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Marocco-Francia: Mohammed VI scrive a Macron per sostegno su Sahara

Il re del Marocco, Mohammed VI, ha inviato un messaggio al Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, in seguito all’annuncio del sostegno ufficiale della Francia alla sovranità del Regno sul Sahara. E’ quanto si legge in una nota dell’agenzia di stampa marocchina “Map”. “Ho accolto con interesse l’importante messaggio che mi avete gentilmente inviato in occasione del 25° anniversario della Festa del Trono”, scrive il monarca marocchino al Capo di Stato francese.

“Vi ringrazio per i vostri calorosi auguri e per il vostro impegno personale nel rafforzare la partnership tra i nostri due paesi. Accolgo con particolare favore la posizione chiara e forte che la Francia adotta, nel vostro messaggio, sul tema del Sahara marocchino”.

Mohammed VI ha apprezzato “pienamente il chiaro sostegno che il vostro Paese offre alla sovranità del Marocco su questa parte del suo territorio, la fermezza del sostegno francese all’autonomia sotto sovranità marocchina come soluzione a questa controversia regionale, consacrando così il piano proposto dal Marocco, in 2007, come unica base per raggiungere questo obiettivo”.

In questo modo infatti la Francia riconosce “i titoli legali del Marocco e i suoi diritti immemorabili, la Francia contribuisce a rafforzare la dinamica internazionale che molti paesi già sostengono e ponendo così fine a un conflitto ereditato da un’altra epoca”.

Grazie all’evoluzione della posizione francese “e alla vostra determinazione ad agire di conseguenza a livello interno e internazionale, i nostri due paesi potranno lavorare insieme per raggiungere una soluzione che, nel quadro delle Nazioni Unite, rispetti pienamente la sovranità del Marocco sul suo Sahara”, prosegue la missiva.

Il popolo marocchino “e le sue forze comprendono l’importanza di questa decisione, che proviene da un membro permanente del Consiglio di Sicurezza, intimo conoscitore del passato e del presente del Nord Africa e testimone privilegiato dell’evoluzione di questa disputa regionale. In questo contesto, e grazie alle dinamiche positive sperimentate dalle nostre relazioni bilaterali, si aprono prospettive promettenti per i nostri due Paesi in numerosi settori strategici, consentendo di rafforzare l’eccezionale partenariato costruito, per decenni, sull’amicizia e sulla fiducia”, conclude Mohammed VI.

Per l’occasione il re del Marocco ha anche invitato Macron per una visita di Stato a Rabat la cui data sarà da definire.

Foto fonte “Map”

Marocco, Mohammed VI punta su crisi idrica e gaza per Festa del Trono

RABAT (MAROCCO) (ITALPRESS/MNA) – Le sfide legate alla gestione dell’acqua in Marocco, alla luce dello stress idrico, e l’importanza della causa palestinese sono i temi centrali del discorso tenuto dal re del Marocco, Mohammed VI, in occasione della Festa del Trono. Mohammed VI ha sottolineato l’imperativo di un continuo aggiornamento delle leve della politica nazionale sull’acqua e della definizione di un obiettivo strategico, qualunque siano le circostanze, per far fronte ai crescenti bisogni e vincoli idrici. Questo obiettivo strategico consiste sia nel garantire l’acqua potabile a tutti i cittadini, sia nel coprire almeno l’80% del fabbisogno irriguo dell’intero territorio nazionale. A questo proposito, il re ha ritenuto “essenziale completare il programma di costruzione della diga, dando priorità ai progetti previsti nelle regioni soggette a precipitazioni significative”. In questo contesto, ha chiesto di accelerare la realizzazione dei grandi progetti di trasferimento delle acque tra bacini idraulici, garantendo il collegamento tra il bacino dell’Oued Laou-Larache e del Loukous e quello dell’Oued Oum Er-Rbia, passando per l’Oued Sebou e Bacini Bouregreg. Ha anche chiesto di accelerare la costruzione di stazioni di dissalazione dell’acqua di mare, secondo il programma stabilito a tale scopo per garantire la mobilitazione annua di oltre 1,7 miliardi di metri cubi. “Entro il 2030, il Marocco sarà in grado di coprire più della metà del suo fabbisogno di acqua potabile da queste stazioni, irrigare importanti aree agricole e rafforzare in questo modo la sua sicurezza alimentare”, ha precisato il sovrano. Nel suo discorso, Mohammed VI ha citato il caso della stazione di desalinizzazione di Casablanca, il più grande progetto di questo tipo in Africa e il secondo impianto al mondo che sarà alimentato al 100% con energia pulita, sottolineando che la sfida più grande “resta la realizzazione delle stazioni previste e dei relativi progetti di energia rinnovabile, nei tempi stabiliti e senza alcun ritardo”.
Il sovrano ha inoltre sottolineato la necessità di accelerare il completamento del progetto di interconnessione elettrica che mira a trasportare l’energia rinnovabile dalle Province del Sud al Centro e al Nord, progetto che mira ad alimentare gli impianti di dissalazione con energia pulita. Il re ha chiesto lo sviluppo di un’industria nazionale di dissalazione dell’acqua, la creazione di corsi di formazione per ingegneri e tecnici specializzati e l’incoraggiamento alla creazione di imprese nazionali specializzate nella costruzione e manutenzione di stazioni di dissalazione. Riferendosi alla questione della razionalizzazione dell’uso dell’acqua, ha sottolineato che è “totalmente folle” spendere decine di miliardi per la mobilitazione delle risorse idriche, mentre “persistono forme di spreco e di uso improprio dell’acqua”. Successivamente ha menzionato la causa palestinese. Nella sua qualità di presidente del comitato Al-Quds, re Mohammed VI ha ricordato come ha lavorato “per aprire una strada senza precedenti per fornire cibo e aiuti medici urgenti ai nostri fratelli a Gaza”. In virtù di questo impegno che il sovrano ha promesso di continuare a sostenere “iniziative costruttive volte a trovare soluzioni pratiche per la conclusione di un cessate il fuoco concreto e duraturo e la ripresa della situazione umanitaria”. Inoltre ha osservato come “il peggioramento della situazione nella regione, richiede l’abbandono della logica della gestione della crisi a favore della ricerca di una soluzione definitiva a questo conflitto. Se raggiungere la cessazione delle ostilità a Gaza è una priorità urgente, ciò deve avvenire parallelamente all’apertura di un orizzonte politico in grado di instaurare una pace giusta e duratura nella regione”.
Secondo Mohammed VI ogni processo di pace deve essere preservato da tutti gli estremisti e da tutte le parti. Per questo raccomanda che “il ricorso ai negoziati per rilanciare il processo di pace tra i partiti palestinese e israeliano richieda di sbarrare la strada agli estremisti di tutte le parti”.
Ha ricordato inoltre la posizione del Marocco che ha continuato a chiedere la soluzione di due Stati che convivano fianco a fianco nella sicurezza e nella stabilità.
(ITALPRESS).
– Foto: fonte Map –

Marocco: grazia reale per 2476 detenuti

In occasione dei suoi 25 anni di regno, il re Mohammed VI ha graziato 2.476 persone condannate dai vari tribunali del Regno del Marocco, compresi giornalisti che hanno commesso reati previsti e puniti dal codice penale. E’ quanto si legge in una nota dell’agenzia di stampa marocchina “Map”. Tra i nomi più noti dei graziati troviamo quelli di di Toufiq Bouachrine, Omar Radi e Souleimane Raissouni e degli attivisti Reda Taoujni e Youssef El Hirech.

Hanno usufruito della grazia anche Imad Stitou, Afaf Bernani, Hicham Mansouri, Abdessamad Ait Aicha, Saida Alami e Mohamed Kenzouz. “Così facendo, il Sovrano ha voluto fare delle celebrazioni del Giorno del Trono un’occasione per portare gioia e felicità ad un gran numero di condannati, detenuti e membri delle loro famiglie”, si legge nella nota.

A questo proposito, Mohammed VI, informato del dossier di ciascuna delle persone interessate, ha voluto concedere la sua grazia, “al fine di consentire loro un ritorno pacifico alle loro famiglie, che non cancella in alcun modo la loro colpevolezza delle accuse per le quali hanno scontato la loro pena detentiva”, si legge ancora.

La Grazia Reale “incarna la benevolenza con cui il Re circonda tutti i figli del suo popolo, compresi i prigionieri e i condannati, e sottolinea la volontà del Sovrano di sancire i principi di tolleranza e clemenza e di dare una seconda possibilità ai condannati”, conclude la nota.

Marocco: crisi idrica e Gaza al centro del discorso di Mohammed VI per la festa del Trono

Le sfide legate alla gestione dell’acqua in Marocco, alla luce dello stress idrico, e l’importanza della causa palestinese sono i temi centrali del discorso tenuto dal re del Marocco, Mohammed VI, in occasione della festa del trono.

Mohammed VI ha sottolineato l’imperativo di un continuo aggiornamento delle leve della politica nazionale sull’acqua e della definizione di un obiettivo strategico, qualunque siano le circostanze, per far fronte ai crescenti bisogni e vincoli idrici.

Questo obiettivo strategico consiste sia nel garantire l’acqua potabile a tutti i cittadini, sia nel coprire almeno l’80% del fabbisogno irriguo dell’intero territorio nazionale, ha precisato il Sovrano nel Discorso rivolto alla Nazione lunedì sera, in occasione della Giornata del Trono.

A questo proposito, il re ha ritenuto “essenziale completare il programma di costruzione della diga, dando priorità ai progetti previsti nelle regioni soggette a precipitazioni significative”.

In questo contesto, ha chiesto di accelerare la realizzazione dei grandi progetti di trasferimento delle acque tra bacini idraulici, garantendo il collegamento tra il bacino dell’Oued Laou-Larache e del Loukous e quello dell’Oued Oum Er-Rbia, passando per l’Oued Sebou e Bacini Bouregreg.

Ha anche chiesto di accelerare la costruzione di stazioni di dissalazione dell’acqua di mare, secondo il programma stabilito a tale scopo per garantire la mobilitazione annua di oltre 1,7 miliardi di metri cubi.

“Entro il 2030, il Marocco sarà in grado di coprire più della metà del suo fabbisogno di acqua potabile da queste stazioni, irrigare importanti aree agricole e rafforzare in questo modo la sua sicurezza alimentare”, ha precisato il Sovrano.

Nel suo discorso Mohammed VI ha citato il caso della stazione di desalinizzazione di Casablanca, il più grande progetto di questo tipo in Africa e il secondo impianto al mondo che sarà alimentato al 100% con energia pulita, sottolineando che la sfida più grande “resta la realizzazione delle stazioni previste e dei relativi progetti di energia rinnovabile, nei tempi stabiliti e senza alcun ritardo”.

Il Sovrano ha inoltre sottolineato la necessità di accelerare il completamento del progetto di interconnessione elettrica che mira a trasportare l’energia rinnovabile dalle Province del Sud al Centro e al Nord, progetto che mira ad alimentare gli impianti di dissalazione con energia pulita.

Il re ha chiesto lo sviluppo di un’industria nazionale di dissalazione dell’acqua, la creazione di corsi di formazione per ingegneri e tecnici specializzati e l’incoraggiamento alla creazione di imprese nazionali specializzate nella costruzione e manutenzione di stazioni di dissalazione.

Riferendosi alla questione della razionalizzazione dell’uso dell’acqua, il Sovrano ha sottolineato che è “totalmente folle” spendere decine di miliardi per la mobilitazione delle risorse idriche, mentre “persistono forme di spreco e di uso improprio dell’acqua”.

Il sovrano di Rabat ha menzionato la causa palestinese subito dopo le sfide legate alla gestione dell’acqua e allo stress idrico che il Paese sta attraversando. Il re Mohammed VI, nella sua qualità di presidente del comitato Al-Quds, ha ricordato come ha lavorato “per aprire una strada senza precedenti per fornire cibo e aiuti medici urgenti ai nostri fratelli a Gaza”. Un impegno personale del Sovrano per il quale l’interesse del Regno per gli affari interni del nostro Paese non può distrarci dalla tragedia del fraterno popolo palestinese.

In virtù di questo impegno che il sovrano ha promesso di continuare a sostenere “iniziative costruttive volte a trovare soluzioni pratiche per la conclusione di un cessate il fuoco concreto e duraturo e la ripresa della situazione umanitaria”.

Per il re Mohammed VI, “il peggioramento della situazione nella regione richiede l’abbandono della logica della gestione della crisi a favore della ricerca di una soluzione definitiva a questo conflitto”.

“Se raggiungere la cessazione delle ostilità a Gaza è una priorità urgente, ciò deve avvenire parallelamente all’apertura di un orizzonte politico in grado di instaurare una pace giusta e duratura nella regione”, spiega Mohammed VI per il quale ogni processo di pace deve essere preservato da tutti gli estremisti e da tutte le parti.

Per questo raccomanda che “il ricorso ai negoziati per rilanciare il processo di pace tra i partiti palestinese e israeliano richieda di sbarrare la strada agli estremisti di tutte le parti”.

Il re Mohammed VI ricorda inoltre nel suo discorso la posizione quotidiana del Marocco che ha continuato a chiedere la soluzione di due Stati che convivano fianco a fianco nella sicurezza e nella stabilità.

 

Malta, temperatura del mare in aumento sopra la media

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Il mare intorno a Malta e Gozo sta registrando un significativo aumento con temperature che raggiungono i 30 gradi in alcune aree. Secondo il Gruppo di ricerca marina oceanografia dell’Università di Malta, tra il 15 e il 21 luglio la temperatura media nei primi 10 metri attorno alle isole maltesi variava tra 28 e 29 gradi. Si tratta di circa 2 gradi sopra la media abituale. Queste temperature si verificano tipicamente più avanti nel corso dell’anno, indicando un cambiamento nei modelli stagionali. Ma questa ondata di caldo marino non è un fatto isolato a Malta; ha colpito l’intera regione del Mediterraneo centrale, come evidenziato dai dati satellitari e dalle misurazioni effettuate da una boa installata vicino alla costa di Malta. Le implicazioni di questa ondata di caldo marino sono gravi. Le acque più calde possono alterare in modo significativo gli habitat marini, portando a una potenziale perdita di biodiversità poichè le specie marine lasciano le acque calde e si trasferiscono in acque più fredde. Secondo il gruppo di ricerca, l’aumento delle temperature aumenta anche il rischio di fioriture di alghe dannose, che possono essere tossiche per la vita marina e, infine, per l’uomo. Queste fioriture algali sono state visibili nelle ultime due settimane in diverse baie intorno a Malta. Secondo il ricercatore marino Adam Gauci, se gli attuali livelli di emissioni di carbonio persistono, le proiezioni indicano un aumento della temperatura di 4 gradi e un aumento del livello del mare di circa 10 metri nel prossimo secolo.
(ITALPRESS).
– Foto: Ufficio del Turismo di Malta –

Il Marocco supera il Sudafrica nella produzione di auto

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CASABLANCA (ITALPRESS/MNA) – Il Marocco supera il Sudafrica nella produzione di auto. Lo riferisce L’Économiste, secondo cui, con i suoi stabilimenti Renault-Dacia a Casablanca e Tangeri, o anche Stellantis a Kénitra (Peugeot, Citroën, Fiat Opel, ecc.), la piattaforma del Marocco è diventata la più grande base di produzione automobilistica nel 2024.
Secondo gli analisti di Fitch Solutions, la produzione automobilistica per quanto riguarda autovetture e veicoli commerciali leggeri) dovrebbe raggiungere poco meno di 614.000 unità nel 2024, mentre la produzione automobilistica sudafricana (veicoli passeggeri e commerciali) dovrebbe scendere a 591.000 unità.
Nel 2023, Renault ha prodotto quasi 382.661 veicoli nei suoi due stabilimenti di Casablanca e Tangeri. L’obiettivo è arrivare a 500.000 unità annuali, a partire dal 2025. Quanto a Stellantis Morocco, che produce 200.000 auto ogni 12 mesi, l’obiettivo è arrivare a 450.000 veicoli.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

Marocco, ambasciatore Balla “Abbiamo una visione chiara di progresso”

ROMA (ITALPRESS/MNA) – Sfide già vinte e da vincere, rapporti con l’Africa e con l’Italia, ruolo nel Mediterraneo e nella diplomazia continentale: tutti aspetti su cui Youssef Balla, ambasciatore del Marocco in Italia, si sofferma nel corso di un’intervista alla Italpress. Un’occasione per parlare della crescita del Paese negli ultimi 25 anni, alla vigilia della Festa del Trono: in questo senso i cambiamenti in corso d’opera non sono stati pochi e le prospettive di crescita sono diverse.
La riflessione di Balla parte proprio dal fatto che “la Festa del Trono è un’opportunità per consolidare la simbiosi tra monarchia e popolo e l’unità del Paese; è inoltre fondamentale per riflettere insieme sugli eventi recenti e sul futuro. Se devo fare un bilancio di questi 25 anni vorrei focalizzarmi sulla concordia e sulla resilienza: il re è riuscito a consolidare la solidarietà tra tutte le componenti della società marocchina, anche attraverso iniziative coraggiose e di fronte alle sfide come il Covid o il terremoto di Marrakech abbiamo dimostrato di essere pronti ad affrontarle”.
L’ambasciatore si sofferma poi sugli ottimi risultati conseguiti dal Marocco in diversi settori: “L’economia migliora di anno in anno e abbiamo realizzato numerose infrastrutture di livello mondiale: abbiamo l’unico treno ad alta velocità del continente e Tangeri è il primo porto africano nel Mediterraneo. In più abbiamo 2.500 km di autostrade e l’anno prossimo installeremo un grande porto sull’Atlantico, quello di Dakhla, che possa unire America e Africa. Sul piano economico siamo riusciti a triplicare il Pil e raddoppiare il prodotto pro capite negli ultimi 25 anni, senza dimenticare che la nostra industria automobilistica è nella top 15 a livello mondiale con 700mila veicoli prodotti ogni anno, mentre nel 1999 erano 90mila. Anche l’aeronautica è importante in Marocco, con 140 imprese presenti, così come la produzione di energie rinnovabili. Siamo il settimo Paese al mondo: c’è una visione chiara in direzione del progresso”.
Per quanto riguarda il Mediterraneo, Balla lo definisce “un asse centrale sul piano sia diplomatico sia economico: il porto di Tangeri accoglie 9 milioni del container, ma in generale l’Africa sta crescendo e ci sono più opportunità rispetto al passato. Siamo il secondo Paese a livello continentale in termini di cooperazione e sviluppo, uno dei nostri obiettivi è fare uscire dall’isolamento i paesi del Sahel in modo da farli crescere sul piano economico soprattutto nell’accesso all’Atlantico. Il gasdotto Nigeria-Marocco è un altro progetto importante, perchè si estende per 6.000 km in undici paesi diversi portando energia e gas verso l’Europa”. Più nello specifico, l’ambasciatore spiega come a livello diplomatico “interagiamo con le sfide globali in termini moderati: la nostra leadership in Africa e nel Mediterraneo è incontestabile, in più sul fronte immigrazione abbiamo fatto grandi iniziative in direzione della stabilità e della pace, ospitando grandi eventi sul tema e promuovendo una politica di asilo. Queste persone, 50mila circa dall’area subsahariana, hanno bisogno di scuola, servizi sanitari e lavoro: era fondamentale andargli incontro con una politica umanitaria e solidale per ridargli la dignità che meritano”.
Altro fronte su cui l’attività è incessante, racconta Balla, è la “lotta contro il terrorismo e la radicalizzazione: la nostra politica unisce sicurezza e pedagogia per deradicalizzare le persone e questa esperienza è stata accolta da tanti Paesi europei. Siamo presenti anche in sfide come il cambiamento climatico, ospitando la Cop-16 e costruendo la più grande centrale solare del mondo: rispettiamo i compromessi con la comunità internazionale e produciamo il 42% dell’elettricità grazie alle rinnovabili, con la possibilità di arrivare al 52% nel 2030”. Sul fronte dei rapporti diplomatici con l’Italia, che nel 2025 raggiungeranno i due secoli dall’avvio, l’ambasciatore evidenzia come “sarà un’occasione per consolidare ulteriormente questo legame, che di suo è già eccellente: c’è una convergenza su tante tematiche che toccano Africa e Mediterraneo e i rapporti commerciali e turistici sono in crescita. La nostra comunità in Italia è attiva, dinamica e ben integrata: siamo la prima comunità in termini di creazione di imprese sul territorio”.
Sulle polemiche da parte dell’Algeria in merito al riconoscimento dei territori del Sahara occidentale, Balla spiega che “la diplomazia marocchina non è abituata a reagire a polemiche inutili o isterie collettive: la dinamica dei riconoscimenti della sovranità del Marocco sul Sahara è rapida e serena; 110 paesi dell’Onu riconoscono l’iniziativa che abbiamo presentato nel 2007 e la nostra è una posizione confortevole. Speriamo che anche l’Algeria segua questa dinamica costruttiva, perchè ne va la sicurezza e la stabilità del territorio”.
(ITALPRESS).
– Foto: Italpress –

Libia, missione Cultura Italiae a Tripoli in vista riconoscimento Unesco

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ROMA (ITALPRESS) – “Siamo molto grati all’Ambasciatore d’Italia a Tripoli Gianluca Alberini, all’Addetto Culturale dell’Ambasciata Marcello Matera e al Presidente della Camera di Commercio Italo Libica Nicola Colicchi per il successo della prima missione di Cultura Italiae quale ONG Unesco e per la serie di importanti e proficui incontri avuti a Tripoli, in particolare con Sua Eccellenza la Ministra della Cultura e della Conoscenza Libica Mabruka Toghi Othman con la quale presto firmeremo una serie di protocolli di intesa per attivare vari progetti collaborazione”. Lo dice Angelo Argento, presidente di Cultura Italiae. I progetti su cui il governo libico ha richiesto collaborazione sono di particolare rilevanza, in particolare quelli relativi alla richiesta di assistenza nell’elaborazione dei dossier di candidatura per il riconoscimento Unesco del patrimonio materiale e immateriale libico e per la definizione del piano strategico per il rilancio del turismo e il sostegno alle imprese creative e culturali, con particolare riferimento a quelle artigiane, artistiche e della moda. Altro importante capitolo quello relativo al rilancio del sistema do accoglienza e di realizzazione audiovisiva. Altro incontro importante è stato quello con il presidente del Dipartimento Nazionale di Archeologia presso il Castello Rossi di Tripoli con il quale si è affrontato il tema del recupero dei beni archeologici, in particolare dei 5 siti Unesco, alcuni colpiti dalla recente guerra della loro fruizione e valorizzazione. “La Libia è in paese giovane e vivace in una fase complessa di transizione che ha lanciato un piano nazionale denominato “Tornare a Vivere”. Un paese che dista appena un’ora e mezza da Roma e 20 minuti di volo da Lampedusa. Un paese che va aiutato a uscire dalla crisi e su cui l’Italia deve investire per due ragioni la prima per antica consuetudine e storia di comunanza la seconda perché se non lo facciamo noi lo farà qualcun altro e quella che oggi è ancora un’opportunità si potrà presto rilevare come un problema a pochi minuti da casa nostra” conclude Argento.(ITALPRESS).

Foto: Angelo Argento