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Covid, 62.037 nuovi casi e 155 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Secondo il bollettino del ministero della Salute, i nuovi positivi al Covid-19 sono 62.037 (rispetto agli 83.643 del 12 aprile). Si registrano 155 decessi (il 12 aprile erano 169). I tamponi processati sono 419.995 che portano il tasso di positività al 14,7%. I guariti sono 63.318 mentre per gli attualmente positivi si registra un decremento di 887 unità per un totale di 1.227.858.
Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, sono 10.166 i degenti mentre in terapia intensiva i pazienti sono 449 con 42 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare vi sono 1.217.243 persone. La Lombardia è la prima regione per numero di contagi (8.723), seguita da Veneto (6.978) e Lazio (6.625).
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(Photo credit: agenziafotogramma.it)

Iss, grazie ai vaccini evitati 8 milioni di casi e 150mila morti

ROMA (ITALPRESS) – La campagna vaccinale contro il Covid-19 in Italia ha permesso di evitare circa 8 milioni di casi, oltre 500.000 ospedalizzazioni, oltre 55.000 ricoveri in terapia intensiva e circa 150.000 decessi. La stima, che si riferisce al periodo tra il 27 dicembre 2020, data di inizio della campagna vaccinale, e il 31 gennaio 2022, è riportata nel rapporto “Infezioni da SARS-CoV-2, ricoveri e decessi associati a Covid-19 direttamente evitati dalla vaccinazione” appena pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità. Il calcolo è stato fatto con una metodologia, inizialmente sviluppata per i vaccini antinfluenzali ma già applicata in altri paesi per studi relativi a SARS-CoV-2, che utilizza i dati della Sorveglianza Integrata e dell’anagrafe nazionale vaccini del ministero della Salute. Questo approccio si basa sull’idea che l’impatto settimanale della vaccinazione sugli eventi studiati (casi notificati COVID-19, ricoveri, ricoveri in terapia intensiva e decessi) può essere stimato combinando l’efficacia vaccinale verso l’evento di interesse, la copertura vaccinale settimanale e il numero settimanale di eventi osservati.
Questa stima è detta diretta in quanto non considera il possibile impatto indiretto della stessa vaccinazione sulla popolazione non vaccinata (ad esempio: le infezioni evitate tra i vaccinati potrebbero aver contenuto la trasmissibilità complessiva osservata in Italia). Questi alcuni dei risultati principali.
Dall’inizio della campagna vaccinale al 31 dicembre 2021, si stima che siano stati evitati, grazie alla vaccinazione, un totale di 2.8 milioni di casi (range 2.8 mln-3.4 mln), 290mila ospedalizzazioni (218mila-400mila), 38mila ricoveri in terapia intensiva (27mila-54mila) e 78mila decessi (54mila-114mila). Queste cifre rappresentano rispettivamente il 43%, il 58%, il 57% e il 64% degli eventi attesi (cioè quelli osservati più quelli evitati). Solo nel mese di gennaio 2022, caratterizzato dalla predominanza della variante Omicron, altamente diffusiva, in cui sono state osservate un totale di 4.3 milioni di diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, la vaccinazione ha permesso di evitare un totale di 5.2 milioni di casi di infezione (range 4.3 mln-6,4 mln), 228mila ospedalizzazioni (161mila-384mila), 19mila ricoveri in terapia intensiva (13mila-31mila) e 74mila decessi (48mila-130mila). Queste cifre rappresentano rispettivamente il 55%, l’83%, l’86% e l’87% degli eventi attesi a gennaio 2022; Il 72% dei decessi complessivi è stato evitato per le persone di età pari o superiore a 80?anni, il 19% nella fascia 70-79, il 7% nella fascia 60-69 e il 3% sotto i 60 anni.
La distribuzione degli eventi evitati non è stata omogenea durante il periodo studiato. Nella prima metà del 2021, dovuto alla bassa copertura vaccinale, il numero di eventi evitati è stato limitato. Invece, durante la seconda metà del 2021 e durante gennaio 2022 si stima che la vaccinazione ha evitato più della metà degli eventi attesi.
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L’epilessia al centro del meeting nazionale al Garibaldi di Catania

CATANIA (ITALPRESS) – Un meeting di alta rilevanza scientifica si è tenuto, nei giorni scorsi presso la Sala Dusmet del Presidio Ospedaliero Garibaldi-Centro, sul delicato tema delle epilessie, patologie particolarmente delicate sulle quali l’unità operativa di Neurologia dell’Azienda di Piazza Santa Maria di Gesù, diretta dal dottore Luigi Sicurella, dedica una particolare attenzione sia sotto l’aspetto diagnostico che quello terapeutico. L’evento, organizzato con la direzione scientifica del Professore Antonino Pavone, in collaborazione con l’istituto medico-psico-pedagogico Lucia Mangano, ha dato la possibilità agli intervenuti di intervenire su diversi aspetti diagnostici e terapeutici. Tra gli ospiti di maggior rilievo, provenienti da diverse parti del Paese, si conta innanzitutto la presenza quelli del Professore Giampaolo Vatti, Responsabile del Centro Epilessia dell’AOU di Siena, il quale ha affrontato in particolare il dramma della prima crisi, nonchè le reazioni dei familiari alla scoperta della malattia. Il dottore Sicurella e il Professore Giuseppe Ettore, direttore del Dipartimento Materno-Infantile hanno invece affrontato il trattamento dell’epilessia in gravidanza e il rischio reale delle malformazioni. Interessante anche il contributo della dottoressa Eleonora Rosati, neurologa dell’AOU Careggi di Firenze, incentrato sui nuovi farmaci e sull’importanza della loro efficacia.
Il dottore Giancarlo Di Gennaro, Coordinatore Gruppo di Studio per l’Epilessia della Sociatà Italiana di Neurologia, ha poi parlato della selezione dei pazienti con epilessia e sulla loro compatibilità chirurgia, precedendo gli interventi del dott.ssa Sabina Bartolini, neurologa dell’AOU di Siena, su particolari casi clinici, e quello del dottore Enrico Grassi, dell’AO di Prato, sul tema delle cefalee associate all’epilessia.
La dottoressa Giuseppina Vitale e la dottoressa Mariangela Panebianco, entrambe neurologhe dell’Arnas Garibaldi, hanno parlato invece di crisi generalizzate, di epilessie focali autolimitanti e di quelle benigne dell’infanzia, che guariscono spontaneamente in età adulto. A conclusione dell’evento sono stati premiati i disegni dei ragazzi dell’Istituto Fuccio La Spina di Acireale che, accompagnati dalla dirigente Maria Castiglione, hanno incentrato la loro attenzione proprio sul tema dell’epilessia. Ad aprire i lavori è stato Fabrizio De Nicola, direttore generale dell’Arnas Garibaldi. “Nella nostra azienda – ha detto il manager – l’aggiornamento è una priorità. La Neurologia è uno di quei settori su cui stiamo dedicando una particolare attenzione e cura, anche implementando processi di comparazione e confronto con realtà nazionali già ben consolidate”.
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Asma, al via la campagna di sensibilizzazione “Act don’t react” di GSK

VERONA (ITALPRESS) – Act don’t react. Che se ci pensate è un pò il mantra delle mamme, almeno di quelle di un tempo: non rimandare a domani quelli che puoi fare oggi. Le mamme lo utilizzavano per qualsiasi cosa: dallo studio all’andare a comprare il latte. In questo caso parliamo di una cosa seria, parliamo di asma. Act don’t react è una campagna di disease awareness rivolta a tutti, indipendentemente dall’età, raggiungibile all’indirizzo http://actdontreact.gsk.com/it-it/, raccontata puntualmente anche sui social di GSK. Semplice, diretta, soprattutto scevra da moniti e da sensi di colpa, il sottinteso delle mamme. Il consiglio che viene dato nel video d’apertura è semplice, ma va dritto al punto: “Non lasciare che i sintomi dell’asma rovinino il tuo momento speciale”. Per questo è importante agire subito e non aspettare che sia l’asma a fare la prima mossa.
“Quello che i pazienti non vogliono accettare – spiega Oliviero Rossi, della SOD di Immunoallergologia Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze – è che l’asma è una malattia cronica e va curata sempre, non solo al bisogno. Non è una vergogna avere l’asma e soprattutto non è un impedimento alla propria vita. Molti sportivi di altissimo livello ne soffrono, diversi sono diventati campioni olimpici”.
Le rilevazioni più recenti ci dicono che sono circa 3 milioni gli italiani – dal 5 al 7 per cento della popolazione – ad avere una diagnosi di asma bronchiale in forma più o meno grave. L’aderenza alla terapia prescritta lascia però alquanto a desiderare. I dati ci dicono che le cure non vengono seguite regolarmente dai pazienti. C’è una tendenza a dimenticarsi di assumere la terapia quando non sono presenti sintomi: in 6 su 10 tra i teenager e 1 adulto su 2.
“Sì, i numeri sono impietosi – prosegue il professor Rossi – La mancata aderenza è forse da ricercarsi nel carattere transitorio dei sintomi, che induce il paziente a disattendere le prescrizioni. Non sapendo che il mancato controllo farmacologico delle forme definite persistenti può portare a un aggravamento della patologia, che si manifesta con attacchi più gravi e difficili da gestire, con conseguenze sullo stato generale di salute e sulla qualità di vita. Si va dalla dispnea, ovvero dalla difficoltà respiratoria, che può giungere fino alla sensazione di “fame d’aria”, alla tosse e ai “sibili” lungo le vie respiratorie, che sono conseguenti ai restringimenti al passaggio dell’aria causati dall’infiammazione. Particolare attenzione va prestata alla tosse, che nell’asma è quasi sempre secca e senza produzione di muco e può rappresentare il primo segnale d’allarme”.
L’asma è dunque una malattia cronica e ha bisogno di un trattamento di fondo. “Siamo di fronte a infiammazione e broncocostrizione – dice Rossi – e i farmaci raccomandati sono fondamentalmente gli antinfiammatori (cortisonici) e i broncodilatatori, cui possono essere associati, a seconda della gravità, altri farmaci come gli antileucotrienici. E’ fondamentale comunque distinguere i diversi tipi di asma, capire grazie a test innovativi quali differenti proteine infiammatorie sono responsabili della malattia e di conseguenza quale terapia mirata deve essere somministrata per ogni singolo paziente. L’asma è un target della medicina personalizzata da quando abbiamo la possibilità di selezionare i pazienti utilizzando i biomarcatori. Grazie ai biomarcatori possiamo identificare il meccanismo che provoca la malattia in un determinato paziente. Con una diagnosi precisa, la medicina personalizzata può garantire diversi vantaggi: la scelta della terapia più efficace e dell’inalatore più appropriato per ogni paziente”.
La campagna ha l’obiettivo di dare una scossa e invitare i pazienti a riflettere su come, anche per l’asma, il futuro è nelle loro mani. Fare la prima mossa per dare scacco alla malattia. Act don’t react.
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Covid, 83.643 nuovi casi e 169 decessi nelle ultime 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Secondo i dati del bollettino del ministero della Salute, i nuovi positivi sono 83.643, rispetto ai 28.368 di ieri. Oggi si registrano 169 decessi (ieri erano 115). I tamponi processati sono 563.018 che portano il tasso di positività al 14,85%. I guariti sono 87.904 mentre per gli attualmente positivi si registra un decremento di 4.017 unità per un totale di 1.228.745. Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari sono 10.207 i degenti, mentre in terapia intensiva i pazienti sono 463 con 53 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare vi sono 1.218.075 persone. La Lombardia è la prima regione per numero di contagi (11.669), seguita da Campania (9.248) e Lazio (9.056).
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Tumori rari del sangue, ritorno alla vita focus di Mielo-Spieghi 2022

MILANO (ITALPRESS) – Da una parte la fatica di accettare una neoplasia mieloproliferativa cronica (50% degli intervistati) e la paura per le possibili evoluzioni (28%). Dall’altra la sete di conoscenza (43%) e la consapevolezza di dover essere ogni giorno forti e determinati per riprendere in mano la propria vita (52%). E’ quanto emerge dalla survey su oltre 500 pazienti e caregiver realizzata da MIELO-Spieghi, la campagna di informazione sulle neoplasie mieloproliferative croniche (MPN), promossa da Novartis in collaborazione con AIPAMM e con il patrocinio di AIL e del MPN Advocates Network.
Ritornare alla vita. Proprio per rispondere ai bisogni emersi dalla survey, prende il via l’edizione 2022 di MIELO-Spieghi all’insegna del ritorno alla vita: nuove rubriche social, progetti speciali e MPN Tracker, un tool dedicato ai pazienti per aiutarli a conoscere e gestire la propria malattia e a rimanere attivi. “Le neoplasie mieloproliferative sono tumori rari che colpiscono il midollo osseo; possono avere un andamento lento, ma progressivo. I sintomi possono essere anche importanti, ma alcune innovazioni terapeutiche, come i farmaci inibitori di JAK2, hanno migliorato il decorso di queste malattie: ora i pazienti possono costruirsi una nuova quotidianità e darsi piccoli, grandi obiettivi di vita”, commenta Francesco Passamonti, ordinario di Ematologia all’Università dell’Insubria di Varese e direttore Ematologia di Varese.
Fino in cima. Le sfide di chi convive con una MPN oltre i 4.000 metri. Ritornare alla vita è possibile come dimostra la storia di Francesca Masi, paziente con mielofibrosi, psicologa toscana e appassionata di trekking che a luglio, a 2 anni dal trapianto, proverà a salire oltre i 4 mila metri del Monte Bianco. La sua impresa sarà raccontata nella rubrica Facebook “Fino in cima” e la sua sfida diventerà quella di tutta la community di MIELO-Spieghi.
“Sono un’amante della montagna, da quando avevo 25 anni trascorro le mie vacanze facendo trekking. Uno dei miei desideri più grandi era riuscire a scalare il Monte Bianco. A 40 anni ho scoperto di avere la mielofibrosi – racconta Francesca Masi – e affrontarla non è stato facile. Tanti malati – come me – scalano montagne di difficoltà per superare le malattie. Ora sto bene e a luglio proverò a scalarne una reale, per sigillare questo momento e celebrare la voglia di vivere la vita”. 
Un corretto approccio terapeutico e l’alleanza medico-paziente giocano un ruolo fondamentale nell’attivazione del paziente: solo così le persone possono sentirsi coinvolte nel proprio percorso di cura e rimanere attive nella gestione della propria malattia. Proprio per aiutare i pazienti a capire il proprio livello di attivazione nei confronti della patologia è disponibile MPN Tracker, un nuovo e intuitivo strumento online che permette il monitoraggio dei sintomi così da avere un quadro generale chiaro della malattia da condividere con il proprio ematologo di riferimento.
“Oggi le innovazioni terapeutiche hanno cambiato la storia delle malattie mieloproliferative croniche ed è ora possibile conviverci attivamente, come testimonia la sfida di Francesca Masi. Si tratta di malattie poco conosciute. In questo senso – dice Alessandro Maria Vannucchi, Professore Ordinario di Ematologia all’Università di Firenze e Direttore della SOD Ematologia AOU Careggi – il dialogo medico-paziente diventa centrale nel percorso di cura: è fondamentale affrontare con i nostri pazienti anche temi legati alla quotidianità, perchè oggi la convivenza con le MPN è possibile”.
La survey su pazienti e caregiver. Non è facile affrontare una neoplasia mieloproliferativa cronica: 1 persona su 2 ha difficoltà ad accettare la malattia, 1 su 3 confessa di non capirne le cause e 1 su 4 non ne comprende le possibili evoluzioni. E’ ciò che emerge da una survey su oltre 500 pazienti e caregiver italiani, coinvolti attraverso i canali online di MIELO-Spieghi e il board scientifico di ematologi. Inoltre, i dati sottolineano una significativa sete di informazione: 4 su 10 ritengono che la conoscenza della malattia e dei trattamenti possa migliorare la qualità di vita, così chiedono informazioni chiare sulla patologia e sulle sue evoluzioni. Emerge infine una significativa consapevolezza: 1 paziente su 2 sa che per gestire le difficoltà delle MPN non ci sono segreti, è necessario essere forti e determinati.
“Siamo felici di vedere quanto sia cresciuta la comunità di pazienti e caregiver intorno a MIELO-Spieghi: il confronto con chi convive con le neoplasie mieloproliferative croniche è per noi di continuo stimolo per fare sempre meglio. Novartis si impegna ogni giorno per migliorare la vita dei pazienti grazie allo sviluppo di terapie innovative e di progetti di sensibilizzazione. Così, insieme, possiamo re-immaginare la medicina e il futuro delle persone con queste patologie”, afferma Luigi Boano, General Manager Novartis Oncology Italia.
Appuntamento quindi, da oggi e per tutto il 2022, sulla pagina Facebook @MieloSpieghi e su https://www.alleatiperlasalute.it/mielo-spieghi per un calendario ricco di iniziative.
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Dal Bambino Gesù una terapia CAR-T per i tumori inoperabili dei bimbi

ROMA (ITALPRESS) – Nuove speranze di cura dalle CAR-T per i tumori cerebrali dei bambini: un mix di terapia genica e terapia farmacologica dalla potente azione antitumorale inibisce la crescita dei ‘gliomi diffusi della linea medianà. Si tratta di tumori del cervello molto aggressivi, inoperabili e, fino a oggi, senza un trattamento efficace. La nuova terapia è stata sviluppata dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità, del Policlinico Gemelli e dell’Institute of Cancer Research di Londra. I risultati dei test di laboratorio aprono la strada alla futura sperimentazione sull’uomo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Neuro-Oncology.
I ‘gliomi diffusi della linea medianà sono tumori tipici dell’età pediatrica, nella maggior parte dei casi dovuti alla mutazione della proteina H3K27M. Si sviluppano nelle strutture mediane del cervello, in particolare nel ponte, la parte del tronco encefalico che regola funzioni vitali come il respiro e l’attività cardiaca. Questi tumori sono molto aggressivi, tendono a diffondersi rapidamente e a infiltrarsi in profondità. A causa della loro sede, non possono essere asportati chirurgicamente.
In Italia, vengono diagnosticati in età pediatrica circa 20-25 casi di gliomi localizzati nel ponte, con un picco d’incidenza tra i 5 e i 10 anni di età. La sopravvivenza media è molto bassa (9 -12 mesi) e meno del 5% dei bambini sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, nonostante i trattamenti radio e chemioterapici. Per l’eterogeneità dei gliomi e per le difficoltà dei farmaci a superare la barriera che protegge i tessuti del cervello per arrivare al tumore, sino ad oggi non è stato possibile individuare una cura efficace.
Lo studio coordinato dall’Area di Ricerca di Oncoematologia del Bambino Gesù, diretta da Franco Locatelli, è stato condotto in laboratorio partendo dalle cellule tumorali di pazienti affetti da glioma sottoposti a biopsia. Le indagini su tessuto, su cellule derivate dalle neoplasie e su modelli animali hanno permesso di identificare una terapia antitumorale mai sperimentata prima, basata sull’utilizzo di un farmaco sperimentale (il Linsitinib) in combinazione con linfociti T geneticamente modificati (cellule CAR-T).
Il farmaco, individuato attraverso uno screening farmacologico, è un inibitore specifico della proteina IGF1R (molecola presente sulla membrana delle cellule tumorali) capace di esercitare un’azione antitumorale diretta sulle cellule di glioma diffuso della linea mediana. Le CAR-T sono state invece programmate per riconoscere – e uccidere – le cellule tumorali aggredendo una proteina espressa sulla loro superficie: l’antigene GD2 (GD2-CAR-T).
La nuova terapia combinata, sperimentata in laboratorio su diversi modelli di glioma della linea mediana, si è dimostrata in grado di inibire la crescita del tumore. I ricercatori hanno dimostrato, inoltre, che la combinazione produce un effetto antitumorale più efficace rispetto ai due trattamenti usati separatamente: il farmaco amplifica l’attività delle cellule CAR-T e si ipotizza che le CAR-T riescano a “fare strada” al farmaco nel superamento della barriera protettiva ematoencefalica.
La ricerca del Bambino Gesù è stata sostenuta da Children with Cancer UK, AIRC, Ministero della Salute, AIFA, Fondazione Mia Neri, Fondazione Heal, DIPG Collaborative e Fondazione Veronesi.
I gliomi diffusi della linea mediana sono ancora orfani di trattamento, ma «i risultati preliminari dello studio sono incoraggianti» spiega Franco Locatelli, Direttore di Medicina Sperimentale e di Precisione del Bambino Gesù. «La nuova strategia di cura ha fornito risultati pre-clinici promettenti e potrebbe rappresentare il primo passo per arrivare a trattare con successo una proporzione dei pazienti affetti da questa terribile forma di tumore».
Come sottolineano i ricercatori, prima di passare alla sperimentazione sull’uomo andranno messe a punto le modalità migliori per veicolare farmaco e CAR-T nella sede tumorale e sarà necessario testare il mix terapeutico su modelli di tumore più complessi che consentano di anticipare e di valutare la risposta immunitaria e infiammatoria nei pazienti.
La rilevanza scientifica dello studio del Bambino Gesù, in particolare per le prospettive di cura che si aprono con lo sviluppo della nuova terapia combinata, è stata sottolineata anche in un recente editoriale pubblicato sulla rivista Neuro Oncology.
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Covid, 28.368 nuovi casi e 115 decessi nelle ultime 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Secondo il bollettino del ministero della Salute, i nuovi positivi sono 28.368 (rispetto ai 53.253 di ieri). Oggi si registrano 115 decessi (ieri erano 90). I tamponi processati sono 192.782 che portano il tasso di positività al 14,7%. I guariti sono 42.384 mentre per gli attualmente positivi si registra un decremento di 13.794 unità per un totale di 1.232.762.
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