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Università Palermo, al via la “Settimana delle Biblioteche”

PALERMO (ITALPRESS) – Al via la Settimana delle Biblioteche, un evento promosso dall’Università degli Studi di Palermo per sottolineare l’importanza sotto molteplici punti di vista delle biblioteche di ateneo, che costituiscono una delle componenti sulle quali negli ultimi anni sono stati concentrati più investimenti e più attenzioni da parte di Unipa. Luoghi della formazione, della ricerca e della conoscenza, spesso però messe da parte e un pò dimenticate: le biblioteche rappresentano però una delle chiavi fondanti per il mondo culturale e di conseguenza per quello accademico. La Settimana delle Biblioteche, promossa nell’ambito del “Maggio dei libri”, è un momento per aprire interessanti dibattiti sul tema delle biblioteche universitarie, sul loro futuro, sui cambiamenti che potranno essere messi in atto, partendo dall’esempio concreto del lavoro fatto dall’ateneo palermitano che ha implementato sempre più il servizio fino ad arrivare a ventidue biblioteche.
Nell’incontro online che ha dato il via alla manifestazione, è intervenuto tra gli altri il rettore Fabrizio Micari, che ha sottolineato il valore fondante delle biblioteche nell’ambito della vita universitaria: “Questa settimana è importante, è un punto di arrivo per certi versi, ma anche uno straordinario punto di partenza. E’ un punto di arrivo di tante cose che sono state fatte, una migliore organizzazione del servizio bibliotecario di ateneo davvero capillare e quasi ‘tedescà – sottolinea il rettore di UniPa nel corso del suo intervento -. E’ davvero importantissimo il lavoro di organizzazione del mondo delle biblioteche. Ma guardiamo al futuro, la pandemia che ha avuto un mare di effetti negativi qualche elemento positivo lo ha riservato, tra questi la riscoperta del valore della competenza e della lettura”.
Tante le novità degli ultimi anni elencate da Micari, che ha insistito sul tema della logica della terza missione per il trasferimento delle conoscenze all’esterno dell’ateneo svolto proprio dalle biblioteche: “La biblioteca è fondamentale sia verso l’interno che verso l’esterno. Consente di aiutare la formazione e la ricerca con una logica di terza missione per un trasferimento di conoscenza. Abbiamo 130 dipendenti che lavorano sulla SBA, forse è la nostra struttura più numerosa – aggiunge Micari -. E voglio ricordare due cose. La straordinaria esperienza di Palermo University Press, nata come una scommessa, quella di creare una casa editrice dell’ateneo che sempre di più rappresentasse il nostro strumento di presentazione all’esterno. E in secondo luogo, l’archivio storico a Sant’Antonino, ben strutturato e organizzato. In queste settimane stiamo per inaugurare un primo museo della nostra università. Stiamo ritrovando delle lauree del 1806 e altri cimeli, non per tenercele per noi ma per proporle all’esterno”.
Dal 10 al 14 maggio al via dunque una serie di eventi, tra cui tavole rotonde, seminari online, narrazioni audiovisive e dirette streaming. Tra gli obiettivi della Settimana delle Biblioteche, come spiega la responsabile del servizio bibliotecario di Unipa, Maria Stella Castiglia, figurano quelli di contribuire alla realizzazione di occasioni di scambio ed esperienza di letture, ripensare ai ruoli delle biblioteche accademiche come organismi che crescono e mutano e valorizzare l’archivio storico, anche tramite il ritrovamento di alcuni scritti rilevanti: “Quest’anno l’iniziativa è pensata come un momento per riflettere, per rafforzare il ruolo socio-culturale delle biblioteche in un’ottica di sviluppo sostenibile – sottolinea Castiglia – in linea con i principi del programma di azione del 2030. Le biblioteche offriranno – a distanza causa emergenza Covid – una serie di iniziative e si aprono ancora una volta al territorio”.
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Università Palermo, bando per ampliamento Orto Botanico

PALERMO (ITALPRESS) – L’ultimo ampliamento dell’Orto Botanico di Palermo risale al 1906, e oggi, a distanza di oltre un secolo, l’istituzione palermitana e la Fondazione Radicepura lanciano il bando “Il Mediterraneo, ovunque”, dedicato ad esplorare la funzione sociale e culturale che l’Orto Botanico è chiamato a svolgere nel XXI secolo, ponendo al centro il ruolo della biodiversità in un tema di progettualità urbana e periurbana. Questa la sfida cui dovranno rispondere le proposte per l’ampliamento dell’Orto Botanico, che daranno vita a una nuova area dedicata a Rosanna Pirajno. In accordo con il Piano d’Azione per gli Orti Botanici dell’Unione Europea, che si propone di rafforzare il ruolo degli Orti Botanici nel panorama della cultura europea e di fornire una dimensione internazionale alla cultura e alla conoscenza del mondo vegetale, e con la recente Carta di Padova per gli Orti e i Giardini botanici italiani, che riconosce la loro funzione di tutela della diversità biologica, il progetto intende valorizzare la biodiversità e il paesaggio del Mediterraneo, ovunque esso si sviluppi nei diversi continenti e areali del pianeta.
Gli spazi che i progettisti sono chiamati a ideare, nell’area compresa tra la via Tiro a Segno, che la separa dal confine sud-orientale dell’Orto, e il corso del Fiume Oreto, dovranno essere innovativi, attraenti, fruibili, e prevedere la presenza delle diverse vegetazioni di macchia mediterranea del mondo, con particolare attenzione alle specie endemiche e/o rare minacciate di estinzione della flora vascolare siciliana e della regione mediterranea. La nuova area verrà dedicata a Rosanna Pirajno, architetto e intellettuale appassionata che per tutta la vita ha rappresentato con il suo impegno il motore del cambiamento culturale della città di Palermo, scomparsa nel 2018.
La Call si inserisce nell’ambito di weTree, un progetto nazionale nato dall’incontro tra Resilientia Naturae e Rose Quadrate, su iniziativa di Ilaria Borletti Buitoni (Presidente dell’Associazione weTree e Vicepresidente FAI), Maria Lodovica Gullino (docente di patologia vegetale, dirige il Centro di Competenza Agroinnova dell’Università di Torino) e Ilaria Capua (scienziata, dirige il Centro di eccellenza One Health dell’Università della Florida), e che prevede il coinvolgimento dei sindaci italiani in un Patto in cui si impegnano a promuovere lo sviluppo di nuove aree verdi pubbliche valorizzando al contempo la competenza femminile.
Secondo tale spirito, la Call è rivolta a singole professioniste o a team con una prevalente partecipazione femminile di architetti del paesaggio, agronomi, garden designer, botanici, urbanisti, ingegneri e tutti coloro che abbiano le competenze per progettare e realizzare un giardino. Il bando è aperto fino alle 12 del 30 agosto 2021. La selezione delle proposte sarà comunicata l’11 settembre. La partecipazione è gratuita.
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A Palermo ritorna visitabile Palazzo Steri, riapre da giugno

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Il complesso monumentale dello Steri ritorna visitabile nella sua integrità: è stato infatti affidato a Coopculture che da oltre due anni promuove l’Orto Botanico, parte del SiMuA – Sistema museale di Ateneo. È nato così un esempio importante di rapporto tra pubblico e privato che ha prodotto risultati significativi, ma ha anche innalzato lo standard dei servizi raccogliendo le richieste dei visitatori. Una scelta strategica, quella dell’Università che ha deciso di mettere a sistema i suoi spazi creando una sinergia fattiva, ma restituendo nello stesso tempo, a Palermo, parti importanti della sua storia.
“Lo Steri è la nostra sede più importante, l’emblema del vicendevole rapporto di compenetrazione e appartenenza tra Ateneo e Città – commenta il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari – La riapertura al pubblico di questo luogo straordinario rappresenta un’occasione di conoscere ed ammirare la realtà di un contesto storico profondamente legato alla storia di Palermo e della Sicilia”.
“Una nuova sfida per il Sistema Museale in analogia con quanto fatto in Orto Botanico – dichiara Paolo Inglese, Direttore del SiMuA – È per noi una grande responsabilità e un orgoglio custodire e far conoscere la grande storia del Palazzo Chiaromonte e della nostra Università”.
Ma è anche e soprattutto un riconoscimento per il partner che ha fatto della fruizione e della valorizzazione dei siti culturali, il suo punto di forza: una nuova sfida per la cooperativa che crede nella ripartenza attraverso la Cultura e, in questo momento complicatissimo in cui tutti i siti sono chiusi da mesi con inevitabili ricadute in termini di progetti, occupazione e futuro, decide di investire su un nuovo spazio da rilanciare e riconsegnare alla città.
“Non potevamo certamente tirarci indietro – interviene Letizia Casuccio, direttore generale di Coopculture – oltre che motivo di orgoglio per il riconoscimento del buon lavoro svolto con l’Orto Botanico, oggi più che mai è una chiamata alla ricostruzione che non potevamo disertare. Restituire lo Steri e La Vucciria a Palermo vuol dire accendere una luce di speranza, per una città che nella cultura può nuovamente trovare la direzione per il riscatto che merita”.
Lo Steri riaprirà, dunque: con la Vucciria di Renato Guttuso che, rientrata in Sicilia dopo essere rimasta esposta a lungo alla Camera dei Deputati, troverà una nuova, importante e strutturata, musealizzazione. Ma non sarà l’unica sorpresa per chi visiterà l’hosterium magnum voluto da Manfredi I Chiaramonte, insieme stratificato di periodi storici, dove ognuno ha lasciato una traccia visibile e impossibile da cancellare.
L’importante, ora, è riuscire a leggerlo come un tutto disomogeneo, certo, ma non stridente, si legge in una nota. Dalle carceri segrete della Santa Inquisizione, vero mansionario nascosto di preghiere, invettive, disegni che i prigionieri di Torquemada graffiarono sulle pareti; all’atrio imponente, agli spazi liberi dagli uffici universitari; e su per le scale per raggiungere la sala dei Baroni dove da poco più di un anno è stato restituito nella sua straordinaria bellezza, il soffitto ligneo trecentesco, vera Bibbia cavalleresca. Il restauro era stato completato da pochi mesi quando la pandemia ha chiuso i siti: è giunto il momento di riprendere le visite. Il complesso riaprirà a giugno, con un biglietto unico, nuovi sistemi di ticketing online, una carta integrata e un programma di visite ed eventi.
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A Palermo boom di iscritti a Lauree Magistrali, toccata quota 3 mila

PALERMO (ITALPRESS) – “Quest’anno gli iscritti alle Lauree Magistrali hanno toccato quota 3 mila, si tratta del valore più alto raggiunto nell’ultimo decennio, circa il 14% in più rispetto al 2019/2020 e il 46% nei confronti del dato di cinque anni fa”. E’ quanto sottolinea in una nota il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari.
“In particolare – aggiunge – gli iscritti che hanno conseguito la Laurea Triennale in un altro Ateneo, oltre 660, raggiungono quest’anno l’elevata percentuale del 23%, il 75% in più rispetto allo scorso anno. Di essi, circa 200 si sono laureati presso altri Atenei siciliani, +43%, circa 340 in altri Atenei italiani, in pratica +50%, mentre sono quasi triplicati gli iscritti magistrali, circa 130, provenienti da Atenei stranieri”.
“Questi numeri sono molto significativi – prosegue il Rettore – perchè inquadrano un trend di crescita della nostra Università costante negli ultimi anni, dovuto all’aumento dell’attrattività, al potenziamento dell’offerta formativa e anche, in quest’ultimo anno pesantemente caratterizzato dalla pandemia, alle azioni concrete e capillari che abbiamo messo in atto per il sostegno del diritto allo studio”.
“Il dato che fa maggiormente piacere – evidenzia il Rettore – rileva che alla dinamica centrifuga dopo la Laurea Triennale verso le Lauree Magistrali del Centro Nord Italia si affianca, speriamo sempre di più si sostituisca, una dinamica centripeta, con una sempre maggiore capacità delle Lauree Magistrali targate UniPa”.
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Notte Europea dei Ricercatori, da Palermo “la magia della chimica”

PALERMO (ITALPRESS) – Venerdì prossimo, a partire dalle 9.30, si terrà online la nuova edizione della Notte Europea dei Ricercatori. La “Maratona Sharper”, 28 ore non stop di incontri, giochi, improvvisazioni, concerti e dibattiti, prenderà il via dalle 10 in diretta nazionale da Palermo con l’evento “La magia della chimica”. E’ quanto si legge in una nota dell’Università di Palermo.
La Sharper 2020 Palermo – Notte Europea dei Ricercatori proseguirà poi con altre circa 70 iniziative, che coinvolgeranno oltre 200 ricercatori, e saranno declinate attraverso una serie di formati online: si terranno conferenze, seminari, presentazioni video, giochi, dimostrazioni, nell’intento di ripensare quella relazione diretta con il pubblico che da sempre caratterizza Sharper alla luce delle esigenze del presente e grazie all’utilizzo di tecnologie e linguaggi innovativi.
Cliccando su “Partecipa” sul sito Sharper 2020 Palermo – Notte Europea dei Ricercatori sarà possibile entrare nelle stanze virtuali e ascoltare e, quando possibile, interloquire con i ricercatori, che potranno mostrare video, fare seminari o dare spiegazioni.
Sharper 2020, si legge nella nota, è il progetto per la Notte Europea dei Ricercatori in tredici città italiane (Ancona, Cagliari, Camerino, Catania, L’Aquila, Macerata, Nuoro, Pavia, Palermo, Perugia, Terni, Torino, Trieste). L’acronimo Sharper – SHAring Researchers’ Passion for Evolving Responsibilities – sintetizza l’obiettivo principale del progetto: creare occasioni di coinvolgimento del pubblico per far conoscere il lavoro dei ricercatori e il suo impatto sociale.
In particolare, prosegue la nota, nel 2020 Sharper propone attività che legano le azioni della ricerca ai Sustainable Development Goals. I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, tutti interconnessi tra loro, sono il modello da seguire per avere un futuro migliore, adottato da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015 come un invito universale all’azione per porre fine alla povertà, alla disuguaglianza, ai cambiamenti climatici e ad altri problemi di portata globale e per proteggere il pianeta e garantire che tutte le persone godano di pace e prosperità entro il 2030.
Qual è il ruolo della ricerca e dei ricercatori nel raggiungimento dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, a 10 anni dalla data indicata come traguardo dalle Nazioni Unite? Partendo dalle sollecitazioni proposte dalle sfide globali – dai cambiamenti climatici allo sviluppo urbanistico, dalla salvaguardia della biodiversità alle questioni di genere – l’evento aiuta il pubblico a scoprire il ruolo fondamentale dei ricercatori come attori fondamentali nel disegnare il futuro insieme ai cittadini, sottolinea la nota. Ogni attività prevista per la Notte dei Europea dei Ricercatori è correlata ad almeno uno dei Sustainable Development Goals per rendere sempre più evidente il ruolo della ricerca verso un mondo più sostenibile.
Per il 2020, a Palermo, nonostante il periodo particolare, hanno confermato la loro partecipazione molti gruppi di ricerca di UniPa con i loro dottorandi e studenti, così come altri Enti di Ricerca fra i quali il CNR, INGV, IBF, IRIB-CNR, ISMN-CNR, INAF-IASF, INAF-OAPA, ISPRA, AIRC, Ri.MED., Fondazione Fibrosi Cistica e ancora la Polizia Scientifica, il Rotary, le Associazioni Palermoscienza, Geode, ISuD, ElementaLe Watson.
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Laboratorio Regionale in prima linea contro il coronavirus

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Lavora senza sosta, 24 ore su 24, e dall’avvio dell’emergenza Covid-19, ad oggi, ha processato circa 7.335 tamponi provenienti dalle province della Sicilia occidentale – Agrigento, Caltanissetta, Trapani, Palermo – con 511 casi positivi. Il Laboratorio di Riferimento Regionale per la sorveglianza epidemiologica e virologica dei virus influenzali, incardinato presso l’Unità Operativa Complessa di Epidemiologia Clinica del Policlinico Universitario “Paolo Giaccone”, con responsabile Francesco Vitale dell’Università degli Studi di Palermo, è attivamente coinvolto nella gestione della corrente emergenza Pandemica. Ed in particolare, nelle attività di sorveglianza epidemiologica e virologica sul Sars-CoV-2 in quanto laboratorio accreditato dall’Istituto Superiore di Sanità afferente alla rete italiana Influnet e riconosciuto come Laboratorio di riferimento regionale per la Sicilia Occidentale per l’emergenza nella circolare del Ministero della Salute.

L’attività del Laboratorio consiste nell’analisi molecolare dei tamponi prelevati su casi sospetti di infezione-malattia. In particolare, nell’estrarre gli acidi nucleici da cellule umane, prelevate dalla mucosa nasale e faringea, nonché dall’epitelio delle vie respiratorie, tramite lavaggio bronco-alveolare, da sottoporre ad amplificazione tramite la tecnica Real-time Polymerase Chain Reaction, utilizzando le linee guida e le metodiche adottate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dai Center for Diseases Control and Prevention di Atlanta (USA) e non è basata sull’uso di kit commerciali di laboratorio.

L’attività del Laboratorio di Riferimento Regionale viene espletata in raccordo con l’Assessorato Regionale per la Salute ed i Dipartimenti di Prevenzione delle Asp delle province coinvolte. Dall’avvio dell’emergenza, ad oggi, il laboratorio ha processato circa 7.335 tamponi per la ricerca del virus, provenienti dalle province di Agrigento, Caltanissetta, Trapani, Palermo. I tamponi provengono dalla popolazione generale e da soggetti ricoverati presso strutture del Servizio Sanitario Regionale, e sono prelevati su casi sospetti di Covid-19 e loro contatti stretti, nonché sul personale socio-sanitario operante in tutte le articolazioni assistenziali del Servizio Sanitario Regionale: Aziende Sanitarie, Aziende Ospedaliere, Strutture Residenziali Assistite, Ambulatori, Rete dell’emergenza-Urgenza, Strutture private accreditate, Assistenza primaria e Continuità assistenziale.

Il laboratorio opera in regime di h24 ed ha una dotazione organica pari a 7 tra dirigenti medici e sanitari, 6 tecnici di laboratorio biomedico. In media i tempi di processamento di un campione ammontano a circa 4 ore, ma questo timing risente del volume di tamponi conferiti al Laboratorio.

Il laboratorio è dotato di apparecchiature e tecnologie avanzate nell’ambito dell’attività di sorveglianza e di epidemiologia molecolare, e tra questi si annoverano estrattori automatizzati e amplificatori di acidi nucleici di tecnologia RT Real Time PCR, sequenziatori e analizzatori di materiale genetico (metodo Sanger e WGS).
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ALLO STERI “BRIDGE PALERMO JERUSALEM” DI AVNER SHER

Un “Esperanto visivo” da leggere attraversando più livelli di comprensione: segni grafici, gesti, emozioni, corpi, per allontanare ogni differenza culturale. Forse per questo motivo Avner Sher ha scelto il sughero come materiale principale delle sue opere. Tra le crepe, le ferite della corteccia esterna della quercia di Cork, si legge la rinascita. La corteccia viene staccata dal tronco una volta ogni nove anni, un trauma ripetuto che la quercia cerca di dimenticare. L’artista israeliano usa il sughero per creare un mondo interiore, che affonda nelle origini e si nutre di desideri. Attraverso la sua arte Avner Sher vuole decodificare il presente e osservare i punti di collisione tra civiltà inondate da credi, disperazioni e speranze. La personale “Bridge Palermo Jerusalem” di Avner Sher si inaugurerà giovedì 14 giugno alle 18,30 nella Sala delle Verifiche del complesso monumentale dello Steri, a Palermo, dove resterà fino al 31 agosto. Costruita da Ermanno Tedeschi – curatore internazionale con alle spalle tanti anni dedicati alla valorizzazione delle eccellenze culturali ebraiche ed israeliane – e Flavia Alaimo, storica dell’arte già impegnata in eventi espositivi sul tema dell’esodo, la mostra è organizzata da Acribia in accordo con l’Università di Palermo, gode del patrocinio dell’Ambasciata di Israele ed è inserita nel programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018. 

 

“Un progetto site-specific realizzato per l’Università degli Studi, che si rivela particolarmente significativo – spiega il Rettore Fabrizio Micari -: da un lato, si ricollega alla poetica di Avner Sher, profondamente legata a Gerusalemme e ai concetti di distruzione e rinascita associati alla storia del popolo ebraico; dall’altro, si radica nella città che ospita la mostra scaturendo da un’originale ricerca su riproduzioni di carte antiche di Palermo”.

Avner Sher tratta il sughero, lo segna, lo rende suo; incide in modo aggressivo, brucia la corteccia, la inonda di materiali insoliti come vino, detersivo per bucato, inchiostro e ketchup. Crea un’archeologia e una storia per il materiale, come se fosse una pergamena torturata da macchie, lacrime e graffi. Nelle sue opere che hanno i colori del deserto o del vino, o su un’alta fila di obelischi, cerca risposte, cogliendo paure e speranze che divide con il suo popolo.

Per questa mostra che si srotolerà tra Sala delle Verifiche e il primo cortile dello Steri, Avner Sher sta ideando un progetto site-specific che si riallaccia al precedente “950 mq: Topografie alternative” curato da Smadar Sheffi al Museo della Torre di David della Storia di Gerusalemme. Come già avvenuto per le mappe della Città Vecchia – dove convivono i  siti sacri alle tre principali religioni monoteiste concentrati in meno di un chilometro quadrato -, Sher lavorerà su riproduzioni di carte antiche di Palermo su cui rintraccerà i segni della Storia, fondendoli con i nuovi contorni della modernità. 

 

Il risultato sarà una mappa illusoria su sughero per un racconto immaginario, colmo di desideri e di rabbia, del capoluogo siciliano. L’artista ha vagabondato per le stradine strette del centro storico di Palermo per coglierne sensazioni incrociate, assiomi religiosi, dati storici e associazioni personali ed intrecciare una rappresentazione ibrida di cose viventi e oggetti inanimati che si muovono tra vari periodi e utopie. Nel cortile, saranno invece sistemati quattro obelischi, due rossi e due neri, come colonne a testimonianza dell’attuale sovrapposizione culturale di Palermo. Sher opera in uno spazio simbolico tra il significato e la storia: i due obelischi rossi, che raffigurano immagini che rinviano al mito della creazione giudaico-cristiana, si ergono come l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male e l’Albero della Vita. I due obelischi neri rifiutano di essere decifrati, almeno all’occhio dello spettatore non africano. Sher vi ha inciso simboli africani che ha fatto propri senza presupporre alcuna conoscenza delle culture dell’Africa. Il suolo e il pavimento sono punteggiati da piccoli pezzi di legno colorati di nero in cui appaiono richieste di aiuto scritte in lingue africane. Sono messaggi in bottiglia che non hanno mai raggiunto la loro destinazione? Da figlio di sopravvissuti all’Olocausto, è ancora vivo nella memoria dell’artista, l’incubo di rimanere emarginato, perseguitato e di non vedersi riconosciuto l’asilo politico

 

UNIPA. ETÀ MEDIA LAUREATI 26,5 ANNI, IL 43% TERMINA IN CORSO

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L’età media alla laurea, presso l’Universita’ di Palermo, è di 26,5 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 25,0 anni per i laureati di primo livello e di 28,3 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. È uno dei passaggi del Rapporto Almalaurea per gli studenti Unipa.

Il 43,8% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 38,0% tra i triennali e il 63,2% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 105,4 su 110: 102,0 per i laureati di primo livello e 110,1 per i magistrali biennali.

Il 61,3% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è il 69,0% tra i laureati di primo livello e il 54,9% tra i magistrali biennali (valore che cresce al 73,6% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio).

Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) l’11,7% dei laureati: il 7,9% per i triennali e l’11,4% per magistrali biennali (quota che sale al 13,5% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio).

Il 45,3% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 45,5% tra i laureati di primo livello e il 50,0% tra i magistrali biennali.

L’84,0% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e il 78,9% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. 

In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 58,1% dei laureati considera le aule adeguate. Più in generale, l’85,9% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.

E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 61,4% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 6,8% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

Il 64,8% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo iscrivendosi ad un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive a un corso triennale). Dopo un anno il 64,0% risulta ancora iscritto. 

A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è del 55,1%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 29,0%.

Tra gli occupati, il 23,2% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 12,4% ha invece cambiato lavoro; il 64,2% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.

Il 23,2% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 32,0% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 13,9% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore).

Il lavoro part-time coinvolge il 40,7% degli occupati. La retribuzione è in media di 988 euro mensili netti.

Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Sono il 48,9% gli occupati che considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono. Più nel dettaglio, il 39,5% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.

Tra i laureati magistrali biennali del 2016 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 59,7%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 28,3%. Il 26,7% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, l’11,7% ha invece cambiato lavoro; il 61,6% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.

Il 24,8% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 40,0% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 6,4% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore).

Il lavoro part-time coinvolge il 37,9% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.039 euro mensili netti.

Il 48,6% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo; inoltre, il 39,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi.

Il tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali del 2012, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, era pari al 78,0%. Il tasso di disoccupazione è pari al 13,2%.

Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 48,1%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 28,8%. Svolge un lavoro autonomo l’11,5%.

Il lavoro part-time coinvolge il 29,1% degli occupati. Le retribuzioni arrivano in media a 1.223 euro mensili netti. Il 55,2% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo; il 41,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.

Ma dove vanno a lavorare? Il 62,2% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 30,9% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (6,5%). L’ambito dei servizi assorbe l’82,4%, mentre l’industria accoglie il 13,9% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

“L’analisi dei dati del Rapporto AlmaLaurea conferma la solida base della formazione e della didattica erogata dal nostro Ateneo”, dice il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari.

“L’86% dei nostri laureati esprime la piena soddisfazione per l’esperienza universitaria (nel 2017 85%). È motivo di orgoglio l’ulteriore crescita del dato dei laureati che si dichiarano soddisfatti del rapporto con i docenti (84%, nel 2017 83%), che ritengono adeguato il carico di studio (79%, nel 2017 74%) e che si iscriverebbero di nuovo ad UniPa (68%, nel 2017 65%), e tra questi il 61,4 confermerebbe anche il Corso di Studi – continua Micari -. Per quanto riguarda la condizione occupazionale segnaliamo un’ulteriore crescita (78%, nel 2017 75%) dell’occupazione per i laureati a 5 anni dal conseguimento dal titolo. È un dato, tuttavia, che può lasciarci soddisfatti solo parzialmente: se infatti il dato sull’occupazione dei nostri laureati di alcune aree, in particolare quelle di Ingegneria e Medicina, è molto positivo e in linea con quello nazionale, in altre aree il gap rispetto alle medie nazionali è ancora rilevante”.

“Ciò dimostra quanto sia fondamentale che la politica, le altre istituzioni, il mondo delle imprese e le associazioni di categoria si adoperino affinché la formazione universitaria e il suo valore non vengano dispersi, ma correttamente incanalati. Ai nostri giovani laureati – conclude il Rettore – si devono garantire possibilità di lavoro e lavoro qualificato nel nostro territorio,  anche per il suo miglioramento sociale ed economico”.

 

 

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