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MALTA, 2019 NEL SEGNO DELLE ELEZIONI

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Il 2019 sarà un anno ricco di importanti appuntamenti per la scena politica maltese. Come piatto principale del menu, le elezioni previste tra aprile e maggio: rinnovo del Parlamento europeo, rinnovo dei consigli locali ed elezione del Presidente della Repubblica.  

Le elezioni europee si svolgeranno sull’arcipelago domenica 25 maggio, in concomitanza con quelle amministrative. Malta eleggerà sei parlamentari europei ed è molto probabile che i due partiti principali, il Partito Laburista (Labour Party, PL) ed il Partito Nazionalista (Nationalist Party, PN) saranno i soli partiti ad essere rappresentati al consesso di Strasburgo, lasciando solo le briciole ai restanti raggruppamenti politici.

PL e PN si avvicinano al test elettorale in condizioni diametralmente opposte. La compagine governativa viene da una serie di successi elettorali iniziata nel 2013, quando Joseph Muscat ha guidato il PL verso una netta vittoria, riportando i laburisti al governo del paese dopo quasi un trentennio in cui i “rossi” avevano governato per soli due anni.

Tendenza opposta per il partito nazionalista, che ha invece inanellato una serie di insuccessi elettorali proprio a partire dalle elezioni politiche del 2013, e che si avvicina all’appuntamento elettorale tormentato da problemi interni che fanno vacillare la leadership di Adrian Delia, capo dell’opposizione in parlamento. 

I sondaggi pubblicati dai mezzi di informazione locali prevedono che lo scenario non cambi nel 2019, e che quindi le prossime elezioni confermino lo scenario politico attuale: i laburisti con il vento in poppa ed i nazionalisti che fanno fatica ad invertire una situazione di netta minoranza a cui non erano più abituti.

Il confronto politico non si limiterà alla battaglia elettorale. All’orizzonte c’è anche l’elezione del nuovo Presidente della Repubbica. Il mandato di Marie Louise Coleiro Preca, nominata Presidente nell’aprile 2014, terminerà tra poco più di due mesi e ancora non è chiaro chi sarà il suo successore. Le fonti giornalistiche locali indicano George Vella, politico maltese di lungo corso, come il favorito per la successione.

Medico di professione, ha ricoperto per due volte la carica di Ministro degli Affari Esteri ed è stato vice-primo ministro nel periodo 1996-1998, durante la parentesi laburista con il governo guidato da Alfred Sant.

Negli ultimi mesi la stampa locale aveva menzionato, tra i possibili successori di Coleiro Preca, anche Evarist Bartolo, attuale ministro dell’Educazione, Helena Dalli, attuale ministro per gli Affari Europei, e Louis Grech, ex ministro per gli Affari Europei ed ora consigliere del Governo. A questo gruppo, sono state aggiunte due figure legate al partito nazionalista: Louis Galea, ex presidente del Parlamento e ora membro della Corte dei Conti europea, e Tonio Borg, ex vice primo ministro ed ex ministro degli Esteri.

Questi due appuntamenti saranno passaggi cruciali per lo scenario politico maltese, perchè avranno delle conseguenze sulle dinamiche interne di entrambi i partiti. Ma mentre il Partito Nazionalista dovrà immediatamente ragionare sui risultati delle elezioni e sulla nomina del nuovo presidente della Repubblica, e gestire un cambio di leadership che rischia di essere particolarmente complicato e politicamente pericoloso, il Partito Laburista potrà gestire la transizione con più calma. Il primo ministro Joseph Muscat ha infatti affermato, in diverse occasioni, la sua intenzione di non candidarsi per un terzo mandato.

(ITALPRESS/MNA)

 

FMI “CRESCITA MALTA UNA DELLE PIU’ FORTI IN EUROPA”

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Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato i risultati preliminari di una visita effettuata nel 2018. Il documento sottolinea che “la crescita economica di Malta continua a essere una delle più forti in Europa, con conseguente aumento dei redditi verso la media dell’Unione Europea (UE) “. Ciò è riconducibile a specifiche riforme volte a rafforzare il bilancio privato e pubblico, a cui si aggiunge il più basso tasso di disoccupazione della storia.

Pur sottolineando che le prospettive economiche restano favorevoli, la relazione elenca anche le criticità del sistema, indicando la pressione sulle infrastrutture, il rapido aumento dei costi abitativi e la carenza di manodopera e competenze come principali sfide da affrontare. Il documento menziona inoltre che “si dovrebbe prestare attenzione anche alla salvaguardia della stabilità finanziaria, anche rispetto ai rischi connessi alle nuove attività che coinvolgono attività finanziarie virtuali”.

Le principali raccomandazioni incluse nella Dichiarazione conclusiva sono quindi legate alle sfide sopra menzionate. Per il settore finanziario, si concentrano sulla garanzia dell’indipendenza a lungo termine dell’autorità di vigilanza e sull’aumento delle risorse a sua disposizione. Per quanto riguarda il mercato immobiliare, l’FMI suggerisce di garantire che le misure volte a rendere più accessibili gli alloggi siano destinate alle famiglie a basso reddito. Sulla politica fiscale, le raccomandazioni sono correlate alla necessità di contenere i rischi fiscali a lungo termine, investire di più nelle infrastrutture e rafforzare la riscossione delle entrate (una misura che è già migliorata significativamente negli ultimi anni). È stata inoltre prestata attenzione alle riforme strutturali: l’FMI ha sottolineato la necessità di investire ulteriormente in ricerca e sviluppo (R & S) e di facilitare l’accesso ai finanziamenti per le PMI.

Con riferimento alla crescita del PIL, il documento menziona che si attestava al 6,5% nel 2018 e si prevede che superi il 5% nel 2019. Sottolinea inoltre che sarà principalmente basato sulla domanda interna, quindi le condizioni del mercato del lavoro, principalmente le condizioni salariali, dovranno adattarsi a questa caratteristica.

Il documento ha anche sottolineato che le prospettivedi rischio sono equilibrate, nonostante l’esposizione che il paese ha su fattori potenzialmente destabilizzanti come Brexit. Su questo, va notato che, in una recente dichiarazione, il primo ministro Joseph Muscat ha affermato che Malta è pronta ad affrontare qualsiasi scenario riguardante la Brexit.

La valutazione sul sistema bancario è stata positiva e il rapporto lo definisce come “ben capitalizzato, liquido, redditizio e resiliente”. Le sfide da affrontare sono legate a un possibile calo della redditività, anche a causa dei bassi tassi di interesse.

Gran parte della dichiarazione conclusiva è stata dedicata alla promozione di una crescita inclusiva, da raggiungere affrontando le lacune infrastrutturali – un percorso che il governo ha già intrapreso, con importanti opere che potrebbero portare a ulteriori progetti cofinanziati dai fondi dell’UE, formando la forza lavoro per soddisfare le esigenze del mercato, favorendo l’accesso delle PMI ai finanziamenti e migliorando l’accessibilità agli alloggi con schemi da aggiornare periodicamente.

 

(ITALPRESS/MNA)

GIANNI MORANDI SARÀ A MALTA IL 12 APRILE

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Gianni Morandi torna live e sarà al MFCC di Tà Qali, a Malta. L’appuntamento con la data speciale dello show live di Morandi è fissato il 12 aprile al Malta Fairs and Conventions Centre. Sarà uno spettacolo unico con uno show imperdibile, organizzato da Giuseppe Rapisarda Management. Più di 40 brani in scaletta, oltre due ore di live ed uno splendido viaggio nel tempo. I grandi successi del repertorio di Gianni Morandi e le nuove hit formeranno una playlist che ripercorrerà le tappe fondamentali dei suoi sessanta anni di carriera, da “Occhi di ragazza” a “Scende la pioggia”, da “La fisarmonica” a “Non son degno di te”, da “Uno su mille” a “Dobbiamo fare luce” a “Una vita che ti sogno”. Questi ultimi due brani fanno parte del 40° album “d’amore e d’autore”. In questo disco di inediti Morandi ha scelto di interpretare brani che hanno come filo conduttore l’amore.
Un progetto unico che porta la firma di grandi autori della musica italiana, Elisa, Ivano Fossati, Levante, Luciano Ligabue, Ermal Meta, Tommaso Paradiso, Giuliano Sangiorgi, Paolo Simoni e che contiene “Onda su onda”, il brano di Paolo Conte nel quale duetta con Fiorella Mannoia.
Lo spettacolo avrà inizio alle 21:30. Prevendita su www.ticketline.com.mt.

(ITALPRESS/MNA)

LIBANO AVRÀ SUA CRIPTOVALUTA

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Il Governatore di Banque du Liban ha annunciato il lancio di una nuova criptovaluta al 100% libanese nel prossimo futuro. La moneta sarà una “sterlina libanese virtuale” destinata esclusivamente all’uso locale. Sarà rilasciata da Banque du Liban in sterline libanesi e il suo obiettivo è di facilitare i metodi di pagamento, attuare una trasformazione tecnologica delle istituzioni finanziarie e ridurre i costi sostenuti dai consumatori.

Lo scorso ottobre il Parlamento ha adottato una legge sulle transazioni elettroniche e i dati personali. L’articolo 61 della legge fa la prima menzione ufficiale di “valute elettroniche e cripto” in un testo giurisdizionale. Il Parlamento ha evitato la questione affidando alla Banca centrale piena responsabilità in merito all’adozione di un quadro normativo per tali monete.

Una forma digitale di una valuta esistente, come la sterlina libanese, agisce quindi come un ponte tra il mondo reale e quello digitale e migliora l’inclusione bancaria offrendo a tutti la possibilità di passare da denaro fisico a moneta digitale dopo aver aperto un conto presso la Banca Centrale.

Il sistema bancario libanese non avrebbe mai accettato la creazione di uno “stablecoin” o di una criptovaluta decentralizzata, non regolamentata da Banque du Liban. Qualsiasi valuta del genere avrebbe un impatto significativo sui trasferimenti di denaro tra la diaspora e il Libano, che attualmente rappresentano il 20% del PIL del Libano. Una criptovaluta decentralizzata peer-to-peer permetterebbe ai libanesi di trasferire denaro senza dover pagare le tasse bancarie.

Anche se regolate e centralizzate, le valute digitali possono indurre rischi di cui le autorità di controllo dicono di essere pienamente consapevoli. Affinché una valuta digitale sana emerga in Libano, le autorità dovranno rispondere ai requisiti di conformità, controlli di identità sul cliente (KYC) e all’origine dei fondi del cliente (AML), che sono uguali a quelli intrapresi dal tradizionale sistema bancario. Tuttavia, le procedure sono molto diverse e spesso si basano sulla blockchain.

(ITALPRESS/MNA)

 

TURCHIA, EXPORT RECORD DI FRUTTA NEL 2018

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Nel 2018 la Turchia ha esportato un volume record di pere e mele cotogne. Secondo i dati forniti dall’associazione degli esportatori di Uludag, le pere, coltivate principalmente a Bursa, sono state esportate in 53 paesi.

Le esportazioni di pere sono aumentate del 33,7%, nel 2018, rispetto al 2017 e il volume è aumentato da 36,2 a 48,5 mila tonnellate. I ricavi generati dalle esportazioni di pere sono aumentati del 10% nel 2018, raggiungendo quota 22 mln dollari (19,3 milioni euro).

L’Iraq è il principale importatore di pere turche. L’esportazione in Iraq è aumentata del 40% ed è passata da 11.700 a 16.500 tonnellate. L’anno scorso sono stati esportati in Iraq beni per un valore totale di 2,3 mln di dollari (2 milioni).

La Russia ha importato 12.229 tonnellate di pere ed è arrivata seconda dopo l’Iraq in termini di volume. La Russia ha sborsato agli esportatori turchi un totale di 6,3 milioni.

Le esportazioni turche verso questi due paesi hanno costituito il 60% delle esportazioni totali di pere.

Anche le esportazioni di pere in Romania e in Germania hanno visto un importante incremento.

Lo scorso anno, l’export di pere in Romania è aumentato del 138% in termini di volume e ha raggiunto le 2.800 tonnellate. Gli introiti generati dall’esportazione in Romania sono raddoppiati e hanno raggiunto 1,7 milioni.

Anche la Germania ha aumentato le importazioni di pere turche del 79% e il volume delle pere è passato da 527 a 943 tonnellate. I ricavi sono passati da €518.000 a €1,76 milioni.

Le esportazioni di mele cotogne sono aumentate del 5% nel 2018 e hanno raggiunto le 19.900 tonnellate. Le entrate generate da questo aumento dell’8% hanno raggiunto un record di €11,8 milioni.

L’anno scorso, i primi 5 importatori di mele cotogne turche sono stati Russia, Germania, Romania, Paesi Bassi e Francia. L’esportazione di mele cotogne in Russia è aumentata dell’8% e ha raggiunto 5.900 tonnellate. I ricavi generati da questo ammontano a €3,37 milioni.

L’anno scorso la Germania è stata il secondo maggior importatore di cotogne turche. Con un aumento del 22%, la Germania ha importato 2.783 tonnellate di mele cotogne. La Turchia ha ricevuto in cambio 2,47 milioni.

Il volume delle esportazioni di arance della Turchia, riferisce sempre l’analisi  di Fresh Plaza , è aumentato del 21,5% nel 2018, rispetto all’anno precedente, raggiungendo un volume di 448.149 ton, mentre l’export di mele è aumentato del 35% lo scorso anno, con un record di 245.535 ton. Ciò è dovuto soprattutto al fatto che le esportazioni di arance destinate all’Iraq, sono aumentate del 44% e le esportazioni di mele, destinate alla Russia, sono aumentate di ben il 349%.

Secondo l’associazione degli esportatori di Uludag, lo scorso anno le arance e le mele turche sono state esportate in 69 Paesi.

I ricavi generati dall’esportazione di arance sono aumentati del 6,3% e ammontano a 160,6 milioni di dollari (140 milioni di euro). I principali importatori di arance turche sono stati Iraq (+44%, con un fatturato di 46,5 mln di euro), Russia (per un valore di 40,5 mln euro), Ucraina, Romania e Azerbaigian.

L’esportazione di mele è aumentata del 35% nel 2018, per complessive 245.535 ton. La mela è un prodotto coltivato quasi ovunque, in Turchia, e le entrate generate dall’export di mele sono aumentate dell’80%, arrivando a 95,5 milioni di dollari (83,2 milioni di euro).

Russia, Iraq, Siria, India e Arabia Saudita sono tra i principali importatori di mele turche. La Russia ha pagato 32,3 milioni di dollari (28,1 milioni di euro) per 41.468 ton di mele.

L’esportazione di mele verso la Siria è aumentata del 136% e ha raggiunto quota 39.940 ton.

L’Iraq è un altro importante mercato per le mele turche. Il Paese ne ha importato 98.927 ton, per un ammontare di 17,7 milioni di dollari (15,4 milioni di euro).

(ITALPRESS/MNA)

 

EGITTO RIFORMA LE AZIENDE PUBBLICHE

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Il governo egiziano è sulla buona strada nello sforzo di ristrutturare e sviluppare le malconce compagnie statali.

Poiché il Ministero del settore pubblico delle imprese (MPBS) continua ad attuare i suoi piani per sviluppare 26 aziende del settore pubblico al fine di ottimizzare i loro risultati e ridurre le perdite, il governo ha deciso di istituire un fondo per saldare i propri debiti con il sistema bancario.

Vi erano 48 imprese in perdita nel settore e 73 in profitto. Nell’anno fiscale 2015-16, le perdite del settore sono ammontate a 7,5 miliardi di Lire Egiziane. Ci sono 119 compagnie statali sotto l’egida del ministero, che sta cercando di concludere accordi di partnership con investitori internazionali per far rivivere alcune delle compagnie statali che operano nei settori automobilistico, dell’acciaio, dell’ingegneria e dei trasporti.

 

(ITALPRESS/MNA)

MALTA AL 35^ POSTO PER QUALITÀ DEMOCRAZIA

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La fondazione tedesca Bertelsmann Stiftung ha pubblicato il “Sustainable Governance Index – SGI”, che elabora un indice sulla qualità della democrazia nel mondo. Il rapporto colloca Malta al 35mo posto nella classifica dei paesi con la democrazia più solida. L’indice è la risultante di una serie di indicatori: processo elettorale, accesso alle informazioni, diritti civili e libertà sociali, e stato di diritto.

Il sito della fondazione Bertelsmann Stiftung elabora una spiegazione di tale risultato articolata su vari punti. Il sito riconosce la presenza di una legge elettorale imparziale ed efficace, nel senso che garantisce governabilità al vincitore, che è sempre individuabile in maniera chiara, anche in caso di un margine ridotto.

Il punteggio relativo a diritto civili e libertà sociali è alto, anche in considerazione del fatto che il parlamento maltese ha recentemente approvato una legge cha garantisce ampi diritti a LBGTQ (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) e che promuove la parità di genere. In questo campo sono state riscontrate, tuttavia, diverse forme di discriminazione su base politica e nei confronti degli stranieri, specialmente in alcune categorie di lavoratori.

Mentre viene riconosciuto un miglioramento a livello legislativo per quanto riguarda la lotta alla corruzione, l’implementazione di tali procedure non è ritenuta soddisfacente. Sul sito di Bertelsmann Stiftung si legge anche che l’opposizione parlamentare, storicamente, ha sempre accusato la maggioranza, e di conseguenza il governo, di corruzione, ma si nota anche che tali istanze non sono mai state considerate appieno, ed a volte sono state addirittura ignorate.

Per quanto riguarda lo stato dell’informazione e della stampa in generale, si osserva un miglioramento dell’indipendenza della televisione pubblica. Anche alla voce “pluralismo”, il punteggio è positivo, e si sottolinea che le varie componenti sociali hanno varie forme e modalità di espressione. C’è invece un discreto margine di miglioramento per quanto riguarda l’accesso alle informazioni governative ed alcune leggi che prevodono la secretabilità edgli atti sono ancora in vigore.

Nella categoria “Stato di diritto”, le maggiori criticalità sono state riscontrate nei sotto-indici “nomina dei magistrati” e “prevenzione della corruzione”, mentre la certezza della legge e il controllo giurisdizionale hanno ottenuto dei punteggi positivi.

Tra gli aspetti negativi, si legge sempre sul sito della fondazione, vengono menzionati il fatto che i giudici della Corte Suprema sono nominati dal Presidente della Repubblica su indicazione del Primo Ministro, che gode di ampia discrezionalità in materia. 

I paesi scandinavi guidano questa particolare classifica: Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia occupano i primi quattro posti, seguiti da Germania e Svizzera (quinti a pari merito), Estonia e Nuova Zelanda, il primo paese non europeo della classifica, che occupa la 7^ posizione.

(ITALPRESS/MNA).

MALTA, VELLA NUOVO PRESIDENTE REPUBBLICA

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L’ex ministro degli Esteri George Vella sarà il nuovo presidente della Repubblica di Malta. Il primo ministro Joseph Muscat lo ha annunciato su Twitter. Marie-Louise Coleiro Preca, presidente uscente, guiderà la Fondazione per il benessere sociale.

L’annuncio è stato preceduto da una riunione del Governo che ha approvato all’unanimità la proposta di Muscat di nominare Vella decimo presidente.

George Vella è stato vice primo ministro di Malta e ministro degli Esteri e l’ambiente tra il 1996 e il 1998. Successivamente ha ricoperto l’incarico di ministro degli affari esteri nella legislatura tra il 2013 e il 2017. Vella è stato eletto al Parlamento per la prima volta nel 1978.

E’ nato a Zejtun, è sposato con la signora Miriam e insieme hanno tre figli e sette nipoti.

Vella, 76 anni, presterà giuramento il 4 aprile.

(ITALPRESS/MNA)