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Un terzo della compagnia aerea nazionale maltese sarà privatizzato

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LA VALLETTA (MALTA) (MNA/ITALPRESS) – Il ministro delle Finanze maltese Clyde Caruana ha annunciato che un terzo della compagnia aerea nazionale maltese, KM Malta Airlines, sarà privatizzato come una delle condizioni imposte dalla Commissione Europea che fa parte di un accordo che ha consentito a Malta di creare la nuova compagnia aerea. Secondo quanto riferito, il governo maltese sta cercando un investitore con un coinvolgimento diretto nel settore dell’aviazione, che consentirebbe a KM Malta Airlines di beneficiare delle competenze e delle economie di scala dell’investitore. In un’intervista al Times of Malta, il ministro Caruana ha spiegato che circa “dal 30% al 35%” della compagnia aerea sarà venduto al settore privato. Ha sottolineato che “deve accadere” mentre ha espresso la speranza che ciò avvenga rapidamente. Lo scorso anno KM Malta Airlines ha ottenuto ufficialmente un certificato di operatore aereo e una licenza di operatore aereo dalla direzione dell’aviazione civile maltese, in seguito alla decisione di sostituire Air Malta che era in difficoltà finanziaria. La nuova compagnia aerea ha iniziato le operazioni il 31 marzo 2024 con circa un terzo della forza lavoro di Air Malta. La transizione da Air Malta a KM Malta Airlines è avvenuta dopo decenni di cattiva gestione da parte di Air Malta, culminata con il rifiuto da parte della Commissione Europea di una proposta di pacchetto di aiuti di Stato da 290 milioni di euro per la compagnia aerea. La Commissione ha citato il mancato rispetto delle norme UE sugli aiuti di Stato. Tuttavia, i contribuenti maltesi sono stati lasciati ad assorbire i 356 milioni di euro di perdite accumulate da Air Malta.(ITALPRESS).

Foto: KM Malta Airlines

Missione Regione Sicilia a Dubai, Tamajo “Portiamo le nostre eccellenze”

PALERMO (ITALPRESS/MNA) – Rafforzare le relazioni commerciali tra Sicilia ed Emirati Arabi Uniti: questo l’obiettivo di un incontro organizzato dall’assessorato regionale delle Attività produttive che si è tenuto a Dubai. All’iniziativa hanno partecipato nove aziende dell’Isola dei settori dell’edilizia, della cosmetica e dell’agrifood. Presenti i rappresentanti delle Camere di Commercio di Dubai e Abu Dhabi e l’ambasciatore italiano, Lorenzo Fanara.
“Questa missione – commenta l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo – rappresenta un passo fondamentale per valorizzare le nostre eccellenze imprenditoriali nei mercati internazionali. La Sicilia è una terra ricca di competenze e prodotti di alta qualità e adesso abbiamo gettato le basi per nuove opportunità di sviluppo e collaborazione con gli operatori economici degli Emirati. Il dialogo che abbiamo instaurato è solo l’inizio di un percorso che potrà generare sinergie importanti tra le nostre aziende e quelle emiratine”.
Nel corso dell’incontro si è discusso delle modalità per rendere più semplice l’interazione e la cooperazione commerciale tra le realtà imprenditoriali siciliane e arabe, si legge in una nota. La missione si inserisce nell’ambito delle iniziative promosse dall’assessorato regionale per favorire l’internazionalizzazione delle imprese siciliane e stimolare la crescita economica del territorio attraverso una presenza più incisiva sui mercati esteri, sottolinea la nota.
Tamajo ha poi avuto un incontro riservato con i componenti della
Chamber of Abu Dhabi e l’ambasciatore “per avvicinare i due
Paesi”. Successivamente, si è intrattenuto a colloquio con l’ambasciatore italiano ad Abu Dhabi, Lorenzo Fanara.
– foto ufficio stampa Assessorato Attività Produttive Regione Sicilia –
(ITALPRESS).

Tunisia, protesta di massa contro la leadership del presidente Saied

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LA VALLETTA (MALTA) (MNA/ITALPRESS) – L’opposizione e i gruppi della società civile tunisina organizzeranno venerdì una protesta di massa contro quello che descrivono come il leadership autoritario del presidente Kais Saied, e hanno affermato che continueranno l’escalation e le manifestazioni, a soli quattro giorni dalle elezioni presidenziali. L’opposizione e i gruppi della società civile hanno espresso preoccupazione per un’elezione potenzialmente truccata, progettata per mantenere al potere il presidente Kais Saied. Nel frattempo, sta crescendo la rabbia dell’opposizione contro il presidente Kais Saied, i cui critici lo accusano anche di usare la magistratura per mettere da parte i suoi oppositori. Il candidato alla presidenza Ayachi Zammel è stato condannato a 12 anni di carcere da un tribunale tunisino. Questa è stata la terza pena detentiva inflitta a Zammel in due settimane. È uno dei soli due candidati autorizzati a opporsi a Saied. Altre tre figure di alto profilo dell’opposizione sono state escluse. Abdessattar Massoudi, avvocato di Zammel, ha detto che Zammel è stato condannato a 12 anni di carcere dal tribunale di Tunisi con l’accusa di falsificazione di documenti. Massoudi ha descritto il verdetto come “ingiusto e una farsa”. Zammel, capo del partito di opposizione Azimoun, è in carcere dallo scorso mese con l’accusa di aver falsificato le firme degli elettori sui documenti della sua candidatura, accuse che ha descritto come fabbricate dal governo di Saied. Gli è stato permesso di continuare a candidarsi alle elezioni mentre era in prigione. Le tensioni politiche nel paese nordafricano sono aumentate in vista delle elezioni del 6 ottobre da quando una commissione elettorale nominata da Saied ha squalificato altri tre candidati lo scorso mese, tra le proteste dell’opposizione e dei gruppi della società civile. La Tunisia è stato l’unico paese arabo ad emergere con una democrazia pacifica dalle proteste della “Primavera araba” del 2011 contro i governanti autocratici in Medio Oriente e Nord Africa. Ma da quando è stato eletto nel 2019, Saied ha gradualmente accumulato maggiori poteri, sostenendo di averne bisogno per combattere un’élite corrotta. Ha sciolto il parlamento eletto e ha iniziato a governare per decreto nel 2021, una mossa che l’opposizione ha descritto come un colpo di stato.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Piano di evacuazione per i soldati maltesi dal Sud del Libano

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Il governo maltese ha confermato che è stato elaborato un piano insieme alle autorità irlandesi per evacuare sette soldati maltesi in Libano, vicino al confine israeliano, dopo che la guerra nella regione si è drammaticamente intensificata a partire da martedì scorso.
Malta e l’Irlanda sono entrambi paesi neutrali. L’operazione fa parte di una missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite. La missione è conosciuta come Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), che conta circa 10.500 forze di pace provenienti da 50 paesi contributori.
Il ministro degli Interni Byron Camilleri ha affermato che i soldati maltesi, che hanno aderito volontariamente alla missione di mantenimento della pace per una durata di sei mesi, sono al sicuro e sono costantemente monitorati.
Si trovano a Camp Shamrock, insieme alle truppe irlandesi, polacche e ungheresi. “Stiamo seguendo ciò che sta accadendo in Libano e siamo molto preoccupati per la situazione. Abbiamo anche elaborato un piano di evacuazione con le autorità irlandesi nel caso saremo costretti a far uscire i soldati dal Libano e portarli in un luogo sicuro prima di portarli tornare a Malta”, ha detto Camilleri.

– Foto Forze Armate Malta –

(ITALPRESS).

Medio Oriente, G7 “Soluzione diplomatica ancora possibile”

ROMA (ITALPRESS) – A seguito dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha convocato d’urgenza e presieduto questo pomeriggio una conferenza telefonica dei leader del G7.
“Nel corso della conversazione è stata reiterata la ferma condanna all’attacco iraniano contro Israele – si legge in una nota di Palazzo Chigi -. In uno scenario in costante evoluzione, è stato convenuto di lavorare congiuntamente per favorire una riduzione delle tensioni a livello regionale, a partire dall’applicazione della Risoluzione 2735 a Gaza e della Risoluzione 1701 per la stabilizzazione del confine israelo-libanese. Nell’esprimere forte preoccupazione per l’escalation di queste ultime ore, è stato ribadito che un conflitto su scala regionale non è nell’interesse di nessuno e che una soluzione diplomatica risulta ancora possibile. I leader hanno concordato di mantenersi in stretto contatto”.

– Foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

Marocco: Usa ribadisce sostegno a iniziativa autonomia Sahara

E apprezza voce cruciale di Mohammed VI nel promuovere una regione del Medio Oriente più pacifica e sicura

Gli Stati Uniti hanno riaffermato il loro sostegno all’iniziativa di autonomia del Marocco, come soluzione “seria, credibile e realistica” alla disputa regionale sul Sahara.

“Gli Stati Uniti continuano a considerare il piano di autonomia del Marocco come serio, credibile e realistico”, ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato americano in un comunicato stampa diffuso in seguito all’incontro tenutosi martedì a Washington tra i ministri degli Esteri africani Cooperazione e Marocchini all’Estero, Nasser Bourita, e il Segretario di Stato americano, Antony Blinken.

Le due parti hanno inoltre espresso il loro “sostegno” all’inviato personale del Segretario generale dell’ONU, Staffan de Mistura, nella conduzione del processo politico relativo al Sahara, portato avanti sotto l’egida delle Nazioni Unite, al fine di raggiungere il traguardo “senza ulteriori indugi” una soluzione politica duratura.

Contestualmente gli Stati Uniti hanno anche apprezzato “la voce cruciale” del re Mohammed VI nel “promuovere una regione del Medio Oriente più pacifica e sicura”. Lo ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato americano in un comunicato stampa diffuso dopo l’incontro tenutosi a Washington tra il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini all’Estero, Nasser Bourita, e il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

“Questo ruolo si riflette nella leadership del Marocco che risponde ai bisogni umanitari a Gaza, sostiene la stabilità in Cisgiordania e contribuisce alla rivitalizzazione dell’Autorità Palestinese”, aggiunge la nota.

Il capo della diplomazia americana ha inoltre accolto con favore “i continui sforzi del Marocco per porre fine all’impasse politica in Libia e porre rimedio all’instabilità nel Sahel”, precisa il comunicato stampa.

 

 

Libia: governo dell’est non sblocca siti petroliferi

Il governo dell’est della Libia non sbloccherà i siti petroliferi e non revocherà lo stato di forza maggiore sulla ripresa della produzione petrolifera finché il nuovo governatore, Naji Issa, non assumerà le sue funzioni in Tripoli. Lo rivela una fonte del settore petrolifero libico al sito di informazione locale “al Menassa”.

La precisazione arriva dopo che lunedì, la Camera dei Rappresentanti libica, ha votato per scegliere Naji Issa come governatore della Banca Centrale e Marai Al-Barasi come suo vice. Oggi i media locali citano due ingegneri che lavorano nel giacimento Gallo 59 che hanno affermato di essere in attesa di istruzioni da parte della Oil Corporation per riprendere la produzione, posta in stato di forza maggiore dal 26 agosto scorso.

La missione delle Nazioni Unite ha sottolineato l’urgente necessità di porre fine alla chiusura dei giacimenti petroliferi e di interrompere la loro produzione, chiedendo che le entrate siano indirizzate attraverso il quadro istituzionale appropriato alla Banca Centrale.

Un membro della Camera dei Rappresentanti e del Comitato per il dialogo sulla Banca centrale della Libia, Al-Hadi Al-Saghir, ha affermato di essere d’accordo con le dichiarazioni di Stephanie Khoury, capo della missione delle Nazioni Unite in Libia, sulla necessità di porre fine il blocco petrolifero e indirizzare le entrate petrolifere verso le strutture corrette affinché tutti i segmenti della società possano trarne vantaggio.

La National Oil Corporation ha annunciato all’inizio del 2024 di avere piani ambiziosi per aumentare la produzione a 1,5 milioni di barili al giorno entro la fine del 2025 e a 2 milioni di barili al giorno entro tre anni. Ma la produzione è stata interrotta lo scorso agosto a causa dell’impasse politica nel paese.

Piano Mattei, nuova mission per la base spaziale di Malindi

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ROMA (ITALPRESS) – Nell’ambito della sua visita ufficiale in Kenya, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha visitato il Centro Spaziale “Luigi Broglio” a Malindi, nella penisola di Ngomeni. La visita del ministro Urso, Autorità delegata alle politiche spaziali e aerospaziali, avviene a 60 anni dalla fondazione del centro, istituito nel 1964 nell’ambito del progetto San Marco e intitolato al suo ideatore, il professor Luigi Broglio: qui ebbe inizio l’avventura spaziale italiana.
Durante la sua missione in Kenya, il ministro Urso è stato accompagnato dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Teodoro Valente, dal Generale Franco Federici, consigliere militare del Presidente del Consiglio e segretario del Comitato Interministeriale per lo Spazio, da una delegazione delle principali aziende italiane del settore aerospaziale (Avio, Leonardo, Telespazio) e dal delegato per l’Aerospazio di Confindustria, Giorgio Marsiaj.
Dopo una visita al Centro Spaziale ASI di Malindi, Urso e il ministro della Difesa del Kenya, Soipan Tuya, hanno presieduto una Riunione del Consiglio congiunto dei Ministri. Al centro dell’iniziativa, rilanciata da Urso nel 2023 dopo un lungo periodo di inattività, il futuro del centro spaziale di Malindi, dove attualmente operano 200 persone in attività di controllo orbitale e ricezione di dati da satelliti e vettori. Questa base, gestita dall’Agenzia Spaziale Italiana, e l’annessa Scuola internazionale di Formazione in discipline spaziali, potrebbero diventare il fulcro, nell’ambito del Piano Mattei promosso dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di una cooperazione spaziale allargata ai Paesi del Corno d’Africa e dell’Africa orientale.
“Oltre 60 anni fa, l’avventura spaziale dell’Italia ebbe inizio proprio da Malindi. Oggi desideriamo conferire una nuova mission a questa base, che potrebbe diventare il luogo di formazione per gli operatori dello Spazio dei paesi africani che hanno appena costituito la loro Agenzia spaziale continentale”, ha dichiarato il ministro Urso. L’agenzia spaziale africana avrà sede a Il Cairo, dove il ministro Urso si è già recato per porre le basi della futura collaborazione con l’Italia. L’Agenzia Spaziale Italiana “potrebbe inoltre formare il primo astronauta keniano, e quindi africano, della storia, con le stesse modalità con cui sono oggi formati gli astronauti italiani” ha aggiunto Urso.
“L’osservazione della Terra dallo spazio, settore in cui l’Italia è leader, offre poi ulteriori opportunità di cooperazione con l’Africa per la gestione delle risorse naturali, la promozione di un’agricoltura sostenibile e la lotta ai cambiamenti climatici – ha proseguito Urso -. L’intelligenza artificiale e lo spazio evidenziano quanto il Piano Mattei sia innovativo, in grado di porre le basi per lo sviluppo dell’Africa, percorso in cui l’Italia potrà assumere un ruolo da protagonista”.In occasione della visita al centro spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana, il ministro Adolfo Urso, insieme al ministro della Difesa del Kenya, Soipan Tuya, e al presidente dell’ASI, Teodoro Valente, ha inaugurato il “Luigi Broglio Space Museum”: il museo racconta la storia di questa che fu la prima base di lancio equatoriale marittima al mondo, dalla quale sono stati effettuati un totale di 9 lanci satellitari, a partire dal satellite italiano “San Marco 2” il 26 aprile 1967, e una ventina di lanci orbitali.

– Foto ufficio stampa MIMIT –

(ITALPRESS).