Home Salute Pagina 193

Salute

Intramoenia, Aceti “Cinque regioni non hanno l’organismo di controllo”

ROMA (ITALPRESS) – Secondo l’ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione dell’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria, a distanza di circa 12 anni dall’approvazione dell’Accordo Stato-Regioni 18 novembre 2010, 5 Regioni non hanno ancora attivato l’Organismo paritetico regionale per la verifica del corretto svolgimento dell’intramoenia, per la rilevazione dell’insorgenza di conflitto di interessi o di situazioni che implichino forme di concorrenza sleale, nonchè per la definizione di eventuali misure sanzionatorie. Solo 11 Regioni hanno previsto la partecipazione delle Organizzazioni rappresentative degli utenti all’interno degli Organismi. 4 le Regioni che hanno invece riunito una sola volta l’organismo regionale, mentre 3 Regioni lo hanno istituito solo a partire dagli anni 2020-2021. Questi i dati sottolineati da Tonino Aceti, Presidente di Salutequità, intervenuto all’evento organizzato dall’Agenas sullo stato di attuazione dell’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria.
“Dopo 2 anni di pandemia, durante i quali sono saltati 1,3 MLN di ricoveri e 144 MLN di prestazioni di specialistica ambulatoriale e un recupero delle liste di attesa da parte delle Regioni che procede purtroppo ancora troppo lento, il tema della governance, controllo e utilizzo etico dell’istituto dell’intramoenia assumono oggi un’importanza straordinaria.
Per evitare una sanità di serie A e una di serie B, da una parte è necessario che le Regioni accelerino nel recupero delle cure mancate a causa del Covid-19 utilizzando bene e velocemente i 500 milioni stanziati con l’ultima Legge di Bilancio, dall’altra serve un’azione di monitoraggio sempre più forte e di intervento, laddove serva, sull’intramoenia – ha dichiarato Aceti.
Abbiamo molti dati sull’intramoenia (meno sulle liste di attesa nel canale istituzionale) ma ancora non è chiaro cosa accade concretamente nel momento in cui una Regione risulti inadempiente nel rispetto delle norme che la disciplinano. Non sappiamo ad esempio dove e quante volte sia stata utilizzata la sospensione dell’intramoenia in caso di superamento del rapporto tra attività in libera professione e nel canale istituzionale, come pure in caso di sforamento dei tempi massimi di attesa previsti dalla Regione (come previsto dal Piano nazionale Governo Liste Attesa 2019-2021)”.
“Il Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea non ha indicatori di monitoraggio sul corretto utilizzo dell’intramoenia da parte delle Regioni, come pure sono ancora troppo pochi quelli sul rispetto dei tempi massimi di attesa nel canale istituzionale – ha continuato Aceti. Inoltre, non ci sono dati pubblicati a livello nazionale sulle modalità di utilizzo del 5% del fatturato del professionista che viene trattenuto dalla ASL. E’ effettivamente sempre utilizzato per l’abbattimento delle liste di attesa così come prevedono le norme? Su tutto questo si gioca il rapporto di fiducia tra cittadini e SSN – ha quindi concluso Aceti – i quali difficilmente riuscirebbero ad accettare ancora una volta, come già accaduto nel 2020, una bassa velocità di recupero delle liste di attesa arretrate e quindi una necessità crescente sempre più obbligata, per chi potrà permetterselo, di utilizzare l’intramoenia o il privato per accedere alle cure necessarie” conclude Aceti.
(ITALPRESS).

Covid, 75.616 nuovi casi e 146 decessi nelle ultime 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Secondo i dati del bollettino del ministero della Salute, oggi i nuovi positivi al Covid-19 sono 75.616, rispetto ai 81.811 fatti registrare ieri. I tamponi processati sono 503.973 che portano il tasso di positività al 15%. Oggi si registrano 146 decessi (ieri erano 182). I guariti sono 75.773, mentre per gli attualmente positivi si registra un incremento di 478 unità per un totale di 1.246.281. Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, sono 8.994 i degenti mentre in terapia intensiva i pazienti sono 447 con 49 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare vi sono 1.236.840 persone. Il Lazio è la prima regione per numero di contagi (8.807), seguita da Lombardia (8.677) e Campania (8.517).
(ITALPRESS).

Ictus, la stimolazione non invasiva del cervello accelera il recupero

ROMA (ITALPRESS) – Ricercatori dell’Università Cattolica, campus di Roma-Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, insieme a colleghi dell’IRCCS San Raffaele, hanno scoperto la possibilità di favorire il recupero dell’arto paralizzato a seguito di un ictus e potenzialmente ridurre la disabilità associata all’evento cerebrovascolare, applicando una piccola corrente indolore mediante un dispositivo non invasivo, semplicemente applicato sul capo, ma in grado di raggiungere attraverso il cranio le strutture cerebrali sottostanti e di modificarne l’eccitabilità.
Lo studio, su modelli animali di ictus ischemico, si deve a una collaborazione tra il team del professore Claudio Grassi, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica Campus di Roma, con il gruppo del professore Paolo M. Rossini direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Scienze della Riabilitazione dell’IRCCS San Raffaele. Pubblicato sulla prestigiosa rivista Stroke, lo studio apre alla possibilità di iniziare le sperimentazioni su pazienti reduci da ictus.
Lo studio è stato realizzato anche grazie al prezioso contributo di giovani ricercatrici e ricercatori, in particolare le due prime autrici, Saviana Barbati e Valentina Longo ed i bioingegneri Fabrizio Vecchio e Francesca Miraglia.
La ricerca inoltre è stata supportata da finanziamenti da parte della Fondazione Roma e della Fondazione Baroni.
“Il lavoro mette in luce, in un modello sperimentale animale, l’efficacia di una stimolazione non invasiva del cervello denominata ‘stimolazione transcranica a corrente direttà nell’accelerare il recupero della funzione motoria a seguito di un ictus ischemico – sottolinea il professor Grassi. Lo studio evidenzia le basi molecolari di tale recupero e gli effetti indotti dalla stimolazione sulla connettività cerebrale”.
L’ictus, spiega Rossini, è una lesione acuta del cervello legata a un problema vascolare o di tipo ischemico o emorragico; l’ictus rappresenta ancora oggi la prima causa di disabilità permanente in tutti i Paesi più avanzati in cui l’età media della popolazione si è allungata.
L’ictus ischemico, che rappresenta l’80% di tutti gli ictus, si verifica quando un’arteria che irrora l’encefalo viene improvvisamente ostruita e quindi – nel corso dei minuti/ore successivi, portando alla morte delle cellule nervose da essa nutrite.
In Italia l’ictus è la terza causa di morte, dopo le malattie oncologiche e quelle cardio-vascolari, è responsabile del 9-10% di tutti i decessi e rappresenta la prima causa di invalidità. Ogni anno si registrano nel nostro Paese circa 200.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza per il resto della loro vita.
L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade; il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni. La prevalenza di ictus nelle persone di età 65-84 anni è del 6,5% (negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%).
I sintomi prevalenti di un ictus sono una perdita di controllo del movimento in una metà del corpo (emiparesi/emiplegia), un disturbo del linguaggio (afasia), un deficit dell’equilibrio, un disturbo della visione (emianopsia), spiega ancora il professor Rossini. Nelle otto settimane successive ad un ictus si possono avere processi di recupero della funzione anche molto significativi. Tuttavia, dopo questo periodo, il recupero ulteriore è minimo e il paziente (con i suoi familiari) dovrà adattarsi ad una vita con limitazioni motorie/fisiche talvolta anche molto significative.
Negli ultimi anni, rileva il professor Rossini, numerosi studi sperimentali hanno dimostrato che affiancando alle procedure di riabilitazione neuromotoria standard stimolazioni elettriche o magnetiche delle aree cerebrali interessate dall’ictus si ottengono risultati migliori ed in tempi più rapidi. Di qui l’idea di studiare i meccanismi alla base di questo potenziamento della riabilitazione offerto dalla stimolazione non invasiva del cervello, come appunto quella a corrente diretta esaminata in questo lavoro.
“La stimolazione transcranica a corrente diretta – spiega Maria Vittoria Podda del Dipartimento di Neuroscienze dell’UCSC di Roma e corresponding author del paper, è una tecnica di stimolazione non invasiva ampiamente utilizzata nella ricerca clinica con risultati promettenti nell’ambito della riabilitazione motoria e cognitiva. Tuttavia i meccanismi alla base della sua efficacia non sono ancora ben noti e la ricerca pre-clinica può offrire un importante contributo in questo ambito”.
In questo studio si è visto che, intervenendo nella fase sub-acuta, cioè tre giorni dopo l’evento ischemico, con un trattamento che consiste in sessioni singole di stimolazione della durata di 20 minuti per tre giorni consecutivi, si ottengono evidenze tangibili di “riparazione” del danno ischemico nel cervello di topolini. Infatti, sottolinea la professoressa Podda, il lavoro è stato svolto su un modello sperimentale (murino) di ictus ischemico della corteccia motoria che è quella che controlla la muscolatura della metà opposta del corpo.
“Nel tessuto vicino alla lesione – spiega – abbiamo osservato (solo negli animali sottoposti a stimolazione ‘verà, ma non in quelli sottoposti a stimolazione ‘placebò) diverse modifiche sia a livello strutturale, sia molecolare”, segno dell’effetto della stimolazione. Tali modifiche si correlano anche con un recupero migliore e più rapido dei soggetti stimolati rispetto a quelli con stimolazione ‘placebò.
I segni molecolari di ripresa indotti dalla stimolazione sono la produzione di molecole importanti per il cervello come fattori di crescita; in particolare “abbiamo visto un aumento dei livelli della neurotrofina BDNF”, spiega l’esperta.
“Nei neuroni della corteccia motoria nella zona prossima alla lesione, inoltre, osserviamo un aumento del numero delle spine dendritiche, strutture essenziali per la comunicazione tra neuroni. Questo potrebbe essere alla base dell’aumentata connettività neurale misurata nello studio, mediante registrazioni simili all’elettroencefalogramma”.
“Per quanto riguarda lo studio pre-clinico, sono in corso ulteriori ricerche per individuare biomarcatori molecolari e neurofisiologici (molecole e aspetti funzionali del cervello) che possano essere utilizzati come indicatori per predire l’efficacia del trattamento e il grado del recupero funzionale”, anticipa la professoressa Podda. “I risultati di queste ricerche aprono la strada a nuove strategie terapeutiche molto promettenti – aggiungono Grassi e Rossini – che si basano sull’uso combinato di stimolazione transcranica, protocolli standard di riabilitazione ed altri trattamenti innovativi, attualmente oggetto di studio nei nostri laboratori, quali la somministrazione di fattori neurotrofici ottenuti dalle cellule staminali. Grazie a un’azione sinergica operata su target molecolari comuni, la combinazione di questi stimoli potrebbe potenziare notevolmente le capacità di recupero dei pazienti”.
Sono già in corso, anticipa Rossini in conclusione, studi sperimentali su pazienti colpiti da ictus ischemico con metodiche di stimolazione a corrente diretta e magnetica transcranica i cui risultati saranno noti nei prossimi due anni. Poichè le apparecchiature impiegate sono di semplice e sicuro utilizzo, si stanno valutando le condizioni anche per un impiego domestico al fine di potenziare ulteriormente le capacità di riorganizzazione neurale attorno alla lesione e quindi di recupero funzionale nelle attività del vivere quotidiano.
(ITALPRESS).

Covid, sale l’incidenza settimanale

ROMA (ITALPRESS) – Aumenta l’incidenza settimanale del Covid-19 a livello nazionale: 848 casi ogni 100.000 abitanti (18/03/2022 -24/03/2022) rispetto 725 ogni 100.000 abitanti (11/03/2022 -17/03/2022). E’ quanto emerge dal monitoraggio della Cabina di Regia.
Nel periodo 2 – 15 marzo 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,12 (range 0,87 – 1,44), in aumento rispetto alla settimana precedente e con un valore superiore sopra la soglia epidemica. Lo stesso andamento si registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero: Rt=1,08 (1,05-1,11) al 15/03/2022 vs Rt=0,90 (0,88-0,93) al 8/03/2022.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 4,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 24 marzo) rispetto al 4,8% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 17 marzo). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,9% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 24 marzo) rispetto al 12,9% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 17 marzo).
Quattro Regioni/Province Autonome sono classificate a rischio Alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Le restanti Regioni/Province Autonome sono classificate a rischio Moderato, di cui tre ad alta probabilità di progressione a rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020.
La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (15% vs 14% la scorsa settimana). E’ stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37%), mentre è in lieve diminuzione quella dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (48% rispetto al 49%).
(ITALPRESS).

Covid, uno studio dimostra gli effetti della lattoferrina

ROMA (ITALPRESS) – La lattoferrina, attraverso l’interazione con la glicoproteina spike del virus SARS Cov-2, genera un’attività antivirale che porta alla riduzione dei tempi di negativizzazione e alla ricomparsa precoce dell’olfatto e del gusto dei pazienti affetti da Covid-19. Questo è il risultato importante emerso dallo studio interuniversitario, pubblicato su Frontiers in Pharmacology e su Journal of Enviromental and public Health, e coordinato da Elena Campione, professore associato presso la U.O.S.D di Dermatologia del Policlinico di Tor Vergata. La ricerca, sostenuta dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, e fortemente voluta dal suo presidente, professore Emmanuele F.M. Emanuele, è stata presentata il 24 marzo presso la Biblioteca Angelica di Roma, ed è frutto del lavoro di un gruppo interuniversitario di ricercatrici e ricercatori delle università romane di Tor Vergata e La Sapienza. Hanno collaborato al progetto il professore Luca Bianchi, il dottor Terenzio Cosio e la dottoressa Caterina Lanna, afferenti alla U.O.S.D. di Dermatologia del Policlinico Tor Vergata di Roma; la professoressa Daniela Piera Valenti, impegnata nelle ricerche sulla lattoferrina già a partire dagli anni ’70 e già membro del Comitato internazionale per gli studi sulla lattoferrina, insieme al dottor Luigi Rosa, del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università La Sapienza; il professore Mattia Falconi, il dottor Federico Iacovelli e la dottoressa Alice Romeo del Dipartimento di Bioinformatica Strutturale, Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università Tor Vergata.
Come sottolineano Daniela Piera Valenti e Luigi Rosa, “la proteina spike genera uno stato di infiammazione elevato nella cellula e la lattoferrina, legandosi alla proteina spike, contrasta il legame del virus, ed è in grado di inibire l’infezione”. “Anche gli studi di bioinformatica strutturale – spiega Mattia Falconi – hanno evidenziato che l’energia di interazione fra la lattoferrina e la proteina spike esiste ed è consistente, che la lattoferrina si comporta quasi come un piccolo anticorpo, in grado di interagire direttamente con il virus”. Da qui, lo studio clinico dell’efficacia dell’assunzione di lattoferrina in pazienti paucisintomatici, sia in ospedale che a domicilio. “Abbiamo valutato i sintomi e il tempo medio della negativizzazione nei pazienti – spiega la professoressa Campione – e abbiamo avuto risultati preliminari molto promettenti. Velocità nella riacquisizione del gusto e dell’olfatto, riduzione dei tempi di negativizzazione e quasi scomparsa dei sintomi da long covid”.
“Sono davvero lieto di aver sostenuto questo importante progetto di ricerca, che si innesta nel novero di iniziative promosse negli ultimi due anni dalla Fondazione per il contrasto dell’emergenza da Covid-19 – commenta il professore Emmanuele F.M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che ha sostenuto la ricerca -. Il nostro impegno nel settore della salute rappresenta un dovere morale imprescindibile nei confronti della collettività e ci ha sempre visti in prima linea, sul territorio, nei delicati settori della sanità e della ricerca scientifica, come testimoniano in particolare, fra le altre molteplici iniziative promosse, l’Hospice per i malati terminali e di SLA e il Villaggio Emanuele per i malati di Alzheimer, entrambi totalmente gratuiti e che non hanno cessato di operare neppure durante l’emergenza sanitaria, e da ultimo in ordine temporale il costituendo Centro CUORE, per la cura e diagnosi delle malattie cardiovascolari, in collaborazione con l’Ospedale Gemelli. I risultati degli studi clinici che oggi presentiamo, effettuati su un campione di pazienti Covid-19, hanno dimostrato che, oltre ai vaccini, una strategia vincente contro il virus può essere rappresentata, in pazienti affetti da SARS-CoV-2, proprio da un trattamento immediato con la lattoferrina. E’ sufficiente, infatti, la somministrazione di 1 g di lattoferrina al giorno, subito dopo il risultato positivo del tampone molecolare, somministrazione che viene prolungata fino alla negativizzazione dello stesso, consentendo di evitare al malato l’ospedalizzazione. Sembra, inoltre, che la lattoferrina sia efficace anche sulle varianti del virus”.
Il progetto, coordinato dal professore Ettore Squillaci, oltre alla parte della ricerca ha previsto sia una campagna di diffusione gratuita della lattoferrina in pazienti con esenzione, in alcune farmacie romane selezionate, sia la produzione del mini-documentario “La storia semplice di una ricerca fantastica”, a cura di Fiammetta Pilozzi e Alessandro Di Legge per il Centro di ricerche Allèas, che ha raccontato le storie e i punti di vista dei vari studiosi coinvolti. Il documentario, realizzato da Laura Ricci e Luigi Rotondo per Studiomaker, si inserisce nel progetto di divulgazione scientifica “La Bella Scienza”, che si pone come obiettivo l’alfabetizzazione alla cultura scientifica e ai relativi metodi di ricerca.
(ITALPRESS).

Vaccino, Aifa “Sul secondo booster servono ulteriori approfondimenti”

ROMA (ITALPRESS) – La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha iniziato il 24 marzo 2022 la valutazione dell’opportunità di una seconda dose booster dei vaccini contro il COVID-19 per particolari categorie di soggetti.
Considerato il complesso dei dati disponibili, la CTS ha deciso che “sono necessari ulteriori approfondimenti, integrando le evidenze scientifiche internazionali con i dati di studi in corso in Italia”, si legge in una nota. La CTS ha ribadito che “è essenziale il completamento del ciclo vaccinale seguito dalla dose booster già autorizzata”.
(ITALPRESS).

Altems, raddoppiano i nuovi casi settimanali di Covid-19 in 30 giorni

ROMA (ITALPRESS) – Nell’ultimo mese la coda della quarta ondata relativamente al valore dell’incidenza settimanale di nuovi casi di Covid-19 è raddoppiata passando da un’incidenza media nazionale di 382 nuovi casi ogni 100.000 abitanti a 723 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Nell’ultima settimana, il valore più alto si registra in Regione Umbria che segna 1.383 nuovi casi ogni 100.000 abitanti seguita dalla Regione Puglia 1.170 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. “Negli ultimi 30 giorni i nuovi casi settimanali sono raddoppiati, afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS), registrando un maggior numero di nuovi positivi (+12%) pari a +1,5 milioni di infetti. Tale dato risulta preoccupante in vista di un rallentamento sia dello stato emergenziale che avverrà a fine mese sia delle misure cautelative da rispettare (es. mascherina nei luoghi chiusi). E’ proprio di ieri, conclude Cicchetti, il monito all’Italia (e ad altri Paesi UE) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a non dare per scontato la fine del virus e ad affrettarsi nell’abbassare la guardia: restiamo vigili per garantirci le festività pasquali con i nostri cari”.
E’ quanto emerso dalla 90ma puntata dell’Instant Report Covid-19 – https://altems.unicatt.it/altems-covid-19 – una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.
L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome italiane. Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene). A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (Professor Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (Professor Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici. La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid-19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 21 Marzo 2022) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 1.175.280) sulla popolazione nazionale è pari a 1,97% (in aumento rispetto ai dati del 14/03 in cui si registrava lo 1,68%). La percentuale di casi (n= 13.895.188) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 22,47% al 23,30%. L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 723 ogni 100.000 residenti rispetto ai dati del 14/03 (pari a 557 ogni 100.000 residenti).
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in Provincia Auronoma Bolzano (37,57%), in Veneto (29,47%) ma è in Sicilia (4,91%) e Basilicata (4,04%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 2,03% (in aumento rispetto ai dati del 14/03, pari a 1,75%). Dal report è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). Nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 2.502 casi ogni 100.000 residenti, in aumento rispetto ai dati del 14/03 (2. 248 casi ogni 100.000 residenti).
(ITALPRESS).

Covid, 81.811 nuovi casi e 182 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Secondo il bollettino del ministero della Salute, i nuovi positivi sono 81.811 (rispetto ai 76.260 del 23 marzo). I tamponi processati sono 545.302 che portano il tasso di positività al 15%. Si registrano 182 decessi (il 23 marzo erano 153). I guariti sono 63.553 mentre per gli attualmente positivi si registra un incremento di 18.913 unità per un totale di 1.245.803.
Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, sono 9.029 i degenti mentre in terapia intensiva i pazienti sono 447 con 41 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare vi sono 1.236.327 persone. La Lombardia è la prima regione per numero di contagi (9.300), seguita da Lazio (9.235) e Campania (8.828).
(ITALPRESS).