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Libia, stop esportazioni petrolio e prezzo globale in rialzo del 3%

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) -Il capo della Commissione per l’Energia e le Risorse Naturali del Parlamento libico, Issa Al-Araibi, ha espresso il suo pieno sostegno alla decisione del governo libico di dichiarare lo stato di forza maggiore su tutti i giacimenti e porti petroliferi.
Il governo, guidato dal primo ministro Osama Hammad, ha dato l’annuncio adducendo minacce alla sicurezza come motivo della chiusura. In una dichiarazione televisiva, il primo ministro Hammad ha affermato che la decisione era in risposta ai recenti attacchi contro leader, dipendenti e dipartimenti della Banca Centrale della Libia. Questi attacchi sarebbero stati compiuti da gruppi che agiscono al di fuori della legge, con il presunto sostegno del Consiglio presidenziale, che il governo di Bengasi accusa di agire senza legittima autorità.
Il comandante in capo Khalifa Haftar ha sottolineato l’importanza di rispettare la Banca Centrale della Libia e ha messo in guardia contro le interferenze illegali nelle sue operazioni. Durante un incontro con Stephanie Khoury, capo ad interim della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), Haftar ha ribadito la sua posizione sulla protezione dell’integrità della Banca centrale libica, sottolineando che qualsiasi azione che mini l’istituzione non sarà tollerata.
Questo sviluppo improvviso ha avuto un impatto immediato sui mercati energetici globali. I prezzi globali del petrolio sono aumentati del 3%, suscitando preoccupazioni per potenziali interruzioni della provvista in Medio Oriente.
Il capo della commissione per l’energia e le risorse naturali del parlamento libico, Al-Araibi, ha dichiarato che la dichiarazione di forza maggiore è una reazione necessaria alle recenti decisioni unilaterali del Consiglio presidenziale, che a suo avviso mettono in pericolo la sicurezza del Paese. La Camera dei Rappresentanti non solo ha appoggiato la mossa del governo, ma ha anche agito per annullare i decreti del Consiglio presidenziale, una posizione sostenuta dalla magistratura. Ha criticato le azioni unilaterali del Consiglio presidenziale definendole illegali e pericolose, sottolineando che la soluzione dell’attuale crisi richiede un’equa distribuzione dei proventi petroliferi della Libia nelle sue tre regioni principali: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan.
La Libia, che ospita alcune delle più grandi riserve petrolifere dell’Africa, è in subbuglio dalla rivolta del 2011 che portò al rovesciamento di Muammar Gheddafi. Il Paese rimane diviso, con le amministrazioni rivali di Tripoli e Bengasi che rivendicano entrambe la legittimità. Questa divisione politica si è spesso estesa al settore petrolifero, un settore vitale dell’economia libica. La dichiarazione di forza maggiore, che interrompe la produzione di petrolio a causa di circostanze straordinarie, sottolinea il crescente conflitto tra le fazioni rivali della Libia.

– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Papa “Il Libano è e deve restare un progetto di pace”

ROMA (ITALPRESS/MNA) – “Il Libano è, e deve restare, un progetto di pace. Non dimentichiamo quello che un Papa ha detto: “Il Libano è un messaggio, e questo messaggio è un progetto di pace”. La sua vocazione, del Libano, è di essere una terra dove comunità diverse convivono anteponendo il bene comune ai vantaggi particolari, dove religioni e confessioni differenti si incontrano in fraternità”. Lo ha detto Papa Francesco, secondo quanto riporta Vatican News, ricevendo in udienza in Vaticano i familiari delle vittime dell’esplosione nel porto di Beirut avvenuta 4 anni fa. “Noi sentiamo e pensiamo che il Libano è un Paese martoriato – aggiunge – Non siete soli e non vi lasceremo soli – conclude – ma rimarremo solidali con voi attraverso la preghiera e la carità concreta”.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Libia, intercettati oltre 1.000 migranti prima di raggiungere l’Europa

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LA VALLETTA (MALTA) (MNA/ITALPRESS) – L’Amministrazione generale per la sicurezza costiera in Libia ha confermato di aver tratto in salvo 51 migranti irregolari vicino alla costa di Qarabulli, situata nel nord-ovest del Paese. La barca “Wadi Kaam 300p” ha salvato i migranti, provenienti da diverse nazionalità, dopo che la loro barca si era fermata. I migranti sono stati portati a terra al Shaab Port Point, che fa parte della filiale di Tripoli, dove sono state intraprese le procedure legali, e sono stati consegnati alla Direzione per la lotta all’immigrazione illegale.
Inoltre, la Sicurezza costiera ha denunciato il salvataggio di 123 migranti irregolari, che erano a bordo di un’imbarcazione fatiscente al largo di Zuwara. Separatamente, l’Esercito nazionale libico ha condotto con successo un’operazione che ha portato alla liberazione di oltre 1.000 migranti, tra cui donne e bambini, da un giro di traffico di esseri umani vicino ad Al-Shuwayrif. La Brigata Tariq bin Ziyad ha effettuato il raid, che ha portato al salvataggio dei migranti. Il colonnello Khalifa Al-Abidi, direttore dell’ufficio stampa dell’esercito nazionale libico, ha dichiarato che la maggior parte delle persone salvate erano di origine africana ed erano state trattenute in un grande complesso di traffico di esseri umani situato strategicamente tra Misurata e Sebha. Oltre al salvataggio dei migranti, l’operazione ha portato all’arresto dei trafficanti responsabili di queste attività illegali. Le persone soccorse sono state trasferite in un’area sicura, dove hanno ricevuto le cure necessarie, compreso un alloggio e assistenza medica. Il raid ha inoltre portato alla luce quantità significative di narcotici, evidenziando il coinvolgimento della banda in attività criminali più ampie.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Malta, diplomatici ribadiscono sostegno a Ucraina in giorno indipendenza

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LA VALLETTA (MALTA) (MNA/ITALPRESS) – La comunità ucraina a Malta ha celebrato il 33° anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina riunendosi a La Valletta. L’evento si è svolto nell’ambito della campagna globale “Stai con l’Ucraina – Aiutaci a difendere la nostra indipendenza” organizzata dal Congresso mondiale ucraino.
Si sono svolti diversi spettacoli con canti, balli e musica dal vivo, seguiti dai discorsi dei rappresentanti diplomatici degli Stati Uniti d’America, del Regno Unito, della Francia, del Giappone, dell’Australia e di volontari internazionali. Tutti hanno ribadito il sostegno incrollabile dei loro paesi e la continua assistenza all’Ucraina nella sua difesa dell’integrità nazionale, della sovranità e dell’indipendenza. “Oggi, il Giorno dell’Indipendenza per ogni ucraino rappresenta un simbolo della grande unità di tutti gli ucraini che stanno fianco a fianco con il popolo di tutto il mondo in difesa della pace, della giustizia, della sovranità e del diritto all’autodeterminazione!” ha detto la comunità ucraina in un comunicato dopo l’evento.
“Quest’anno, il Giorno dell’Indipendenza ucraina porta contemporaneamente tristezza e orgoglio. Tristezza per la vita perduta di coloro che facevano parte del futuro ucraino. E orgoglio per la determinazione e il coraggio del popolo ucraino nel difendere la propria libertà e il proprio futuro. Per il terzo anno consecutivo, questa festività non è più solo ucraina…” ha affermato Olena Khylko, Direttore delle politiche, Programma GLOBSEC Ucraina ed Europa dell’Est. Il 24 agosto 1991, la bandiera blu-gialla ucraina ha sventolato per la prima volta dal 1920 sul pennone del consiglio comunale di Kiev. Lo stesso giorno, la Verkhovna Rada della SSR ucraina ha adottato l’Atto di proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina. Fu confermato il 1° dicembre 1991 in occasione del referendum panucraino.(ITALPRESS).

Foto: Jacob Sammut

Scuola, Valditara al Meeting “Costruire dialogo con le imprese”

RIMINI (ITALPRESS) – “Dobbiamo dare una risposta ai nostri giovani e alle esigenze del nostro mondo produttivo perchè non deve farci schifo il rapporto tra scuola e mondo del lavoro e delle imprese. Il mondo delle imprese ci dice che mancano drammaticamente delle competenze, allora dobbiamo avere il coraggio di costruire un percorso scolastico che sia sempre dialogante con il mondo dell’impresa e del lavoro”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, al Meeting di Rimini. “Credo che dobbiamo uscire dal modello vecchio di scuola che considerava unitaria l’intelligenza, se vogliamo davvero mettere la dignità della persona al centro non possiamo partire che da questo presupposto. Noi dobbiamo potenziare anche quei percorsi scolastici che danno valore a quelle intelligenze più concrete che invece, secondo l’impostazione più tradizionale, venivano messe da parte”, aggiunge.
“La mia visione di scuola è quella costituzionale, la scuola che mette la persona al centro, che ruota attorno alla valorizzazione della persona e dello studente – ha spiegato -. Se la persona è al centro dobbiamo essere conseguenti, valorizzare le differenze dei talenti, dobbiamo costruire un modello di scuola che li individui e li valorizzi. Questo deve essere realizzato e da qui l’idea del docente tutor che è già una piccola rivoluzione, ovvero l’idea di una formazione dove la struttura dell’insegnamento sia tagliata sulle potenzialità del singolo giovane. Non può esserci un percorso uguale per tutti perchè ci sono talenti diversi che vanno valorizzati, da qui la riforma del 4+2 dove le soft skills sono già contenute”.
Per il ministro è necessario “potenziare l’insegnamento dell’italiano agli stranieri, questo perchè abbiamo scoperto che un terzo degli studenti stranieri non va più a scuola. Se non andiamo a potenziare l’insegnamento dell’italiano con un percorso di formazione e reclutamento degli insegnanti specializzati, non facciamo vera integrazione”.
“Per la mia esperienza in questi quasi due anni di governo, non c’è stata una volta in cui in Consiglio dei ministri abbiamo votato a maggioranza, ci siamo sempre compattati e, al di là delle legittime differenze, credo che questa maggioranza abbia ben chiaro che è qui per cambiare l’Italia, per cambiarla in meglio facendo quello che i precedenti governi non hanno saputo fare ad iniziare dalla scuola. Credo che al di là di una legittima discussione ognuno ha le sue opinioni, ma poi ci sarà sempre un punto di sintesi”, ha poi detto Valditara nel corso di un punto stampa, rispondendo a una domanda sullo Ius Scholae.
“Ho letto gli ultimi commenti di Tajani, Ronzulli e Gasparri e mi sembra si vada proprio in questa direzione”, ha ribadito.
In merito alla prossima legge di bilancio, “ho incontrato il ministro Giorgetti prima della pausa estiva, ho trovato molta comprensione, c’è stata molta attenzione al tema della scuola – ha spiegato -. Non dimentichiamoci che lo scorso anno sono stati stanziati 3 miliardi di euro per il contratto degli insegnanti e per il mondo della scuola”.

– Foto xb1/Italpress –

(ITALPRESS).

Tunisia, tre candidati presidenziali alle elezioni del 6 ottobre

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LA VALLETTA (MALTA) (MNA/ITALPRESS) – Ci saranno tre candidati presidenziali alle elezioni generali tunisine del 6 ottobre, in calo rispetto ai 26 del 2019, in quello che secondo gli attivisti per i diritti umani è l’assalto del presidente Kais Saied alla democrazia. Dicono anche che si tratta della continuazione della repressione di Saied durante le elezioni parlamentari del dicembre 2022 in cui ha votato solo l’8,8% dell’elettorato. Il 66enne Saied ha sciolto il governo e il parlamento il 25 luglio 2021, poi ha redatto una nuova costituzione che gli ha conferito un potere quasi totale. Dopo aver denunciato, condannato o imprigionato almeno otto dei 14 candidati respinti, è senza dubbio diretto alla vittoria in un’altra controversa elezione. Bassam Khawaja, vicedirettore per il Medio Oriente e il Nord Africa di Human Rights Watch, ha esortato le autorità tunisine a liberare lo spazio democratico liberando i politici incarcerati. “Il governo dovrebbe immediatamente porre fine alla sua interferenza politica nel processo elettorale, revocare le misure repressive e consentire ai candidati dell’opposizione di prendere parte allo scrutinio”, ha affermato. Allo stato attuale, Saied affronterà Zouhair Maghzaoui del Movimento popolare e Ayachi Zammel del Movimento Azimoun. Secondo la Commissione elettorale tunisina, i candidati sono stati squalificati perché non soddisfacevano i requisiti di nazionalità, o per mancanza delle necessarie garanzie finanziarie o firme di approvazione. L’anno scorso, la Tunisia ha messo al bando la società civile mentre Saied continuava a reprimere la libertà di parola e di espressione nel luogo di nascita della Primavera Araba. La comunità internazionale è accusata di chiudere un occhio sugli sviluppi in Tunisia, un tempo faro di speranza democratica nella parte araba del mondo. “La comunità internazionale non dovrebbe più rimanere in silenzio e dovrebbe sollecitare il governo a rettificare un processo elettorale già contaminato”, ha affermato Khawaja. Saied, professore di diritto, si è presentato alle elezioni del 2019 come candidato indipendente con la promessa di combattere la corruzione e riformare le leggi elettorali.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Caldo estremo, Malta tra Paesi Ue più a rischio

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Malta soffrirebbe più di ogni altro paese europeo a causa dell’aumento delle temperature. Uno studio pubblicato dalla rivista medica Lancet prevede conseguenze più gravi per la popolazione maltese a causa del riscaldamento climatico. Lo studio prevede cambiamenti nei tassi di mortalità in 1.300 regioni e 854 città in Europa fini al 2100, con l’aumento delle temperature e l’invecchiamento della popolazione. Si è scoperto che con temperature in aumento di 3°C, Malta subirebbe 95 decessi legati al caldo in più ogni 100.000 persone rispetto a quanto accade attualmente – più di qualsiasi altro paese europeo e circa sei volte la media europea di 15 decessi in più a causa del caldo. Lo studio presenta scenari in cui le temperature aumentano in linea con gli obiettivi climatici di Parigi (di 1,5°C e 2°C) e altri in cui le temperature aumentano in linea con le attuali previsioni di politica climatica (fino a 3°C) o dove non vengono attuate politiche climatiche (con temperature in aumento fino a 4°C). Lo studio stima che 78 morti all’anno a Malta siano attribuibili al caldo tra il 1991 e il 2020. Ma questo triplicherebbe fino a 258 morti all’anno con temperature in aumento di appena 1,5°C e salirebbe a oltre 600 se le temperature diventassero più calde di 3°C. Un aumento di 4°C sarebbe ancora più catastrofico, dato che il caldo torrido ucciderebbe oltre 1.000 persone all’anno nella sola Malta. Lo studio tiene conto anche dell’invecchiamento della popolazione, dell’allungamento dell’aspettativa di vita e del calo dei tassi di fertilità.
Nel frattempo, i paesi dell’Europa meridionale, tra cui Spagna, Italia, Grecia e Malta, subiranno il peso dell’aumento delle temperature, con un bilancio delle vittime che si prevede sarà molte volte superiore a quello degli stati settentrionali più freddi. Lo studio è stato pubblicato mentre gli scienziati del clima prevedono che il 2024 potrebbe diventare l’anno più caldo mai registrato, con il mese scorso che è stato il secondo luglio più caldo mai registrato, appena al di sotto delle temperature registrate nel luglio 2023. L’estate del 2023 evocherà brutti ricordi per molti in tutta Europa, inclusa Malta, dove intense ondate di caldo e lunghe interruzioni di corrente hanno portato a oltre 80 morti, molti dei quali legati a colpi di calore e disidratazione, solo nei 10 giorni successivi al 24 luglio, secondo alla soprintendente sanitaria Charmaine Gauci. Nel frattempo, gli incendi hanno imperversato in gran parte dell’Europa meridionale, distruggendo villaggi e terre rurali in Grecia, Croazia e Sicilia.

– Foto Ufficio del Turismo di Malta –

(ITALPRESS).

Gentiloni al Meeting di Rimini “Ue ha dato risposta forte alle crisi”

RIMINI (ITALPRESS) – “L’Europa è assente? Alle quattro crisi – la pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina, il cambiamento di modello energetico e l’inflazione – tutto sommato ha dato una risposta abbastanza forte”. Lo ha detto il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, al Meeting di Rimini.
“Faccio solo due esempi: il primo sono questi famosi eurobond, le emissioni di debito comune europeo. Se parlava un pò con il sorriso sulle labbra da una ventina d’anni, certo, ci è voluta una pandemia, ma noi li abbiamo fatti”. Il secondo esempio, aggiunge Gentiloni, “è l’invasione russa dell’Ucraina che ha visto una risposta europea insufficiente sul piano della capacità diplomatica, però straordinaria come unità tra i Paesi europei”. Putin “era convinto di poter contare su un’Unione europea debole e divisa”.
Per Gentiloni “scommettere sull’Europa e sulla sovranità europea non è assolutamente ridimensionare il ruolo di un Paese come l’Italia, anzi: penso che i veri patrioti sono anche i veri europeisti. Non possiamo essere europeisti part-time”.
“Quando sento l’inno di Mameli, quando vedo vincere i nostri atleti alle Olimpiadi, quando vedo un tricolore sinceramente mi commuovo e al tempo stesso penso che abbiamo bisogno di più Europa. I veri patrioti oggi sono europei”, ha aggiunto.
“Il processo per prendere decisioni a livello europeo è abbastanza faticoso, i compromessi sono necessari. Per fare un compromesso bisogna tener conto sia delle diverse ispirazioni politico-culturali, sia degli interessi nazionali. E’ una grande scuola di democrazia e di compromesso, ma alla fine le decisioni si prendono”, ha sottolineato Gentiloni.
“Tutto sommato questo meraviglioso esperimento dell’Unione Europea ha funzionato, non sputiamo nel piatto che abbiamo costruito in questi decenni perchè è una macchina di democrazia, di libertà e di pace che funziona”, ha proseguito.
“Chiedere ai Paesi membri di aumentare i loro contributi è una delle cose più impopolari che l’Unione Europea può fare: quello che dovremmo fare è gradualmente metterci nella condizione di avere un ‘tesorò unico”, ha spiegato il commissario europeo.
“Se pensiamo di andare avanti con l’Unione Europea a 35 senza fare passi in avanti verso un tesoro europeo, secondo me ci illudiamo”, ha sottolineato. “Se l’Unione Europea vuole stare nei tempi che cambiano deve aumentare la propria ambizione. Più forza all’Unione Europea significa anche più forza alla sua capacità di espansione di democrazia e di libertà”, ha aggiunto Gentiloni.
A margine del Meeting, l’ex premier ha risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano di commentare le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo il quale il Patto di Stabilità costringe gli Stati nazionali a politiche di corto respiro. “Penso che il nuovo Patto di Stabilità abbia in realtà l’impulso a lavorare sul medio e lungo periodo, infatti parliamo di un piano pluriennale di quattro o addirittura sette anni che i diversi Paesi devono presentare alla Commissione nelle prossime settimane, cioè adesso – ha detto Gentiloni -. Quindi penso che sia una prospettiva di lungo periodo. La collaborazione con il ministro Giorgetti è sempre stata ottima. Abbiamo lavorato insieme molto bene, ha avuto un ruolo importante nella definizione del nuovo Patto di Stabilità rappresentando l’Italia e sostenendolo a nome dell’Italia”.
Per il commissario europeo “l’Italia ha avuto dei buoni livelli di crescita. Noi abbiamo più di altri Paesi da tenere insieme la necessità di spingere la crescita e la necessità di controllare il debito pubblico. Se c’è un punto su cui l’Italia è particolarmente esposta è quello del debito pubblico che, dopo quello greco, è il più alto dell’Unione Europea e, a differenza di quello greco, non ha ancora imboccato come deve imboccare nei prossimi 10 anni una via sicura di graduale riduzione”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).