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Incidente in elicottero, è morto il presidente dell’Iran Raisi

TEHERAN (IRAN) (ITALPRESS) – La televisione di stato iraniana ha confermato ufficialmente la morte del presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, e del suo ministro degli Esteri, Hossein Amir Abdollahian. I due sono morti insieme alle altre sette persone che erano con loro a bordo dell’elicottero che si è schiantato in una zona accidentata vicino al confine con l’Azerbaigian, nella provincia dell’Azerbaigian orientale, a nord-ovest dell’Iran, a causa delle cattive condizioni meteorologiche e della fitta nebbia. Dopo 12 ore di ricerche Mohsen Mansouri, aiutante di Raisi, ha annunciato la sua morte in un tweet sul suo account sulla piattaforma X. Il capo della Mezzaluna Rossa iraniana, Pir Hossein Kolivand, aveva precedentemente indicato alla televisione di stato che le squadre di soccorso avevano trovato il luogo dell’incidente aereo, ma aveva sottolineato che “la situazione non è buona”.
Ha anche aggiunto che dopo il ritrovamento dei rottami dell’aereo con a bordo 9 funzionari, tra cui il presidente del paese, non c’erano segni che i suoi passeggeri fossero vivi.
Un funzionario iraniano aveva anche affermato in precedenza che le aspettative sulla sopravvivenza di Raisi erano scarse. Ha anche aggiunto che erano poche le speranze di trovare vivi Raisi e il ministro degli Esteri Abdullahian, dopo che l’elicottero è caduto in una zona montuosa e con tempo gelido. Anche l’agenzia di stampa iraniana “Mehr” ha confermato che Raisi e tutti i suoi compagni sono morti in un incidente in elicottero. Alcuni analisti hanno ipotizzato che l’elicottero si sia scontrato con una delle montagne della zona, in mezzo a una fitta nebbia e con difficoltà di vista, soprattutto dopo che le prime immagini dell’aereo lo mostravano quasi completamente in fiamme.
Ciò è avvenuto dopo che il drone turco Akinji che partecipava alla ricerca ha rilevato due fonti di calore, una delle quali si ritiene provenisse dal relitto dell’elicottero. L’elicottero con a bordo Raisi (63 anni), ex capo della magistratura del paese, il ministro degli Affari esteri, il governatore dell’Azerbaigian orientale, Malik Rahmati, l’imam del venerdì di Tabriz, Muhammad Ali Al-Hashem, e altri compagni, è caduto a nel mezzo delle foreste di Arsparan, nei pressi del villaggio di Ozi, in mezzo alla fitta nebbia. Le condizioni meteorologiche hanno impedito anche l’atterraggio degli elicotteri di soccorso sul luogo dell’incidente.
Raisi era in Azerbaigian ieri mattina presto, con il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, per aprire la terza diga che i due paesi hanno costruito sul fiume Aras. La visita è avvenuta nonostante le fredde relazioni tra i due paesi, compreso un attacco armato all’ambasciata dell’Azerbaigian a Teheran nel 2023, e le relazioni diplomatiche esistenti tra l’Azerbaigian e Israele, che Teheran considera il suo principale nemico nella regione.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Tunisia, migranti scomparsi. Trafficanti arrestati

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TUNISI (TUNISIA) (ITALPRESS/MNA) – La Guardia Nazionale tunisina ha riferito che circa 23 migranti sono dispersi dopo hanno cominciato la traversata su una barca dalla Tunisia verso l’Italia. L’agenzia di stampa statale TAP ha affermato che una barca è partita dalla città di Korba nel governatorato nord-orientale di Nabeul. La guardia nazionale ha affermato di aver schierato unità maritime e di aver informato la marina per aiutare nella ricerca delle persone scomparse. La Guardia Nazionale tunisina ha detto di essere stata informata di “operazioni di navigazione non autorizzate” da diverse zone lungo la costa tunisina. Cinque sospetti nell’organizzazione del traffico di migranti sono stati arrestati. La Guardia Nazionale ha affermato che le famiglie delle persone scomparse hanno perso il contatto con loro e hanno notificato le autorità. La nazionalità delle persone scomparse non stata identificata. Nel frattempo, le autorità tunisine hanno recuperato i corpi di quattro migranti al largo della costa del paese, in circostanze di un aumento delle barche per migranti dirette dalla Tunisia verso l’Italia. Intanto la guardia costiera tunesina ha salvato separatamente 52 migranti mentre la guardia nazionale ha arrestato nove trafficanti e le barche sono state sequestrate. La Tunisia sta affrontando una crisi migratoria e ha sostituito la Libia come principale punto di partenza per le persone in fuga dalla povertà e dal conflitto in Africa e in Medio Oriente nella speranza di una vita migliore in Europa.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Per Malta aumento emissioni di gas serra più alto in Ue

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Malta ha registrato ancora una volta il maggiore aumento delle emissioni di gas serra. Secondo Eurostat, infatti, Malta ha fatto segnare un aumento delle emissioni del 7,74% negli ultimi tre mesi dell’anno. Nell’ultimo trimestre del 2023 si prevedeva che le emissioni dell’UE sarebbero state di circa 897 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, con un conseguente calo dello 0,4% rispetto allo stesso trimestre del 2022, stimato a 935 milioni di tonnellate di CO2. Si stima che le emissioni siano diminuite in 22 paesi dell’UE, con le maggiori riduzioni avvenute in Estonia, Bulgaria e Finlandia. Sono stati stimati aumenti delle emissioni per diversi paesi, tra cui Slovenia, Cipro, Slovacchia e Grecia.
Il piano 2030 dell’Unione Europea mira a ridurre le emissioni di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Ciò include dare priorità alla produzione di energia verde e rinnovabile e promuovere edifici a zero emissioni di carbonio in tutto il continente. Le proiezioni attuali indicano che Malta mancherà i suoi obiettivi di emissioni di carbonio di un significativo 62%.
Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, solo il 10,3% dell’energia totale generata a Malta nel 2022 proveniva da fonti rinnovabili, mentre le emissioni di gas serra derivanti dalla combustione di carburante nelle centrali elettriche sono aumentate del 3,1% rispetto al 2021. L’UE ha fissato obiettivi vincolanti per il clima e l’energia per il 2030, tra cui la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40%, l’aumento dell’efficienza energetica di almeno il 32,5% e la garanzia che l’energia rinnovabile rappresenti almeno il 32% dell’uso energetico dell’UE, oltre a raggiungere almeno il 15% dei livelli di interconnessione elettrica tra gli Stati membri vicini.
(ITALPRESS).
– Foto: Ufficio del Turismo di Malta –

Ospedale San Raffaele a MEDITeH BEYOND,telemedicina strumento diplomazia

CATANIA (ITALPRESS/MNA) – A quattro anni dal lancio della sua piattaforma di Telemedicina, IRCCS Ospedale San Raffaele partecipa e sostiene MEDITeH BEYOND, meeting organizzato a Catania da DIPLOMATIA per analizzare e promuovere il ruolo della telemedicina nel mondo contemporaneo.
Durante il meeting, è emerso il ruolo della telemedicina come prodotto di punta del Made in Italy, da promuovere ed esportare presso i paesi del Mediterraneo ed oltre. Il team di San Raffaele e Gruppo San Donato ha presentato gli eccellenti risultati della propria piattaforma di telemedicina, che giusto in questi giorni ha raggiunto la quota di 100mila iscritti.
Operativo dal 2019, il servizio è nato per facilitare il percorso diagnostico – clinico del paziente, limitando spostamenti e tempi di attesa per ricevere un parere clinico. E’ oggi la più grande piattaforma di telemedicina in Italia, con circa 900 medici operanti.
“La telemedicina, insieme alle iniziative di domiciliazione che abbiamo già attivato da alcuni anni (come i prelievi, le ecografie e le radiografie a domicilio), permettono al paziente di avere una repository digitale sempre disponibile e un unico riferimento, chiaro e certificato, dei rapporti con il proprio medico specialista” afferma Federico Esposti, direttore operativo dell’Ospedale San Raffaele.
“Il progetto rientra nei piani di ampliamento delle attività di Gruppo San Donato verso l’estero, con particolare attenzione verso i paesi del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente: i pazienti provenienti da paesi stranieri possono chiedere second opinion o compiere parte del loro percorso di cura in remoto e – a seguito di accertamenti o intervento in presenza – continuare ad essere seguiti nel follow up dal proprio specialista in qualsiasi luogo. Il continuo investimento sulle nuove tecnologie permette di portare l’eccellenza di Ospedale San Raffaele oltre i confini dell’ospedale tradizionale” conclude Esposti.
Il meeting, a cui hanno partecipato le rappresentanze diplomatiche di oltre 20 paesi, è stata occasione di costruire ponti e collaborazioni, finalizzati a promuovere e migliorare, tramite le nuove tecnologie, la salute dei cittadini dei paesi del Mediterraneo.
-foto fornita da ospedale San Raffaele-
(ITALPRESS).

Malta, Abela non rimuoverà il governatore della Banca Centrale

LA VALLETTA (ITALPRESS/MNA) – Il primo ministro maltese Robert Abela ha dichiarato che all’ex ministro delle Finanze, che oggi ha la carica di governatore della Banca Centrale di Malta, Edward Scicluna, non sarà chiesto di dimettersi. Scicluna è sotto procedimento penale per presunto guadagno fraudolento e appropriazione indebita in relazione all’inchiesta sulla concessione fraudolenta di tre ospedali statali.
Nel frattempo, Robert Abela ha anche confermato che il suo predecessore Joseph Muscat manterrà la sua liquidazione e i vantaggi tra cui un passaporto diplomatico nonostante le accuse di riciclaggio di denaro e corruzione in relazione alla controversa concessione ospedaliera ritenuta fraudolenta e annullata dai tribunali.
Scicluna fa parte del consiglio dei governatori della Banca centrale europea ed è anche membro del consiglio dell’Autorità maltese per i servizi finanziari.
L’opposizione nazionalista, la società civile e diverse ONG e associazioni insistono per le dimissioni di Scicluna. Mentre lunedì scorso l’opposizione ha organizzato una protesta davanti al parlamento, giovedì prossimo la società civile guidata dalla ONG Repubblika organizzerà a La Valletta una protesta nazionale per la giustizia.
-foto DOI-
(ITALPRESS).

Tunisia, forum Cdp e Simest per favorire investimenti delle Pmi

ROMA (ITALPRESS/MNA) – Favorire occasioni di scambio e crescita tra imprese italiane e locali, in particolare Pmi, identificare nuove opportunità di investimento e incrementare la collaborazione in progetti congiunti con altre organizzazioni finanziarie internazionali ed europee. Questi i temi al centro del forum tenutosi tra una delegazione del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, guidata dal presidente Giovanni Gorno Tempini, dall’Ad Dario Scannapieco, e dal presidente di Simest Pasquale Salzano, e il ministro dell’Economia e della Pianificazione della Repubblica di Tunisia, Feryel Ouerghi Sebai, il direttore generale Invest in Tunisia Agency – Fipa, Jalel Tebib, e l’ambasciatore della Repubblica di Tunisia in Italia, Mourad Bourehla.
All’incontro sono intervenuti anche il vice direttore generale per la Promozione del Sistema Paese del ministero degli Affari Esteri, Fabrizio Lobasso, e il presidente di Confindustria Assafrica, Massimo Dal Checco.
L’evento, organizzato presso la sede di Roma del Gruppo Cdp in collaborazione con Maeci e Confindustria-Assafrica, ha rappresentato l’occasione per approfondire le principali opportunità d’investimento in Tunisia, maggior beneficiario dei finanziamenti del Fondo rotativo per la cooperazione allo sviluppo (Frcs) gestito da Cdp. L’incontro punta anche a individuare i migliori progetti in campo dal Governo locale per lo sviluppo del Paese, in particolare nel settore delle energie rinnovabili e dell’agri-business: in questo contesto verranno identificate nuove partnership e modalità di finanziamento, anche in collaborazione con altri istituti nazionali di promozione e banche multilaterali di sviluppo già coinvolte nella regione del Nord-Africa. Negli ultimi anni, Cdp ha partecipato a programmi di finanziamento in Tunisia in via diretta o indiretta per circa 150 milioni, soprattutto tramite risorse a valere sul Frcs. Nel solo 2023, inoltre, Cdp ha fornito supporto a progetti di sviluppo sostenibile in Africa, nei settori della sicurezza alimentare ed energetica, della filiera dell’agri-business e dell’inclusione finanziaria delle Pmi locali attraverso la concessione di finanziamenti a favore delle istituzioni finanziarie multilaterali Trade Development Bank Group (TDB), Afreximbank e Africa Finance Corporation (AFC) e della banca di sviluppo Banque Ouest Africaine de Dèveloppement (BOAD) per complessivi 385 milioni. Nell’intero Continente, negli ultimi anni, Cdp ha avviato circa 70 operazioni per un importo complessivo di circa 1,2 miliardi. Cdp collabora inoltre da anni con l’omologa tunisina Caisse des Dèpòts et Consignations, nell’ambito del più ampio Forum delle Casse di Deposito, la piattaforma di scambio e dialogo tra istituzioni finanziarie di Europa e Africa composta dalla Casse di 13 Paesi (di cui 10 del continente africano) istituita nel 2011. Simest, tramite lo strumento degli investimenti partecipativi, ha sviluppato, in partnership con realtà italiane d’eccellenza, progetti in Tunisia nei settori meccanico, metallurgico e servizi. In Africa, Simest ha in portafoglio 16 progetti di investimento partecipativo per 52 milioni. A partire dal 2022 ha finanziato 39 imprese italiane che hanno intrapreso percorsi di internazionalizzazione per un ammontare di 12 milioni e supportato 35 operazioni di export credit nel continente (94% credito fornitore) per un valore complessivo sottostante di 707 milioni. Complessivamente il portafoglio di Simest nel continente africano ammonta a oltre 4 miliardi.
(ITALPRESS).
– Foto: ufficio stampa Cdp –

Eni promuove in Africa l’accesso a sistemi di cottura più moderni

PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS/MNA) – Eni rilancia il suo impegno nel promuovere sistemi di cottura migliorati in occasione del “Summit on Clean Cooking in Africa” organizzato dalla Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA). Eni ha anche aderito alla “Clean Cooking Declaration: Making 2024 the pivotal year for Clean Cooking” per accelerare l’accesso universale a sistemi di cottura più moderni, essenziali per assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili e sostenibili, come stabilito dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 7 delle Nazioni Unite. La dichiarazione è stata sottoscritta da governi, settore privato, organizzazioni internazionali e della società civile intervenuti al Summit, in corso a Parigi.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, circa 1 miliardo di persone in Africa cucina ancora i propri pasti con sistemi di cottura rudimentali, respirando il fumo nocivo rilasciato dalla combustione. La mancanza di accesso a sistemi di Clean Cooking ha rilevanti impatti dal punto di vista sanitario, sociale, economico e ambientale, e contribuisce a 3,7 milioni di morti premature ogni anno, specialmente a danno di donne e bambini.
Con questa adesione, Eni si impegna a continuare a promuovere in Africa l’accesso a sistemi di cottura più moderni, che possono apportare benefici in termini di salute, produttività, uguaglianza di genere, conservazione delle foreste, biodiversità e riduzione delle emissioni.
Eni ha lanciato nel 2018 un ampio programma di Clean Cooking che ad oggi coinvolge già circa 500.000 persone in Congo, Costa d’Avorio, Mozambico, Ruanda e Angola, e si è data l’obiettivo, reso pubblico in occasione del Summit, di raggiungerne 10 milioni in tutta l’Africa sub-sahariana entro il 2027. Inoltre, Eni intende favorire il passaggio da soluzioni migliorate, che garantiscono una riduzione di oltre il 60% della biomassa legnosa, a soluzioni avanzate, che si caratterizzano per il totale abbattimento dell’uso di biomassa legnosa non sostenibile. Con questa evoluzione l’obiettivo è raggiungere 20 milioni di persone entro il 2030, con una spesa associata di 300 milioni di dollari.

– Foto IEA –

(ITALPRESS).

Oim “20mila migranti irregolari morti su rotta libica tra 2014 e 2022”

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ROMA (ITALPRESS) – L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha dichiarato che la Libia, strategicamente posizionata come porta di transito tra l’Africa e l’Europa, è diventata il canale principale per i migranti che tentano il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo centrale. Nel suo “Rapporto sulla migrazione globale 2024”, l’OIM ha affermato che questa rotta è stata la più mortale, causando la morte di oltre 20.000 migranti irregolari tra il 2014 e il 2022. Secondo il rapporto, queste reti sono responsabili della rotta migratoria più pericolosa del mondo, con un numero record di violazioni dei diritti umani tra cui tortura, lavoro forzato e violenza estrema.
L’aumento di queste reti di trafficanti può essere fatto risalire al caos seguito al rovesciamento di Muammar Gheddafi nel 2011, che ha lasciato la Libia in uno stato di disordine politico e sociale. Questi disordini hanno fornito terreno fertile ai gruppi di contrabbando, spesso legati alle milizie locali, per prosperare sfruttando i migranti vulnerabili che cercano disperatamente di sfuggire ai conflitti e alla povertà nei loro paesi d’origine. Nonostante gli sforzi internazionali concertati per affrontare queste sfide, comprese le iniziative dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite, i progressi sono stati ostacolati dal conflitto interno in Libia e dalla frammentazione del governo. La mancanza di un governo stabile e unificato complica qualsiasi azione internazionale coordinata o l’applicazione delle leggi contro tali attività criminali. Il rapporto dell’OIM sottolinea l’urgente necessità di un approccio globale per affrontare le cause profonde che determinano queste migrazioni pericolose. (ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma