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Agenzia Ricerca Biomedica, Raggi candida Roma “E’ sede ideale”

ROMA (ITALPRESS) – Roma si candida a ospitare la sede dell’Agenzia Europea per la Ricerca Biomedica e per fronteggiare le crisi sanitarie. E’ quanto si legge in una lettera che la Sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.
La proposta arriva a seguito dell’annuncio della Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, riguardo all’imminente istituzione del nuovo organismo che “avrà il duplice obiettivo di rafforzare la preparazione dell’Unione Europea alle crisi e la capacità di gestire le minacce sanitarie transfrontaliere, sia di origine naturale che intenzionale”, si legge ancora nella lettera.
“Roma Capitale, sede di strutture sanitarie di livello assoluto e di Università di fama riconosciuta, rappresenta la candidata ideale per ospitare la nuova sede della Agenzia Europea”, scrive Raggi, manifestando “il vivo interesse affinchè Roma venga individuata quale sede per ospitare l’istituenda Agenzia”.
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Speranza “Test Covid a chi arriva da Parigi e altre aree della Francia”

ROMA (ITALPRESS) – “Ho firmato una nuova ordinanza che estende l’obbligo di test molecolare o antigenico ai cittadini provenienti da Parigi e altre aree della Francia con significativa circolazione del virus. I dati europei non possono essere sottovalutati. L’Italia oggi sta meglio di altri Paesi, ma serve ancora grande prudenza per non vanificare i sacrifici fatti finora”. Lo annuncia il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Ecco le Regioni della Francia indicate nell’ordinanza: Alvernia-Rodano-Alpi, Corsica, Hauts-de-France, Ile-de-France, Nuova Aquitania, Occitania, Provenza-Alpi-Costa azzurra.
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Coronavirus, 1.350 nuovi casi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 1.350 i nuovi contagi da Coronavirus registrati nelle ultime 24 ore, e 17 i decessi che portano il totale delle vittime a 35.724. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 55.862 tamponi, per un totale di 10.488.676 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del ministero della Salute e della Protezione Civile di oggi. Il totale dei dimessi/guariti è di 218.703 (+352), mentre gli attuali positivi sono 45.079(+981). Ad oggi sono 2.475 i ricoverati con sintomi, di questi 232 si trovano in terapia intensiva, mentre in isolamento domiciliare ci sono 42.372 persone. Le regioni dove è stato registrato il maggior numero di nuovi casi, nelle ultime 24 ore, sono Campania (243), Lazio (198), Emilia-Romagna (116), Veneto (103) e Lombardia (90).
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Studio, preservazione fertilità in pazienti con endometriosi

ROMA (ITALPRESS) – In occasione della “Giornata Nazionale di informazione e formazione sulla fertilità” IVI si rivolge alle giovani donne affette da endometriosi, consigliando loro di preservare la propria fertilità attraverso la vitrificazione degli ovociti. Sulla base di uno studio presentato in aprile, in cui veniva dimostrata l’idoneità della vitrificazione degli ovociti in pazienti affette da endometriosi, lo studio IVI: “Oocyte survival and clinical outcome is impaired in young endometriosis patients after fertility preservation (FP)”, condotto da Ana Cobo e presentato alla 36^ edizione del Congresso ESHRE, è partito da una domanda: “la sopravvivenza degli ovociti e i risultati clinici saranno compromessi nelle pazienti giovani con endometriosi che hanno preservato la propria fertilità, se messi a confronto con i risultati di donne senza endometriosi che abbiano anch’esse scelto di preservare la propria fertilità?”.
“I risultati di questo studio segnalano indici di successo simili a quelli di pazienti di età superiore ai 35 anni”, ha affermato Galliano, medico, chirurgo, ginecologo, direttrice del centro IVI Roma. “Nel gruppo di età inferiore ai 35 anni tutti i parametri analizzati sono stati statisticamente più bassi in donne affette da endometriosi. Se da una parte questo è dovuto al fatto che le pazienti con endometriosi dispongono di meno ovociti, dall’altra lo studio ha confermato che tale malattia può compromettere anche la qualità degli stessi, come dimostrato dai valori degli indici di impianto – indipendente dal numero di ovociti – e di sopravvivenza degli ovociti, nettamente inferiori nelle pazienti affette da endometriosi, rispetto alle altre che praticano la preservazione per motivazioni sociali”. “Tesi ulteriormente confermata”, ha continuato Galliano, “dagli autori che hanno osservato le alterazioni morfo-cinetiche negli embrioni di pazienti con endometriosi”. “Nonostante l’elevata incidenza dell’endometriosi e il crescente numero di donne affette da questa malattia che dispongono di ovociti vitrificati come salvaguardia della loro fertilità, si sa ancora poco dell’efficacia della strategia in questi casi” ha sottolineato Antonio Pellicer, Presidente IVI. “Ad ogni modo, noi di IVI, consigliamo alle giovani donne affette da endometriosi di preservare la loro fertilità per aumentare le possibilità di concepimento”. In più, ha aggiunto Cobo, “dal momento che l’endometriosi non costituisce una minaccia alla riserva ovarica solo per le lesioni provocate dall’operazione chirurgica, ma anche per le possibili alterazioni qualitative della stessa, è bene tener presente che prima si procede alla conservazione degli ovuli e maggiori saranno le probabilità di successo”. “In generale, è estremamente importante che le giovani donne, e non solo, vengano maggiormente informate circa l’impatto che alcune patologie e abitudini di vita possono avere sulla fertilità. Di prevenzione dell’infertilità e di preservazione della stessa si parla ancora molto poco. Sarebbe importante che questo argomento, ancora così tabù nel nostro Paese, venga approfondito e che circolassero maggiori informazioni a riguardo”, ha concluso Galliano.
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Coronavirus, 1587 nuovi casi e 15 decessi

ROMA (ITALPRESS) – Sono 1.587 i nuovi contagi da Coronavirus registrati nelle ultime 24 ore e 15 i decessi che portano il totale delle vittime a 35.707. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 83.428 tamponi, per un totale di 10.432.814 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile di oggi. Il totale dei dimessi/guariti è di 218.351 (+635), mentre gli attuali positivi sono 44.098 (+937). Ad oggi sono 2.365 i ricoverati con sintomi, di questi 222 si trovano in terapia intensiva, mentre in isolamento domiciliare ci sono 41.511 persone. Le regioni dove è stato registrato il maggior numero di nuovi casi, nelle ultime 24 ore, sono Lombardia (211), Veneto (173), Campania (171) e Lazio (165).
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Covid, in 24 ore 1.638 nuovi casi e 24 vittime

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Sono 1.638 i nuovi contagi da Coronavirus registrati nelle ultime 24 ore, mentre sono 24 i decessi che portano il totale delle vittime a 35.692. Sono stati eseguiti 103.223 tamponi, per un totale di 10.349.386 da inizio emergenza.

È quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile.

Il totale dei dimessi/guariti è di 217.716 (+909), mentre gli attuali positivi sono 43.161 (+704). Ad oggi sono 2.380 i ricoverati con sintomi, di questi 215 si trovano in terapia intensiva, mentre in isolamento domiciliare ci sono 40.556 persone.

Le regioni dove è stato registrato il maggior numero di nuovi casi, nelle ultime 24 ore, sono Lombardia (243), Lazio (197), Veneto (186), Campania (149) e Toscana (143).

Coronavirus, aumentano ancora i nuovi casi, 1.907 in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – In aumento i casi di Coronavirus in Italia. Sono 1.907 i nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore, e 10 i decessi che portano il totale delle vittime a 35.668. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 99.839 tamponi, per un totale di 10.246.163 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del ministero della Salute e della Protezione Civile di oggi.
Il totale dei dimessi/guariti è di 216.807 (+853), mentre gli attuali positivi sono 42.457 (+1.044). Ad oggi sono 2.387 i ricoverati con sintomi, di questi 208 si trovano in terapia intensiva, mentre in isolamento domiciliare ci sono 39.862 persone.
Le regioni dove è stato registrato il maggior numero di nuovi casi, nelle ultime 24 ore, sono Lombardia (224), Campania (208), Lazio (193), Sicilia (179) e Veneto (176).
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Parlamento Ue “Ricette urgenti contro carenza di farmaci”

ROMA (ITALPRESS) – “Assicurare gli approvvigionamenti nell’interesse del paziente, garantire l’accesso ai trattamenti medici per tutti i pazienti dell’UE e ripristinare l’indipendenza sanitaria europea”. E’ questo il diktat contenuto nella Risoluzione approvata dal Parlamento Europeo sulle “carenze di medicinali” che prende le mosse dal Rapporto approvato a metà luglio dalla commissione del Parlamento europeo per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI). Nel mirino dei parlamentari europei le cause profonde del fenomeno ricorrente delle carenze di medicinali notoriamente aggravato dalla crisi sanitaria determinata dalla pandemia di Covid-19.
“La carenza di medicinali è una grave minaccia per il diritto alle cure mediche essenziali per i pazienti nell’UE, in quanto provoca disuguaglianze tra i pazienti in base al paese di residenza e può creare perturbazioni del mercato unico”, sottolinea la risoluzione riaccendendo i riflettori sulla necessità di riportare ripristinata la disponibilità e accessibilità dei farmaci riportandone la produzione in Europa.
«La risoluzione del Parlamento UE arriva nel momento giusto», commenta Enrique Hausermann, presidente di Assogenerici. «Siamo già al lavoro con l’Agenzia Italiana del Farmaco per garantire un sistema di gestione del fenomeno delle carenze e delle indisponibilità sempre efficace nel tutelare la continuità di cura per i pazienti e nel garantire un sistema di controlli e monitoraggio più preciso, evitando appesantimenti burocratici ma avendo come faro la soluzione alle cause reali dell’indisponibilità di farmaci in talune aree terapeutiche. E’ anche attraverso questa collaborazione istituzionale – conclude Hausermann – che potremo affrontare efficacemente il fenomeno, per fortuna molto limitato nel nostro Paese».
“A causa della delocalizzazione della produzione – si legge nel documento approvato ieri a Bruxelles – il 40% dei medicinali finiti commercializzati nell’Unione proviene da paesi terzi, il che si traduce in una perdita di indipendenza dell’Europa sul piano sanitario. Sebbene l’Europa abbia una solida impronta produttiva, la catena di approvvigionamento fa ricorso massiccio a subappaltatori all’esterno dell’UE per la produzione delle materie prime in considerazione del costo del lavoro inferiore e della presenza di norme ambientali meno rigorose, facendo sì che dal 60 all’80 % dei principi attivi dei medicinali venga fabbricato al di fuori dell’Unione, segnatamente in Cina e in India”, tanto che “oggi questi due Paesi producono il 60 % del paracetamolo, il 90 % della penicillina e il 50% dell’ibuprofene di tutto il mondo”.
Tra le sottolineature anche il fatto che ad oggi “l’accesso limitato ai principi attivi necessari per la produzione di medicinali generici pone una sfida particolare” e che “la perturbazione della catena di approvvigionamento globale derivante dalla pandemia di COVID-19 ha messo ancor più in risalto la dipendenza dell’UE dai paesi terzi nel settore della sanità”
Di qui il pressante invito alla Commissione UE ad “adottare rapidamente le misure necessarie ridurre la dipendenza dell’UE nei confronti dei paesi terzi”: bisogna “elaborare una mappatura dei siti di produzione dell’UE nei paesi terzi e una mappatura in evoluzione, da utilizzare come riferimento, dei siti di produzione esistenti e potenziali nell’UE, per poter sostenere, modernizzare e rafforzare le loro capacità” rincarano i parlamentari Ue.
In attesa dell’inversione di rotta suggerita, ancora un appello all’adozione di un linguaggio comune: la risoluzione insiste sull’importanza di una definizione armonizzata a livello UE di “carenze”, “tensioni”, “interruzioni della fornitura”, “esaurimento delle scorte” e “costituzione di scorte eccessive” e l’invito alla Commissione a garantire che la propria strategia per il settore farmaceutico sia effettivamente volta a “contrastare le pratiche commerciali inammissibili in qualunque fase del circuito dei medicinali”. Riflettori accesi anche sul differenziale dei prezzi tra Stati membri che “favorisce le esportazioni parallele verso i paesi nei quali i medicinali sono venduti a un prezzo maggiore”.
Prima mission per la politica di settore europea: “rafforzare il mercato europeo dei medicinali al fine di accelerare l’accesso dei pazienti ai medicinali, rendere l’assistenza sanitaria economicamente più accessibile, ottimizzare il risparmio nei bilanci dei sistemi sanitari nazionali ed evitare oneri amministrativi alle aziende farmaceutiche”.
Focus immediato anche su generici e biosimilari: “consentono di rafforzare la concorrenza, ridurre i prezzi e realizzare risparmi a vantaggio dei sistemi sanitari, contribuendo così a migliorare l’accesso dei pazienti ai medicinali” sottolinea la risoluzione, che invita ad “analizzare il valore aggiunto e l’impatto economico dei medicinali biosimilari” valutando anche “misure atte a sostenere la loro introduzione sul mercato” e sollecita la Commissione a stroncare le controversie tese a ritardare l’ingresso sul mercato dei medicinali generici garantendo “il rispetto della fine del periodo di esclusiva commerciale dell’innovatore”.
(ITALPRESS).