GENOVA (ITALPRESS) – Conferita oggi a Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild, la cittadinanza onoraria della città di Genova. Un riconoscimento denso di significato, che conferma il forte impegno di Webuild nei confronti della città e della regione Liguria.
Le motivazioni dell’onorificenza, illustrate dal Sindaco Marco Bucci, ricordano il ruolo avuto dal Webuild nella costruzione del nuovo Ponte Genova San Giorgio, un’opera diventata simbolo di ripresa e modello virtuoso per la realizzazione di opere sostenibili e di qualità in tempi rapidi: il Modello Genova, basato su un approccio collaborativo esteso tra pubblico e privato, che il Gruppo sta già replicando in alcuni dei 27 progetti infrastrutturali che ha in corso in Italia, in cui è coinvolta una filiera di 7.000 imprese.
“Ricevere questa onorificenza è per me motivo di grande orgoglio, e la voglio virtualmente condividere con tutti coloro che hanno reso possibile la ricostruzione del Ponte di Genova”, ha dichiarato Salini. “Genova è la patria di Cristoforo Colombo, un grande innovatore che ha avuto il coraggio di affrontare grandi sfide. E rappresenta oggi il modello del fare e della ripartenza con le infrastrutture. La città sta vivendo oggi con tutta la regione Liguria un momento di grande effervescenza per il rilancio dell’economia e dell’occupazione, con un nuovo approccio di trasparenza e di collaborazione estesa tra istituzioni, imprese, università, territorio. Questo riconoscimento conferma che il Gruppo insieme a tutti gli altri attori in gioco per il Ponte di Genova è stato motore della ripresa di questa città che tanto ha sofferto. Le infrastrutture possono avere un ruolo importante per il rilancio dell’economia dell’Italia e per garantire un futuro ai nostri giovani. Vogliamo continuare ad essere presenti sul territorio, non solo con le opere che stiamo realizzando ma con una più ampia collaborazione di territorio”.
“Il solo Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova rappresenta il più grande cantiere italiano in termini di filiera di fornitori”, ha continuato Salini. “Parliamo di 5.000 lavoratori diretti e indiretti e oltre 2.300 imprese tra fornitori e subfornitori che, con Webuild, stanno mettendo al servizio dell’Italia competenze e know how di livello assoluto. Un’opera che vuole essere coerente con il messaggio che vogliamo trasferire: le infrastrutture devono essere innovazione, tecnologia, affidabilità, trasparenza, motore di traino per la ripresa, aggregatore di valore per la filiera tutta e generatore di opportunità di crescita diffusa. Un collegamento importante che unirà Genova a Milano che vogliamo realizzare mettendo al centro la sicurezza, dei lavoratori e dell’infrastruttura”.
I progetti infrastrutturali in corso sono solo un capitolo del forte legame che unisce Webuild alla città di Genova. Webuild ha infatti rafforzato la collaborazione con l’Università di Genova, da cui è nato UniWeLab, laboratorio di ricerca e modello di open innovation. Un segnale di attenzione verso i giovani che si traduce nelle tante iniziative finalizzate all’orientamento professionale, alla selezione di profili di talento, al loro inserimento nei cantieri del Gruppo in tutto il mondo, al tutoraggio per percorsi di carriera nel settore delle costruzioni, oltre che in programmi di formazione, borse di studio e talent attraction, che da anni il Gruppo realizza in partnership con numerose università in Italia e nel mondo.
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Webuild, conferita a Salini la cittadinanza onoraria della città di Genova
Sanità, Toti “Pronti ad assunzioni a tempo determinato per un anno”
GENOVA (ITALPRESS) – Assunzioni a tempo determinato nelle Asl, con contratti di almeno un anno (fino a un massimo di tre) per gli Oss che stanno aspettando che il Consiglio di Stato si esprima sul concorso bloccato a seguito del ricorso al TAR di alcuni partecipanti. Lo ha deciso il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, dopo l’incontro che si è svolto questa mattina, a margine del consiglio regionale, tra una rappresentanza degli operatori socio-sanitari, i tecnici del dipartimento sanità di Regione Liguria e l’assessore regionale ai rapporti con il consiglio Marco Scajola. Una riunione, quella di oggi che ha fatto seguito al blocco della prova orale da parte del Consiglio di Stato, per il ricorso al Tar di alcuni partecipanti.
“Regione Liguria – ha dichiarato il presidente Toti – attraverso i suoi rappresentanti, ha manifestato la volontà di proseguire e aiutare i 1700 OSS, attraverso un’istanza di prelievo, già presentata, per discutere il più presto possibile il ricorso. Parallelamente Regione Liguria, attraverso Alisa, ha inviato una nota alla ASL 3, 4 e 5 per capire il fabbisogno del personale, affinchè procedano con assunzioni a tempo determinato per almeno un anno, rinnovabile fino a tre. L’obiettivo degli uffici regionali è fare in modo che chi oggi opera all’interno delle Aziende Sanitarie possa essere assunto a tempo determinato, secondo una procedura standard per tutta la Liguria, gestita da Alisa”. Questo percorso è stato accolto favorevolmente dagli OSS, nel corso dell’incontro.
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Mille in corteo a Torino contro il governo, bruciata gigantografia di Draghi
Oltre mille persone hanno partecipato al corteo di Torino indetto da Cobas e Cub Usb. Nel corteo è confluito un ampio gruppo di studenti che ha bruciato un cartonato con l’effige del premier Mario Draghi e una bandiera europea davanti alla sede piemontese del Miur. Si trattava di studenti legati all’area antagonista. Il corteo partito dalla stazione di Porta Nuova ha attraversato le vie del centro città. A vigilare sulla manifestazione un’ingente numero di forze dell’ordine. Davanti alla sede della Soris, ente comunale che riscuote le imposte, c’è stato un lancio di palloncini pieni di vernice contro la facciata e gli agenti di polizia schierati a presidio dell’ingresso. La
scena si è ripetuta davanti a Palazzo di città, sede del comune con un palloncino di vernice che ha imbrattato la facciata. Poco dopo sono stato accesi molti fumogeni e sono stati intonati cori contro classe politica e forze dell’ordine.
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Università, studenti Scuola di Medicina Genova ricevuti dalla Regione
GENOVA (ITALPRESS) – Piena disponibilità da parte di Regione Liguria a farsi parte attiva nei confronti dell’Università degli Studi di Genova affinchè le istanze rappresentate trovino risposta. Questo l’esito dell’incontro che si è svolto presso la sede di Regione tra l’assessore ai Rapporti con l’Università Ilaria Cavo e una rappresentanza degli studenti del quarto e quinto anno della Scuola di Scienze mediche e farmaceutiche scesi in piazza oggi a Genova. Presenti all’incontro anche il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi, il direttore generale del Dipartimento Sanità e Politiche Sociali Francesco Quaglia e il coordinatore della Struttura di Missione per la sanità Giuseppe Profiti. “Abbiamo recepito e condiviso le istanze rappresentate dagli studenti – afferma l’assessore Cavo – che hanno manifestato questioni cruciali, perchè dalla qualità della loro formazione e dalla loro possibilità di fare esperienza in corsia dipende la qualità dei futuri professionisti del nostro sistema sanitario. Ognuno di loro rappresenta la soluzione ad un nostro problema sanitario di domani: prima e meglio si formano questi ragazzi, prima diventeranno una preziosa risorsa per il nostro sistema sanitario”.
“Ad esempio, l’investimento importante realizzato per la riapertura del Centro Trapianti in una regione ‘anzianà come la Liguria guarda anche in questa direzione: uno studente che si formi in un ospedale dotato anche di un centro trapianti sarà, domani, un chirurgo più preparato e capace. Per questo – sottolinea – ci faremo portavoce delle loro istanze verso l’Università, cui per competenza fa capo il loro percorso formativo, con l’obiettivo di traguardare un’estensione della rete formativa, nell’interesse dei liguri e del nostro sistema sanitario”. In merito alla nota diffusa dal Partito Democratico, “si tratta dell’ennesima, sterile polemica, che non rispecchia in alcun modo il dialogo proficuo e costruttivo avuto con gli studenti che abbiamo incontrato. Una dichiarazione che dimostra anche la superficialità con cui certi esponenti politici affrontano problemi seri come quello di questi studenti universitari, i medici del nostro futuro”, conclude l’assessore Cavo.
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Torino ospiterà l’Eurovision Song Contest 2022
ROMA (ITALPRESS) – L’Italia si è aggiudicata il diritto di organizzare l’Eurovsion Song Contest 2022, dopo che Màneskin hanno regalato al proprio Paese la sua prima vittoria dal 1990 con la canzone “Zitti e Buoni” al Contest dello scorso maggio. La Grand Final dell’Eurovision Song Contest 2022 si svolgerà al PalaOlimpico, una delle arene indoor più grandi d’Italia, sabato 14 maggio con le Semifinali il 10 e 12 maggio. La Rai, insieme all’European Broadcasting Union (EBU), organizzerà l’evento e formalizzerà i relativi accordi insieme alla Città di Torino nelle prossime settimane. Torino è stata scelta a seguito di una convincente offerta della città. Un totale di 17 città e regioni italiane hanno gareggiato per ospitare il più grande evento di musica dal vivo del mondo, che ha raggiunto quasi 190 milioni di spettatori in TV e online nel 2021.
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Vaccino, Toti “In Liguria oltre 10mila prenotati per la terza dose”
GENOVA (ITALPRESS) – “Sono 10.680 i liguri (over 80 e immuno compromessi) che si sono prenotati per effettuare la terza dose di vaccino anti Coronavirus, mentre sono 4.522 quelli che hanno già ricevuto la dose booster. Se gli over 80 hanno sempre risposto agli inviti a vaccinarsi (e si attestano al 96,34%) a dare una brusca accelerata sono invece le persone con più di 50 anni che hanno raggiunto, in tutte le fasce, l’immunità di massa”. Così il presidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti in merito all’andamento della campagna vaccinale. “La fascia tra i 50 e i 59 ha raggiunto l’82,94% (almeno con una dose), quella tra i 60 e i 69 anni l’85,43%, mentre la fascia tra i 70 e i 79 anni si è immunizzata all’83,97%. Questo vuol dire che la Liguria negli over 50 ha raggiunto l’immunità di gregge, soprattutto in considerazione del fatto che sono più di 5mila le prenotazioni che riceviamo ogni settimana per ricevere la prima dose. Percentuali che sono quindi destinate a crescere ancora”. L’incidenza a livello regionale è di 30 casi ogni 100mila abitanti a settimana. La provincia di Savona è a 29 casi, quella della Spezia a quota 42, quella di Imperia a 39 e la Città metropolitana di Genova 20 casi ogni 100mila abitanti a settimana.
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“Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy” in mostra a Torino
TORINO (ITALPRESS) – Palazzo Madama a Torino, dal 7 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022, e il Museo Diocesano di Susa, fino al 7 novembre 2021, presentano insieme la mostra Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy.
L’esposizione, curata da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino e da Vittorio Natale per la sezione di Susa, punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico – era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami – che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell’attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, fu portatore di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi.
Lonhy visse e lavorò in tre paesi diversi. Originario di Autun, in Borgogna, si formò sui testi della pittura fiamminga, tra Jan van Eyck e Rogier van der Weyden. Prima del 1450 era già in contatto con uno dei più straordinari mecenati di ogni tempo, il cancelliere del duca di Borgogna Nicolas Rolin, per il quale eseguì delle vetrate istoriate, purtroppo perdute. Si conoscono poi tutte le tappe del suo percorso attraverso l’Europa: a Tolosa, in Francia meridionale, dove realizzò almeno un ciclo di affreschi e decorò diversi codici liturgici e statuti cittadini; a Barcellona, in Catalogna, dove ancora sopravvive uno dei suoi capolavori: la grande vetrata per la chiesa di Santa Maria del Mar; infine nel ducato di Savoia, dove lavorò per la corte e per numerose chiese e monasteri del territorio e dove si spense, probabilmente, prima della fine del secolo. Il trasferimento di Lonhy dalla Spagna ad Avigliana – dove è documentato dal 1462 – si deve a diversi fattori, come la presenza in questo centro di un castello dei duchi di Savoia e la vicinanza con le prestigiose abbazie di Novalesa e Ranverso, poste sulla Via Francigena, una delle principali arterie di comunicazione già dal Medioevo, da cui passavano cavalieri, ecclesiastici e mercanti di mezza Europa, e quindi un luogo promettente per un artista alla ricerca di nuovi incarichi.
Il percorso espositivo della mostra, articolato su due sedi, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino e il Museo Diocesano di Susa, vuole mettere in evidenza i viaggi, gli spostamenti e la carriera itinerante attraverso l’Europa di un artista che nelle sue opere riunì insieme elementi e influssi dalla Borgogna, dalla Provenza, dalla Catalogna e dalla Savoia. A Torino viene presentata una vera e propria antologia della produzione dell’artista, in pittura e miniatura, con i necessari richiami alla cultura franco-fiamminga che sta alla base del suo percorso; a Susa le opere di Lonhy sono messe a confronto con un tessuto regionale – tra Valle di Susa e Valle d’Aosta – che mostra la sua grande influenza sull’arte dei suoi contemporanei.
L’esposizione torinese inizia raccontando la “scoperta” di Antoine de Lonhy: come spesso avviene nel campo della storia dell’arte, alla conoscenza di questo artista del Quattrocento si è arrivati per gradi. Per lungo tempo gli studiosi avevano raccolto alcuni dipinti sotto il nome convenzionale di “Maestro della Trinità di Torino”, prendendo spunto proprio da uno dei suoi massimi capolavori, che è nelle collezioni civiche torinesi. D’altro canto, nell’ambito dello studio dei codici miniati, si era identificato, invece, un “Maestro delle Ore di Saluzzo”, a partire dal meraviglioso manoscritto, che è uno dei prestiti più importanti concessi per la mostra dalla British Library di Londra. In seguito si è poi compreso che dietro questi nomi convenzionali si celava un’unica personalità, il cui vero nome è stato svelato grazie allo studio dei documenti.
Si descrive poi l’attività dell’artista nelle tappe del suo itinerario: un giovanile codice miniato di proprietà delle collezioni torinesi dà un esempio per la produzione nel ducato di Borgogna, mentre per Tolosa l’elemento di maggiore curiosità è legato ai frammenti di affresco provenienti dalla chiesa di Notre-Dame de la Dalbade, datati 1454. Altrettanto importante è il prestito del polittico destinato al monastero della Domus Dei di Miralles, vicino a Barcellona, esposto insieme ad altri due pannelli che in origine erano parte dello stesso complesso.
La sezione più estesa prende in esame l’attività svolta dall’artista negli anni della sua permanenza nel Ducato di Savoia. Come si è detto, i documenti parlano di lui ad Avigliana e, tra le primissime opere, c’è una tavola frammentaria ritrovata proprio in una frazione di quella località: un San Francesco oggi alla Galleria Sabauda di Torino. Interessanti novità sono emerse nel corso delle ricerche effettuate per la mostra, che ci aiutano a leggere meglio l’impatto innovativo di Lonhy in rapporto alla corte ducale, ma anche rispetto al territorio: per esempio oggi sappiamo di una sua attività destinata a Chieri, al tempo città ancor più importante di Torino, le cui principali famiglie avevano svolto attività finanziarie in tutta Europa ed erano bene informate sulle migliori novità dell’Ars nova internazionale. La ricostruzione del catalogo “piemontese” di Lonhy, con tavole dipinte e codici miniati, è ora estremamente approfondita e la mostra – che si avvale di prestigiosi prestiti nazionali e internazionali, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private – è in grado di proporla integralmente, comprese alcune opere mai esposte al pubblico. Il fascino dei dipinti raccolti in questa occasione aveva conquistato già in passato alcuni collezionisti privati, le cui storie sono sempre affascinanti, pur rimanendo nel “dietro le quinte” della ricerca. Emblematico il caso del senatore Leone Fontana, che nell’Ottocento aveva acquistato la già citata Trinità, inserendola nella sua ricchissima raccolta di opere piemontesi, donata in seguito al museo di Torino; oppure quello di Bob Jones Jr., che a metà del Novecento scelse la Presentazione di Gesù al Tempio per ampliare la pinacoteca dell’università privata fondata dal padre a Greenville (South Carolina). La mostra costituisce, inoltre, l’occasione per riunire gli elementi di un polittico venduto nel 1885, che aveva al centro la Adorazione del Bambino, appartenuta in seguito al collezionista olandese Fritz Mayer van den Bergh e oggi custodita nel museo che porta il suo nome ad Anversa.
Si tratta di un progetto nato nell’ambito del Rèseau europèen des musèes d’art mèdièval, una rete di musei europei fondata nel 2011 da E’lisabeth Taburet-Delahaye, già direttrice del Musèe de Cluny – musèe national du Moyen A’ge di Parigi, per promuovere iniziative espositive comuni, ricerche condivise, convegni e conferenze sul proprio patrimonio artistico. Sponsor della mostra Reale Mutua. Il catalogo, a cura di Simone Baiocco e Vittorio Natale, è edito da Sagep Editori. La pubblicazione è sostenuta da Associazione Amici Fondazione Torino Musei, in memoria del professor Giovanni Romano.
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Piemonte, al via bando per pulizia e manutenzione fiumi
TORINO (ITALPRESS) – Cinquantanove interventi di manutenzione dei corsi d’acqua piemontesi per un totale di 980 mila metri cubi di materiale asportabile da parte di 26 aziende che hanno manifestato il proprio interesse alla pulizia degli alvei di fiumi e torrenti dal materiale litoide accumulato, con un introito generato di oltre 500 mila euro per il quantitativo previsto. Questi i risultati della prima stagione di snellimento delle operazioni di manutenzione dei corsi d’acqua annunciata dalla Regione Piemonte a fine luglio e basata su un sistema semplice ed efficace per tagliare i passaggi e favorire gli interventi più urgenti. Dopo la mappatura delle esigenze di pulizia di 125 tratti d’acqua realizzata da Regione Piemonte e AIPo Agenzia Interregionale per il fiume Po, le ditte specializzate hanno potuto manifestare direttamente il proprio interesse alla realizzazione dei progetti di intervento ricevendo immediatamente le concessioni necessarie per l’esecuzione. In particolare, saranno asportati 530 mila metri cubi di materiale dai fiumi di pertinenza della Regione Piemonte, per un introito di 135 mila euro, e 450 mila metri cubi di pertinenza di AIPo, per un introito di 380 mila euro. In autunno, nel mese di ottobre, sarà realizzato un ulteriore bando per analoghe operazioni di manutenzione al fine di poter includere anche quelle aree del Piemonte che non avevano trovato spazio nella prima programmazione. 44 Comuni piemontesi possono ora assegnare rapidamente i lavori alle aziende che hanno manifestato interesse. In particolare, 33 interventi per l’asportazione di 252 mila metri cubi di materiale riguardano l’Alessandrino, mentre saranno 16 interventi per oltre 135mila mc nell’Astigiano, 31 interventi per 287 mila mc nel Cuneese, 5 interventi per 50 mila mc nel Novarese, 15 interventi per oltre 110 mila mc nel Torinese, 14 interventi per 33 mila mc nel Verbano Cusio Ossola e 12 interventi per 110 mila mc nel Vercellese.
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