all’Italia. Laboratori e poli di ricerca delle Università, come Palermo, sono stati in prima linea accanto ai migliori centri internazionali nella corsa al vaccino e nella sperimentazione di nuovi test diagnostici e protocolli assistenziali”.
Anni di successi per l’Ateneo palermitano che si appresta a ricevere anche fondi dal Pnrr per cercare di ammodernare anche i propri locali aprendoli in maniera più forte verso la tecnologia: “Il Pnrr costituisce una grande occasione di rilancio delle Università destinando 10,63 miliardi di euro al loro sviluppo. Risorse che alimenteranno le funzioni strategiche dei nostri Atenei, perchè dare fiducia alla scienza, alla ricerca, alle ambizioni, all’intelligenza e alla creatività delle nuove generazioni significa porre le fondamenta di un Paese più forte, competitivo e ricco di opportunità”.
Grande soddisfazione anche da parte del neo rettore dell’Ateneo, Massimo Midiri, che con passione ed entusiasmo vuole vedere l’Università diventare un polo della ricerca e dell’innovazione, anche grazie a saperi e conoscenze che rivengono da altri Paesi: “Questa università vuole investire sul modo del lavoro creando link con le aziende, la laurea deve diventare l’anticamera del lavoro – ha detto Midiri -. Dobbiamo aiutare i ragazzi a fare imprese, permettere loro di lasciare in Sicilia i brevetti, creare nuovi spin off: l’università può metterci del suo per aumentare questo concetto di lavoro e neoimprenditorialità che rappresenta la vera sfida. Mi piacerebbe che la nostra diventasse una Università ‘europeà al centro del Mediterraneo, che possa rappresentare la caratteristica di una grande città europea come lo sono Valencia o Barcellona. L’internazionalizzazione diventerà uno degli aspetti più importanti. Tra cinque anni vorrei un’università rifunzionalizzata in chiave digitale e aumentata nei servizi”.
Infine, Midiri, nel corso del suo discorso si è anche soffermato sulla possibilità di un nuovo Policlinico: “Il rilancio del rapporto dell’Università di Palermo con le Imprese non può prescindere, oggi, dalla presenza attiva in ambiti strategici quali quelli della salute, inclusa la possibile produzione dei vaccini – ha aggiunto il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo -. Stimolati da esperienze del passato, ma soprattutto fiduciosi nelle capacità del nostro presente, abbiamo l’ambizione di consolidare il nostro ruolo di protagonisti della ricerca mondiale sui vaccini, su farmaci e terapie innovative e sulla diagnostica, sulla base dei progetti offerti dal Pnrr. Il più importante intervento di prospettiva è l’individuazione, in accordo con il Comune di Palermo e grazie alle risorse che potranno essere messe a disposizione dalla Regione Siciliana, di un’area libera e adeguata alla realizzazione di un nuovo Policlinico Universitario, con specifica vocazione assistenziale e di ricerca clinica, soprattutto negli ambiti a più alta intensità di cura”.
“Il nuovo Policlinico dovrà configurarsi come un edificio a blocco unico di elevata qualità architettonica e tecnologica per accogliere tutte le innovazioni dell’edilizia ospedaliera e per stimolare la riqualificazione dell’area urbana su cui sorgerà – ha aggiunto Midiri -. Accanto a tale intervento, si dovrà prevedere la contestuale trasformazione dell’attuale sede del Policlinico in un Campus Medico a prevalente vocazione educativa e, in parte, anche di accoglienza dei parenti dei pazienti, migliorando dal punto di vista edilizio e tecnologico gli edifici e gli spazi aperti. Questi interventi potranno anche stimolare la rigenerazione di tutta l’area urbana interessata dalla loro realizzazione, per concorrere ad un progetto integrato di Palermo ‘Città della Salutè”.
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Unipa, ricordato Paolo Giaccone: medico legale ucciso dalla mafia
PALERMO (ITALPRESS) – Palermo ricorda Paolo Giaccone, il medico legale ucciso nel 1982 dalla mano della mafia per aver detto “no” alla richiesta di un boss di falsificare un referto. Nel trentanovesimo anniversario dal suo assassinio, nei viali del Policlinico (che ora porta il suo nome) l’11 agosto del 1982, davanti al cippo posto in sua memoria si è tenuta la cerimonia in ricordo di Giaccone e del suo insegnamento che è ancora pienamente valido. Quello di lavorare con rettitudine morale, saper dire no alla criminalità, adempiere alla “missione” richiesta dalla propria professione, senza cedere alle pressioni e puntando sempre e soltanto a svolgere al meglio – e normalmente – il proprio lavoro, decidendo, e non era scelta facile all’epoca, di non piegarsi alla mafia. Il luminare della medicina legale e di medicina forense, all’epoca 53enne, fu uno dei caduti nelle drammatiche estati di sangue nel capoluogo siciliano. Alla presenza delle più alte cariche locali a livello istituzionale, accademico e militare, per ricordare la figura di Giaccone hanno preso la parola il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, il vicesindaco di Palermo, Fabio Giambrone e il vicequestore di Palermo Andrea Lo Iacono. Presente alla commemorazione anche il nuovo Rettore di Palermo, Massimo Midiri, in una delle prime uscite ufficiali. “Quello di Giaccone – ha detto il neo Rettore – è un messaggio che gli è costato la vita, ma che ha lasciato un segnale profondo. I nostri ragazzi sanno di vivere in un Policlinico a lui intestato, e quando facciamo le cerimonie di laurea leggiamo una nota scritta da lui pochi mesi prima di morire, in cui si ribadiva la responsabilità legale del medico in qualunque momento e che il medico rappresenta un pubblico ufficiale che incarna la funzione del rispetto delle norme. E’ un messaggio profondo – ha aggiunto Midiri – che tutt’oggi si celebra nel tentativo di insegnare ai più piccoli come la legalità sia il principio fondante della società civile”.
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Unipa, ricercatore risolve un problema matematico aperto da 20 anni
PALERMO (ITALPRESS) – Il lavoro scientifico accettato per la pubblicazione dal Proceedings of the American Mathematical Society, tra le riviste più prestigiose se non la più prestigiosa al mondo per i matematici, dà la soluzione ad un problema aperto circa 20 anni fa, a seguito di una branca della teoria dell’analisi matematica sviluppatasi a partire dagli anni ‘60. I matematici Calderon e Zygmund nel 1961 inventarono un tipo di derivazione, la Lr-derivata, utile ai loro studi sulle equazioni alle derivate parziali. Nel 1968 Louis Gordon, allievo di Zygmund, come processo inverso della Lr-derivata descrisse un metodo di integrazione simile a quello dell’integrale di Perron, definendo il Pr-integrale (teoria nota nei corsi di analisi matematica come “antiderivazione”). Nel 2004 Sagher e Musial per lo stesso scopo hanno introdotto un altro tipo di antiderivata definendo l’HKr-integrale, utilizzando un metodo di integrazione similare a quello introdotto nel 1961 da Henstock e Kurzweil per l’integrale che prende il loro nome. Nella teoria classica della integrazione i due integrali, con il metodo di Perron e quello di Henstock-Kurzweil, si sono sempre dimostrati equivalenti. Si pensava che fosse così anche per il Pr-integral e l’HKr-integrale. Nel 2004 si è dimostrato HKr-integrale è una estensione del Pr-integrale, ma a partire da quella data è rimasto un problema aperto per la comunità dei matematici l’inclusione b opposta. L’articolo scientifico scritto dal ricercatore dell’Università di Palermo Francesco Tulone in collaborazione con i matematici Paul Musial e Valentin Skvortsov delle Università di Chicago e di Mosca, accettato per la pubblicazione dal Proceedings of the American Mathematical Society, contrariamente a tutta la teoria classica, e per la prima volta, dà una risposta negativa grazie ad un controesempio di una funzione HKr-integrabile (nel senso di Henstock e Hurzweil), ma non Pr-integrabile (nel senso di Perron).
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