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Ucraina, attacchi missilistici russi in tutto il Paese

ROMA (ITALPRESS) – Nella notte attacchi missilistici russi in tutta l’Ucraina. Colpite le città di Kiev, Kirovohrad, Dnipro, Odessa, Kharkiv, Zaporizhzhia, Lviv, Ivano-Frankivsk, Zhytomyr, Vinnytsia, come conferma su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“E’ stata una notte difficile. Un massiccio attacco missilistico in tutto il paese. Attacchi a infrastrutture critiche ed edifici residenziali. Purtroppo ci sono feriti e morti. Le mie condoglianze alle famiglie”, spiega Zelensky, sottolineando che comunque “tutti i servizi funzionano, il sistema energetico è in fase di ripristino e sono state imposte restrizioni in tutte le regioni”.
“Il nemico ha lanciato 81 missili nel tentativo di intimidire nuovamente gli ucraini, tornando alle sue miserabili tattiche – sottolinea il presidente ucraino -. Gli occupanti possono solo terrorizzare i civili. Questo è tutto ciò che possono fare. Ma non li aiuterà. Non eviteranno la responsabilità per tutto ciò che hanno fatto. Ringraziamo i guardiani dei nostri cieli e tutti coloro che aiutano a superare le conseguenze degli attacchi degli occupanti”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Ucraina, le forze russe prendono il controllo della parte est di Bakhmut

ROMA (ITALPRESS) – Le forze russe controllano l’intera parte orientale di Bakhmut, nella regione orientale ucraina di Donetsk. Ad annunciarlo è il capo del gruppo paramilitare Wagner, Yevgeny Prigozhin. Secondo un portavoce della regione, piccoli gruppi di truppe ucraine si stanno ritirando lungo le strade di campagna.
“Non possiamo escludere che Bakhmut alla fine possa cadere nei prossimi giorni”, ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, parlando con i giornalisti a Stoccolma a margine della riunione dei ministri della Difesa dei Paesi dell’Unione Europea. Stoltenberg ha esortato a “non sottovalutare” la Russia e continuare “il supporto” all’Ucraina.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Tunisia, migranti subsahariani in fuga da attacchi razzisti

TUNISI (TUNISIA) (ITALPRESS/MNA) – Centinaia di migranti sub-sahariani hanno già lasciato la Tunisia e molti altri sono stati incoraggiati dai loro governi a tornare nei Paesi d’origine a seguito delle dichiarazioni del presidente tunisino Kais Saied in un discorso ufficiale due settimane fa.
Saied aveva chiesto di porre fine al flusso di migranti, descrivendoli come “orde di immigrati clandestini” dall’Africa sub-sahariana, affermando che la migrazione irregolare mira a cambiare la demografia della Tunisia ed è una minaccia per il paese.
Molti paesi africani, tra cui la Costa d’Avorio, la Guinea, il Mali e il Gabon, stanno organizzando voli di rimpatrio per aiutare i propri cittadini a lasciare la Tunisia poichè sono stati oggetto di un aumento degli attacchi razzisti. Decine di migranti stanno aspettando fuori dall’aeroporto internazionale di Tunisi con i loro oggetti personali per i voli di rimpatrio organizzati dai rispettivi governi. Molti altri hanno fatto la fila alle ambasciate delle loro nazioni, sperando di tornare nel loro paese.
E’ stato riferito che in varie città tunisine la polizia ha arrestato centinaia di migranti africani, tra cui donne e bambini, altri sono stati picchiati, accoltellati, aggrediti verbalmente e sfrattati dai proprietari di casa. Alcuni stanno alloggiando in tende improvvisate fuori dalla sede dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Nel frattempo, la Banca mondiale ha annullato i futuri lavori di collaborazione con il governo tunisino e l’Unione africana ha rinviato una conferenza che era prevista in Tunisia questo mese.
Ci sono solo circa 21.000 migranti sub-sahariani in Tunisia su una popolazione di 12 milioni di persone, circa lo 0,17%.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Malta, malattie cardiocircolatorie la causa più comune di morte

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – La causa di morte più comune a Malta nel 2021 sono state le malattie del sistema cardiocircolatorio. In totale, 1.230 persone sono morte per problemi cardiocircolatori. Lo ha riferito in Parlamento il vice primo ministro e ministro della Sanità maltese Chris Fearne.
Il cancro è come la seconda causa principale, con 997 decessi.
Seguono le malattie respiratorie, con 449 vittime, seguite dalla demenza con 341. Altri 230 decessi sono stati legati al diabete.
Il Covid ha causato 209 vittime. Nello stesso anno sono morte 66 persone a causa di infezioni, comprese quelle legate al sistema respiratorio.
Altri 104 decessi sono stati classificati come accidentali e includevano cadute dall’alto e annegamento.
Otto bambini sono morti a causa di complicazioni durante la nascita. 35 persone si sono suicidate mentre una persona è stata uccisa.

– foto ospedale Mater Dei, Malta –

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Libia, sequestrate 12 mila armi provenienti da Malta

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Una perquisizione su una nave commerciale nel porto di Misurata, in Libia, che proveniva da Malta ha portato al sequestro di 12.000 armi.
Il Centro doganale del porto di Misurata e la Forza operativa congiunta hanno assistito gli ufficiali doganali nel sequestro.
A seguito le ispezioni, il Centro Doganale del Porto ha confermato che la spedizione conteneva oggetti domestici per nascondere le armi.
“I doganieri sono stati in grado di rilevare e sequestrare questo container. E’ arrivato al porto di Misurata a bordo della nave ‘Biltaky’, che batte la bandiera dello Stato della Liberia, e proveniva da Malta, tramite la compagnia di navigazione CMACGM”, ha dichiarato il Centro doganale portuale.
Questo sequestro è solo uno dei numerosi sequestri effettuati dal centro nel corso del 2023, nell’ambito della lotta contro il contrabbando e la droga.
Il sottosegretario al ministero dell’Interno nel governo designato dal parlamento libico, Faraj Qaim, ha confermato che un comitato è stato formato dalle forze armate e dal ministero dell’Interno con l’aiuto di cani addestrati e dispositivi avanzati per intercettare il traffico delle armi.

– foto Videvo.net –

(ITALPRESS).

Malta, mille richiedenti asilo vivono nell’incertezza

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Una decisione del governo maltese di revocare un regime che dava ai migranti l’opportunità di acquisire una carta d’identità per un minimo di due anni ha lasciato circa mille richiedenti asilo respinti bloccati in un’incertezza giuridica.
La questione è stata sollevata di recente anche in Parlamento dall’opposizione, chiedendo al governo di lavorare su una politica coerente sui richiedenti asilo respinti. Alcuni richiedenti asilo risiedevano a Malta da oltre un decennio senza avere un’adeguata protezione legale. Queste persone prive di documenti non godono di pieni diritti legali.
Lo schema è stato lanciato il 15 novembre 2018, noto come Autorizzazione di soggiorno specifica, che ha concesso ai contribuenti attivi residenti a Malta da più di cinque anni la possibilità di ottenere una carta d’identità. Ogni richiedente asilo qualificato aveva diritto a un permesso di soggiorno valido per due anni con possibilità di rinnovo, essenziali di assistenza, licenze di lavoro, istruzione e formazione, cure mediche e privilegi di viaggio. Ciò significa che queste persone non possono essere sposate, non potranno mai beneficiare dell’indennità di disoccupazione e, nel caso abbiano figli, sarà difficile per ricevere una basica istruzione.
L’ONG Aditus ha fatto riferimento alla situazione in Europa, dove molti governi dell’UE offrono programmi di regolarizzazione perchè è nel loro interesse nazionale fornire documenti ai richiedenti asilo in quanto ciò previene la criminalità, combatte la povertà, stimola i settori economici e combatte il razzismo. L’ONG sta esortando il governo maltese ad agire per regolarizzare tutti i richiedenti asilo respinti che hanno vissuto a Malta per cinque anni o più e non sono stati rimpatriati nel loro paese.

– foto xf3/Italpress –

(ITALPRESS).

Consiglio d’Europa, aumentano i giornalisti detenuti

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Nel 2022, da quando la Russia ha dato inizio alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, almeno 12 giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi e 21 feriti durante l’esercizio della loro professione. La guerra si è svolta in un contesto di continuo deterioramento della libertà dei media in Europa, con un significativo aumento del numero di giornalisti detenuti, secondo il rapporto annuale 2023 delle organizzazioni partner della Piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti.
Pubblicato con il titolo “La guerra in Europa e la lotta per il diritto di informare”, il rapporto esamina le principali minacce alla libertà dei media in Europa e formula delle raccomandazioni per il Consiglio d’Europa, l’Unione europea e gli Stati membri sulle azioni necessarie per migliorare la situazione. Nel corso del 2022, la piattaforma ha pubblicato 289 avvisi per segnalare gravi minacce o attacchi alla libertà dei media in 37 Stati, dove giornalisti sono stati uccisi, arrestati, aggrediti, perseguitati legalmente e oggetto di campagne di diffamazione. Questa cifra comprende gli avvisi che riguardano la Russia, poichè le organizzazioni partner hanno deciso di continuare a monitorare la situazione della libertà dei media e gli attacchi contro i giornalisti dopo l’espulsione della Russia dal Consiglio d’Europa a marzo 2022.
“Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un inquietante aumento di attacchi e minacce contro i giornalisti. Molti giornalisti hanno esercitato con coraggio il diritto di informare nel contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina e alcuni lo hanno pagato con la propria vita – afferma la segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejcinovic Buric -. Il fatto che molti di questi attacchi rimangano impuniti minaccia le fondamenta stesse delle nostre società. Chiedo agli Stati membri di affrontare seriamente questo problema e di rispettare e proteggere appieno i diritti dei giornalisti, di garantire la loro sicurezza, di proteggere le loro fonti e di impedire la censura e altre forme di interferenza nel loro lavoro”.
Il rapporto della piattaforma esamina nel dettaglio la repressione del giornalismo indipendente in Russia e nei territori occupati in Ucraina e dedica un capitolo specifico alla Bielorussia.
Oltre ai giornalisti deceduti in servizio durante la guerra, la piattaforma ha registrato un giornalista ucciso nell’esercizio della sua funzione, Gungor Arslan in Turchia, rispetto ai quattro registrati nel 2021. Gli avvisi riguardanti minacce e attacchi durante manifestazioni in strada sono stati inferiori, data la diminuzione delle manifestazioni nel periodo del Covid-19.
Le organizzazioni partner concludono che in Europa le detenzioni e gli arresti arbitrari di giornalisti sono all’ordine del giorno. Al 31 dicembre 2022, risultavano detenuti 127 giornalisti e operatori dei media, 95 dei quali erano oggetto di un avviso sulla piattaforma (un aumento del 60% rispetto al 31 dicembre 2021), nonchè 32 giornalisti e operatori dei media in Bielorussia per i quali non erano ancora scattati avvisi.
Durante il 2022, la piattaforma ha registrato 74 avvisi riguardanti attacchi all’integrità fisica dei giornalisti (il 26% di tutti gli avvisi), 41 avvisi sulla detenzione e la reclusione di giornalisti (14%), 94 avvisi su casi di persecuzione e intimidazione di giornalisti (32%) e altri 80 avvisi su altri atti che hanno effetti dissuasivi sulla libertà dei media (28%).
Altre questioni esaminate nel rapporto sono l’introduzione di una legislazione che limita il lavoro dei giornalisti, la sorveglianza delle comunicazioni dei giornalisti, le fake news e la disinformazione, l’abuso del sistema giudiziario per punire o intimidire i giornalisti, le cause strategiche contro la pubblica partecipazione (SLAPP), le pressioni sui media del servizio pubblico e i casi di media capture.
Il rapporto mostra la persistente mancanza di progressi nella risoluzione di 35 casi di impunità per attacchi contro giornalisti ancora presenti sulla piattaforma, compresi 26 casi di omicidio.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Ucraina, distrutte due basi russe a Melitopol

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS/MNA) – Le forze militari ucraine hanno distrutto due basi militari russe a Melitopol. Secondo quanto dichiarato dal sindaco della città, Ivan Fedorov (nella foto), sono centinaia i soldati russi uccisi nell’operazione. Nelle ultime 24 ore, inoltre, l’esercito di Kiev ha ucciso 18 membri del gruppo di sabotaggio e ricognizione delle forze armate russe, che si muovevano su barche a motore vicino a Kherson, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda.
In Russia intanto si inasprisce la polemica della milizia Wagner contro il governo russo. Su Telegram il comandante del gruppo paramilitare, Yevgeny Prigozhin, ha smentito che l’8 marzo la milizia sarà presente alle celebrazioni in programma a San Pietroburgo. “Non ho ambizioni politiche, il nostro compito è combattere e proteggere gli interessi della Federazione Russa”, ha sottolineato Prigozhin.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).